Modigliani fu un grande uomo oltre che un grande
pittore. Nato a Livorno nel 1884, iniziò la sua avventura
artistica nello studio del pittore Micheli, già allievo di
Giovanni Fattori, dove apprese i primi rudimenti di una pittura
fatta di atmosfere di campagna ottocentesca, campi di grano, carri
trainati dai buoi, scene di vita famigliare all'aperto. Un viaggio
per l'Italia, nel 1901, spalancò davanti ai suoi occhi avidi
tesori dell'arte italiana: Napoli e i suoi musei, Torre del Greco,
la bella Capri, Roma con le meraviglie di Villa Borghese e Villa
Giulia e l'incanto della Cappella Sistina, Firenze e gli Uffizi,
Venezia.
Ma la sete d'arte e di novità di Amedeo non si spegneva,
si sentiva costretto negli ambiti ormai angusti della provincia
italiana, tanto che, dopo un breve soggiorno veneziano, nel 1906
partì alla volta di quella che era in quegli anni la capitale
culturale del mondo: Parigi.
Al suo arrivo, Amedeo si trovò davanti un mondo completamente
diverso, non solo perché Parigi era più grande e veloce
della provinciale Livorno, ma perché la qualità dell'ambiente
intellettuale era elevatissima: il ritmo in cui si succedevano le
novità in campo artistico era davvero frenetico, la straordinaria
energia creativa, che animava l'intera città, era sconvolgente
e nei locali di Parigi, all'ombra delle cupole del Sacré-Coeur
di Montmartre e a Montparnasse, si incontravano Braque, Picasso,
Gris, Léger, Derain, Delauny, Brancusi, Severini, Picabia,
Van Dongen, Pascin, Kisling, Zadkine, Utrillo; si poteva discutere
d'arte e di innovazione con Apollinaire, Max Jacob e Salmon. La
sfida per modigliani era davvero enorme. L'aspirazione a rinnovare
era forte, ma lo era altrettanto la volontà di mantenere
i legami con la tradizione dell'arte italiana ed attraverso questo
filtro Modigliani interpretava tutte le novità che gli si
proponevano, dall'arte negra, a quella dell'Estremo Oriente, dalle
sculture Khmer alla rivoluzione figurativa delle Demoiselles
d'Avignon di Picasso.
Intorno al 1915, Amedeo trovò davvero la sua strada; iniziò
la stagione dei ritratti. Attraverso essi, Modigliani tracciò
il panorama di un'epoca, fissò indelebilmente volti di poeti,
pittori, letterati, mercanti, gente di teatro, donne amate, tipi
da bar sradicati o bizzarri, figure di un mondo che aspirava alla
gloria, ma quasi sempre si accontentava del pane quotidiano. Tutti
i protagonisti della sua vita sono presenti nei quadri dell'epoca:
Jean Alexandre, il fratello Paul, primo mecenate di Amedeo; Paul
Guillaume, giovane ambizioso mercante, per tra anni acquirente principe
delle sue opere, cappello nero, mano sulla sedia, un occhio azzurro
sigillato e l'altro intriso di cielo; Leopold Zbrowski, altro difensore
della sua pittura, icona bizantineggiante, animata da un tocco di
bohème, il volto ieratico incorniciato da una leggera barba
alla nazzarena, lo sguardo intriso di acuta dolcezza (grazie a lui,
nel 1917, presso la Galleria Berthe Weill, venne presentato il ciclo
dei nudi femminili distesi, che suscitò molto scandalo);
Jean Cocteau, uomo di mondo, dandy vanitoso e sensibile, dalla fisionomia
pungente, dall'aristocratico distacco. E fra gli artisti, Brancusi,
suo compagno nell'entusiasmo per la scultura (suo materiale prediletto
era la pietra. Scolpiva teste di donna e alcuni nudi, definiti "cariatidi",
per la somiglianza con quelle classiche. Per problemi di salute,
però, a causa delle polveri scultoree, Modigliani dovette
abbandonarla, nel 1909, e si dedicò interamente alla pittura),
Krèmégnem, Kisling, Soutine, transfughi della diaspora
ebraica, amici di anni difficili. Ci sono le tante donne che ha
amato: Maud Abrantès, la poetessa inglese Beatrice Hastings,
le tante donne senza nome, per sempre immortalate nella storia dell'arte,
l'amica Lunia Czeschowska e l'amore della sua vita, Jeanne Hébuterne.
Intorno al 1961 apparvero i nudi di donna, l'altro soggetto classico
di Modigliani. Protagonisti assoluti delel tele, le occupano quasi
per intero, lasciando spazio solo ad alcuni elementi marginali,
che suggeriscono l'ambientazione: un cuscino, un lenziuolo, la testiera
di un letto, campiture uniche di colore puro. Su tutto questo campeggiano
sovrani splendidi corpi di donna, realistici, sensuali e a volte
sfrontati, senza, però, essere mai volgari.
Dei suoi soggetti Modigliani dipingeva, più che i connotati
esteriori, il loro io, l'anima. Ed ecco spuntare su volti comuni
espressioni ed occhi favolosi. Alcuni raffigurati con un occhio
nero ed uno azzurro ed alla domanda rivolta a Modigliani da uno
dei suoi soggetti del perchè di tale rappresentazione il
pittore rispose: "Perchè tu con un occhio guardi il
mondo e con uno guardi te stesso".
Questi ritratti dai colli lunghi, questi nudi trionfanti, che tanto
ci affascinano oggi, all'epoca non ebbero, però, lo stesso
successo.
Per tutta la durata della breve e tragica esistenza di Amedeo Modigliani,
il dolore più profondo, quello che gli divorava l'anima e
che minava la sua già fragile salute, forse più delle
condizioni di vita disagiate, dell'alcol, delle droghe e delle troppe
donne, era il non vedere riconosciuta la sua grandezza di artista.
Amedeo si spegne in una gelida mattina di gennaio del 1920, morì
di consunzione, per mancanza di cibo, di volontà di curarsi,
di entusiasmo.
Già mentre il corteo funebre si snodava dall'Hopital de la
Charite al cimitero del Père Lachaise, le quotazioni delle
opere di Amedeo salivano vertiginosamente e fu solo l'inizio. Lui,
così poco compreso in vita, con la morte entrò nella
leggenda della storia dell'arte: AMEDEO MODIGLIANI, MODI', MAUDIT,
PITTORE MALEDETTO.
La leggenda di Modigliani fu alimentata anche dal fatto che quando
morì nel 1920, appunto, alla giovane età di 36 anni
per tisi, il suo grande amore Jeanne, per la disperazione, si gettò
dalla finestra incinta di lui. (Con lei aveva avuto un'altra figlia
alla quale dette il nome di Jenne e che divenne la sua biografa.)
I francesi lo amarono. Amavano la sua raffinatezza.
Fu un bohemien. Pagava gli avventori dei locali per poter sedere
per ore a dipingere persone.
Dal 24 febbraio al 20 giugno 2006, dopo 50
anni, Modigliani, toscano di Parigi è tornato a Roma al complesso
del Vittoriano. Io ho avuto la fortuna di vedere questa mostra favolosa
che ospitava cento delle sue opere più belle, presentando
un quadro completo della produzione di questo grande maestro del
Novecento, dai suoi esordi livornesi, nel solco della pittura dei
Macchiaioli, al suo tragico epilogo parigino: dipinti ad olio, acquerelli,
tempere, scultura, disegni. Ne è valsa veramente la pena.
Davvero una produzione unica.
Ultimamente ho visto il film sulla vita di
Modì interpretato da Andy Garcia, "Modigliani. I colori
dell'anima". Consiglio vivamente a chi non lo avesse visto
di provveder a farlo presto. E' un film meraviglioso come meraviglioso
era questo grandissimo artista che amo tanto. Una frase rimarrà
impressa per sempre nella mia mente: alla domanda "Perchè
non dipingi gli occhi dei tuoi soggetti?" Modì rispondeva:
"Dipingerò i tuoi occhi solo quando avrò conosciuto
la tua anima!" E il finale rappresenta una svolta in questo
senso... non vi anticipo nulla però perchè è
veramente un film che merita di esser visto. Come e soprattutto
le opere di questo grande ARTISTA.
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