MARINA IMPERIALE
KIDO BUTAI
PRIMA DIVISIONE POARTAEREI
PORTAEREI TAIHO 大鳳 AIRCRAFT CARRIER TAIHO (FENICE GIGANTE) |
Taiho (大鳳 Taihō?) fu la più moderna portaerei impiegata dalla Marina imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale. Varata nell'aprile del 1943, affondò in seguito ai danni provocati da un siluro lanciato dal sommergibile statunitense USS Albacore il 19 giugno 1944 durante le fasi iniziali della battaglia del Mare delle Filippine.
La costruzione della portaerei Taiho iniziò il 10 luglio 1941
presso i cantieri Kawasaki a Kōbe. Il progetto derivava da quello della classe
Shokaku, e fu la prima portaerei giapponese con ponte di volo corazzato. Varata
il 7 aprile 1943, il 7 marzo 1944 la portaerei entrò in servizio al comando del
capitano Kikuchi Tomozo, assegnata alla 3ª Flotta della Marina imperiale
giapponese.
La portaerei Taiho fu la più moderna ed evoluta portaerei creata dalla Marina giapponese. Si pone direttamente in concorrenza con le portaerei americane della classe Essex. Veloce, potente e robusta doveva essere la prima di 5 unità che avrebbero dovuto rimettere in sesto la travagliata situazione giapponese. Purtroppo, a causa della scarsità di materie prime, di aerei e di industrie, rimase l'unica della sua classe e alla Battaglia delle Marianne dovette scontrarsi contro 11 portaerei della classe Essex! L'unico difetto serio che vi si può riscontrare è la modesta capacità di ospitare aerei (solo 53 contro i 63 della Hiryu ad esempio) dovuta alla mancanza del secondo ponte hangar tipico delle portaerei giapponesi ed americane, per motivi di staticità. A discolpa del numero minore di aerei c'è da dire che i 53 aerei trasportabili dalla Taiho erano di ultimo tipo ed avevano dimensioni maggiori rispetto ai 63 in dotazione alla Hiryu ed alla Soryu. Queste ultime, inoltre, erano portaerei leggere ed avevano una corazzatura inferiore a quella della Taiho. La notevole corazzatura del ponte di volo, superiore anche a quello delle Hancock non fu mai messo seriamente alla prova perchè la nave affondò, in circostanze ancora oggi misteriose, dopo essere stata colpita da un siluro di un sommergibile americano. Le versioni sulla fine della portaerei sono tante e varie, fatto sta che ad affondarla non furono i due siluri che aveva incassato in rapida successione ma una violentissima esplosione interna causata da una fuga interna di vapori del carburante eccessivamente volatile che le navi giapponesi erano obbligate ad utilizzare dopo la distruzione di quasi tutte le raffinerie che avevano. Questo carburante proveniva dagli giacimenti del Borneo ed era l'unico a disposizione della Kido Butai. Probabilmente se il comandante non fosse stato così stolto da aprire tutti i boccaporti della nave per cercare di spegnere l'incendio interno e di andare a tutta velocità il carburante volatile non si sarebbe diffuso in tutta la nave causandone la violenta deflagrazione. La fine della più moderna e potente giapponese fu quindi dovuta all'inettitudine del comandante ed ha molti punti in comune con lo sfortunato affondamento della super portaerei Shinano, la quale colpita da alcuni siluri, anziché portata al più vicino porto per riparazioni continuò tranquillamente a navigare a tutta velocità fino all'affondamento. Se la Taiho non fosse stata affondata in questo modo stupido probabilmente l'esito della Battaglia delle Marianne (seconda Battaglia del Mar delle Filippine) sarebbe stato diverso e la marina giapponese con l'impiego combinato della Taiho e delle gemelle "terribili" Shokaku e Zuikaku, avrebbe potuto causare maggiori danni alla marina americana. Le isole Marianne probabilmente sarebbe state conquistate lo stesso dagli americani ma pagando un tributo in termini di navi più pesante. Sfortunata. (Shinano)
LA FINE DELLA PORTAEREI GIAPPONESE TAIHO (15.32 DEL 19.06.1944) Il sommergibile americano Albacore, di pattuglia sulla presunta rotta della flotta dell'ammiraglio Ozawa, scorse, il 19 giugno, alle 8.16, un
importante gruppo di navi nemiche. Il comandante dell'Albacore ordinò all'equipaggio di portarsi ai posti di combattimento e fece rotta
sulle navi nipponiche. A bordo della Taiho, se a prima vista la situazione sembrava normale, poichè quasi tutto continuava a funzionare, i vapori di benzina e
quelli del petrolio grezzo volatile di Tarakan, andavano diffondendosi nei vari compartimenti. Un ufficiale del servizio di sicurezza della nave,
ritenendo di approfittare al massimo della grande velocità della Taiho
contro vento, fece aprire del tutto le grandi prese d'aria per scacciare questi vapori. L 'effetto fu disastroso, perche, invece di sfuggire,
i vapori si diffusero in tutta la nave rendendo la situazione particolarmente pericolosa.
La Taiho rimase allora alla merce della più piccola
fiammella, della più minuscola scintilla. E fu appunto quello che avvenne alle 15.32, senza che mai se ne sia saputa la causa. Una spaventosa esplosione scosse la portaerei, il ponte di volo blindato si sollevò come
un foglio di carta spiegazzato, nuvole di gas in fiamme giunsero fino ai locali macchine, uccidendo centinaia di uomini al loro passaggio. La Taiho sbandò subito fortemente e cominciò ad affondare. L'ammiraglio Ozawa lasciò la nave giusto in tempo e prese posto in una scialuppa,
con i membri del suo stato maggiore e il sacrosanto ritratto dell'imperatore. Si imbarcò sul cacciatorpediniere Wakutsuki, poi
sull'incrociatore Haguro. |
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