DEBRAYAGE
E EMBRAYAGE 1/3 Il problema dell’enunciazione assume un ruolo centrale anche nella teoria greimasiana. A differenza di Benveniste, Greimas si disinteressa della comunicazione orale e si concentra in particolar modo sui testi scritti. Le conseguenze di questo spostamento dell’oggetto di indagine sono molto importanti. Fino a quando si analizza una conversazione è facile individuare la situazione dell’enunciazione, cioè dell’effettiva produzione di quell’enunciato. Ma se mi trovo di fronte ad un testo scritto? In questo caso è impossibile ricostruire esattamente il momento in cui è stato effettivamente prodotto quell’enunciato. Greimas e Courtés (1979) definiscono la situazione di enunciazione come l’“io qui ora”. Se faccio riferimenti a questa situazione faccio riferimento alla situazione che sto vivendo in questo luogo in questo momento. Ma se produco un testo scritto e questo testo viene poi letto da qualcun altro i miei riferimenti saranno ad una situazione che ormai è andata perduta. Sarà passato del tempo, potrei trovarmi in un altro luogo. Questo significa che la situazione di enunciazione sarà richiamata da questi miei riferimenti, ma potrò “resuscitare” solo una sua immagine, un suo simulacro. Per questo motivo Greimas e Courtés parlano di “enunciazione
enunciata”. Trovo delle marche dell’enunciazione in un testo scritto (per
esempio, pronomi personali di prima e seconda persona). Questi pronomi
richiamano alla mia attenzione la situazione dell’enunciazione. Se stessi
ascoltando una conversazione orale la mia attenzione sarebbe condotta
su qualcosa di presente, che sta accadendo di fronte a me. Ma nel caso
dei testi scritti questa situazione, come già detto, è andata persa. La situazione dell’enunciazione viene in qualche modo inserita nel mio testo, nell’enunciato (per questo parlo di enunciazione enunciata), ma se ne può fornire solo un'immagine. |
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