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INDICE: GOLDONI|M.M.MAZZANTINI|N.HIKMET|SOCRATE

GOLDONI

Carlo Goldoni nacque il 25 febbraio del 1707 a Venezia e mori' a Parigi nel 1793. La sua fu un'esistenza avventurosa tra mondo e teatro.

La mia passion per Carlo nasce dopo la lettura della sua commedia piu' famosa: "La locandiera". Adoro il personaggio di Mirandolina.

 

M.M.MAZZANTINI

Il primo libro della Mazzantini che io abbia mai letto e' stato forse il suo piu' famoso Non ti muovere. Tuttavia non e' stato il piu' bello che abbia mai letto dell'autrice in questione. Sicuramente ha avuto il merito di farmi appassionare alla scrittrice tant'e' che uno dietro l'altro li ho letti tutti. Il catino di zinco in cui il sentimento piu' forte che io abbia provato e' stato lo struggimento nel leggere il ricordo della nonna. I suoi odori. Addirittura il contrarsi dei muscoli vaginali mi ha colpita. Non pensavo potesse descriversi cosi' bene e cosi' realisticamente anche questo. Cosi come mi sono infatuata del libro "Manola" poi diventato anche una commedia di successo (credo interpretata dalla stessa Mazzantini e da Nancy Brilli): la sorella forte che diventa debole e viceversa. Ecco credo sia questo il mio preferito. Come dimenticare poi il monologo scritto per suo marito Sergio Castellitto (attore che io ammiro molto fin dal film tv cane sciolto) Zorro. Speriamo ne scriva ancora.

 

NAZIM HIKMET

Tutto cio' che un poeta dovrebbe essere. Meravigliose le sue poesie d'amore. Altrettanto splendide quelle di vita quotidiana. Quante volte ho preso uno dei pullman di cui parla Nazim. Quante volte ho sentito quel senso di solitudine e di impotenza. Meraviglia delle meraviglie. Arte.

Poeta turco (Istanbul 1902-Mosca 1963). Nacque a Salonicco nel 1902. Apparteneva ad una famiglia
aristocratica turca. Il nonno paterno Nazim Pascià era stato governatore di varie province, ma anche scrittore e poeta in lingua ottomana, lingua in cui, a detta dello stesso Hikmet, la maggior parte delle parole erano arabe o persiane. Il nonno materno, figlio di un nobile polacco, era militare di carriera, ma anche filologo e storico. Era figlio di un diplomatico, ufficiale del governo ottomano. La madre aveva studiato a Parigi, amava la poesia francese ( in particolare Lamartine e Boudleaire) e dipingeva. Dunque Hickmet visse in un clima ideale alla nascita di un poeta. Nazim fu esponente di spicco della cultura turca del '900, scrisse molte delle sue poesie durante la detenzione in carcere. Dopo il liceo Galatasaray di Instambul passò all’accademia di marina, e già scriveva poesie. Pubblicò per la prima volta a diciassette anni in rivista. Il suo punto di riferimento era Yaya Kemal, suo insegnante di letteratura e poeta allora molto stimato, ma altri poeti turchi che gli valsero da esempio furono Tevfiq Fikret e Mehmed Emin. A diciotto anni Nazim lasciò l’Accademia e scappo in Anatolia, dove si svolgeva la guerra di liberazione guidata dal nazionalista Mustafà Kemal (i futuro Ataturk), e fece il maestro di scuola. Così, entrato giovanissimo nella lotta politica, grazie alla protezione di Kem?l Atatürk si recò a Mosca negli anni '20, dove frequentò un corso di sociologia, economia e scienze politiche presso l’Università dei popoli d’Oriente. Nel 1921, appena diciannovenne, abbandonò il partito kemalista. Aveva scoperto i testi di Marx e la rivoluzione sovietica, e decise di emigrare: andò a Mosca e si iscrisse all’Università comunista dei lavoratori d’Oriente. Gli incontri con Lenin ed i futuristi russi, Esenin e Majakovskij, furono determinanti per lo sviluppo della sua poesia, che, dalle prime composizioni di struttura classica e di argomento tradizionale patriottico (Anatolia, 1922), passò a forme d’avanguardia, di contenuto decisamente rivoluzionario. Dopo sette anni, tornato in patria avviò una rivoluzione nella poesia turca introducendo versi liberi e motivi surreali. E tra il 1924 ed il 1925 organizzò una tipografia a Smirne. Nel 1928 rientrò clandestinamente in Turchia. Intanto cominciavano ad uscire numerosi suoi libri. Si dedicò al teatro, al cinema e al giornalismo; nel 1938, per opposizione al regime e per propaganda comunista nell’esercito, fu riconosciuto colpevole di sedizione e condannato a 28 (o 25) anni di carcere. Ne sconto solo dodici, in una prigione dell’Anatolia, durante i quali fu anche colpito, nel 1943, da un primo infarto. Uscì nel 1950, con l’aura di martire e di intellettuale di spicco nell’ambito della cultura comunista internazionale. Fu liberato per le pressioni di un comitato di artisti ed intellettuali fondato da Tristan Tzara. Rimase per qualche mese ad Instambul strettamente controllato dalla polizia. Decise allora di espatriare, anche se la moglie amatissima, Munevvér, che aspettava un bambino, non avrebbe potuto seguirlo. Abbandonò per sempre la Turchia e visse fra l'Unione Sovietica, in una dacia vicino Mosca, e l'Europa orientale. A questo punto la sua fama era mondiale, i suoi libri venivano publicati in moltissimi paesi. Non scriveva solo poesie, ma anche opere teatrali, saggi quasi sempre inediti in turco. Nel 1961 compì un viaggio a Cuba. Venne più volte anche in Italia.Visse in esilio a Mosca fino alla morte, sopraggiunta il 3 giugno 1963, a causa di un infarto. Le opere Come spiega lui stesso nella sua lettera a Joyce Lussu, Hickmet respirò in casa l’aria della poesia, soprattutto quella del nonno. Ma si trattava di una poesia che il piccolo Nazim capiva pochissimo: perché l’ottomano di quei versi era molto diverso dalla lingua turca che lui conosceva e parlava. Era ancora bambino quando compose la sua prima poesia. Nella sua produzione poetica si distinguono due fasi: la prima, che coincide con l’attività politica clandestina, è caratterizzata dall’espressione scarna e concisa e da una vibrante e tesa musicalità; la seconda, che corrisponde agli anni della prigionia e dell’esilio, segna un ampliarsi dell’orizzonte poetico dal tono epico a quello elegiaco, dalla memoria del passato alla fede nel futuro (Lettera dal carcere, 1950; Panorama umano, 1950; Il duro mestiere dell’esilio, 1958). Rimangono costanti in N. il rifiuto delle forme letterarie tradizionali di origine araba e persiana ed il profondo legame con il linguaggio popolare. Tra le opere teatrali di N. si ricorda Ma è poi esistito Ivan Ivanovi??(1956), aspra satira del “culto della personalità. Per Nazim Hikmet la poesia d'amore non è mai soltanto poesia d'amore, egli riassume in "Amore" la sua esistenza, quelle esperienze che ognuno di noi ha almeno una volta nella vita. Caratteristica è la quasi totale mancanza di punteggiatura nelle sue poesie. La poesia di Hikmet è stata accusata di faziosità e verbosità, ma non tralascia temi attinenti la sfera personale, esaltando i valori dell'amore e dell'amicizia. Dopo la morte, le sue opere, precedentemente bollate dalla censura, ebbero vasta diffusione e lo scrittore divenne l'eroe della sinistra rivoluzionaria turca. Fra i titoli maggiori si ricordano Poesie d'amore (1933-1962), Lettere dal carcere (1950), Il duro mestiere dell'esilio (1958) e l'opera teatrale Ma è poi esistito Iván Ivánovic ? (1956), satira del culto della personalità.

 

SOCRATE

Strano parlare di Socrate, autore classico, in un simile contesto. Di Socrate piu' che le opere in se per se ho apprezzato l'insegnamento. Sia come maestro di vita, come esempio: nel suo onore e rispetto delle leggi. La legge quale valore supremo da difendere al prezzo della vita. Importante tanto dal preferire bere la cicuta e cessare di vivere piuttosto che vivere per mezzo della sua violazione. Quale politico oggi lo farebbe. Utopia!! Sia per la sua lezione: l'ars maieutica. Arte che aveva imparato dalla madre levatrice: e come la madre aiutava le donne a partorire, cosi' lui aiutava i giovani, fermandoli per le strade, a capire. Quanto avrei bisogno di un simile maestro. Il sapere di non sapere. Ad ogni conquista si apre un mondo nuovo. Piu' sai meno conosci e piu' hai voglia di sapere e di capire in un eterno anelito.

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Aggiornato il 18/02/2006
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