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Onimusha, eroi dal Giappone |
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Dopo mesi di desolazione totale esce nell’estate 2001 Onimusha, uno dei primi titoli di rilievo per PS2 ed è ora disponibile anche per X-Box. Saprà Capcom ripetere il successo ottenuto sulla macchina Sony? Il
gioco Giappone,
è l’anno 1560; la nazione è scossa da guerre interne tese a stabilire
il nuovo condottiero del regno. Lontano dal cuore del conflitto il nobile
samurai Samanosuke riceve una lettera carica di preoccupazione da Yuki, la
giovane figlia di un nobile del luogo. Ma il suo intervento giunge tardivo
ed al suo arrivo della ragazza non ve n’è più traccia, rapita da
misteriose creature. Dopo
questa lunga introduzione realizzata con grande maestria ci troviamo a
vestire i panni dell’eroico Samanosuke, del tutto intenzionato a
recuperare la sua giovane protetta. Mano al joypad e rapidi cerchiamo di
capire come controllare il nostro eroe. Il sistema di movimento, ahimè,
notiamo subito che è mutato dalle famose serie di Resident Evil e la
possibilità di usare il controllo analogico è un bel sogno. Le
differenze fondamentali che balzano subito agli occhi sono l’utilizzo
del grilletto d sinistra ora usato per parare i colpi e quello di destra
sfruttato invece per selezionare il bersaglio e mantenerlo sempre di
fronte a noi. A
questo punto, forti delle nostre nuove conoscenze ci lanciamo alla ricerca
di nemici ansiosi di portare morte fra gli odiosi demoni. Grafica
e sonoro Inadeguata.
Questa è la prima parola che viene in mente per descrivere la grafica. Se
un anno fa su PS2 poteva essere accettata e magari anche apprezzata, ora
considerando le potenzialità di X-Box e dopo aver visto le prodezze
grafiche del nuovo Resident Evil, non si può ben valutare un comparto
visivo che deve i suoi natali al suo sviluppo su PSX. I fondali sono
interamente 2D, scarsamente animati e anche poco ispirati e le uniche
figure in 3D presenti su schermo sono il nostro eroe e i nemici. Almeno
sotto questo punto di vista il lavoro svolto è apprezzabile con
personaggi ben animati e nel complesso piacevoli alla vista. Il
motore gestisce senza problemi (e ci mancherebbe) anche scontri che vedono
impegnati diversi demoni e l’effetto visivo delle magie è
soddisfacente. Una cosa che ha colpito favorevolmente è
la totale assenza di bande nere che affliggevano pesantemente la
versione per PS2. Il
sonoro è sufficiente con buoni effetti durante i combattimenti e un
doppiaggio decoroso durante i filmati; le musiche anche se non memorabili
svolgono bene il loro lavoro trasmettendo il giusto pathos. Longevità
e giocabilità Per
quel che riguarda la longevità, è presto detto: io in 4 ore e 50
minuti l’ho finito; diciamo che un giocatore non alle prime armi che lo
voglia finire cercando di ottenere tutti i bonus possibili potrebbe
terminarlo in un tempo compreso fra le 7 e le 9 ore. Certo esistono
alcuni extra che potrebbero spingere qualcuno a rigiocarlo (come i costumi
extra e le difficoltà bonus) ma onestamente non credo che saranno in
molti a farlo. La
giocabilità d’altro canto si assesta su livelli buoni con un sistema di
combattimento ben studiato che fornisce un adeguato grado di sfida e non
risulta mai noioso. Anche il sistema di magia, sebbene sarebbe potuto
essere meglio sviluppato, risulta
ben congegnato e di facile assimilazione. Certo è che l’introduzione di
un sistema di movimento un filino meno obsoleto, magari come quello usato
in Devil May Cry avrebbe reso tutta l’azione un po’ meno macchinosa. Nel
complesso Genma
Onimusha non è un brutto gioco, e anzi, per il breve periodo che dura sa
farsi anche apprezzare. La perplessità nasce dall’opportunità di far
uscire dopo più di un anno dall’uscita per PS2 un titolo senza
significative migliorie e con un comparto video che sfigura ampiamente se
confrontato con la maggioranza degli altri titoli presenti nella linea
X-Box. 28/12/2002 |
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