Italiano


La chiesa decanale di Pieve

Il caratteristico costume "fodom"
delle donne, riservato ai giorni festivi


Gli altari
Ai due lati dell'altare maggiore vi sono due stalli gemelli, in legno, con gli schienali sormontati da gugliette e pinnacoli, eseguiti dal mastro falegname Giuseppe Hoilo "Zoco" di Andraz. Si accompagnano ai confessionali, al battistero ed ai baldacchini. L'altare maggiore e dedicato a S. Giacomo Maggiore, patrono della Parrocchia (25 luglio). E' in stile gotico; opera della ditta Pancheri con adattamenti apportati da intagliatori livinallesi. La pala centrale, ad olio, raffigurante l'apostolo S. Giacomo, e opera del Professor E. Neri di Roma. Anch'essa porta la data de11929. Nelle nicchie laterali fanno compagnia all'apostolo piu amato da Gesù altri due apostoli: S. Simone e S. Taddeo: il primo intagliato da G. Crepaz, il secondo da R. Vallazza: due fodomi stabilitisi ad Ortisei all'inizio del secolo per imparare a lavorare il legno. I'altro compaesano, e ugualmente di m.1,40 di altezza, e la statua del Cuor di Gesu nella nicchia alla sommità dell'altare. I tre altari portano la data di consacrazione 7 giugno 1931. Sulla parete a sinistra due affreschi rappresentano la Natività e l'Ascensione. Sono opera del pittore G. Oberkofler della Val Aurina (1930). Altro affresco raffigurante le virtù teologali (fede, speranza e carità orna il centro del soffitto. Sulla sinistra si accede alla sacrestia, senza alcunché di particolare, se non le suppellettili per il culto e la statua di S. Floriano, portata in processione dai pompieri, statua che adornava la chiesa sulla sinistra dell'altare fino all'anno 1915. Due altari gemelli, d'identica struttura, accompagnano 1'altare maggiore: uno dedicato a S. Giuseppe portante in braccio Gesu Bambino e l'altro alla Madonna del S. Rosario. Quest'ultimo e pure denominato altare di S. Felice per la reliquia del Santo nell'urna sottostante. Detta reliquia, rinvenuta nelle catacombe romane di S. Priscilla sulla Via Salaria, venne data in omaggio alla chiesa, in segno d'amicizia nei confronti del Decano locale, dall'allora S.Santità Papa Gregorio XVI (Bartolomeo Cappellari - bellunese - papa dal 1831 all' 1846). Scoppiata la guerra e colpita la chiesa, ne furono raccolti i resti dal cappellano militare De Santis e portati ad Alleghe. Vi faranno ritorno con solenne cerimonia il 2 novembre 1926. La Madonna del Rosario fa bella mostra nelle processioni, portata dalle signorine col caratteristico vestito "da fodoma" col grembiule bianco. Sempre nelle processioni, e preceduta, davanti ai cantori, dall'urna di S. Felice. S. Giuseppe, invece, e portato dagli uomini genitori ormai attempati. L'onore toccava generalmente ai maggiori possidenti di campagna. Che ne e di detti altari prima della seconda metà del 1800? Si sa di certo che il vescovo Corrado alla fine del 1400 consacro, in una sua visita a Livinallongo, un altare a S. Rocco (uno dei santi della peste) ; e si sa pure che, al tempo del parroco don Giovanni Gabrielli (1614-30) venne istituita la Confraternita del S. Rosario, confraternita che, con molta probabilità, avra avuto il suo luogo di espressione pure in chiesa (altare del S. Rosario?). Inoltre Don Bartolomeo Zardini (decano dal 1841-1829) fece eseguire dal pittore Ghedina le pale di S. Alfonso e S. Angela da collocare su due altari. Quali? Probabilmente quello della Madonna e di S. Giuseppe quando ancora non avevano le due statue.

* * *

La chiesa si presenta linda, pulita, con i fiori sempre freschi sugli altari e gli addobbi in ordine. E' segno di attaccamento al luogo sacro da parte degli abitanti della valle, e piacevole atmosfera per il visitatore che vi entra per la prima volta.

Edito a cura della Parrocchia di S. Giacomo in Livinallongo

*La Chiesa*Quando*Altari*Storia 1140*Storia 1454*Storia 1668*Storia 1830*
*Storia 1940*Chiesa d'inverno*Caterina Lanz*L'interno*Le statue*Gli altari*
*Parroci*Chiese*Da Belluno a Livinallongo*

website by nonobepi - tutto fai da me ... o quasi :-)