BATTAGLIA DELLE MARIANNE

(PRIMA BATTAGLIA DEL MAR DELLE FILIPPINE)

(NAVAL BATTLES OF MARIANNE'S ISLANDS)

19-20 GIUGNO 1944

(LA PIU' GRANDE BATTAGLIA TRA PORTAEREI DELLA STORIA)

RIUYO

TAIHO

JUNYO

SHOKAKU

HIYO

ZUIKAKU

WASP (CV18) ENTERPRISE (CV6)

HORNET (CV12) YORKTOWN (CV10)

LEXINGTON (CV16) ESSEX (CV9)

La Battaglia delle Marianne fu indubbiamente la più grande e spettacolare battaglia tra portaerei della Seconda Guerra Mondiale e quindi della storia stessa delle battaglie navali. Si fronteggiarono da un lato l'invincibile armada americana, composta da un numero impressionante di portaerei, corazzate e incrociatori, dall'altro l'intera Marina Imperiale giapponese, pronta al sacrificio estremo. Analizzando meccanicamente il numero delle forze in campo verrebbe subito da pensare che gli americani avessero fin dall'inizio il favore del pronostico (erano infatti superiori per il numero di navi e di aerei imbarcati). I giapponesi potevano però contare sul "fattore campo", cioè sul fatto che "giocavano in casa". Avevano infatti a disposizione un impressionante quantitativo di aerei di base sulle isole dell'arcipelago delle Marianne, pronti a colpire mortalmente le portaerei americane. La situazione tattica all'inizio della battaglia non era quindi nettamente a favore degli americani, ma in stallo. Sembra paradossale, ma la più grande battaglia tra portaerei fu risolta a favore degli americani dalla più infida arma navale, il sommergibile. Fu infatti il sommergibile americano "Cavalla" ad affondare in rapida successione le due più grandi ed importanti portaerei giapponesi, la nuovissima Taiho e la gloriosa Shokaku, privando la flotta giapponese di un numero considerevole di aerei e facendo praticamente vincere la Seconda Guerra Mondiale agli americani stessi. E' indubbio che stavolta, al contrario delle Midway, furono i giapponesi ad avere in mano la situazione. I giapponesi infatti scoprirono subito la flotta americana e gli scagliarono contro quattro attacchi in rapida successione. Gli americani scoprirono solo a fine battaglia la flotta giapponese e poterono compiere solo un estremo e difficoltoso attacco. Non è blasfemo affermare che se fossimo stati all'epoca delle Midway i giapponesi avrebbero distrutto l'armata americana cogliendo una strepitosa vittoria, purtroppo due anni dopo l'aviazione americana surclassava ormai quella giapponese e tutti gli attacchi aerei nipponici si risolsero in una ecatombe di aerei (il famoso "Tiro al Piccione delle Marianne"). La sconfitta giapponese è da addebitarsi non certo all'eccellente condotta tattica di Ozawa, ma all'inesperienza dei piloti e al fatto che gli aerei giapponesi erano ormai inferiori a quelli americani (gli Hellcat erano ormai il terrore degli Zero). Il fior fiore dei piloti del Sol Levante era ormai andato in cielo dopo la disfatta delle Midway e la vittoria costosissima di Santa Cruz. Se fossimo stati due anni prima certamente il Giappone avrebbe vinto questa battaglia, ma nel 1944 non penso che in alcun modo i nipponici avrebbero potuto ribaltare le sorti di questo scontro navale. Forse se avessero adottato in maniera massiccia, come nel 1945 durante la battaglia di Okinawa, l'uso dei kamikaze, avrebbero potuto infliggere danni maggiori alle portaerei statunitensi, ma certamente avrebbero perso lo stesso le isole dell'arcipelago delle Marianne. (Shinano)


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CRONISTORIA DELLA BATTAGLIA


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: STORIA DELLA BATTAGLIA


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: GIUDIZIO FINALE DELLO SHINANO


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CARTINA DELL'ARCIPELAGO DELLE MARIANNE


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CARTINA DELLE OPERAZIONI A  SAIPAN


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CARTINA DELLE OPERAZIONI A GUAM


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CARTINA DELLE OPERAZIONI A TINIAN


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CARTINA DELLA  BATTAGLIA 19 GIUGNO 1944


BATTAGLIA DELLE MARIANNE: CARTINA DELLA BATTAGLIA: 20 GIUGNO 1944


LA FINE DELLA PORTAEREI GIAPPONESE SHOKAKU (15.00 DEL 19.06.1944)

Poco dopo, un altro sommergibile americano, il Cavalla, pattugliò, senza saperlo, sulla rotta della squadra nipponica e, alle 11.52, il comandante scorse una grande portaerei giapponese accompagnata da 2 incrociatori e da un cacciatorpediniere. Si avvicinò fino a 800 metri e fece approntare un fascio di 6 siluri. Il caccia torpediniere nipponico intervenne, ma il Cavalla lanciò gli ordigni, immergendosi poi in profondità. Qualche minuto dopo, il mare trasmise una serie di violente onde d'urto, rivelando che tre dei siluri avevano colpito il nemico. Il comandante del Cavalla guardò l'orologio; erano le 12.20.
Un istante dopo, la portaerei presa di mira, la Shokaku, uscì dalla formazione nipponica e tentò, con l'aiuto del cacciatorpediniere Urakaze, di domare i numerosi incendi che già la devastavano. Le squadre di sicurezza della Shokaku realizzarono un vero e proprio tour de torce  riuscendo a spegnere la maggior parte dei focolai e, verso le la portaerei sembrava salva. Ciononostante, notevoli quantità di vapori di benzina continuavano a diffondersi in tutta la nave, mentre piccoli incendi ribelli tenevano sempre in scacco le squadre di sicurezza. Tutto si sarebbe certo accomodato se una bomba d'aereo, venutasi a trovare vicino a uno di questi focolai, non fosse d'improvviso esplosa poco dopo le 15. Avendo evidentemente raggiunta la temperatura critica, scoppiò spontaneamente, con il risultato di incendiare tutto il gas surriscaldato.
L'immane esplosione spaccò in due la nave. Una serie di scoppi si determinò allora e la grande portaerei ne fu dilaniata con rombi di tuono prima di affondare.


LA FINE DELLA PORTAEREI GIAPPONESE TAIHO (15.32 DEL 19.06.1944)

Il sommergibile americano Albacore, di pattuglia sulla presunta rotta della flotta dell'ammiraglio Ozawa, scorse, il 19 giugno, alle 8.16, un importante gruppo di navi nemiche. Il comandante dell'Albacore ordinò all'equipaggio di portarsi ai posti di combattimento e fece rotta sulle navi nipponiche.
Le unità giapponesi divenivano di mano in mano più grandi nell'oculare del periscopio e, a 8000 metri, egli decise di lanciare i siluri, ma la presenza di un caccia torpediniere nipponico gli impedì di agire.
Il comandante si avvicinò maggiormente a una grossa portaerei e, alle 9.06, venne a trovarsi a 4800 metri dal bersaglio. Era il preciso momento in cui la seconda ondata d'attacco nipponica prendeva il volo.
Alle 9.09 un fascio di siluri venne lanciato, ma soltanto due di essi si diressero verso il bersaglio.
Uno dei due ordigni colpì la portaerei Taiho qualche minuto dopo. Il siluro esplose di prora a dritta, all'altezza dei depositi di benzina degli aerei e bloccò I'elevatore di prua, il fondo della cui gabbia si riempì subito di un miscuglio di acqua, nafta e benzina. La velocità della portaerei diminuì soltanto di un nodo e il ponte non subì alcundanno. La Taiho aveva incassato. questo brutto colpo con la stessa resistenza di un pugile professionista. La Taiho era infatti nuovissima e discendeva dalla serie delle Shokaku, delle quali aveva ereditato la forma delle chiglia e la loro straordinaria resistenza ai colpi. Sarebbe stata l'ultima nave di questo tipo ad aver beneficiato di una concezione e di una costruzione così perfette.

A bordo della Taiho, se a prima vista la situazione sembrava normale, poichè quasi tutto continuava a funzionare, i vapori di benzina e quelli del petrolio grezzo volatile di Tarakan, andavano diffondendosi nei vari compartimenti. Un ufficiale del servizio di sicurezza della nave, ritenendo di approfittare al massimo della grande velocità della Taiho contro vento, fece aprire del tutto le grandi prese d'aria per scacciare questi vapori. L 'effetto fu disastroso, perche, invece di sfuggire, i vapori si diffusero in tutta la nave rendendo la situazione particolarmente pericolosa. La Taiho rimase allora alla merce della più piccola fiammella, della più minuscola scintilla. E fu appunto quello che avvenne alle 15.32, senza che mai se ne sia saputa la causa. Una spaventosa esplosione scosse la portaerei, il ponte di volo blindato si sollevò come un foglio di carta spiegazzato, nuvole di gas in fiamme giunsero fino ai locali macchine, uccidendo centinaia di uomini al loro passaggio. La Taiho sbandò subito fortemente e cominciò ad affondare. L'ammiraglio Ozawa lasciò la nave giusto in tempo e prese posto in una scialuppa, con i membri del suo stato maggiore e il sacrosanto ritratto dell'imperatore. Si imbarcò sul cacciatorpediniere Wakutsuki, poi sull'incrociatore Haguro.
L'ammiraglio Ozawa e il suo seguito erano appena saliti a bordo dell'incrociatore pesante Haguro quando un'ultima e violentissima esplosione pose termine alla breve carriera della Taiho. Sui 2150 uomini di equipaggio, se ne poterono salvare soltanto 500.


LA FINE DELLA PORTAEREI GIAPPONESE HIYO (21.00 DEL 19.06.1944)

Nella mezza luce del crepuscolo, le esplosioni dei proiettili della contraerea tracciavano nel cielo una moltitudine di lampi colorati, tra i quali si insinuavano gli aerei americani.
Un gruppo di bombardieri in picchiata si accani contro le petroliere nipponiche, avvistate per prime e situate in coda alla flotta mobile che avanzava a tutta forza. 2 petroliere, la Genyo Maru e la Seiyo Maru, vennero cosi gravemente colpite che i loro equipaggi le affondarono alcune ore dopo.
Frattanto, gli aerosiluranti avevano assunto la formazione di attacco e in picchiata verso la Zuikaku e la Hiyo. Quest'ultima fu ripetutamente colpita e uscì dalla formazione scortata dalla corazzata Nagato e dall'incrociatore Mogami. I giapponesi tentarono l'impossibile per soffocare gli incendi e per tamponare le falle, ma la Hiyo incominciò a bruciare da prora a poppa e ad affondare di prua. Scossa da formidabili esplosioni interne, scivolò negli abissi, lasciando scorgere le eliche per qualche attimo.


LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI / NAVAL BATTLES


NAVI DA GUERRA / WARSHIPS AND BATTLESHIPS


PORTAEREI NELLA STORIA / AIRCRAFT CARRIERS

FORZE IMPEGNATE
TOTALE:

PORTAEREI PESANTI: 6

PORTAEREI LEGGERE : 3

CORAZZATE : 5

INCROCIATORI : 8

CACCIATORPEDINIERE: 30

PETROLIERE : 10

SOMMERGIBILI : 25

AEREI: 1013

 TOTALE:

PORTAEREI PESANTI : 7

PORTAEREI LEGGERE: 8

CORAZZATE: 7

INCROCIATORI : 19

CACCIATORPEDINIERE : 57

 

SOMMERGIBILI : 13

AEREI: 956

  BILANCIO DELLA BATTAGLIA:

NAVI PERSE :

PORTAEREI: Shokaku, Taiho, Hiyo,

CACCIATORPEDINIERE: 7

PETROLIERE: 4

AEREI PERSI : 400 (327 nel solo 19 giugno 1944)

MORTI: 

30.000 (Conquista di Saipan)

20.000 (Conquista di Guam)

  3.000 (Conquista di Tinian)

  BILANCIO DELLA BATTAGLIA:

NAVI PERSE : 0

 

 

 

AEREI PERSI : 123

MORTI : 

14.021 (Conquista di Saipan)

 7.800 (Conquista di Guam)

    327 (Conquista di Tinian)

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