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(Dal testo: Fondi strutturali 2000-2006- 1° Parte di Stefano Verrecchia
Editore Kappa Roma 2003)

Fondi strutturali 2000-2006

1 Caratteristiche generali dei Fondi strutturali 2000-2006.

1.1 Il documento "AGENDA 2000" - Per una Unione più forte e più ampia.

Con il documento "Agenda 2000", presentato nel luglio 1997, la Commissione Europea si propone di analizzare in maniera esauriente le sfide che attendono l'Unione nel XXI secolo. Esso descrive, in un contesto unico, le grandi prospettive di sviluppo dell'Unione e delle sue politiche, il quadro finanziario oltre il 2000 e la nutrita serie dei problemi che si presenteranno in un futuro assai prossimo, in previsione dell'ampliamento con l'ingresso dei paesi dell'Est.
Nella prima parte del documento vengono messe in rilievo le linee dello sviluppo delle politiche comunitarie; sulla base del nuovo Trattato di Amsterdam , le politiche interne dovrebbero attuare le condizioni della crescita sostenibile e dell'occupazione, dare una priorità alla conoscenza, modernizzare i sistemi di occupazione tali che consentano di migliorare le condizioni di vita e di lavoro. Le nuove riforme delle politiche strutturali e della Politica Agricola Comune (PAC) approfondiranno le misure adottate a favore della coesione economica e sociale, dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, preparando l'Unione all'ampliamento. Questa prima parte analizza l'insieme degli strumenti necessari per arrivare ad una maggiore efficacia delle relazioni dell'Unione.
La seconda parte di "Agenda 2000" prende in esame la sfida dell'ampliamento. Essa trae le principali conclusioni e raccomandazioni dai singoli pareri dei paesi candidati ed espone il punto di vista della Commissione per quanto riguarda l'avvio dei processi di adesione e il consolidamento della strategia di preadesione.
La terza parte infine presenta il nuovo quadro finanziario per il periodo 2000-2006.

1.2 Il Consiglio di Lussemburgo (1997) e la strategia europea occupazionale.

Nel Consiglio Europeo di Lussemburgo, tenutosi nel novembre 1997, vengono definiti quattro importanti obiettivi, denominati pilastri, a cui dovranno far riferimento i cosiddetti Piani nazionali per l'occupazione (NAP) . Facendo riferimento al Trattato di Amsterdam (Art.125) infatti, il Consiglio degli Stati membri ogni anno definisce i grandi assi da seguire con l'obiettivo di abbattere il più possibile la disoccupazione. La Commissione Europea e il Consiglio, esaminano ogni Nap per verificarne la coerenza ed eventualmente, nel caso contrario, fornire delle Raccomandazioni a cui gli Stati Membri dovrebbero attenersi. Questo processo di assestamento attiva contemporaneamente un meccanismo di sorveglianza che si cadenza annualmente e che dovrebbe essere di guida per favorire ed incentivare l'occupazione attraverso i continui controlli ed le eventuali conseguenti correzioni.
I quattro pilastri sono: Occupabilità, ha per obiettivo un più ampio accesso alla formazione e alla istruzione che ponga i soggetti nelle condizioni di acquisire un insieme di competenze tali che dia ad essi la possibilità di entrare e rientrare facilmente nel mondo del lavoro, contribuendo efficacemente ad abbattere il numero di disoccupati di lunga durata; Imprenditorialità, favorire una semplificazione nelle formalità amministrative per i cittadini che iniziano o già svolgano attività imprenditoriali; Adattabilità, rafforzare le capacità e le competenze dei lavoratori per poter gestire attivamente le evoluzioni e le continue trasformazioni che si presentano nel mercato del lavoro; Pari opportunità, facilitare alla donna l'accesso al mondo del lavoro, monitorando e rimuovendo le eventuali discriminazioni. Su queste basi si intende strutturare una politica attiva del lavoro prevenendo soprattutto la disoccupazione, attivando sia per i giovani sia per gli adulti disoccupati concrete opportunità di lavoro. In quest'ampio quadro di riferimento delle linee strategiche dell'azione comunitaria si collocano gli obiettivi e le relative strategie fondamentali che derivano dai Fondi strutturali per il periodo 2000-2006. Infatti, nell'intenzione della Commissione e del Consiglio degli Stati membri, i notevoli finanziamenti disponibili per il periodo 2000 - 2006 per Fondi strutturali (circa 213 miliardi di euro) hanno come obiettivo prioritario la convergenza ordinata degli interventi e vanno nella direzione di facilitare a livello comunitario la complessiva strategia europea per l'occupazione. 1.3 Fondi strutturali 2000-2006. Gli stanziamenti sui Fondi strutturali sono destinati ad interventi finalizzati a rafforzare la coesione economica e sociale all'interno dell'Unione Europea, assicurare lo sviluppo armonioso, riducendo la disparità fra le differenti regioni attraverso il sostegno dei fondi a finalità strutturale, della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e degli altri strumenti finanziari esistenti. Principi generali.
I fondi strutturali operano nell'ambito di un unico quadro giuridico basato su cinque principi, quattro dei quali introdotti con la riforma dei fondi 1988, più uno recentemente; questi principi sono, la Concentrazione, la Programmazione, il Partenariato, l'Addizionalità e l'Efficacia: Concentrazione, integrazione dei fondi, consiste cioè in un loro utilizzo congiunto e coordinato mirato al perseguimento dei tre obiettivi prioritari; Programmazione, è un metodo di pianificazione degli interventi su base pluriennale, secondo una procedura articolata in tre fasi (Piani, QCS, PO); Partenariato, una integrazione dei ruoli tra Commissione Europea e le Autorità nazionali e regionali, attraverso le tre fasi (Piani, QCS, PO); Addizionalità, per cui gli interventi dei Fondi non possono sostituirsi alle spese a finalità strutturale pubbliche o assimilabili dello Stato membro, ma devono avere carattere complementare ad esse; Efficacia, attraverso la valutazione dei risultati ottenuti e della loro conformità agli obiettivi previsti, misura il tasso di successo degli interventi strutturali. Il Regolamento dei Fondi Strutturali per il 2000 - 2006 contiene disposizioni che tengono conto del mutato scenario della situazione economica e sociale della Unione, in particolare si prende in considerazione il futuro allargamento dell'Unione e il divario tra le regioni che richiedono quindi un impegno finanziario aggiuntivo a favore di economie e gruppi sociali più deboli, con lo scopo di: Rafforzare la coesione economica e sociale; Riduzione del divario tra livelli di sviluppo delle varie regioni; Riduzione del ritardo delle regioni meno favorite. I Fondi sono:
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) - ha lo scopo di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni più svantaggiate dell'UE; promuovere uno sviluppo sostenibile e creare posti di lavoro durevoli; Fondo Sociale Europeo (FSE) - destinato allo sviluppo delle risorse umane e dell'integrazione sociale nel mercato del lavoro al fine di promuovere un elevato livello di occupazione; Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG) - istituito per contribuire al conseguimento e miglioramento delle strutture agricole; Strumento Finanziario di Orientamento per la Pesca (SFOP), creato per fornire un supporto finanziario a progetti predisposti congiuntamente da Stati membri e autorità locali finalizzati alla ristrutturazione della pesca. Obiettivi:
Gli obiettivi dei Fondi Strutturali 2000-2006 sono tre: Obiettivo 1 - è rivolto a promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi di sviluppo; le regioni ammissibili sono quelle che hanno un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. Per il nostro paese le regioni interessate sono Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Per tale obiettivo l'UE ha stanziato circa i due terzi del totale dei fondi strutturali. Fondi coinvolti: FESR, FSE, FEAOG, SFOP; Obiettivo 2 - Favorisce la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali. Le aree ammissibili sono quelle interessate dai mutamenti socio-economici nei settori industria e servizi, le zone urbane in difficoltà, e zone interessate dalla pesca in situazione di crisi. Fondi coinvolti: FESR, FSE; Obiettivo 3 - favorisce l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Le sue finalità derivano dal capitolo del Trattato di Amsterdam relativo all'occupazione. Esso prevede interventi nelle regioni non interessate dall'Obiettivo 1, e fornisce un riferimento politico per il complesso dell'azione della valorizzazione delle risorse umane sull'intero territorio nazionale, tenuto conto delle specificità regionali. A questo Obiettivo è destinato per intero il F.S.E. Iniziative comunitarie
In questo caso è la Commissione Europea che decide i settori, le priorità da perseguire e le modalità di attuazione, che pubblica nella GUCE (Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee). Le iniziative comunitarie nei Fondi strutturali 2000-2006 sono ridotte dalle precedenti 13 a 4 e i settori coperti sono i seguenti:
INTERREG - cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale volta ad incentivare uno sviluppo armonioso ed equilibrato dello spazio comunitario (FESR); URBAN - rivitalizzazione delle città (FESR); LEADER - sviluppo rurale (FEAOG); EQUAL - cooperazione transnazionale per promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze nel mercato del lavoro (FSE) Finanziamento
Nel 2000-2006 i finanziamenti di 213 miliardi di euro per le politiche di coesione sono così ripartiti: 195 miliardi di euro ai Fondi Strutturali; 18 miliardi di euro al Fondo di coesione. La ripartizione dei Fondi Strutturali è la seguente: 69,7% Obiettivo 1; 11,5% Obiettivo 2; 12,3% Obiettivo 3; 5,35% Iniziative comunitarie; 0,40% Azioni innovatrici; 0,25% Assistenza tecnica; 0,50% SFOP al di fuori dell'Obiettivo 1.
Modalità operative
I documenti attraverso i quali viene effettuata la programmazione degli interventi strutturali sono i seguenti: Piani di sviluppo regionali, Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), Programma Operativo (PO), Documento Unico di Programmazione (DOCUP), Complemento di programmazione. Beneficiari

Persone fisiche e giuridiche aventi le caratteristiche individuate nei relativi bandi che vengono pubblicati a cura delle amministrazioni regionali, statali e comunitarie interessate in attuazione dei piani di sviluppo. Fondo di coesione. Il Fondo di coesione è uno strumento a disposizione degli Stati membri che hanno un prodotto interno lordo inferiore al 90% della media comunitaria e che stanno attuando un programma di convergenza economica. Attualmente gli Stati beneficiari del Fondo di coesione - che finanzia progetti nei settori dell'ambiente e delle reti transeuropee di trasporto - sono la Spagna, l'Irlanda, la Grecia e il Portogallo. La sua dotazione è pari a 18 miliardi di euro. 2. I Fondi strutturali 2000-2006 in Italia 2.1. Le strategie per l'occupazione in Italia e il F.S.E. La Commissione Europea ha rilevato in varie occasioni come in Italia siano assenti nel nostro sistema misure soddisfacenti per prevenire la disoccupazione di giovani e adulti., specialmente quella di lunga durata. Conseguentemente nel nostro paese sono venute maturando una serie di decisioni politiche messe in atto dal Governo mirate a sostenere la crescita dell'occupazione e la valorizzazione delle risorse umane in generale. Gli interventi previsti e posti in essere si inquadrano nelle politiche del lavoro tese alla flessibilizzazione del mercato del lavoro e all'inserimento e dell'occupazione, al riordino degli incentivi e degli ammortizzatori sociali, nelle politiche formative per la riqualificazione e adeguamento dell'offerta di formazione iniziale, superiore, permanente e continua, oltre alle conseguenti politiche di adeguamento delle strutture, anche in relazione al processo di decentramento delle competenze. In quest'ampio quadro l'azione del F.S.E. è considerata un elemento decisivo per sostenere e rinforzare gli interventi nazionali previsti, soprattutto al fine di stabilire la loro necessaria coerenza con la strategia europea per l'occupazione. Nel rispetto dei principi della sussidiarietà e dell'addizionalità, definiti nei dispositivi comunitari, l'intervento del F.S.E. consentirà, infatti, di disporre di risorse aggiuntive per realizzare le azioni previste secondo le priorità evidenziate con riferimento ai quattro pilastri descritti precedentemente. Esse sono individuate tenendo presenti tre fattori: La necessita di riqualificare e sostenere il sistema di formazione professionale, che richiede, da un lato, di adeguare i sistemi regionali alla diversificazione degli interventi in modo che soddisfino le reali esigenze del lavoro e dello sviluppo, dall'altro di spingere contemporaneamente nella direzione indicata dalla legge 196/97, verso la costruzione di un sistema nazionale che, a partire dall'accreditamento degli organismi, si raccordi con i sistemi dell'istruzione e del lavoro; La necessità di sostenere e/o rafforzare alcune scelte prioritarie dei Nap, quali i Servizi per l'impiego, l'approccio preventivo, l'integrazione con le politiche dello sviluppo, la flessibilizzazione degli orari; L'ampliamento nel quadro della nuova programmazione della tradizionale sfera d'intervento del F.S.E. Le azioni prioritarie così individuate costituiscono il quadro di riferimento generale per quanto riguarda la strategia d'intervento sulle risorse umane riferita all'intero territorio nazionale, che va perseguita trasversalmente in tutti e tre gli obiettivi dei Fondi strutturali, con il concorso di tutti i fondi. Tali priorità sono riconducibili all'obiettivo generale così definito: Contribuire ad accrescere l'occupabilità della popolazione in età lavorativa e la qualificazione delle risorse umane, anche attraverso lo sviluppo dell'imprenditorialità, dell'adattabilità delle imprese e dei lavoratori e delle pari opportunità tra uomini e donne. Consiste altresì nel favorire i processi di ammodernamento e innovazione dei sistemi d'istruzione e formazione e lavoro." La strategia nazionale ha quindi come obiettivo il perseguimento di una crescita economica accompagnata dall'espansione dell'occupazione, in cui venga avviato un processo di riforma e rinnovamento dei sistemi che governano l'istruzione, la formazione e il mercato del lavoro. 2.2 La programmazione dei fondi strutturali in Italia. Il processo di programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006 nel nostro paese è caratterizzato da tre considerazioni fondamentali: - lo sviluppo virtuoso del Mezzogiorno e il miglioramento strutturale del Centro-Nord dipendono in gran parte dall'attuazione di un programma di medio-lungo termine di investimenti pubblici, capace di garantire le condizioni generali e i servizi essenziali a combinare capitale e lavoro in nuove iniziative; - condizione del successo di una strategia di così ampio respiro è il rafforzamento della capacità di programmazione delle nostre amministrazioni, a livello centrale e locale, ritenuto indispensabile, sia per dare credibilità alla stessa programmazione, ma soprattutto per assicurare la realizzabilità dei programmi; - il mancato successo della politica di investimenti nel recente, con la conseguente dispersione delle risorse, è da attribuire alla mancata attribuzione di specifiche responsabilità alle amministrazioni locali, le Regioni in primo luogo, ed alla loro scarsa o inesistente partecipazione nella scelta delle priorità e degli interventi da realizzare. Sulla base di questa ultima constatazione, si è ritenuto opportuno adottare efficaci correttivi nella articolazione delle fasi attuative di quella politica, assumendo come principio cardine della programmazione l'approccio botton-up , il metodo della concertazione in partenariato socio-istituzionale, ossia il coinvolgimento, in tutto il processo decisionale, di tutte le amministrazioni centrali e locali interessate e delle parti sociali. In tal modo, gli organi di governo locale vengono responsabilizzati fin dalla fase progettuale diventando i primi artefici della programmazione degli investimenti sul territorio. E' iniziato così un processo di programmazione durato quasi due anni, durante i quali tutti i soggetti coinvolti hanno condiviso le scelte strategiche d'intervento del F.S.E. ed hanno partecipato unitamente agli esperti della Commissione Europea, a tutte le fasi del processo di programmazione. 2.3 L'Obiettivo 1. Con l'obiettivo 1 si vuol promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle Regioni con ritardi nello sviluppo. In esso rientrano per il periodo 2000-2006 le Regioni in cui il Prodotto Interno lordo pro-capite è inferiore al 75% della media comunitaria; in Italia rientrano nell'Obiettivo 1, come già detto, sei Regioni meridionali: Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Il Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) è il documento che deve essere approvato dalla Commissione d'accordo con lo Stato membro interessato, e contiene le strategie, le priorità d'azione e i relativi obiettivi specifici; esso è ripartito in Assi prioritari e viene attuato tramite uno o più programmi operativi (PO). Il primo agosto 2000 la Commissione Europea ha approvato il QCS preparato dal governo italiano per le Regioni meridionali. L'impegno previsto è di 50,612 miliardi di Euro, circa 98.000 miliardi di lire, (inclusi i cofinanziamenti nazionali) per il periodo 2000-2006. Il 70% di tali risorse sarà gestito dalle Regioni. Gli obiettivi generali che il QCS si propone di perseguire sono due: - portare, entro il quarto anno del periodo 2000-2006, il tasso di crescita del Mezzogiorno significativamente al di sopra di quello medio dell'Unione europea; - ridurre drasticamente il disagio totale. Il QCS individua per le sei Regioni del Mezzogiorno italiano sei Assi prioritari di intervento: Risorse naturali: i Fondi destinati a questo Asse dovranno assicurare un patrimonio ambientale conservato e fruibile; Risorse culturali: i Fondi destinati a questo Asse dovranno essere utilizzati soprattutto per la creazione di nuove opportunità imprenditoriali in tale ambito; Risorse umane: i Fondi saranno destinati a contrastare l'alto tasso di disoccupazione esistente nelle Regioni meridionali; Sviluppo locale: i fondi relativi a questo Asse saranno destinati a promuovere attività imprenditoriali per favorire l'innovazione tecnologica, soprattutto nelle piccole e medie imprese; Città: i fondi destinati a questo Asse saranno utilizzati principalmente per creare condizioni economiche, amministrative e sociali adatte alla localizzazione di nuove iniziative e servizi nelle aree urbane, rafforzare il ruolo delle città nel contesto regionale; Reti e nodi di servizio: i fondi destinati a questo Asse privilegiano gli interventi per aumentare la competitività e la produttività strutturale dei sistemi economici locali agendo sul sistema dei trasporti, sulla sicurezza e diffusione di nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. All'interno di ogni asse prioritario, il QCS individua un obiettivo globale - che sintetizza le strategie di fondo - e gli obiettivi specifici. 2.4. Obiettivo 2. L'Obiettivo 2 dei Fondi strutturali, come già accennato, promuove la riconversione economica e sociale delle aree di crisi nei settori industriali e dei servizi, delle zone rurali in declino, nelle aree urbane in difficoltà e delle zone depresse che dipendono dalla pesca. Per l'Italia possono rientrare nell'obiettivo 2 alcune aree localizzate nel centro-nord, che devono essere individuate dal governo in uno specifico piano, tenendo conto dei criteri statistici e della ripartizione, fra i 15 Stati membri della popolazione complessiva, decisa a Bruxelles. Ogni Stato membro presenta alla Commissione Europea per le aree che rientrano nell'obiettivo 2 uno o più Documenti unici di programmazione (Docup), nei quali sono contenute la strategia e le priorità di azione dei Fondi e dello Stato membro, i relativi obiettivi specifici, la partecipazione dei Fondi e le altre riosorse finanziarie previste; dunque il Docup riunisce gli elementi contenuti in un Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) e nei Programmi operativi (PO). La struttura del Docup è simile a quella del QCS. In Italia ogni Regione del centro-nord ha presentato i propri Docup per le zone rientranti nell'Obiettivo 2 di loro competenza. 2.5 Obiettivo 3. L'Obiettivo 3 intende favorire l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. L'oggetto dell'Obiettivo 3 costituisce una novità, perché per combattere più seriamente che nel passato alcune cause strutturali della disoccupazione, concentra e salda ancora di più gli interessi del mercato del lavoro con quelli sul fronte dell'istruzione e della formazione. Questa scelta deriva direttamente dalle strategie europee sull'occupazione. Lo stesso Trattato di Amsterdam (art 125), sottolinea come l'aspetto fondamentale di una strategia corretta a favore della disoccupazione consiste nella "promozione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici"; l'Unione Europea utilizza uno dei Fondi strutturali (il Fondo Sociale Europeo), al raggiungimento di questo scopo. L'Obiettivo 3 riguarda tutte le aree che non sono coinvolte dall'Obiettivo 1. Per l'Italia quindi le Regioni del centro-nord. Il finanziamento comunitario non può superare il 45% del costo dell'intervento; la parte restante è coperta dal cofinanziamento nazionale e, in parte limitata, da risorse private.
3. Fondo sociale europeo in Italia - Obiettivo 3 3.1 Fondo Sociale Europeo (F.S.E.) Il FSE riguarda lo sviluppo e la promozione di politiche attive del mercato del lavoro, adeguamento e miglioramento dei sistemi di istruzione, formazione ed impiego (risorse umane). I documenti di programmazione del F.S.E. Obiettivo 3: Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) E' il documento approvato dalla Commissione europea, d'intesa con lo Stato membro interessato, che contiene la strategia e le priorità di azione per la realizzazione a livello nazionale degli interventi stabiliti per uno specifico Obiettivo dei Fondi strutturali. Ogni QCS si articola in più Programmi Operativi. Documento unico di programmazione (Docup) E' un documento approvato dalla Commissione Europea, d'intesa con lo Stato membro interessato, nel quale sono contenuti la strategia e le priorità di azione per la realizzazione, a livello nazionale o regionale, degli interventi stabiliti per uno specifico Obiettivo dei Fondi strutturali. In pratica il Docup riunisce tutti gli elementi contenuti in un QCS e nei suoi Programmi Operativi. Programma Operativo (PO) I programmi operativi sono documenti approvati dalla Commissione Europea, d'intesa con lo Stato membro interessato, che entra maggiormente nel merito degli interventi ipotizzati nel QCS, definendo gli assi strategici, le allocazioni finanziarie e le modalità di messa in opera; può essere un programma nazionale (PON) o regionale (POR). Complemento di programmazione E' un nuovo documento introdotto dalla riforma dei Fondi strutturali che è preparato dalla Stato membro (Ministero o Regione) dopo che è stato approvato il Programma Operativo. Il complemento di programmazione entra ancora di più nello specifico degli interventi, perché stabilisce i contenuti a livello di misura e quantifica i relativi obiettivi. Non è necessaria l'approvazione di questo documento da parte della Commissione Europea. 3.2 Il Quadro Comunitario di Sostegno (QSC) dell'Italia per le Regioni - Obiettivo 3. Il 18 luglio 2000 la Commissione Europea ha definitivamente approvato il QCS dell'Ob. 3, che contiene la strategia, le priorità e la declinazione dei relativi obiettivi specifici. Da questo documento saranno sviluppati Piani operativi regionali di ciascuna Regione o Provincia autonoma, che coinvolgeranno il 95% delle risorse, e un Programma Operativo affidato al Ministero del Lavoro, che comprende il 5% delle risorse, rivolte esclusivamente a interventi intesi a rafforzare il sistema delle politiche attive del lavoro e della formazione. Nel suo complesso il QCS Ob.3 è scaturito da un lungo lavoro di concertazione tra Ministeri, Regioni e parti sociali e dal successivo negoziato con la Commissione Europea. Questo lungo processo, che naturalmente è stato irto di ostacoli dovuti prevalentemente allo scarso coordinamento tra Ministeri e alla difficoltà di mantenere un quadro coerente e in un periodo di ridefinizione dei rapporti tra Stato e Regioni, ha comunque prodotto un importante documento. Il PON "Azioni di sistema" del Ministero del lavoro per l'Obiettivo 3. Il Programma Operativo Nazionale "Azione di sistema" di cui è responsabile il Ministero del Lavoro, in accordo con le Regioni e le parti sociali intende sostenere, con una serie d'interventi gestiti a livello nazionale, i principali processi di riforma e di innovazione nel campo delle politiche del lavoro e della formazione, garantendone una diffusione omogenea in tutto il territorio nazionale, il necessario monitoraggio e l'integrazione tra diversi dispositivi; esso impegna il 5% delle risorse dell'Obiettivo 3, corrispondenti a 428,7 milioni di euro (circa 830 miliardi di lire). Il PON agirà in coordinazione con le linee operative di utilizzo delle risorse gestite dallo stesso Ministero del lavoro nell'ambito del PON di assistenza tecnica dell'Obiettivo 1. Il PON si articola in dieci misure, che trovano una corrispondenza precisa nei sei Assi e Obiettivi specifici del QCS Obiettivo 3. I POR regionali per l'Obiettivo 3. Anche i Programmi operativi di ciascuna Regione o Provincia autonoma del centro-nord rispettano la struttura del QCS dell'Obiettivo 3; essi si differenziano - oltre che, ovviamente, per l'analisi del sistema e le relative strategie, che sono riferite al territorio di ciascuna Regione o Provincia autonoma - soltanto per un'articolazione più dettagliata delle azioni da realizzare nell'ambito dei diversi obiettivi specifici.
In stretta conseguenza dei POR ogni Regione o Provincia autonoma del centro-nord definirà i Complementi di programmazione, un documento che preciserà in modo più dettagliato i contenuti dei Programmi operativi e i singoli Bandi, che chiameranno i soggetti interessati (enti di formazione, imprese, scuole, università, organizzazione non governative) a cimentarsi su proposte progettuali che, una volta selezionate, potranno contribuire alla realizzazione degli obiettivi contenuti nel POR, e più in generale nel QCS. I Comitati di sorveglianza.
I Comitati di sorveglianza sono istituiti per verificare l'andamento dei Quadri Comunitari di Sostegno (QCS) o dei Documenti unici di programmazione (Docup) redatti dagli Stati membri per ciascun Obiettivo dei Fondi comunitari. Sono anche istituiti a livello regionale o di Amministrazione Centrale, i Comitati di Sorveglianza dei Programmi operativi che riflettono la composizione del Comitato di Sorveglianza dei QCS. L'articolo 35 del regolamento generale dei Fondi per il periodo 2000-2006 (Regolamento n. 1260/99 del 21/6/99 - GUCE n. L. 161 del 26/6/1999), stabilisce i criteri generali cui devono attenersi i Comitati di sorveglianza. I Comitati sono istituiti dallo Stato membro previa consultazione delle parti sociali. La Commissione Europea ed eventualmente anche la Banca Europea degli Investimenti (BEI) partecipano ai lavori dei Comitati con voto consultivo. I compiti principali del Comitato di Sorveglianza del QCS sono: Coordina le azioni a cofinanziamento comunitario per migliorare il perseguimento degli obiettivi strategici; Esamina e approva il rapporto annuale del QCS; Esamina e approva qualsiasi modifica alla Decisione della Commissione relativa alla definizione del QCS, compresa la proposizione di una diversa ripartizione delle risorse tra i diversi Programmi Operativi per una eventuale anomalia della performance finanziaria; Esamina e approva la valutazione di efficacia; Valuta il grado di coerenza tra le azioni realizzate, nell'ambito del QCS, e la evoluzione degli obiettivi dei Piani Nazionali per l'Occupazione, e ne propone gli eventuali assestamenti; Concorre alla definizione di un adeguato sistema di controllo e di certificazione delle spese, di individuazione e rettifica delle infrazioni del diritto comunitario; È responsabile del monitoraggio e della sorveglianza dell'attuazione delle specifiche priorità stabilite nel QCS.
Contenuti e strategie del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) per l'Obiettivo 3.
Il QCS dell'Obiettivo 3 intende contribuire alle scelte fondamentali del Patto per lo sviluppo e l'occupazione del dicembre 1998, mettendo insieme alcune innovazioni in atto nel mercato del lavoro, a partire dal decentramento e la riforma dei servizi per l'impiego, con l'innalzamento della qualità complessiva delle competenze dei giovani, dei lavoratori, dei disoccupati, per realizzare un percorso che rafforzi la modernizzazione e l'integrazione dei sistemi dell'istruzione, della formazione professionale, dell'università e della ricerca.
Queste scelte programmatiche hanno portato alla messa a punto di cinque obiettivi globali: - contribuire all'occupabilità dei soggetti in età lavorativa; - promuovere l'integrazione nel mercato del lavoro delle persone esposte al rischio di esclusione sociale; - sviluppare un'offerta di istruzione, formazione professionale e orientamento che consenta lo sviluppo di percorsi di apprendimento durante tutta la vita di un individuo, favorendo anche l'adeguamento tra i sistemi della formazione, istruzione e lavoro; - sostenere le politiche di flessibilizzazione del mercato del lavoro, promuovere la competitività e favorire lo sviluppo dell'imprenditorialità; - migliorare l'accesso, la partecipazione e la posizione delle donne nel mercato del lavoro. A questi obiettivi se ne aggiunge un sesto, finalizzato a migliorare i sistemi di monitoraggio, valutazione e formazione della programmazione del FSE. Negli stessi regolamenti vengono messe in rilievo altre tre funzioni del FSE, trasversali a tutti i cinque campi di azione sopra enunciati, che dovrebbero improntare tutti gli interventi connessi ai cinque obiettivi sopra indicati. - La prima concerne la promozione di iniziative locali in materia di occupazione, compresi i patti territoriali per l'educazione; la seconda concerne l'elaborazione di programmi e progetti per sfruttare la possibilità di nuova occupazione nella società dell'informazione; la terza riguarda la parità tra uomini e donne nel senso dell'integrazione delle politiche in materia di pari opportunità. 3.3 Interventi ed azioni nell'ambito del F.S.E. Obiettivo 3
Sulla base di questi obiettivi generali, nell'ambito dei sei Assi di riferimento sono stati individuati obiettivi più specifici, che definiscono la missione del Fondo Sociale Europeo in tutto il territorio dell'Unione Europea. Per ciascun Asse è stata determinata una percentuale di risorse da impegnare, che costituisce un punto di riferimento obbligato, da cui i POR delle singole Regioni si possono discostare, tenendo conto delle specificità territoriali, ma coordinandosi in modo da rispettare le percentuali nazionali. Riportiamo di seguito, sinteticamente, gli elementi principali degli obiettivi specifici, ripartiti per ciascun Asse. Asse A Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione; evitare a donne e uomini la disoccupazione di lunga durata; agevolare il reinserimento dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro e sostenere l'inserimento della vita professionale dei giovani e di coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del lavoro. Obiettivi specifici: Obiettivo specifico n. 1 - Prevenzione della disoccupazione di giovani adulti;
" Obiettivo specifico n. 2 - Inserimento e reinserimento.
Asse B
Promozione di pari opportunità per tutti nell'accesso al mercato del lavoro, con particolare riguardo per le persone che rischiano l'esclusione sociale.
" Obiettivo specifico n. 3 -Favorire il primo inserimento lavorativo o il reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale.
Asse C
Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell'istruzione e dell'orientamento, nell'ambito di una politica di apprendimento durante l'intero arco della vita, al fine di agevolare e migliorare l'accesso e l'integrazione nel mercato del lavoro, sostenere l'occupabilità e promuovere la mobilità professionale.
" Obiettivo specifico n. 4 - Adeguare il sistema della formazione professionale e dell'istruzione.
" Obiettivo specifico n. 5 - Promuovere un'offerta adeguata di formazione superiore.
" Obiettivo specifico n. 5 - Promuovere la formazione permanente.
Asse D
Promozione di una forza lavoro competente, qualificata e adattabile; promozione della innovazione e dell'adattabilità nella organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di posti di lavoro nonché della qualificazione e del rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella scienza e nella tecnologia.
" Obiettivo specifico n. 7 - Sostenere le politiche di rimodulazione degli orari e di flessibilizzazione del mercato del lavoro, e sviluppare la formazione continua, con priorità alle piccole e medie imprese e alla Pubblica Amministrazione.
" Obiettivo specifico n. 8 - Sostenere l'imprenditorialità, in particolare nei nuovi bacini d'impiego.
" Obiettivo specifico n. 9 - Sviluppare il potenziale umano nei settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Asse E
Misure specifiche intese a migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, compreso lo sviluppo delle carriere e l'accesso a nuove opportunità di lavoro e all'attività imprenditoriale; ridurre nel mercato del lavoro la segregazione verticale e orizzontale fondata sul sesso.
" Obiettivo specifico n. 10 - Accrescere e rafforzare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.
Asse F
Accompagnamento del QCS e dei Programmi Operativi.
" Obiettivo specifico n. 11 - Migliorare i sistemi di monitoraggio valutazione, informazione e controllo.

I Programmi Operativi Nazionali (PON) e i Programmi Operativi Regionali (POR)

Come già detto, il FSE può essere attivato attraverso progetti con riferimento a:
¢ Programmi Operativi Nazionali, (PON) forme d'intervento gestite a livello nazionale dalle Amministrazioni centrali dello Stato, con le quali vengono individuate le caratteristiche delle misure finanziabili e i criteri di eleggibilità dei beneficiari nell'ambito di macroaree di sviluppo che coinvolgono più regioni;
¢ Programmi Operativi Regionali, (POR) interventi di esclusiva competenza delle Regioni, con i quali le singole regioni chiedono il cofinanziamento comunitario per gli interventi che costituiscono la propria strategia di sviluppo;
In Italia al QCS per l'Obiettivo 1 si accompagnano ben 14 Programmi Operativi (PO) che definiscono gli Assi strategici, le allocazioni finanziarie e le modalità di messa in opera. Sette dei quattordici Programmi sono regionali (POR), i rimanenti sette sono nazionali (PON) e riguardano i seguenti settori:

1. Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e alta formazione: L'amministrazione centrale responsabile per questo Programma è il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica. Gli obiettivi del Programma sono tre:
- modificare le convenienze dei soggetti economici e sociali a orientarsi verso scelte di innovazione e sviluppo;
- valorizzare le risorse endogene, per assicurare un miglioramento duraturo dell'ambiente e della qualità della vita;
- produrre e valorizzare fattori immateriali - quali conoscenze e competenze - e creare e rafforzare fattori materiali, quali centri scientifici e di sviluppo tecnologico.
Il programma si articola in cinque misure: ricerca e sviluppo tecnologico dell'industria; ricerca e sviluppo di alcuni settori strategici per lo sviluppo del Mezzogiorno; rafforzamento e apertura del sistema scientifico e di alta formazione; sviluppo del capitale umano di eccellenza; attività di accompagnamento.
2. Scuola:
l'Amministrazione centrale responsabile per questo Programma è il Ministero della Pubblica Istruzione. I suoi obiettivi si richiamano alle strategie del Piano Nazionale per l'Occupazione (NAP). Il Programma si articola in sette misure: promozione dell'inclusione scolastica e socio-culturale; formazione di base e potenziamento dell'occupabilità nel mercato del lavoro degli italiani residenti all'estero; infrastrutture per l'inclusione scolastica e l'integrazione sociale; integrazione dei sistemi e del mercato del lavoro; interventi per il miglioramento della qualità e il rafforzamento del sistema scolastico; tecnologie per l'innovazione e il supporto alla creazione di reti telematiche; interventi per accompagnamento, monitoraggio, valutazione ed assistenza tecnica.
Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno:
l'Amministrazione centrale responsabile per questo Prograqmma è il Ministero degli Interni. Maggiore efficienza nell'amministrazione della giustizia e nell'attività delle forze di Polizia e potenziamento dei livelli di sicurezza nel Sud, sono i principali obiettivi di questo Programma, che si articola in sei misure: potenziamento delle tecnologie finalizzate alla comunicazione di sicurezza; adeguamento del sistema per il controllo tecnologico del territorio; diffusione della legalità; sicurezza nelle procedure informatizzate; sicurezza relativa alla Protezione civile; assistenza tecnica.
Sviluppo imprenditoriale locale:
L'Amministrazione centrale responsabile per questo Programma è il Ministero dell'Industria. Il Programma, da un lato mira al rafforzamento e allo sviluppo del tessuto produttivo attraverso un'azione di favore del complesso delle imprese, dall'altro rivolge la sua azione a specifici territori o a filiere produttive. Il primo obiettivo viene attuato dalla misura di incentivazione alle attività produttive, attraverso la legge nazionale 488/92, che rappresenta oggi la principale norma di politica industriale italiana. In pratica ciò significa che la legge è finanziata per mezzo di questo Programma con fondi comunitari, ai quali si aggiunge il cofinanziamento nazionale. Il secondo obiettivo viene attuato dalla misura che istituisce il Pacchetto Integrato di Agevolazione (PIA), uno strumento che prevede incentivi alle imprese fortemente mirati alla ricerca e all'innovazione (e anche, ma in misura molto minore, alla formazione e ai servizi reali).
5. Trasporti:
L'Amministrazione centrale responsabile per questo Programma è il Ministero dei Trasporti. Obiettivo del programma è la realizzazione di una rete integrata di trasporti che favorisca lo sviluppo economico e sociale, salvaguardando dal punto di vista ambientale i bacini coinvolti. Per tale rete diviene fondamentale anche una razionale localizzazione dei nodi di interscambio. Le misure sono specifiche per modalità di trasporto e riguardano le Ferrovie dello Stato, l'Aviazione civile e la Navigazione marittima
6. Pesca:
L'Amministrazione centrale responsabile per questo Programma è il Ministero delle Politiche Agricole. Il Programma mira a creare le condizioni per accelerare il processo di modernizzazione del settore nel Mezzogiorno. Sono dieci le misure previste: adeguamento della flotta; rinnovo della flotta; industria di trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca; infrastruttura portuali; acquacoltura; promozione e iniziative delle associazioni dei produttori; piccola pesca costiera; misure socio-economiche; zone marittime protette; assistenza tecnica. Sono quasi tutte misure di competenza regionale, tranne la sesta e l'ultima.
7. Assistenza tecnica:
L'Amministrazione centrale responsabile per questo Programma è il Ministero del Tesoro. Obiettivo del Programma è il miglioramento della qualità dei Programmi e degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali. Le misure sono cinque: azioni di preparazione, sorveglianza, valutazione e controllo; azioni per il coordinamento delle attività delle Amministrazioni centrali; azioni per l'approfondimento della conoscenza economico statistica del territorio; sviluppo ed adeguamento delle capacità professionale del personale della Pubblica Amministrazione impegnato nella programmazione dei fondi europei; azioni di sistema per l'adeguamento del sistema formativo e del lavoro, che integrano per il sud gli obiettivi del Piano Operativo presentato dal Ministero del Lavoro per il centro-nord nell'ambito dell'Obiettivo 3.

3.4 Il Programma d'intervento comunitario EQUAL.
EQUAL fa parte del nuovo ciclo di Programmi Comunitari per il perodo 2000-2006.
I Programmi Comunitari sono stati numerosi nel quinquennio 1994-99 e hanno riguardato varie tematiche: dalla riconversione dell'industria degli armamenti (Programma Konver), alla promozione dell'occupazione per le donne (Programma Now), per i portatori di handicap (Horizon), per le persone in difficoltà rispetto all'inserimento nel mercato del lavoro (Integra), per i giovani con meno di 20 anni (Youthstart), all'adeguamento dei lavoratori alle trasformazioni industriali (Programma Adapt).
Il regolamento dei Fondi Strutturali, per gli anni 2000-2006, stabilisce l'avvio di quattro sole Iniziative Comunitarie, che in parte riprendono, con alcune differenze, gli interventi prima richiamati:
INTERREG, che punta a sviluppare la cooperazione transregionale e transfrontaliera tra paesi confinanti, non solo dell'U.E. (ad es. Italia e Svizzera) e tra paesi separati solo dal mare, sia dell'Europa (ad es. Italia e Spagna), ma anche dell'Europa e dell'Africa (ad es. Francia e Tunisia):
URBAN, che punta alla rivitalizzazione economica e sociale delle città in crisi, per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile;
LEADER, che si occupa dello sviluppo rurale;
EQUAL, che utilizza la cooperazione transnazionale per promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze, in relazione al mercato del lavoro, e l'inserimento sociale e professionale di chi chiede asilo politico.
Queste Iniziative saranno finanziate con una parte (circa il 4%) dei Fondi Strutturali, i primi due dal FESR, il terzo dal FEAOG ed EQUAL dal FSE.
Anche EQUAL dunque, come indica la sua fonte di finanziamento, contribuirà all'attuazione della strategia comunitaria dell'occupazione, sulla base delle Linee Direttrici che derivano dai Quattro Pilastri: l'occupabilità, l'imprenditorialità, l'adattabilità e le pari opportunità.
EQUAL contribuirà a rimuovere le disuguaglianze e le discriminazioni che ostacolano l'attuazione di quelle linee, attraverso interventi, progettati in un ambito di cooperazione transnazionale e attuati in un determinato contesto locale.
EQUAL è l'erede di altri due Programmi di iniziativa comunitaria, che si sono sviluppati dal '94 al '99: ADAPT, che puntava a favorire l'adattamento dei lavoratori alle trasformazioni industriali, soprattutto per mezzo della formazione professionale, e OCCUPAZIONE, che promuoveva l'utilizzo delle risorse umane per favorire l'occupazione, attraverso quattro interventi: NOW, per le donne; HORIZON per i portatori di handicap e gli svantaggiati; YOUTHSTART per i giovani con meno di 20 anni; INTEGRA per i gruppi più deboli nel contesto del mercato del lavoro.

Questi Programmi hanno promosso migliaia di progetti in tutta Europa, attuati da enti locali, imprese, enti di formazione, scuole, università, parti sociali, organizzazioni del volontariato, spesso in collaborazione tra loro.
EQUAL vuole fare tesoro dei migliori risultati prodotti da ADAPT e OCCUPAZIONE, inserendoli in un quadro più strategico, non spezzettando gli interventi ciascuno per un soggetto diverso; esso interviene in forma integrata in un territorio, attraverso la collaborazione dei soggetti, in primo luogo le imprese che sono in grado effettivamente di produrre risultati occupazionali, alla fine del progetto. In tal modo cerca di ottimizzare il miglior collegamento degli sforzi dei decisori politici territoriali e nazionali con i piccoli partner locali; questi, infatti, spesso realizzano ottimi progetti, ma non sempre sono in grado di generalizzarne i risultati, a causa della loro marginalità rispetto alle sedi decisionali.
La Commissione Europea, in accordo con gli Stati membri, ha definito un elenco di temi connessi ai quattro Pilastri della strategia europea per l'occupazione, temi ritenuti importanti per migliorare l'impegno contro le ineguaglianze, attraverso nuovi interventi realizzati con la cooperazione transnazionale.
I temi sono i seguenti:
Occupabilità:
a) agevolare l'accesso al mercato del lavoro di coloro che incontrano difficoltà ad integrarsi o reintegrarsi in un mercato del lavoro che deve essere aperto a tutti.
b) Lottare contro il razzismo e la xenofobia in rapporto al mercato del lavoro.
Imprenditorialità:
c) Aprire a tutti i processi di creazione di imprese, fornendo gli strumenti necessari per creare l'impresa e per identificare e sfruttare nuove possibilità d'occupazione nelle zone urbane e rurali.
d) Rafforzare l'economia sociale (terzo settore) e, in particolare, i servizi d'interesse pubblico, concentrandosi sul miglioramento della qualità dei posti di lavoro.
Adattabilità:
e) promuovere la formazione professionale permanente e le prassi integratrici, incoraggiando l'assunzione e il mantenimento del posto di lavoro di coloro che soffrono discriminazioni e disuguaglianze di trattamento nel mercato del lavoro.
f) favorire la capacità di adattamento delle imprese e dei lavoratori ai cambiamenti economici e strutturali, nonché l'utilizzazione delle tecnologie dell'informazione e di altre nuove tecnologie.
Pari opportunità:
g) conciliare la vita familiare con la vita professionale e favorire la reintegrazione degli uomini e delle donne che hanno lasciato il mercato del lavoro, sviluppando forme efficaci di organizzazione del lavoro e di servizi di assistenza alle persone.
h) Ridurre i divari e la segregazione professionale fondati sul sesso.

4. Programmazione con il F.S.E. in Italia

4.1 Il PON (Programma Operativo Nazionale) DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE E F.S.E.

4.1.1 Programma operativo nazionale "La scuola per lo sviluppo 2000-2006
Il Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo Sviluppo" si rivolge alle Regioni che possono usufruire dei fondi dell'Obiettivo 1 che sono: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna in parte ancora il Molise.
La struttura del PON è articolata in varie Misure, per ciascuna delle quali è stato strutturato un Formulario utilizzabile dalle Scuole che vorranno presentare progetti.
" Misura 1: adeguamento del sistema dell'istruzione;
" Misura 2: tecnologie per l'innovazione; supporto alla creazione di reti per l'adeguamento del sistema scolastico;
" Misura 3: prevenzione della dispersione scolastica;
" Misura 4: infrastrutture per l'inclusione scolastica e l'integrazione sociale;
" Misura 5: formazione superiore;
" Misura 6: istruzione permanente;
" Misura 7: promozione di scelte scolastiche formative mirate a migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Il Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo Sviluppo" è un programma integrato - utilizza, cioè, due fondi strutturali: il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) - con un piano finanziario complessivo di 472,557 milioni di euro dai fondi comunitari, per un importo complessivo lordo (fondi comunitari e nazionali) di circa 1.400 miliardi di lire. Il programma mira a costituire un forte strumento per sostenere lo sviluppo e l'innovazione del sistema scolastico, con l'obiettivo di migliorare l'occupabilità dei giovani e degli adulti e promuovere lo sviluppo economico e sociale del mezzogiorno, mediante l'ampliamento delle competenze delle sue risorse umane.
Le linee strategiche e di intervento propongono un forte raccordo fra le politiche nazionali di sviluppo del sistema di istruzione e le strategie europee.
La presentazione dei progetti da parte delle scuole interessate deve essere fatta secondo l'indicazione contenuta nel Bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale relativa ad una certa annualità.
I progetti devono essere presentati ai vari Provveditori di appartenenza.
Una prima selezione viene fatta dalla Commissione di valutazione preposta presso i Provveditorati che invieranno al Ministero della Pubblica Istruzione i Progetti valutati positivamente, che verranno quindi analizzati per una seconda selezione. I progetti approvati potranno così essere ammessi al finanziamento.
4.1.2 I formulari del M.P.I.
Lo strumento tecnico di elaborazione dei progetti è il formulario di presentazione predisposto per le singole misure ed azioni. Tale documento è l'unico mezzo ammissibile per la presentazione dei progetti stessi. I singoli formulari - differenziati per Misure e Azioni - verranno predisposti ogni anno nel quadro delle disposizioni emanate dall'Autorità di gestione. In tale quadro saranno, di volta in volta, presentate specifiche note per facilitare la compilazione degli stessi.
Nell' Appendice C vengono presentati alcuni Formulari del M.P.I. riferiti agli anni 2000-2001, ritenendo ciò utile per una migliore comprensione delle richieste fatte dal M.P.I. per una corretta presentazione dei progetti da finanziare con il F.S.E.

4.2. Il POR della Regione Lazio F.S.E.

4.2.1. Programma Operativo della Regione Lazio cofinanziato con il F.S.E.

Il Programma Operativo del Lazio Obiettivo 3 fa proprio l'obiettivo generale assegnato all'azione del FSE del Piano nazionale Obiettivo 3 per il periodo 2000-2006, che si ricorda essere quello di "contribuire ad accrescere l'occupabilità della popolazione in età attiva e la qualificazione delle risorse umane anche attraverso lo sviluppo dell'imprenditorialità, adattabilità delle imprese e dei lavoratori e delle pari opportunità tra uomini e donne. Consiste altresì nel favorire i processi di ammodernamento e innovazione dei sistemi d'istruzione, formazione e lavoro".


4.2.2 Attuazione del POR della Regione Lazio cofinanziato dal FSE per l'anno 2000 Obiettivo 3.

Il programma operativo, coerente al Quadro Comunitario di Sostegno, (QCS) Obiettivo 3 è articolato secondo una struttura di programma per Assi (ciascuno dei quali corrisponde all'attuazione di ciascuno degli obiettivi globali del QCS obiettivo 3).
La Programmazione dell'intervento regionale, alla quale si riferisce l'Avviso pubblico, Obiettivo 3 del 30/8/2000, si rivolge ad iniziative a valenza transnazionale, nazionale, interregionale e regionale attraverso:
¢ Azioni rivolte a strutture e sistemi finalizzati a migliorare l'offerta integrata delle politiche del lavoro, della formazione e dell'istruzione;
¢ Azioni rivolte a persone per favorire l'inserimento/reinserimento lavorativo, comprese quelle per l'inclusione sociale e per le pari opportunità;
¢ Azioni di accompagnamento attraverso l'erogazione di servizi, supporti all'efficacia delle misure, sensibilizzazione, informazione e pubblicità.

Le azioni ammesse a finanziamento saranno realizzate attraverso la presentazione di:
" Progetti semplici che prevedono la realizzazione di singole azioni; ciascuna di esse pertanto deve essere riconducibile ad una sola tipologia;
" Progetti complessi/integrati che prevedono contestualmente la realizzazione di una pluralità di azioni anche in ambito di diversi Assi e/o Misure.

Con il Bollettino Ufficiale (BUR) del 30 agosto 2000, la Regione Lazio ha pubblicato il Bando per la presentazione dei Progetti cofinanziati con il F.S.E. per l'anno 2000 Obiettivo 3, in attuazione del programma operativo della Regione Lazio.
Il termine per la presentazione dei progetti era il 15 ottobre 2000, ma successivamente la Regione Lazio ha ritenuto opportuno protrarre i termini di circa 15 giorni (il termine preciso dovrebbe essere stato pubblicato nel BUR del 20/10/2000); le richieste dovevano essere indirizzate alla Regione Lazio. Facendo riferimento al Bando citato, i soggetti interessati potevano presentare richieste entro il gennaio 2001, qualora su alcune misure risultassero risorse finanziarie non assegnate.
A seguito del precedente Bando del 30 agosto 2000, alla data del 6 novembre 2000 erano pervenuti n. 7.267 progetti il cui esame e valutazione da parte dell'apposita Commissione, dopo mesi di lavoro ha portato al seguente esito: a) n. 4.383 progetti non sono risultati ammissibili per carenza e/o difformità della documentazione prevista dal Bando stesso; b) n. 2.161 progetti sono stati valutati ammissibili, ma non finanziabili per esaurimento delle risorse finanziarie inerenti l'annualità 2000; c) n.722 progetti sono stati valutati ammissibili e finanziabili.
Con il BUR del 20 ottobre 2001 la Giunta della Regione Lazio ha deliberato lo "Scorrimento delle graduatorie e assegnazione delle risorse 2001"; cioè, con delibere successive, la Regione Lazio ha disposto che i 2161 progetti, valutati ammissibili ma non finanziabili per esaurimento delle risorse inerenti l'annualità 2000, possano, in base allo scorrimento delle graduatorie degli stessi, essere finanziati fino ad esaurimento delle risorse riferite all'annualità 2001, e quindi ha deciso di pubblicare un nuovo bando con riferimento agli specifici Assi e Misure.


4.2.3 Assi e Misure del POR della Regione Lazio Obiettivo 3 - 2000-2006 (B.U.R. Lazio)

Il programma operativo del F.S.E, Obiettivo 3, è strutturato per Assi a ciascuno dei quali corrisponde l'attuazione degli obiettivi globali del F.S.E. definiti in sede comunitaria.
Ogni asse è articolato in Misure che si intendono attuare per il conseguimento degli obiettivi specifici.
Le Misure proposte all'interno di ciascun asse prioritario sono le seguenti:
Asse A - Sviluppo e promozione di politiche attive di mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il reinserimento dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro e sostenere l'inserimento nella vita professionale dei giovani e di coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del lavoro.
Misura A.1 Organizzazione dei servizi per l'impiego;
Misura A.2 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell'approccio preventivo;
Misura A.3 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi.

Asse B - Promozione di pari opportunità per tutti nell'accesso al mercato del lavoro, con particolare attenzione per le persone che rischiano l'esclusione sociale.
Misura B.1 Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati.

Asse C - Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell'istruzione, dell'orientamento nell'ambito di una politica di apprendimento nell'intero arco della vita al fine di agevolare e migliorare l'accesso e l'integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l'occupabilità, promuovere la mobilità professionale
Misura C.1 Adeguamento del sistema della formazione professionale e del sistema dell'istruzione;
Misura C.2 Prevenzione della dispersione scolastica e formativa;
Misura C.3 Formazione superiore;
Misura C.4 Formazione permanente.

Asse D - Promozione di una forza di lavoro competente, qualificata e adattabile, dell'innovazione e dell'adattabilità nell'organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di posti di lavoro nonché della qualificazione e del rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella scienza e nella tecnologia.
Misura D.1 Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del M.d.I e della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI;
Misura D.2 Adeguamento delle competenze della pubblica Amministrazione;
Misura D.3 Sviluppo e consolidamento della imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d'impiego;
Misura D.4 Miglioramento delle risorse umane nel settore della Ricerca e sviluppo tecnologico.

Asse E - Misure specifiche intese a migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, compreso lo sviluppo delle carriere e l'accesso a nuove opportunità di lavoro e all'attività imprenditoriale, e a ridurre la segregazione verticale e orizzontale fondata sul sesso nel mercato del lavoro.
Misura E.1 Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro

Asse F - Accompagnamento del programma operativo.
Misura F.1 Azioni comprese nella regola generale
Misura F.2 Azioni escluse dalla regola generale (informazione e pubblicità, valutazione esterna).

4.2.4 Ripartizione delle voci di spesa per tipologia di azione, stabilite dalla Regione Lazio. (BUR n. 24 del 30 agosto 2000).

Per le azioni formative
In analogia con quanto stabilito dal Ministero del Lavoro, la Regione ha articolato le voci di costo secondo le seguenti quattro categorie di spesa ammissibili, indicate nel "Preventivo finanziario" di cui al B.U.R. Lazio :
a. Spese formatori
b. Spese allievi
c. Spese funzionamento gestione
d. Altre spese.
Per il personale docente a "contratto d'opera" è ammessa la spesa massima per:
- Esperti per ruoli direttivi, imprenditori e formatori, max 150.000/ora, (€ 77,47);
- Esperti iniziative post-laurea, max 150.000/ora, (€ 77,47);
- Esperti per ruoli tecnici amministrativi, max 130.000/ora, (€ 67,14);
- Esperti in iniziative post-diploma, max 130.000/ora,(€ 67,14);
- Esperti per ruoli tecnici e impiegati di concetto, max 110.000/ora, (€ 56,81);
- Esperti per ruoli operai e impiegati d'ordine, max 100.000/ora, (€ 51,65)

Il parametro finanziario per la formazione non potrà comunque superare Lit. 25.000 ora/allievo, (€ 13).


Ecco un esempio di determinazione del costo complessivo finanziabile per un intervento formativo stabilito in base alla connotazione dell'azione: ipotizzando un intervento formativo di 200 ore, con un numero di 20 allievi:
200 x 20 x 13= € 52.000 totale del costo finanziabile.

I progetti pervenuti alla Regione Lazio nei tempi stabili nel Bando (BUR n. 24 del 30/8/2000), sono esaminati e valutati da un'apposita Commissione e pubblicati secondo graduatoria in successivi Bollettini Ufficiali della Regione Lazio.
I ciriteri sono esposti nella tabella che segue:


N
CRITERI Punt.
max.
1 Caratteristiche del soggetto attuatore:
" Capacità organizzative, logistiche, e strutturali;
" Livelli di efficacia/efficienza raggiunti;
" Interrelazioni maturate con il territorio;
" Eventuale certificazione ISO 20
2 Analisi del fabbisogno/obiettivi del progetto 10
3 Struttura progettuale:
3.1 coerenza della struttura progettuale 5
3.2 Qualità delle attività proposte 10
3.3 Occupabilità 30
4 Risorse umane 5
5 Economicità (parametri di costo) 5
6 Interregionalità dell'azione
Lettere di adesione delle amministrazioni regionali 5

7 Trasferibilità dell'esperienza e validità dei meccanismi di pubblicizzazione e diffusione 5
8 Coerenza con le politiche del "main streaming" per pari opportunità 5
TOTALE 100

Azioni non formative
Per le azioni non formative il preventivo presentato nella proposta dovrà contenere il dettaglio del calcolo delle seguenti macro-voci di costo per ogni azione e la durata espressa in mesi:
A) Progettazione /Analisi e ricerca;
B) Generali di gestione;
C) Strumenti per la realizzazione delle azioni;
D) Promozione, sensibilizzazione, informazione e pubblicizzazione;
E) Risorse umane (consulenza, coordinamento, esperti settore);
F) Destinatari ( costi riferibili agli utenti) .

Azioni di studio e ricerca
Rientrano in questa voce il costo del lavoro indipendente o dipendente con qualifica di esperto (max L. 1.200.000 giorno/uomo), direttore di ricerca (max L. 1.200.000 giorno/uomo), ricercatore senior (max L. 900.000 giorno/uomo), ricercatore junior (max 500.000 giorno/uomo), rilevatore di dati (max L. 400.000 giorno/uomo), lavoro di redazione delle strutture private incaricate di realizzazione di studi e di analisi (max L. 500.000 giorno/uomo).
Le spese relative alla prestazione professionale sono ammissibili nella misura massima del 50%