Vademecum del sinottico
Corso pratico di meteorologia sinottica in 3 lezioni
Il testo di queste lezioni è basato su appunti raccolti durante
il 21° Corso di Specializzazione in Fisica dell'Atmosfera e Meteorologia (a.a.
1989-1990).
Prima lezione
Il metodo sinottico consiste nel rappresentare su carte
geografiche le proprietà fisiche dell'atmosfera avvolgente la Terra,
analizzandone la sua struttura tridimensionale.
In pratica il metodo è impostato in modo tale da approntare e studiare
successive rappresentazioni cartografiche a intervalli di tempo e di livelli
prescelti, allo scopo di esaminare l'evoluzione degli elementi fisici e di
estrapolare le loro tendenze nel futuro.
La maggior parte delle carte sono elaborate tanto al suolo
quanto in quota, seguendo la norma di conservare la medesima scala, onde rendere
quanto più possibile completa la rappresentazione tridimensionale dei fenomeni
fisici dell'atmosfera. Una caratteristica essenziale dell'analisi manuale deve
essere la ricerca di strutture, o
l'uso di concetti relativi alle strutture, ove per strutture s'intendono
depressioni, anticicloni, saccature, promontori, fronti, ecc.
Vediamo allora come è opportuno procedere per effettuare una
buona analisi sinottica.
Cominciamo col considerare le carte in quota e più
espressamente la topografia di 500
hPa, solitamente considerata la carta base di ogni processo d'analisi.
Sappiamo che nelle correnti occidentali si presentano moti
di due scale ben distinte: una è quella delle onde
lunghe o di Rossby con saccature fredde e promontori caldi e l'altra è
quella delle onde corte od onde
cicloniche. Queste ultime onde sono di piccola ampiezza e si muovono
rapidamente. Solitamente le famiglie di cicloni, intimamente legate alle onde
corte, si stabiliscono tra le saccature e i promontori delle onde lunghe e nella
loro evoluzione sono in larga misura guidate dalle configurazioni a grande scala
di queste ultime. Quindi innanzitutto bisogna porre una particolare attenzione
nell'esaminare queste zone facilmente individuabili sulla topografia di 500 hPa.
L'analisi deve evidenziare l'eventuale
presenza di baroclinicità come sfasamento tra il campo delle isoipse ed
il campo delle isoterme. Elemento fondamentale da considerare è l'avvezione
di vorticità: essa non è facilmente rilevabile dalle comuni carte
sinottiche in quanto legata a numerosi e svariati fattori; tuttavia con
riferimento alla topografia di 500 hPa si può dire questo:
normalmente l'avvezione positiva di
vorticità si ha davanti agli assi di saccatura.
L'esperienza mostra che quando ha luogo uno sviluppo ciclonico al suolo, la
località è quasi invariabilmente davanti ad una saccatura in quota. E' stato
trovato inoltre che la maggior parte
delle ciclogenesi al l.d.m. ha luogo quando l'area di avvezione di vorticità
avanti ad un asse di saccatura che avanza è sovrapposta ad un fronte quasi
stazionario o che si muove lentamente.
Altro elemento da considerare è l'eventuale divergenza
sottovento delle isoipse. Si vede comunemente come esista una tendenza per
l'avvezione di vorticità ad essere concentrata in vicinanza degli assi di
saccatura con ingresso confluente ed uscita diffluente. Del resto la pressione
in ogni punto della superficie terrestre riflette il peso della colonna
sovrastante. Per avere una caduta di pressione al suolo al fine di creare un
ciclone, un certo ammontare d'aria deve essere rimosso da tale colonna. Ne segue
che se al suolo la pressione cade, nei
livelli superiori si deve avere divergenza.
Molto utili al fine di determinare le zone di produzione di
vorticità sono anche la carta delle
velocità verticali e quella della troposfera
più elevata, nonché la carta
del getto.
Qualora la carta delle velocità verticali non sia disponibile
è possibile effettuare un'analisi delle distribuzioni del gradiente termico
verticale e della umidità dai comuni sondaggi termodinamici. Solitamente lo
sviluppo ciclonico ha luogo quando c'è un minimo di stabilità, un massimo di
umidità ed un basso livello di condensazione. L'importanza della carta
del getto invece, risiede anche nel fatto che l'avvezione di vorticità è
proporzionale al quadrato della velocità del vento e quindi nella
corrente a getto, o meglio, nelle sue vicinanze, l'avvezione di vorticità sarà
molto grande. Inoltre si è visto che normalmente l'asse del getto giace
parallelamente alla superficie frontale, mediamente sulla verticale della zona
d'intersezione tra la superficie frontale stessa e la 500 hPa, ed anche questa
informazione deve essere tenuta in considerazione nella localizzazione delle
discontinuità frontali.
Questionario
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In cosa consiste il metodo sinottico?
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Qual è la carta base di ogni processo d'analisi?
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Quali moti si possono individuare nelle correnti
occidentali?
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Cosa s'intende per baroclinicità?
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Normalmente, dove si riscontra avvezione positiva di
vorticità?
(REV.01/2001)
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