Renzo Kayak
CONSIGLI DI PREVENZIONE
Il
consumismo, l'esasperazione della pubblicità, il voler fare notizia o tendenza
a tutti i costi, la cultura dell'estremo, non dissociata alla volontà di
lucrare su tutto fa sì che la faciloneria, l'inconsapevolezza e sopratutto
l'inesperienza prevalgono sulla ragione dell'individuo che, in questo modo,
trascura la prevenzione. E' capitato che il più esperto, coinvolgendo un amico
alle prime armi in una gita dal tranquillo esordio, abbia dovuto costatarne un
fatale epilogo. E' veramente stupido trasformare una gita, programmata per
distendersi, ritemprarsi e divertirsi, in un fallimento o peggio in un disastro,
anche se piccolo. Il buon senso dovrebbe sempre far da padrone e chi lo possiede
fa tesoro dell'esperienza altrui poiché accresce la sua consapevolezza.
I
consigli che seguono sono rivolti a coloro che utilizzano il kayak sui laghi,
sul mare o sui fiumi di pianura dal corso lento.
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Non date credito a chi reclamizza lunghi percorsi turistici, adatti a chiunque,
quando ben pochi principianti pagaiano per 10 Km. o meno, in favorevoli condizioni d'acqua e
vento, senza avvertire acciacchi o indolenzimenti il giorno seguente.
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Attenzione; il fiume ed il torrente solitamente non hanno acque profonde anzi è
più vero il contrario. I punti pericolosi possono essere ispezionati poi si
devono predisporre le sicurezze e gli aiuti. Le rive sono vicine e, quando
succede di ribaltarsi e di fallire l'eskimo, si possono raggiungere con relativa
facilità da soli o aggrappati al kayak, con o senza l'aiuto dei soccorritori
disseminati lungo il percorso.
Nel
mare o nei laghi la costa o la riva può essere lontana di conseguenza non
conviene abbandonare il kayak e nuotare, meglio l'eskimo o i metodi di soccorso
collettivo che occorre conoscere ed aver praticato in via preventiva.
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Nel fiume la direzione è obbligata mentre nel mare o nei laghi le condizioni
meteorologiche possono rendere difficoltosa o impraticabile la rotta
programmata.
LE REGOLE D'ORO DEL KAYAKER
Questi
consigli sono rivolti principalmente a chi pratica, in gruppo, il turismo
giornaliero sotto costa.
L'organizzazione del kayak, delle
attrezzature e dell'equipaggiamento.
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E' preferibile avere un kayak di un colore che varia tra il giallo, l'arancio,
il rosso ed il magenta poiché questi colori sono più visibili nelle varie
condizioni meteorologiche. Anche il bianco è visibile ma si confonde quando le
onde hanno la cresta spumeggiante, cioè quando bisogna farsi scorgere. Se il
vostro kayak è poco visibile, è necessario indossare indumenti appariscenti.
Pitturate le pale della vostra pagaia con colore visibile, possibilmente
fluorescente.
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Il vostro kayak e l'equipaggiamento devono sempre essere in perfetto stato.
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Non devono mai mancare una sassola ed una spugna per lo svuotamento, salvo
quando si possiede una pompa installata.
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Assicurare una corda a prua con la rimanente parte a portata di mano, in
corrispondenza del pozzetto.
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Le maniglie di prua e poppa devono poter sporgere dal kayak poiché, se questo
rotola in acqua, una volta afferratolo, non si rischia di farsi male alle dita o
al polso.
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La deriva, il timone, anche se utili per tenere la direzione, sono d'ostacolo
all'eskimo come pure i carichi sistemati sul ponte anteriore o posteriore.
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E' consigliabile fissare sul ponte una pagaia di scorta (meglio se divisibile)
che è soprattutto utile in condizioni di mosso quando è incredibilmente facile
perdere quella che si sta usando.
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Gli indumenti indossati devono essere adatti alla stagione o alle condizioni
meteo previste. Meglio soffrire un
po' di caldo (perché le abluzioni o i coricamenti a destra e sinistra sono dei
buoni sistemi per rinfrescarsi) piuttosto che patire il freddo specie se
bagnati. Un uomo di mare tunisino affermò che il marinaio è come una galletta,
solida fin tanto che è asciutta........
La
muta e la sottomuta si rivelano indumenti necessari.
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I mezzi di segnalazione, il fischietto e la torcia elettrica, sono obbligatori e
non devono mai mancare.
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Il giubbotto di salvataggio va sempre indossato perché è d'obbligo.
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Il sedile del vostro kayak deve essere confortevole e deve offrire supporto ai
fianchi per garantirvi migliori condizioni di stabilità e sicurezza.
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Non imbottite il fondo del sedile per guadagnare in confort, 2 o 3 centimetri di
spessore in più significano una notevole perdita di stabilità.
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I poggiapiedi devono assicurare un buon appoggio.
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Nei kayak, senza gavoni stagni, sono necessari i sacchi di punta.
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Il kayak deve avere un pozzetto che consente un buon ancoraggio delle
ginocchia.
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Il paraspruzzi non è un optional, va sempre indossato.
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Il kayak non è l'imbarcazione ideale per prendere il sole perché scherma quasi
tutto il corpo. Si racconta che certi kayaker indossino, d'estate, camice
bianche con maniche lunghe, polsini abbottonati e qualche buontempone è stato
visto con il farfallino.
L'organizzazione della gita
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L'esperienza e la capacità dei più bravi deve essere al servizio dei meno
esperti.
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Le informazioni raccolte localmente possono essere decisive per organizzare una
bella gita.
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Affidarsi all'esperienza di gente seria, consapevole ed esperta.
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Chi condiziona la programmazione e lo svolgersi della gita è il partecipante
meno esperto, cui tutti gli
altri si devono adeguare.
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Il più esperto deve conoscere i limiti di ciascun partecipante e decidere in
base alle capacità dei meno esperti.
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Il più esperto è quello che all'ultimo momento, se le condizioni non sono
sicure, deve annullare la gita e guai se facesse l'opposto.
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Se tutti sanno fare l'eskimo e decidono di affrontare condizioni nelle quali il
ribaltamento è una probabilità è meglio rinunciare alla gita perché al primo
eskimo ne seguirà probabilmente un secondo, poi un terzo......e così via fino
alla rinuncia o peggio alla tragedia. La gita è un divertimento, perché
trasformarla in un incubo?
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Oltre alla definizione degli approdi programmati è bene definire, se possibile,
quelli d'emergenza che tutti devono conoscere prima di salpare.
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Quando si organizza una gita è bene informare la Capitaneria o il Servizio di
Sorveglianza e, in caso di repentino cambio delle situazioni meteo, informare
nuovamente con telefonino, circa i provvedimenti presi, ad esempio; ritorno al
punto di partenza senza problemi, approdo alternativo o altro, in modo da non
coinvolgere i Servizi di Sicurezza in ricerche inutili a scapito di chi
realmente potrebbe aver bisogno.
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NON SUPERARE LE FASCE DI RISPETTO ENTRO LE QUALI NAVIGARE, non intralciare in
nessun modo le rotte delle navi, traghetti, servizi di linea e siate molto
tolleranti anche quando avete diritto di precedenza perché il vostro kayak non
è un incrociatore.
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Mettetevi sempre nelle condizioni di farvi scorgere o sentire.
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Tenete sempre a portata un fischietto valido ed una pila completamente
impermeabile ed efficiente.
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Anche se il kayak non richiede la patente nautica imparate quello che i
patentati devono conoscere, così navigherete meglio.
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Come per il nuoto anche per il kayak, imbarcazione bagnata, esistono tempi di
rispetto per la digestione, non derogate!
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Non si va in kayak se le condizioni fisiche non sono ottimali.
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E' bene saper percorrere, in piscina, 2, 2.5 Km. a nuoto poiché in caso di
ribaltamento, dovendo nuotare in condizioni avverse, senza aiuto trascinando il
kayak, si possono fare, senza troppa apprensione, quei 300 m. che ci separano
dalla riva.
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In Italia la massima distanza di allontanamento dei natanti da spiaggia
(mosconi, pedalò, canoe, gommoni a remi, kayak non pontati, barchette a remi)
dalla riva è di 500 m. Questa distanza può essere ridotta dalle capitanerie di
porto. Sul lago di Garda, ad esempio, nella zona di Desenzano, tale distanza è
ridotta a 300m. I Kayaker, con
paraspruzzi e salvagente (omologato CE) indossato, possono navigare nella fascia
costiera compresa entro il miglio (1852m.) dalla costa.
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Siate umili e coscienziosi, evitate i rischi.
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Meditate sulla prevenzione praticata dagli Eschimesi.
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Allenatevi al peggio, in gruppo ed in condizioni di sicurezza.
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Mantenete il fisico allenato anche quando non utilizzate il kayak.
- Leggete libri sull'argomento
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AVVERTENZA : Il Kayak non è un windsurf ! Il windsurf è nato per planare sulle
onde quando il vento è forte. Il suo nocchiero sfrutta abilmente l'equilibrio
dinamico perché la forza propulsiva è fornita dal vento.
Il
kayaker impiega anche lui l'equilibrio e la forza propulsiva dei suoi muscoli ma
talvolta l'esigua superficie del kayak ed il suo corpo esposti all'azione del
vento sono più che sufficienti a vanificare lo sforzo propulsivo. Il kayaker
non può dirigersi dove vuole ed è in balia delle forze della natura quindi non
si deve avventurare in presuntuose e pericolose competizioni con i surfisti.
Meglio aspettare il calare del vento ed entrare in acqua quando le onde sono
ancora turgide. Nel surf il casco è d'obbligo.
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Comportatevi come i veri lupi di mare che non hanno mai sfidato le avversità ma
le hanno evitate o assecondate, potendo così in età avanzata, raccontare tutte
le avventure trascorse e felicemente superate, raccogliendo sempre ammirazione.
- Divulgate
questi consigli.
R. B. 01/09/01 agg. 12/02/04 agg. 28/09/06
Dove imparare | Le tecniche | La paura |
Come si trasporta | Il Salvagente |