Sei uscito di grotta dopo aver preso freddo per fare una lunga serie di misure e molte pagine di schizzi sul tuo quaderno, e te ne torni a casetta. Il giorno successivo, perch%egrave; non devi lasciar passare troppo tempo, raccatti il tuo quadernetto e ti siedi davanti ad un tavolo per vedere cosa si riesce a tirarne fuori.
Grotta Maddalena - Ramo delle Eccentriche 31 Luglio 1989 Friesen Gonzaga Sules SCALA 1:500
Le scale
di norma utilizzate per disegnare le grotte sono due:
Appoggia il goniometro sul foglio e fai coincidere il centro del goniometro con il punto "1". Ruota il goniometro sino ad allineare con le righette della carta millimetrata le tacche poste in corrispondenza dei valori: 0, 90, 180, 270, tenendo lo zero in lato, ti sarà facile perché sono marcate in modo evidente.
Il tuo foglio che tu tieni orizzontale, devi immaginare che si trovi
in verticale e che quindi spostandoti in alto sul foglio è
come se tu salissi e, viceversa, spostandoti in basso è come se tu
scendessi. Esempio
Guarda il primo valore dell'inclinazione che hai sul quaderno, ad esempio quello da 1 a 2. Se è un valore positivo, ad es. +15, parti dal valore 90 e conta 15 tacche verso l'alto. Se è negativo, ad esempio -7, parti dal valore 90 e conta sette tacche verso il basso. Quando sei arrivato alla tacca giusta fai un puntino sul foglio, con la matita, togli il goniometro, prendi la squadra e posala sul foglio in modo che tu possa disegnare una riga che passa per il punto 1 e per quello che hai trovato col goniometro.
Ora fai coincidere lo zero della squadretta con il punto 1 e lungo la riga che hai disegnato riporta, nella scala che hai scelto, la distanza che hai rilevato in grotta fra il caposaldo 1 e il caposaldo 2.
In questo modo hai trovato il caposaldo 2. Misurando con la squadretta quando sei sceso o salito rispetto alla linea della carta millimetrata che va da sinistra a destra su cui si trova il punto 1.
Fatto questo cancelli il tratto di riga che non ti serve, metti il centro del goniometro sul punto 2 e ripeti tutte quante le operazioni, sino a trovare il punto 3. E cosí via.
Quando hai trovato anche l'ultimo punto hai disegnato la poligonale del profilo della grotta o galleria che hai rilevato. Ora devi solo aggiungere intorno a questo scheletro il disegno del pavimento e del soffitto, copiandoli dallo schizzo che hai fatto in grotta sul tuo quaderno.
Il profilo ti mostra se e quanto scende o sale la galleria e ti consente di calcolare il dislivello che hai percorso. Per saperlo è sufficiente che tu legga con la tua squadretta la distanza tra le righe della carta millimetrata che vanno da destra a sinistra (le orizzontali nella realtà) su cui si trovano il primo e l'ultimo punto del disegno (il primo e l'ultimo caposaldo nella realtà). Confronta il valore che hai letto con la scala del disegno e ora sai quello che desideri tanto conoscere: il Dislivello.
Nel disegno se misuri in scala la riga "h" puoi conoscere il dislivello. Ad esempio, se il disegno è in scala 1:500 e con la squadretta leggi 5,7 cm il dislivello reale è 28 metri.
Hai disegnato l'andamento del pavimento e del soffitto di ogni singolo tratto che hai misurato, uno di seguito all'altro, senza preoccuparti se la galleria fa delle curve verso destra o verso sinistra; in pratica non hai fatto un disegno che copia la realtà ma l'operazione che puoi vedere nel disegno qua sotto.
Il risultato, se credi, è quello che avresti potuto fotografare da un lato ogni singolo tratto di galleria del tuo rilievo e mettendo le foto una accanto all'altra. O meglio, hai proiettato ogni singolo tratto del rilievo su un diverso piano verticale e poi hai accostato fra loro le proiezioni. Questo modo di disegnare il profilo è accettato da tutti (che sia un'altra convenzione? E sì) e TUTTI i rilievi delle grotte sono fatti in questo modo, in tutto il mondo.
Concludendo: il profilo non ti da' NESSUNA in formazione sulle curve
che la grotta fa, per questo la tua fatica non e` ancora finita.