28 luglio 1998

TRE - Viaggio in Romania

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Luglio 1998: mi diplomo con 60/60. Merito un premio, no?! Un viaggio, magari... Ugo Franzetti (vedi foto), mio compagno di banco (altro 60/60, preso copiando spudoratamente da me per 5 anni, prova scritta di matematica inclusa) tutto sicuro di sé mi convince a partire con lui. Dove si va? Niente Polinesia, niente Caraibi, niente Maldive, ma nemmeno Rimini. E no! Noi siamo furbi, ce ne andiamo in Romania. Ragazzi, lì con poche lire facciamo vita da nababbi e le ragazze ci correranno dietro. Per venti giorni saremo dei veri play boy. Torneremo a casa del tutto cambiati. Ga-ran-ti-to!

Quando dico Romania penso sempre a quella scena macabra dell'uccisone del dittatore in rovina insieme a sua moglie. Avevo una decina d'anni e la cosa mi sconvolse, feci fare gianduia: aver paura, farsela sotto e poi un sacco di domande a mio padre. Il primo omicidio vero a cui ho assistito. La bandiera romena è come quella francese, solo che si è un po' ingiallita. Anche la vita in Romania è come quella in Francia, ma un tantino ingiallita... E' una realtà a cui abbiamo dovuto abituarci subito, appena sbarcati dall'aereo a Bucureşti. A sì, quella che noi diciamo Bucarest, in realtà si chiama Bucureşti. Mi chiedo perché mai non la chiamiamo così anche noi. Capirei se le dessimo un nome italianizzato, tipo -che so?- Bucaresto (è andata buca, ma resto lo stesso...) Ma che differenza fa se diciamo Bucarest o Bucureşti? suonano entrambi stranieri!

Tre giorni nella capitale. Visitiamo musei, parchi, ecc.. Dormiamo in un albergo decente, ma io non vedo l'ora di andare a mare. E sì, perché c'è anche il mare... Con un autobus finiamo in un posto che sembra un pezzo di Quarto Oggiario messo lì sulla sabbia.
Una tristezza così non la sentivo da mai, quando la banda passò allora tutto cambiò...
Ebbene sì, eravamo indecisi se suicidarci o lasciarci morire lì sulla riva del mare, quando inizia un concerto all'aperto di musiche tutte sgangherate, cominciando appunto da Quando la banda passò. Arriva un mare di ragazze carine. Io e Ugo ci diamo da fare per rimorchiarne almeno una pro capite.  E' interessante osservare che molte vengono da sole, né in coppia né in gruppo.
Moooolto interessante.

Mai ballata la samba in vita mia prima d'allora. Non è difficile: basta guardarsi attorno, scoprire se c'è qualcuno che sappia ballare a dovere, e scimmiottare i suoi movimenti. Ugo si butta a capofitto su una bionda spilungona dall'aria equina. Io per un po' ballo da solo... poi vedo una tipetta carina e, piano piano, sambando sambando, mi avvicino a lei. Con un sorriso, mi fa capire che ci sta. All'istante nasce fra noi una simpaticissima intesa senza parole. Io le dico il mio nome, lei mi dice il suo e basta; si balla e ci si scambia occhiatine cariche di complicità. La samba finisce e attacca una canzone lenta in Romeno. Be', -penso io- ora lei se ne va e... Invece Caterina mi si appoggia al collo e quasi mi si affloscia fra le braccia ancheggiandomi addosso a tempo di musica. Senza scollarsi da me, mi mostra un braccialetto di cotone colorato e dice qualcosa d'incomprensibile.
Poi traduce: «For good luck!» Ah yes...
Non faccio nemmeno in tempo a finire la esse del mio "yes", che sulla guancia sinistra mi atterra un pugno grande e grosso. Perché? Ho l'impressione che tutto accada al rallentatore. Caterina mi viene strappata via dalle braccia, intanto una voce rauca urla contro di me. Io reagisco alzando le mani come se fossi sotto la minaccia di una pistola. La voce continua a sbraitare.
Fortuna che il pugno non era troppo forte!
«I wonder why...», faccio io, continuando a tenere le mani in alto.
La voce tace. Ora è Caterina a urlare. Lo afferra per il bavero, gliene dice di tutti i colori. Lui si calma. E' alto un metro e novanta, ma ha la faccia da bambino, con capello biondo esageratamente volto asimmetrico, soprattutto a causa di un'acconciatura non equilibrata nei volumi di destra e sinistra e viso liscio.  Mi tende la mano con aria da cane bastonato e fa: «Sorry...»
Ugo riappare. Incuriosito. Non ha assistito alla scena precedente e adesso si chiede come mai io abbia quell'aspetto un po' ammaccato. Si va a cena tutti insieme, io, Ugo con la cavalla, Caterina con Panait il gigante, e un altro paio di persone.

Passammo una bella serata in compagnia. Ci rimpinzammo da fare sensazione di pesantezza e/o spossatezza; zantaffarsi: abbuffarsi fino a star male,
ma imparammo un sacco di cose interessanti. E con l'aiuto di Panait e Caterina, mettemmo insieme un itinerario affascinante fatto di spiagge Informazioni utili per un viaggio in Romania solitarie, castelli in Transilvania, boschi ecc..
Poi ci scambiammo gli indirizzi.
Verranno di nuovo in Italia a Natale. Ormai sono di casa...

Ah, dimenticavo un particolare: dopo 20 (dico venti!) giorni di Romania, le nostre brave confezioni di Hatù sono tornate a casa perfettamente intonse.

ZERO - sono nato l'undici settembre: brevissime note autobiografiche

UNO - la prima volta che sono riuscito a baciare una ragazza ero ubriaco fradicio

DUE - un giorno sono andato al Centro Culturale e ho scoperto le canne

TRE - viaggio in Romania

QUATTRO - come prendere le botte dai pacifisti

CINQUE - il giorno del mio compleanno

SEI - viaggio a Cuba

SETTE - riflessioni

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