15 agosto 1994

UNO - la prima volta che sono riuscito a baciare una ragazza ero ubriaco fradicio

 

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Quando ero ragazzino, con i miei si andava sempre in vacanza al Sud e per molti anni di seguito si ritornò più volte nello stesso posto in Cilento. Lì c'era il vero Palatuno Secondo. In verità, il cognome non era proprio così, ma il nome era quello: Secondo.

Era un po' più grande di me e si presentava ai genitori dei suoi amici sempre per cognome e nome, come fosse in caserma dai carabinieri. Suo padre e sua madre non dovevano certo brillare in fantasia: il secondo figlio? chiamiamolo Secondo. Oltre a un fratello maggiore, aveva anche una sorella minore: per fortuna non si chiamava Terza, ma... Teresa! Era bruna, capelli corti e secca come un'alice salata. Però... un anno avvenne  'o grande miracolo!!!

Primo giorno di vacanza.
Appena sceso in spiaggia, scorgo sulla mia destra a un centinaio di metri un paio di tette e un culo da sballo. Mai vista prima in vita mia una tale estrema bellezza fisica . Col mio telo da spiaggia e il mio libro di Herman Hesse, decido di sistemarmi da quelle parti. Cammino piano, con aria indifferente. Lì, da solo in mezzo alla gente, gli sguardi attorno mi fanno sentire un persona impacciata, rigida e goffa nei movimenti e nei ragionamenti. A un tratto, lei si volta, mi fissa, mi fa ciao... Porca puttana, ma... è Teresa! Divento rosso dagli alluci fino alla punta dei capelli.

Con una voce da essere talmente in imbarazzo, al punto da notare perfino i rumorini che fai con le labbra o con la saliva in bocca mostruoso balbetto: «Ciao, Teresa come stai?» «Benegraziettù?»

Cazzo se stava bene. S'era anche fatta crescere i capelli. Una vera femmina del Sud! Ebbene, quella stessa sera ero completamente aggrovigliato con lei, su quella stessa spiaggia, con quella stessa sabbia che mi entrava fin dentro le orecchie. Suo fratello Secondo aveva portato il vino dello zio: tanto rosso da tingere i denti, minimo 16 gradi. Qualcuno suonava la chitarra e tutti gli altri cantavano. Io ero strafatto: avevo solo 15 anni e non avevo mai bevuto roba del genere.

Era la prima volta che baciavo. Chissà perché immaginavo che avrei dovuto sentire odore di saliva un po' schifoso... invece niente, solo un'indescrivibile sensazione di morbidezza. Ero un esploratore subacqueo in visita: mi immergevo in quella caverna, la osservavo, la studiavo. Era profonda, stretta e lunga. Denti a destra e a sinistra. Stretta e lunga. Profonda.

Minchia, avevo il cuore che mi batteva perfino nelle unghie...

Finalmente, fra mille contorsioni, riuscii a intrufolare una mano nella sua t-shirt: prima con discrezione, poi con una certa invadenza. Trovai un capezzolo e mi misi a girarci attorno, a stringerlo. Lei s'irrigidì un tantino. Mi fermai. Lei tornò a stringermi a sé. Io mi tranquillizzai e tornai a smanettare sul suo pirolo. Lei s'irrigidì nuovamente.
Poi mi fece: «E' meglio non giocherellare troppo coi nei...»

Cazzo, avevo beccato un neo! La mia solita sfiga...

ZERO - sono nato l'undici settembre: brevissime note autobiografiche

UNO - la prima volta che sono riuscito a baciare una ragazza ero ubriaco fradicio

DUE - un giorno sono andato al Centro Culturale e ho scoperto le canne

TRE - viaggio in Romania

QUATTRO - come prendere le botte dai pacifisti

CINQUE - il giorno del mio compleanno

SEI - viaggio a Cuba

SETTE - riflessioni

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