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Per Lordaeron, per il re... Warcraft III

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…clap, clap, clap… Gli applausi si spengono in lontananza alla fine dei 15 minuti di scene tagliate che accompagnano i ringraziamenti di rito come di solito accade alla fine di una fatica. Una fatica mai come questa piacevole da affrontare.

Se credevate che stessimo parlando di un film, avete capito male: qua si sta parlando di un “gioco”. Il miglior gioco che, ad oggi, sia mai stato creato. Il suo nome è noto: Warcraft III.

Capolavoro di una società che ha fatto della qualità, più che della quantità, e a buon rendere, il suo cavallo di battaglia, la Blizzard riesce a far centro ancora una volta con un prodotto di qualità assoluta. Dopo i gloriosi fasti di Diablo, la gravosa eredità di far appassionare e divertire i giocatori, e fare nel contempo vendere milioni di copie alla società, è passata a una lussuosa rivisitazione dei precedenti episodi di Warcraft, il famosissimo strategico che già in passato aveva annoverato fra i suoi appassionati milioni di videogiocatori.

Un prologo e quattro campagne, rispettivamente alla guida degli umani, degli orchi, dei non-morti e degli elfi, ci conducono, attraverso una trama appassionante, ben costruita e dotata  (raro da trovare in certi prodotti) di una storia degna di un romanzo, ad affrontare i terribili demoni che, tornati dopo millenni, hanno come obbiettivo quello di fare scempio della nostra beneamata terra distruggendo alla radice la fonte della vita, l’albero da cui sgorga ogni linfa vitale di questo mondo.

Vedremo la storia attraverso 4 punti di vista differenti: combatteremo per il Bene con i paladini umani (“per Lordaeron!”), salveremo l’anima dell’orco Grom Hellscream, che con il suo sacrificio aiuterà l’amico Thrall a sconfiggere la parte oscura che si era impossessata degli orchi; vestiremo anche le poco edificanti vesti dei non-morti, che con rituali e sacrifici richiameranno i demoni e saranno loro alleati nei loro scopi distruttivi. E infine salveremo la foresta insieme agli elfi, costruendo la nostra città di alberi e invocando la Natura in nostro soccorso.

Ma le singole razze poco possono, alla fine, contro la forza disumana dei demoni e del loro potentissimo capo, Archimonde. Occorre unire le forze nella suprema missione di scacciare il Male dalla faccia della Terra e donare la pace per qualche altro millennio. Ecco così che, dapprima con molta riluttanza, ma poi, superando le differenze di razza, di costumi, di usanze, sopportandosi a vicenda e accomunati dall’unico nobile scopo, ecco che umani, orchi ed elfi uniscono le loro forze e riescono, alla fine di una grandiosa e d estenuante battaglia a sconfiggere il comune nemico.

Assolutamente epico.

Previsto per l’autunno del 2001 ed uscito in realtà solo il 5 luglio 2002, Warcraft III è il frutto di un lungo lavoro di un nutrito gruppo di programmatori e di qualche ripensamento: in origine, infatti, il seguito della saga di Warcraft sarebbe dovuto essere Warcraft Adventures, progetto alla fine abbandonato ma del quale troviamo ampi spunti in questa nuova magnifica edizione. Magnifica dal punto di vista della grafica con un mondo completamente tridimensionale e interattivo, dal punto di vista del motore di gioco che gestisce centinaia di personaggi, dall’editor grafico che ci viene messo a disposizione (lo stesso usato dai programmatori) e, come detto, dalla trama avvincente. Un appunto è forse da fare all’IA che si dimostra troppo “intelligente” da parte del nemico e poco da parte dell’alleato. Per intenderci: i nemici attaccano subito le strutture e le unità di produzione, gli alleati si fanno massacrare senza arrecare il minimo danno alle strutture dell’avversario.

Per quanto riguarda il gioco vero e proprio si notano alcune differenze rispetto agli episodi precedenti: intanto la sua trasformazione in gioco marcatamente strategico, poi la limitazione del numero di truppe che è possibile avere a disposizione. Questo fatto è giustificato dall’importanza che viene data agli Eroi: personaggi dalle caratteristiche particolari che possono progredire di livello con l’esperienza (vi ricorda niente?) e che guideranno le nostre truppe. Gli Eroi sono personaggi molto potenti che da soli possono decidere l’esito di una battaglia. Una soluzione questa, la limitazione delle truppe in favore di un ruolo maggiore da parte dell’eroe, che rende molto gestibile la campagna con scelte diversificate e maggiori possibilità strategiche.

Per il resto i diversi ruoli delle varie razze (umani con le armi da fuoco, orchi con asce, elfi con gli archi…), i diversi tipi di edifici (in muratura quelli degli umani, in legno quelli degli orchi e gli alberi come casa degli elfi) e ancora, le diverse specializzazioni delle truppe e le varie caratterizzazioni, mostrano la cura che è stata profusa nel confezionamento di un gioco che rimarrà insuperato nelle scelte tecniche e nel cuore degli appassionati per lungo tempo.

Il voto di Merraigan.it:  

16/11/2002

 

Alcuni eroi del gioco

 

 
Il Sigillo dei Non-morti

Il sito ufficiale:

L'eroico orco Thrall

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