Renzo Kayak

segue CANOA MICHELA TERZA

 

Pannelli di carena

9° lungo la linea di chiglia

 

18° lungo lo spigolo di carena

Pannelli a 45°

18° lungo lo spigolo di carena

 

18° lungo il bordo superiore

Pannelli della fiancata

45° lungo il bordo superiore

 

18° lungo il bordo inferiore

Pannelli della pontatura

9° sulla linea longitudinale centrale

 

45° variabili sul bordo laterale

 

Nessuna rastremazione sui bordi del pozzetto

Il montaggio

Nella meno felice delle situazioni i tracciati, sul compensato, sono eseguiti sul pavimento ed i tagli sul bordo di un tavolo.
Non possedendo un tavolo da lavoro, di lunghezza e larghezza adeguate alle dimensioni della canoa, si ricorre a due cavalletti di legno. Essi si spostano a piacere sotto i pezzi da unire purché mantenuti rigorosamente in piano, almeno nel senso trasversale. Servirsi di una livella o fissarne una su ciascun cavalletto.
Due sagome che riportano opposte angolazioni di 9°, fissate ai cavalletti ed aventi il vertice in alto, servono per riunire le parti della carena e poi quelle della pontatura.
Altre due sagome, stesse angolazioni, ma col vertice verso il basso, servono per i montaggi successivi …. e …. la prova del nove! Ma sì …la corretta angolazione della fiancata. La fascia inclinata a 45°, solo in corrispondenza della sezione maestra, presenta una variazione angolare che varia sulle sezioni trasversali e che aumenta verso le estremità (l'aumento è riferito all'orizzontale). 
Già che si è appena menzionata la fiancata, è bene che il bordo superiore della stessa sia provvisto, al suo interno, di un listello 15 X 25 mm. (o 15 X 20, 15 X 30) incollato sul lato maggiore e sotto il filo superiore ad una distanza pari allo spessore del pannello di compensato (4 mm.). Ecco giustificati gli smussi a 45° del bordo esterno della pontatura e quello superiore della fascia laterale! Ecco la possibilità di controllo delle misure esterne di progetto!
Ritornando al listello, la posa fatta durante il montaggio crea meno tensioni tra le parti e contribuisce al normale mantenimento della curvatura. Il listello serve per irrobustire, inchiodare e fissare definitivamente la pontatura oppure avvitarla in modo da conservare la sua smontabilità.
La pontatura e soprattutto la carena hanno angolazioni abbastanza costanti perciò i cavalletti con relative sagome, messi in bolla, consentono di montare lo scafo in modo controllato e controllabile, senza svergolamenti.
E’ bene tenere fermi i cavalletti sul pavimento. Il modo più ricco è quello di disporre, sui traversi inferiori, dei lingotti d’oro perché pesanti. Esistono però altre infinite soluzioni valide ed alla portata di qualsiasi "Fai da te" che, come tale, possiede la ricchezza dell’ingegnosità.

Cuci e incolla (stitch and glue)

Sui lati dei pannelli che devono essere uniti si traccia, con un truschino, una linea a 8 o10 mm, dal bordo esterno (scegliere una sola distanza). Su questa linea si fanno dei fori da 1,5 mm., distanti 100 mm. (le punte da trapano da  mm. 1.5 mm. sono facilmente reperibili). Quanto detto vale per i pannelli: a) con bordi rettilinei (colmo della pontatura, bordo inferiore delle fasce laterali) b), con bordi poco curvi (pannelli di carena, sui bordi della chiglia).
Sul lato curvo dei pannelli i fori devono essere esattamente opposi a quelli del pannello da unire. Spezzoni di filo di rame, ottone, ferro da 0.8 mm. ricavati da piccole matasse, facilmente reperibili o ricuperati da cavi elettrici, avvolgimenti di trasformatori e motori elettrici dimessi, servono per le cuciture provvisorie.

La mia variante migliorativa

Per unire e centrare le giunzioni, accrescendo la resistenza della canoa, ritengo che la semplice aggiunta di un tondino (8, 10 mm.) posto all’interno, completato da un raccordo di resina mescolata a filler (riempitivo addensante), con l’aggiunta di un nastro di fibra di vetro sia la soluzione meno complicata che offre un buon risultato. Si può evitare la posa del tessuto di vetro all’interno dello scafo se si prevedono rinforzi (listelli incollati sulla carena).

Accorgimenti costruttivi

Per evitare che la prua e la poppa risultano troppo affilate è stato introdotto uno spessore centrale di 8 mm. (il calcolo ne tiene conto) ed i pannelli che vi confluiscono devono essere opportunamente rastremati nella parte interna di contatto.
Lo spessore centrale (ruota di prua e di poppa) oltre che rinforzare permette, nei limiti, una diversa sagomatura delle parti terminali.
Invece di mettere in posizione eretta (4,6 m.) la canoa per versare, prima a prua, poi a poppa, la resina che indurendo rinforza le estremità, agisco diversamente.
Preferisco inzuppare di resina del cotone idrofilo, che ha la sola funzione di trattenerla. I cordoni di cotone intriso si sistemano pressandoli e la resina pura penetra bene nelle fibre del legno. Il tessuto o nastro in fibra di vetro vanno altrettanto bene.
La falchetta (il bordo che delimita il pozzetto) è costituita da un doppio strato di compensato ed avvitata oppure incollata ad un listello 15 X 15 mm. incollato sulla parte inferiore della pontatura. Nel caso di difficoltà, nella piegatura del listello, praticare dei tagli profondi 10 mm. nelle parti prodiere degli stessi.
La falchetta è perpendicolare alla pontatura. La falchetta in compensato può essere sostituita da equivalenti listelli in legno. Nel caso che il fornitore dei pannelli faccia pagare il taglio, in questo caso si risparmierebbe il costo di 20 m. a compenso dell’acquisto dei listelli.
Le paratie (vedi dopo) vanno posizionate solo dopo aver controllato il perfetto accoppiamento tra lo scafo e la parte superiore, non vanno forzate in posizione.

La finitura interna dello scafo

La parte interna è rifinita e rinforzata secondo le previsioni d’uso, ad esempio:
a) Semplice verniciatura con resina epossidica per impregnare ed impermeabilizzare il compensato. Carteggiatura e 2 mani di trasparente completano il tutto.
b) Listelli trasversali incollati sul fondo, accrescono l’estetica e migliorano la resistenza, segue il trattamento descritto in a).
c) Come a) ed inserimento di pagliolato mobile trattenuto da fermi incollati alla carena.
Queste prime 3 soluzioni costituiscono un crescente incremento di peso.
d) Posa di tessuto di vetro e resinatura e due mani di vernice trasparente
e) E’ un completamento della b) perché include dei listelli trasversali triangolari che riproducono l’angolazione della carena.

Finitura interna della pontatura

f) Listelli triangolari, che riproducono l’angolazione della pontatura, la rinforzano notevolmente e permettono di risalire dall’acqua senza la paura di danneggiarla con il proprio peso. Possono essere incastrati ed incollati a due listellini fissati sulla parte inferiore, in modo da formare una fessura nella quale incollare i listelli triangolari oppure gli stessi si fissano solamente con nastro di tessuto di vetro resinato. La finitura è quella descritta in a) ma senza la vernice trasparente nella zona che s’inchioda e s’incolla allo scafo. Forature, praticate sui triangoli di rinforzo, servono ad assicurare con dei cordini il materiale stivato.
g) La pontatura amovibile è rifinita come quella descritta in f) però, sul rovescio, il suo perimetro laterale deve essere rinforzato con nastro in fibra di vetro e resinatura.

La finitura esterna

Il tessuto, in fibra di vetro, che meglio si adatta alla sagoma esterna dello scafo, è quello biassiale che ha la trama e l’ordito a 45° rispetto alla larghezza. Segue bene le curve e non crea problemi con gli spigoli poco arrotondati caratteristici di questo progetto.
Lo scafo va interamente ricoperto col tessuto e la resina epossidica. E’ facoltativo il rinforzo, lungo la linea della chiglia, costituito da nastro in fibra di vetro. Due o più mani di resina, intercalate da carteggiatura ad umido, senza intaccare la fibra, sono indispensabili per ottenere una superficie levigata. La finitura estrema si ottiene con 6/8 stati di vernice trasparente diluita, intercalati da quasi maniacale carteggiatura ad umido (grana120/280/600). La bellezza della venatura del legno apparirà in tutto il suo splendore.

Le pagaie

Le pagaie previste per questa canoa sono quelle doppie a pale incrociate, lunghe 220 cm. devono essere necessariamente in legno perché le altre stonerebbero, meglio acquistarle.
Per la mono/biposto ne servono 3, due normali e una divisibile di scorta.

I puntapiedi

A differenza della "Michela Seconda" nella "Michela Terza" non ci sono le ordinate sulle quali appoggiare i piedi e nemmeno lo schienale posizionabile in vari modi. Il problema è stato superato con 4 puntapiedi che scorrono su lunghe guide, in modo da poter soddisfare le corrette posture sia in modo singolo sia in modo doppio. Volevo utilizzare quelli disponibili in commercio ma un noto rivenditore mi ha sparato, per una sola coppia, un prezzo "osceno", da moltiplicare per 3! Da questo fatto …. la nascita del punta piedi "Fai da te". Si possono però realizzare punta piedi più spartani.
Il disegno del punta piedi, (vedi collegamento) è volutamente privo di dimensioni perché è progettato per l’utilizzo di listelli standard reperibili in commercio. La rotaia di scorrimento può anche essere di lega di alluminio. Le parti vincolate alla canoa possono essere man mano assemblate sulle fiancate perché i singoli listelli si flettono facilmente.

Sedili e schienali

I sedili sono simili a quelli della "Michela Seconda" però sono fissati alla carena con strisce di "Velcro". Devono essere il più sottili possibile per abbassare il centro di gravità. Evitare quelli gonfiabili! Lo schienale di poppa è ribaltabile, per facilitare lo stivaggio e per ribaltarlo sul ponte posteriore come sedile quando uno sta pescando. Questa posizione è possibile, in acque calme, solo se la canoa è messa in sicurezza con uno o due stabilizzatori (vedi collegamento).
Lo schienale spostabile, dalla posizione mono a quella biposto, è costituito da una traversa imbottita su un solo lato. Il fissaggio dello schienale avviene per mezzo di 4 lunette in doppio strato di compensato, fissate allo scafo e rinforzate con blocchetti di legno che contrastano la spinta. Sia lo schienale sia le opposte lunette delle 2 posizioni hanno gli interassi tra le forature a 650 mm.

 

Stampare il disegno per vederlo bene

 Lo schienale è trattenuto da viti, rondelle e galletti inox (vedere il dis. N° 6 "Michela Seconda").
Se viene scelta la variante della pontatura amovibile (avvitata) i blocchetti superiori di contrasto alla spinta subita dalle lunette non sono solidali con le stesse ma con la pontatura.

Corde della coperta

Le corde perimetrali permettono di trattenere la canoa in qualsiasi punto, legare il retino dei pesci, trattenere la pagaia o le pagaie, rimanere affiancati ad altre imbarcazioni, legare l’ancora ecc …
Le corde trasversali sono utili per trattenere la pagaia di scorta, pagaie usate per stabilizzare (vedi collegamento). Le corde hanno inoltre un’indubbia funzione estetica.
La zona inferiore della pontatura è rinforzata in corrispondenza dei cavallotti metallici o degli spezzoni di nastri di tessuto che trattengono le corde della coperta.

Le maniglie

Gli attacchi della fune di ciascuna maniglia devono essere sicuri ed adeguatamente rinforzati per ripartire gli sforzi di trazione.
Le maniglie di prua e poppa sono utilissime, sul terreno, per trasportare la canoa e tutti i suoi accessori più tutto quanto serve. In questo caso distano circa 10 cm. dalla pontatura perché risultano comode. Se mantenute a quella distanza dalla pontatura, in acqua diventano pericolose. Nel caso di un malaugurato ribaltamento, la canoa piena d’acqua può rotolare e chi la trattiene può rompersi il polso. Il caso è estremo perché la canoa è prevista per acque calme o leggermente mosse, tuttavia è bene prevedere che le maniglie, quando si naviga, devono stare ad almeno 10 cm. oltre le estremità. Se la canoa si gira o rotola, la corda d’attacco subisce le stesse conseguenze, ma il polso di chi trattiene non subisce danni. Un nodo è sufficiente per allungare o accorciare la distanza delle maniglie. Basta un fermo per trattenere le maniglie altrimenti, in navigazione, battono fastidiosamente sui lati. In caso d’emergenza basta solo sganciare e trattenere.

I bordini perimetrali

Sono dei listelli mezzi tondi da 10 X 5 mm. che contornano le due fiancate in corrispondenza del bordo superiore e il perimetro esterno della falchetta che viene irrobustita. Il fissaggio mediante viti permette la loro sostituzione.

Tempi di esecuzione

Se comperi una canoa il tempo è zero. La scatola di montaggio "X" promette 30 ore, quella "Y" dichiara non più di 60 ore, la "Z" non dichiara. La canoa "Michela Terza" non viene fornita in scatola di montaggio e la sua realizzazione richiede un tempo abbastanza lungo e decisamente superiore alle 30 o 60 ore. Le varie operazioni non sono strettamente vincolate perciò si possono frazionare sfruttando i ritagli di tempo a disposizione. Il mio consiglio è quello di non puntare sul tempo ma sul risultato finale perché è quello che conta.

I giubbotti di salvataggio o i giubbetti d’aiuto al galleggiamento omologati

I primi sono da preferire, giubbotti o giubbetti, sulla canoa, vanno comunque indossati (vedi collegamento).

Sicurezza

"Michela Terza" prevede due paratie d’estremità. Gli spazi intercorrenti tra la prua e la poppa e le loro rispettive paratie sono riempiti di schiuma poliuretanica a cellula chiusa e garantiscono il galleggiamento in caso di foratura o sfondamento dovuto ad urto accidentale.
Nel caso di ponte di coperta smontabile, separare lo scafo dalla pontatura con un sottile foglio di plastica che evita alla schiuma di incollare le due parti.
La schiuma poliuretanica viene erogata da bombolette reperibili normalmente nel reparto dell’edilizia di qualsiasi brico center.
I sedili e gli schienali, con imbottitura ricavata da materiale spugnoso, a cellula chiusa, (tappetini da campeggio) contribuiscono al galleggiamento.
Il peso della canoa è molto contenuto e circa pari a quello della "Michela Seconda", cioè Kg. 25 , pagaie escluse.
La canoa è facilmente caricabile e trasportabile sul tetto di un’autovettura utilitaria.
Durante il trasporto su strada attenersi alla normativa del "Codice della strada".
In acqua la canoa appartiene alla categoria dei natanti, non necessita d’immatricolazione ma la sua condotta è subordinata al rispetto delle norme del "Codice della navigazione da diporto".
Saper nuotare è indispensabile. Indossare sempre il Salvagente anche nelle poche zone dove non sembrerebbe obbligatorio.

Consigli d’uso

Una canoa che si presenta come un mobile da arredamento va trattata con cura, non deve essere trascinata sul terreno e, in acqua, non deve essere graffiata dal fondale o dalle rocce. Nel caso che quanto scritto non vi soddisfa è meglio prendere in seria considerazione l’acquisto di una canoa di plastica.

Cosa non fare senza esperienza
L’inesperto che, da seduto, si sporge dalla canoa per vedere il fondo …si rovescia.

Cosa si può fare con la destrezza e l’esperienza
L’inesperto che, da seduto, si sporge per vedere il fondo non si rovescia se si appoggia alla pagaia, trattenuta in modo che la maggior parte della sua lunghezza si trova fuori bordo e la sua pala appoggia di piatto sull’acqua.
Mio figlio, che sapeva fare il funambolo, stava in piedi sulla "Michela Prima" tenendo la doppia pagaia orizzontale a mo di vela, quando c’era vento e l’onda di almeno un metro. Se l’equilibrio era compromesso, saltava in acqua poi risaliva per riprendere il gioco, suo padre, sul gommone, assisteva …. la canoa …. per evitare che potesse fracassarsi sugli scogli!
Nigel Foster, kayaker ed istruttore di fama internazionale, ha scritto libri, divulga filmati e dispensa esperienza. Su un kayak largo 50 cm. Sa stare in piedi reggendosi indifferentemente su una o due gambe.
Se siete gia bravi o volete accrescere le vostre capacità di reazione fate altrettanto, in acque calme, temperate e protette, profonde circa 1.20 m. L’assistenza di qualcuno è d’obbligo. Se il gioco avviene a rotazione il divertimento è assicurato. Il successo delle operazioni messe in atto va conquistato però l’esperienza che si ricava accresce la consapevolezza e suggerisce l’uso in sicurezza.
Il progetto è previsto per la sola propulsione umana. Non sono state progettate e previste sia la propulsione velica che quella a motore che sono inadeguate.

Renzo Beltrame -  Settembre - ‘09

Collegamenti utili:

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Michela Seconda, 29 anni dopo
Dis. N° 2
Dis. N° 6 Michela Seconda
Fotografie Michela Seconda
Punta piedi
Stabilizzatori
Corde perimetrali
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Sicurezza
Il salvagente
La tecnica della pagaiata
Il kayak, noi e l’essenza
 
 
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