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MERCATI
I mercati dal 1400 al 1900
In Italia occorre arrivare al tardo rinascimento per ritrovare la concezione del mercato come edificio tipicamente organizzato, almeno come grande loggia a destinazione fissa.
A Firenze, di questo tipo, era il Mercato del pesce, ora demolito, che allungava la sua loggia e nove campate su di un lato del Mercato Vecchio, tolto di mezzo alla fine dell'ottocento per far luogo alla piazza Vittorio Emanuele, rimane invece quello Nuovo costruito da Giovanni Battista del Tasso, nel 1547, in forma di grande loggia di ordine composito coperta con dodici volte a vela.
Fuori d'Italia si può ricordare, per la sua destinazione mercantile, la preziosa e ornatissima "Loja de la seda" costruita nei modi tardogotici da Pedro Compte sulla "Plaza del Mercado" di Valencia. Nulla rimane della versione rinascimentale delle "Halles" di Parigi distrutte dal fuoco e ricostruite nel 1551.
Ottimamente conservata é invece la famosa "Vladislavski sàl" o Sala di Ladislao, costruita fra il 1493 e il 1503 nel "Hrad", o Castello reale, di Praga da Benedikt Rejt di Pistov e poi nel secolo XVII, utilizzata come pubblico mercato.
Nel Settecento, in fatto di mercati, sono da segnalare le realizzazioni parigine.
Fra il 1762 e il 1767, per opera del Lecamus e del Méziéres, sorge la "Halle aux blés" su pianta anulare attorno a una piazza interna che, nel 1802, il Brunet coprirà voltandovi sopra la prima cupola a ossatura metallica. Al 1786 appartiene la "Halle aux toiles et aux draps" edificata dal Legrand e dal Molinos e più tardi distrutta da un incendio.
Si può dire che l'ottocento sia il secolo d'oro per il mercato coperto. Ed é naturale: da una parte le aumentate tensioni provocate dal fenomeno dell'urbanesimo industriale creano nuovi ponderosi problemi per l'approvvigionamento delle accresciute metropoli, d'altro canto le nuove strutture, di ferro prima di cemento armato poi, apprestano i mezzi per le vaste coperture senza sostegni intermedi, permettendo di realizzare quella soluzione ideale per il mercato coperto, all'optimum della quale la modernità si é anche più approssimata.
Con il complicarsi dei servizi e degli impianti la concezione del mercato coperto - considerato ormai come un essenziale servizio pubblico - si articola in una casistica che contempla tipi diversi che si distinguono o per l'ubicazione (mercati centrali e rionali) o per la specializzazione merceologica (degli erbaggi, dei fiori, del pesce, del cuoio, della come, del bestiame vivo in relazione diretta con i macelli, ecc.) o infine per il tipo del commercio e della clientela (mercati all'ingrosso, al minuto, misti).
Esempio fondamentale peri mercati coperti ottocenteschi sono da considerarsi le Halles centrales, costruite con struttura in ferro fra il 1852 e il 1859 da Victor Balrard e Callet.
L'applicazione delle strutture metalliche, come le più adatte alla soluzione del problema, è adottata da Blankenstein e Lindemann per il mercato centrale di Berlino, da O. Jones per quello di Londra, da Giuseppe Mengoni per quello di Firenze (1869-74) e, limitatamente alle coperture, da A. Badaloni per il mercato alimentare di Livomo. Al cadere dell'ottocento e, sempre più nel Novecento, specialmente in Europa, le strutture di cemento armato, anche in questo campo, soppiantano quelle in ferro. Fra gli esempi più interessanti, dal punto di vista funzionale, sono da citare, per il primo quarto di questo secolo: il grande mercato di Lipsia di H. Ritter, coperto con tre cupole poligonali di cemento armato, e quelli minori di Francoforte s. M. di Martin Elsàsser e di Reims di Emile Maigrot.
Fra le opere più significative, il mercato coperto di Algesiras (1933) di Eduardo Torroja e C., il bellissimo mercato dei fiori di Pescia (1951) dovuto al gruppo Emilio Brizzi, Enzo e Giuseppe Gori, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, e quello ardito ed elegantissimo costruito a Messico (1956) da Pedro Ramirez Vazquez, Rafael Mijares A. e Felix Candela.
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