La ricerca di nuovi ingressi è essenziale per l'esplorazione di nuove
cavità, e per estendere la conoscenza di un ambiente carsico.
La prospezione sul campo è preliminare ed indispensabile prima di
intraprendere una seria attività speleologica a lungo termine
in una area carsica.
Essa serve per conoscere i luoghi, e per localizzare gli ingressi
delle cavità.
Prima di andare sul campo è bene raccogliere quante piu`
informazioni possibile, anche di carattere non prettamente speleologico:
carte topografiche, in scala 1:25000 e/o regionali in scala 1:10000;
carte e pubblicazioni escursionistiche; fotografie aeree; dati climatici
e logistici; contatti con gruppi locali e con altri gruppi che hanno
già operato o che sono tuttora attivi nella zona; informazioni
sullo stato della ricerca speleologica, posizionamenti di cavità
note e loro rilievo.
Spesso informazioni di carattere logistico/burocratico risultano pure
indispensabili: permessi di accesso ad aree protette, permessi di
pernottamento, etc. Per questi occorre contattare le autorità
competenti.
Sul luogo occorre essere equipaggiati con strumenti per l'orientamento: bussola (quelle da escursionismo sono dotate di righello, graduato in millimetri e in pollici, e spesso anche da una lente), orologio, altimetro (esistono in commercio orologi digitali con altimetro incorporato, che arrivano a precisioni di circa 10 m), carta topografica, binocoli, GPS, torcia elettrica, tacquino (possibilmente con carta millimetrata) e matite.
Dato che l'attività di prospezione comporta molto movimento all'esterno e molti spostamenti, l'equipaggiamento deve essere contenuto al minimo: un peso eccessivo oltre ad affaticare, impedisce i movimenti e riduce l'efficacia della ricerca. Questo è tanto più importante quando la prospezione dura alcuni giorni, per cui occorre portare viveri a sufficienza e l'equipaggiamento per pernottare.
I vestiti devono essere leggeri e ad asciugatura veloce. Una calzamaglia con maglietta, utilizzabili sia in caso di freddo che per la notte, pantaloni lunghi in tela e maglietta, per il giorno. La felpa (o maglione) e la giacca sono comunque indispensabili. Come guanti si usano guanti da lavoro (si trovano in ferramenta): vanno benissimo per scavare i potenziali ingressi e anche per l'esplorazione preliminare di questi (nel caso fortunato). Eventualmente guanti di lana, o moffole se fa freddo. Sono opzionali il cappello o il berretto, a seconda della stagione, come pure il foular o la sciarpa, ma pesano poco per il confort che procurano. Indispensabile la mantella impermeabile poncho), perché le condizioni atmosferiche cambiano facilmente in montagna. Infine le mutande, e le calze. Del ricambio di mutande si puo` fare anche a meno per un giorno; quello delle calze e` molto piu` importante visto che si deve camminare molto.
Come calzature (a nostro avviso) sono in genere preferibili gli scarponcini (di peso intermedio) piuttosto che gli stivali. Questi ultimi fanno sudare parecchio il piede impedendogli di traspirare; possono essere comunque usati in particolari situazioni. Si possono usare anche le ghette (di nylon impermeabile o di cotone traspirante a seconda della situazione): proteggono le gambe, evitano che polvere, sassolini, legnetti finiscano negli scarponcini, e servono per fermare le gambe della tuta, semmai si entri in una grotta.
I
bastoni da trekking
per marce di avvicinamento lunghe.
I bastoni da trekking servono per dare maggior equilibrio al corpo
nella mrcia su terreni accidentati e per allegerire il peso sulle
articolazioni (ginocchia, caviglie, spina dorsale)
scaricandone una parte attraverso le braccia sui bastoni.
La loro lunghezza e` regolabile da 60-70 cm a 130-145 cm.
Sono formati da tubi scorrevoli uno dentro l'altro, bloccando i quali
si regola la lunghezza. Tradizionalmente il bloccaggio delle
sezioni avviene mediante un sistema composto da un meandrino ad
espansione inserito in una vite conica.
Per la lunghezza corretta l'avambraccio deve formare un angolo di circa
90o col bastone. Percio` si usano piu` corti in salita
e piu` lunghi in discesa.
L'impugnatura e` solitamente anatomica e fronita di lacciuolo regolabile.
Possono avere un sistema ammortizzante a molla inserito nell'impugnatura.
Non devono essere lubrificati, ma vanno tenuti puliti da acqua, fango e terra.
Per una miglior cura si smontano le sezioni e si ripuliscono le parti
e le superfici interne.
[FIXME PESO ? www.gipron.it]
La tenda, il sacco a pelo, e il materassino sono essenziali se si prevede di restare piu` di un giorno. Di notte fa comunque freddo e un adeguato riposo è importante per una proficua attività di ricerca. E` possibile portare il solo sacco a pelo (oppure anche il materassino) se si conoscono dei ripari in cui rifugiarsi in caso di maltempo. In caso di necessità potremo usare la mantella impermeabile per fare un riparo di fortuna per una notte (ma poi sara` il caso di tornare a casina).
L' atrezzatura speleo è ridottissima: quando si fa
prospezione si cercano gli ingressi, non si esplorano i grandi complessi.
Pertanto si porta un
imbrago
leggero (eventualmente fatto con un
pezzo di fettuccia), il
delta col
croll,
la longe doppia (due moschettoni
di cui uno in acciaio) e
un cordino (per fare una maniglia con un nodo autobloccante), il pedale
(opzionale se pensiamo di risalire i pozzi a braccia).
Se vogliamo un ulteriore moschettone (a ghiera in lega) per emergenza.
Come discensore si usano due moschettoni.
Il
casco
è indispensabile, ma si porta solo l'illuminazione
elettrica, più compatta e leggera dell'acetilene.
La tuta non e` necessaria:
si puo` entrare negli ingressi con i pantaloni
di tela e la giacca.
Come guanti usiamo quelli da scavo (cioe` da lavoro).
Come già detto la calzature sono le stesse che abbiamo per la
prospezione esterna.
Non occorre che ognuno abbia la propria atrezzatura speleo: una
atrezzatura ogni due o tre componenti e` sufficiente, pertanto essa
sarà condivisa (a parte guanti e calzature).
Inoltre occorre portare una corda, la cui lunghezza dipende dal tipo di
carso che si esamina (30 o 50 m) e due fettuccie per armi naturali.
La corda viene utile anche per scendere in doppia su paretine
all'esterno.
Come materiale da "disostruzione" si portano:
mazzetta (800 gr), punta, e leverino.
I viveri: cibo ed acqua. Sono importanti, perché dobbiamo alimentarci e dissetarci, eppero' pesano e occupano spazio. I carsi possono essere dei veri deserti dove non si trova una goccia d'acqua. Se non prevediamo di trovare acqua dovremo portarne una scorta adeguata (2-3 litri per persona al giorno se fa caldo, almeno la meta` se fa freddo). Una volta si usavano le borraccie; oggi queste sono rimpiazzate dalle bottiglie di plastica piu` leggere (e comprimibile una volta vuote): la misura migliore e` 1.5 o 2 litri. Se c'e` neve e` possibile ottenere acqua sciogliendola (bisogna comunque integrarla di sali e spesso purificarla). In alta montagna è possibile trovare corsi d'acqua dello scioglimento di ghiacciai (integrarli di sali). Nei casi fortunati si conosce la presenza di fonti. Al limite si possono trovare vecchie cisterne (la cui acqua deve sempre essere purificata con amuchina; al 0.01 %, cioe` una goccia per un litro). Nel caso (sfortunato !!!) che piova, si puo` raccogliere l'acqua piovana, disponendo la mantella a mo' di imbuto.
Evitare cibi imballati: occupano tanto volume e generano tanta spazzatura (che dovremo riportarci a valle). Percio' pane (pagnotte che si conservano a lungo) in sacchetti di carta, formaggio stagionato, e salami. Verdure, come carote e sedano, e frutta (mela e agrumi: limoni in particolare). Dolciumi: frutta secca e biscotti (secchi) in sacchetti di carta. Il the è meglio del caffe` (oltre alla comodita` delle bustine). Il the caldo disseta anche quando si suda, e riscalda quando fa freddo. Zucchero in un barattolo di plastica. Si puo` portare della pastina (a veloce cottura 2 minuti; in un sacchetto di plastica per alimenti) per fare qualcosa di caldo, con un po` di sale e aglio (chi vuole anche i dadi). Al posto della pastina si possono usare le minestre precotte disidratate, anche se comportano un poco di spazzatura. Indispensabile il fornelletto con il pentolino (da 1/2 litro per il the` e da 1-1.5 litri per la pastina), il coltello e il cucchiaio.
Altri alimenti per maggior confort (vino, alcolici, torte, latte, yogurt, caffe`, paste e sughi, ...) devono essere presi in considerazione in relazione alla difficoltà/possibilità di approvigionamento, cioe` di trasporto sul luogo di prospezione.
A questo punto possiamo riepilogare il peso che ognuno deve portarsi.
Materiale personale | Materiale collettivo | ||
Zaino | 2000 gr | Atrezzatura speleo | 2000 gr |
Vestiti | 3500 gr | Corda | 2000 gr |
Sacco a pelo | 1700 gr | Mater. da scavo | 2500 gr |
Scarponi | 2000 gr | Tenda | 3400 gr |
Per i vestiti abbiamo considerato: felpa 700 gr, giacca 600 gr,
pantaloni 600 gr, magliette e calzamaglia 400 gr, mantella 700 gr,
altro (guanti, berretto, calze, mutande) 500 gr.
Il sacco a pelo da 1600 gr e` un buon sacco in piumino adeguato anche
per l'inverno. Assieme e` considerato il materassino 100 gr.
L'atrezzatura speleo comprende: imbrago (250), delta (145), croll (152),
due moschettoni lega ghiera (2x70), uno acciaio (140), casco e luce (550),
cordini e longe (250), batteria (300).
La corda corrisponde a circa 40 metri da 9.
I materiali da scavo comprendono: mazzetta (1000) punta (600) e leverino (800).
Percio` ognuno ha circa 8.5 Kg di materiale personale, e 3.5 Kg di materiale collettivo (pensando di essere in tre), per un totale di 12 Kg. A questo si deve aggiungere il cibo e soprattutto l'acqua (fino a 3 Kg/giorno).
Far battuta e` certamente piu` stancante che non esplorare le grotte. Si cammina moltissimo, percorrendo il paesaggio carsico su e giu` continuamente. L'ambiente puo` variare da nudi campi solcati (in alta montagna), a pendii con copertura arborea d'alto fusto (nelle zone non eccessivamente alte del carso alpino), a zone con fitto bosco e sottobosco, fino ad arrivare alla fitta macchia mediterranea.
Definire l'area di battuta. Suddivisione usando riferimenti geografici chiari e ben identificabili.
Segnare le zone battute: annotare su carta i posti visti e cosa si e` trovato (o non trovato); marcare (con piccole sigle visibili a circa 10 m) gli ingressi, le fessure, etc. Si possono utilizzare vernici in tubetto. Annotare le correnti d'aria, le temperature, quote, condizioni atmosferiche, data e ora, etc.
Se si trova un ingresso uno entra e fa una veloce prospezione della zona iniziale. Quando esce scrive la relazione, con uno schizzo a memoria. La sua visita ha lo scopo di accertare se l'ingresso puo` o meno diventare una grotta.
Il compagno intanto procede a localizzare l'ingresso: rileva la quota con l'altimetro, e traguarda alcuni punti di riferimento con la bussola (cime di montagne, campanili, torri) misurando gli angoli che formano con il nord. Dovrebbe correggere la misura per tener conto della declinazione magnetica se la precisione delle misure e` superiore alla declinazione. Se traguardando un punto notevole osserviamo che la sua direzione forma un angolo A col nord, allora la linea che va da noi a questo punto sulla carta forma un pari angolo A con la verticale (nord) (vedi figura). Si riportano le direzioni sulla carta e con due (o, meglio, piu`) punti di riferimento si localizza la posizione dell'ingresso come intersezione di queste linee.