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Un format originale.
Biografia di un investigatore.
Professione detective.
L'avvocato Renz.
Un uomo venuto dall'Hessen.
L'erede.
Una storia breve.
Il Procuratore di Stato.
La nuova leva.
Il catalogo. 

Trecento puntate in trent’anni sembra essere diventato una regola per le produzioni tedesche. Dopo «Der Alte» e i suoi commissari, anche «Un caso per due» ha deciso di rinnovarsi. Mandata in pensione la coppia Josef Matula/Markus Lessing, la Odeon Film non ha perso tempo e ha rimpiazzato il duo con una nuova squadra.

Il 23 Luglio 2013 a Francoforte sono iniziate le riprese delle prime quattro puntate che vedono protagonisti Wanja Mues nei panni del detective privato Leo Oswald e Antoine Monot jr. nella toga dell’avvocato Benni Hornberg.

«Io sono cresciuto guardando “Der Fahnder” e “Un caso per due”, per me sono due serie cult» dice Antoine Monot jr. Di certo rimpiazzare i protagonisti di una serie che è diventata storica non è compito facile.

L’impostazione è completamente nuova. Leo e Benni sono vecchi compagni di scuola, amici inseparabili che per anni hanno condiviso tutto fino a quando, all’improvviso, Leo abbandona Francoforte e lascia che le loro vite seguano percorsi differenti. Benni diventa così avvocato per una compagnia di assicurazione, mentre Leo conduce una vita più o meno legale in Sudafrica.
Dal grattacielo nel centro della città, i due condividono lo spazio di una casa galleggiante ormeggiata nel porto fluviale sul Meno, la stessa con cui Leo è tornato dall’Africa. Hornberg è in crisi professionale – vorrebbe passare al penale ed abbandonare il diritto assicurativo – ed allo stesso modo anche il suo matrimonio è in crisi.

La nuova squadra è completata dal lato femminile: l’affascinante procuratore Conni Leinfelder, interpretato da Christina Hecke.

 

 

Wanja Mues e Antoine Monot jr. (Foto ZDF/Odeonfilm)
Il lavoro non è tutto.

Raggiunti i settant'anni Claus-Theo Gärtner deve aver fatto tesoro della lezione: il lavoro non è tutto, anche se è il più bello che possa capitare. Così ha scelto di togliersi di dosso i panni del detective privato più famoso di Germania e tornare a condividere un po' di vita con la moglie Sarah Würgler, un'affascinante regista di origine svizzera e di trent'anni più giovane conosciuta proprio sul set di «Un caso per due».

Hanno definito il suo personaggio come lo specchio della generazione sessantottina, libero, indipendente e intraprendente. Lui, che alla serie c'era arrivato anche grazie a Günter Strack che lo aveva porposto come partner, ha vissuto quanto il suo rivale Schimanski - che come lui aveva debuttato nel 1981 in tv. Come il collega di Dusiburg, Matula non amava troppo le raffinatezze e godeva di una certa presenza fisica che gli ha permesso di essere spesso in scena anche senza controfigure.

Il titolo dell'ultima puntata non lascia dubbi sul suo addio: "Letzte Worte", ultime parole.

Claus-Theo Gärtner sul set dell'episodio "Schmützige Hände". (Foto dpa)