I convolvoli
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I CONVOLVOLI

Ho sempre avuto la passione per i convolvoli. Nata alle elementari quando durante una delle tante lezioni di italiano ci fecero studiare una poesia bellissima dedicata a questi fiori rampicanti che crescevano intorno ad un pozzo. Purtroppo di quella poesia non ho più traccia e non riesco a trovarla da nessuna parte se qualcuno ne conoscesse una può postarla all'indirizzo megry1977@libero.it e la metterò in questa pagina sperando che qualcuno prima o poi m'invii quella che sto cercando disperatamente da vent'anni ormai...

C'era un bambino che usciva ogni giorno,
E il primo oggetto che osservava, in quello si trasfondeva,
E quell'oggetto diventava parte di lui per quel giorno o per parte del giorno
per molti anni o vasti cicli di anni.
I primi lilla' divennero parte del bambino
E l'erba e i convolvoli bianchi e quelli rossi, e il bianco e
il rosso trifoglio, e il canto del saltimpalo,
Gli agnelli marzolini, la rosea figlia della scrofa, il
vitello e il puledro
La chiassosa nidiata dell'aia o del pantano vicino allostagno
E i pesci cosi' stranamente sospesi, e il bel liquido
strano,
Le piante acquatiche dalle graziose cime piatte;
tutto questo divenne parte di lui.

[Walt Whitman, Foglie d’erba]

<<Erano due cisterne a distanza di qualche decina di metri. Si guardavano e, qualche volta, facevano un po' di conversazione.
Erano molto diverse.
La prima cisterna era perfetta. Le pietre che la formavano erano salde e ben compaginate. A tenuta stagna. Non una goccia della preziosa acqua era mai stata persa per causa sua.
La seconda presentava invece fenditure, come delle ferite, dalle quali sfuggivano rivoletti d'acqua.
La prima, fiera e superba della sua perfezione, si stagliava nettamente. Solo qualche insetto osava avvicinarsi o qualche uccello.
L'altra era coperta di arbusti fioriti, convolvoli e more, che si dissetavano all'acqua che usciva dalle sue screpolature. Gli insetti ronzavano continuamente intorno a lei e gli uccelli facevano il nido sui bordi.
Non era perfetta, ma si sentiva tanto tanto felice.>>


[ Autore: Bruno Ferrero - Libro: Quaranta Storie nel Deserto]

Sia pace per le auro... Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
pił dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l'antico
canto; e sia pace per le cittą all'alba
quando si sveglia il pane, pace al fiume
Mississippi, fiume delle radici:
e pace per la veste del fratello,
pace al libro come sigillo d'aria,
pace per il gran kolchoz di Kiev;
e pace per le ceneri di questi
morti, e di questi altri morti; sia pace
sopra l'oscuro ferro
di Brooklyn, sia pace al portalettere
che entra di casa in casa come il giorno,
pace per il regista
che grida nel megafono rivolto
ai convolvoli, pace per la mia
mano destra che brama soltanto
scrivere il nome di Rosario, pace
per il boliviano segreto come
pietra nel fondo d'uno stagno, pace
perché tu possa sposarti; e sia pace
per tutte le segherie del Bķo-Bķo,
sia pace per il cuore lacerato
della Spagna partigiana:
sia pace per il piccolo Museo
di Wyoming, dove la pił dolce cosa č un cuscino con un cuore ricamato,
pace per il fornaio e i suoi amori,
pace per la farina,
pace per tutto il grano
che deve nascere, pace per ogni
amore che cerca schermi di foglie,
pace per tutti i vivi,
pace per tutte le terre e per le acque.

E ora qui vi saluto,
torno alla mia casa, ai miei sogni,
ritorno nella Patagonia, dove
il vento fa vibrare
le stalle e spruzza ghiaccio
l'oceano. Non sono che un poeta
e vi amo tutti, e vago per il mondo
che amo: nella mia patria i minatori
conoscono le carceri e i soldati
danno ordini ai giudici.
Ma io amo anche le radici
del mio piccolo gelido paese.
Se dovessi morire mille volte,
io lą vorrei morire:
se dovessi mille volte nascere,
lą vorrei nascere,
vicino all'araucaria selvaggia,
al forte vento che soffia da Sud,
alle campane comprate da poco.
Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Io non voglio che il sangue
torni a inzuppare il pane,
i legumi, la musica:
ed io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore,
l'avvocato, il marinaio,
il fabbricante di bambole e che entrino
con me in un cinema e che escano a bere
con me il vino pił rosso.

Io qui non vengo a risolvere nulla.

Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.

[Neruda]

Ebbene sì finalmente l'ho trovata: pare sia una lirica giapponese

Lungo la corda del pozzo
si e' avvolto un convolvolo:
andro' a chiedere l'acqua a una vicina.

Kikaku Takarai
(Delicatezza)

altri la attribuiscono a

Chiyoni Iukuda

E' talmente semplice... eppure mi ha colpita tanto ed è rimasta scolpita nella mia mente di bambina per tutti questi anni. Questo testimonia quanto sia importante l'educazione negli anni delle elementari. Tutto rimane indelebile per sempre. Ringrazio le maestre Silvana Garuti e Tiziana per avermela insegnata.

*** 

Altra piccola curiosita' nella mia disperata ricerca ho trovato anche una piccola leggenda legata a questi fiori: leggenda che narra dell'incontro fra la Madonna e un carrettiere, che, avendo lei sete e non avendo un bicchiere, le riempi' un fiorellino a forma di piccolo calice. Al convolvolo da allora rimane il nome popolare di "tazzetta della Madonna"

 

 

 

 

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Aggiornato il 14/04/2007
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