G.Guerriero, "Qualche novita` su nodi e fix", SpeleoCai 5 (1991) p. 22.
G.Badino, "Nodi sul traino", Grotte 105 (1991) p. 42-45
G.Badino, "Il nodo a serraglio", Grotte 106 (1991) p. 44-45
F. Battaglin, "Nodi ultima frontiera", Imprimitur ed, 1995.
Questa sezione riduarda ancora i nodi.
Si tratta pero` di nodi speciali.
Sono nodi che solitamente non si usano, che non sono necessari per
l'esplorazione speleologica, ma che in particolari occasioni possono
risultare piu` convenienti dei nodi di base.
Saperli non e` dunque necessario.
Pero` e` utile, e impararli ci serve per riflettere sui principi di
funzionamento dei vari nodi, e all'occasione anche se non ci
ricorderemo esattamente di quel particolare nodo, saremo comunque
in grado di escogitare un nodo che funzioni adeguatamente (magari
sara` un nuovo nodo, mai discusso sui manuali come questo).
4.A.1 Le varianti del nodo bolina
Ci sono alcune varianti del bolina utilizzabili per particolari ancoraggi.
Il primo (a sinistra in figura) e` un bolina in cui
il capo morto viene bloccato facendolo ripassare dentro il nodo, e va bene
per gli ancoraggi di partenza. Ha il pregio di richiedere poca corda.
Il secondo [1074] (a destra in figura) e` un nodo Yosemite fatto con un doppino e in cui il capo libero esce esterno. Ne risulta un nodo coniglio fatto con il principio di annodamento del bolina. E` adatto ad ancoraggi di partenza doppi. E` facile fare anche un coniglio a tre gasse basato sul bolina. Basta eseguire il nodo con corda doppia (senza il bloccaggio Yosemite), due gasse vengono dal bolina, la terza e` il doppino.
Il terzo e` adatto per frazionamenti. Si tratta di un bolina fatto con
corda doppiata e bloccato
sul capo libero con la tecnica Yosemite, cioe`
l'asola viene fatta ripassare nel nodo girando intorno sia al
cappio del bolino che alla corda doppia. Ne risulta una gassa
sotto al nodo che puo` essere utilizzata
per la longe di sicura durante il cambio attacco.
Questo nodo richiede pero` molta corda (114 cm di spire).
Il bolina sul doppino e` adatto anche per corde lesionate. Si esegue il nodo lasciando la lesione sull'anello del bolina e utilizzando la gassa che esce come gassa di allongiamento nel passaggio del nodo. Il problema e` che gassa e lesione stanno dalla stessa parte del nodo. Con lo yosemite sul doppino la gassa esce piu` comodamente dalla parte opposta.
Il nodo bolina puo` essere utilizzato per collegare il capo di una
corda nel mezzo di un'altra. Cosi` fatto si chiama piu` propriamente
nodo di scotta [1431].
Il capo agganciato e` quello in basso in figura.
Il capo libero deve essere bloccato sulla corda con un nodo semplice,
o con un nodo inglese.
Puo` essere usato anche per giunzioni. Eseguito nel modo canonico, i due capi morti escono dalla stessa parte (v. figura, nodo a sinistra). Nel nodo di scotta sinistro i due capi escono da parti opposte (al centro in figura). Pero` quello migliore e` il nodo di scotta doppio [1434] (a destra in figura).
4.A.3 Il nodo a bocca di lupo [1859]
Un altro modo per attaccare la corda ad un anello senza usare un
moschettone consiste in un modo a otto la cui gassa e` rivoltata a
bocca di lupo sull'anello.
Il solo nodo a bocca di lupo non e` sufficiente perche` scorre sotto
carico.
4.A.4 Il nodo parlato (del battelliere) [1178]
Il nodo parlato puo` essere
utilizzato per bloccare meglio la corda
quando si fanno armi naturali su spuntoni di roccia o concrezioni.
Se lo si guarda bene e` facile vedere che si tratta di un barcaiolo [1177]:
il principio e` lo stesso, cioe`, blocccare la corda intrecciando
le spire.
4.A.5 Il nodo piano [74-1024-1402]
Il nodo piano (o terzaruolo) e` da usare solo per chiudere i sacchi.
Occorre fare attenzione che i capi della corda escano dalla stessa parte.
Se ci pensate un po' e` il nodo che si fa per allacciare le stringhe delle
scarpe!
Da non confondere col nodo vaccaio (in basso nella figura) [464-1405], in cui i capi della corda escono da parti opposte. Questo tende a sciogliersi con estrema facilita`.
E` importante che la spira della coda (in rosso nella figura)
avvolga le "orecchie", cioe` le gasse superiori, intrecciandosi.
I due capi di corda che formano la coda vanno in direzioni opposte.
In tal modo che se la coda rientra nel nodo
si genera una ulteriore spira superiore anziche`
scioglierne una.
La coda puo` essere fatta anche su altri nodi.
In particolare sul nodo ad otto cosicche` si ottiene una gassa
utilizzabile per facilitare il superamento di un frazionamento molto
aereo.
Riguardo al coniglio ricordiamo che il nodo coniglio puo` essere fatto
anche su altri nodi, oltre che sull'otto e sul bolina come gia` visto.
Per esempio sul nodo farfalla o sul guardafili (v. sotto). Si tratta
di passare l'asola finale doppia e rivoltare il cappio sul nodo.
Dato che questo nodi sono usati per corrimani e traversi l'utilita`
di questi conigli si riscontra quando occorre
doppiare un armo di traverso.
4.A.6 Altri nodi Coniglio [FIXME ...]
Il nodo coniglio serve per fare armi in cui due attacci lavorano
simultaneamente. Ebbene e` possibile fare un nodo coniglio anche con tre
gasse, uno con quattro gasse, e anche piu`.
Penso che l'utilita` pratica venga meno oltre le tre gasse.
Comunque eccovi come si fa.
Per il coniglio a tre gasse (figura) si parte con un coniglio tradizionale.
Pero` invece di rivoltare l'asola sopra le due orecchie per formare
il coniglio, si gira l'asola attorno alle spire del nodo e la si fa
rientrare a formare la terza gassa. E` meglio se le spire dell'asola
passano in mezzo alle altre.
Il coniglio a quattro gasse e` ancora piu` semplice. Fatto il coniglio
normale (a due gasse) si riportano le due orecchie
nel nodo come se si stesse facendo un doppio coniglio
e si rivoltano le due asole attorno alle orecchie stesse.
Il coniglio con la coda viene costruito come un normale coniglio,
pero` prima di stringere il nodo si passa un doppino del capo a monte
all'interno delle spire in modo da agganciare le due "orecchie"
e formare una gassa sotto il nodo.
Questa gassa e` utile per attaccare la longe durante il passaggio
dell'armo.
4.A.7 In nodo farfalla [1143]
Il nodo farfalla va bene sui corrimani eccetto che sul primo spit
perche` puo` scorrere.
Un modo per eseguirlo e` indicato nella figura a destra. Si fanno due anelli sulla corda, lasciando "dietro" la parte di corda fra i due. Si forma un doppino su questa, e lo si porta davanti, per infilarlo nei due anelli.
[FIXME: E` possibile fare un secondo giro su uno, o su entrambi i capi di corda (nodo yugoslavo). Non sembra che aggiungano molto al nodo se non complessita` e ingombro. ]
Il nodo farfalla e` anche utilizzabile come nodo ammortizzante, cioe` come nodo che scorre in caso di sollecitazioni forti, assorbendo parte della energia. I nodi ammortizzanti si montano appena sotto l'armo quando
4.A.8 Il nodo di Tonneggio [160]
E` un nodo per sollevare carichi, utile nelle disostruzioni, quando si
eseguono paranchi per spostare, seppur di poco, grossi macigni.
Consiste nel bloccare la corda con due ganci: uno di questi viene fatto
intorno al doppino finale, l'altro tra questo e il carico (e serve per
evitare che sotto sforzo il primo si stringa troppo).
In tal modo il nodo e` facilmente scioglibile anche dopo esser stato teso
con grossi carichi.
4.A.9 Il nodo ad otto con pedale [FIXME ...]
Il mezzo nodo ad otto (v. sotto) puo` essere confezionato anche
con un pedale che facilita il superamento del frazionamento quando
mancano gli appoggi per i piedi.
Si tratta di una gassa sulla corda a monte che rientra nel nodo
escendo da sotto.
Il mezzo giro sulla corda a monte dietro la gassa dell'otto, e
il passaggio del doppino del pedale tra la corda a monte e la gassa
sono essenziali per evitare che il pedale scorra tirandosi la corda
a monte.
Consideriamo ora alcuni nodi scioglibili dal basso. Questi possono risultare utili quando si disarma un risalita per non scendere in corda doppia.
Nel disarmo di una risalita, se si puo` abbandonare una maglia rapida
sull'armo, il nodo migliore risulta il nodo semplice.
Si giuntano due corde formando un nodo semplice sulla corda doppia:
le due corde entrano nel nodo dalla stessa parte.
Questo risulta abbastanza grosso da bloccarsi contro la maglia rapida.
Si puo` quindi scendere su una corda e recuperarla poi tirando l'altra.
Se si dispone di una sola corda si esegue il nodo su un doppino a meta`
corda.
Se ganciato una sola volta il nodo tende a scorrere sul moschettone.
Ganciato due volte, come in figura, e` invece affidabile.
Si puo` ganciare anche ripetutamente piu` volte fino a sentirsi proprio
sicuri.
[FIXME ???]
Una interessante variazione sul tema consiste nel ganciare il doppino
dietro: si fa passare l'asola del gancio attraverso il moschettone
e si passa il doppino dietro al moschettone [396].
[FIXME FORSE CI VORREBBE LA FIGURA]
4.A.9 Il nodo mezzo collo ganciato [395]
Il nodo mezzo collo ganciato e` il primo di una serie di nodi riportati
da Ashley utilizzabili per sganciare la corda dal basso.
Tutti bloccano la corda con un gancio sul doppino di un capo di corda.
Quando si tira questo capo il doppino esce dal gancio e libera il nodo.
Un altro interessante nodo sganciabile e` il nodo dei muli [FIXME ???].
Si forma un anello dietro la corda che scende, tenendo il capo davanti.
Quindi si passa un doppino fatto su questo intrecciando l'anello
e la corda che scende.
Dalle figure sembra abbastanza complicato, in entrambe le versioni.
In realta` si tratta di un intrecci a otto che blocca il doppino.
Quest'ultimo entra da destra o da sinistra nelle due versioni
rispettivamente.
4.A.10 Il nodo parlato rovesciato ganciato [397-398]
Il secondo nodo suggerito da Ashley e` il nodo parlato rovesciato
ganciato, di cui ne propone due versioni.
Dice che e` un nodo sicuro e facile da sciogliere dopo averlo usato.
4.A.11 Il nodo scorsoio ganciato [1715]
Questo nodo e` adatto per disarmare risalite. Permette di attaccare la
corda al moschettone (che verra` lasciato sull'armo) con un nodo
sciglibile dal basso tirando l'altro capo (di sgancio)
della corda.
Il principio del funzionamento di tale nodo e` che l'asola che passa
nel moschettone si strozza su un doppino del capo di sgancio.
E` possibile fare tale strozzatura con una sola spira (figura 1)
o con due spire (figura 2).
Attenzione quando si scende ad attaccarsi al capo della corda che strozza
e non a quello di sgancio. Per cautela mettere sempre la longe
nel moschettone e verificare che lo strozzo dell'asola si efficace
prima di scendere.
Consideriamo ora le maniglie fisse. Spesso ci sono dei saltini, scivoli, etc che non riteniamo di armare in modo canonico, perche` non sono difficili, e un armo rallenterebbe solo la progressione provocando un "blocco". Pero` si armano con una corda che ne facilita il superamento. Per essere efficace, deve essere tale da poter essere utilizzata senza gli atrezzi, percio` con le sole mani. Quindi si ricorre a dei nodi.
A nostro avviso sarebbe meglio dotare la corda di maniglie fisse, fatte con la stessa. Queste risultano piu` facili da utilizzare, soprattutto se la corda e gli speleologi sono molto infangati.
4.A.15 Il mezzo otto [1058]
Il nodo a otto (o
nodo a sette)
risulta ancora una volta una soluzione ideale. E` facile da
fare, resta stretto, e comunque facile anche da sciogliere (se fatto bene).
Si forma un nodo a otto, facendo girare il doppino solo attorno al
capo di corda a monte.
In alternativa e` possibile utilizzare anche i nodi guardafili e farfalla. Pero` mentre il nodo a otto "esce" longo la corda, questi due escono trasversali ad essa.
Il mezzo otto e` utilizzabile per un armo doppio in cui i due punti d'ancoraggio sono molto distanti. Si esegue un mezzo otto con una gassa lunga per attaccarsi ad uno dei due ancoraggi, e si attacca la corda a monte all'altro ancoraggio con un nodo ad otto. Il risultato e` una sola gassa lunga e l'altra sostituita da un nodo ad otto.
Il mezzo otto puo` essere usato anche per attaccare la corda all'armo su frazionamenti in cui non occorre avere una lunga gassa, e in cui la corda a monte arriva al nodo da sopra. Non va bene come primo nodo d'ancoraggio.
4.A.16 Il nodo romano [...]
Il nodo romano e` essenzialmente un nodo ad otto in cui il capo
della corda rientra nelle spire ed esce dalla parte opposta (cioe` da sopra).
E` usato come nodo di rinvio su un frazionamento oppure nelle
tirolesi.
4.A.18 Il nodo dell'agricoltore [1054]
Concludiamo l'elenco delle maniglie fisse di corda con una
altra "perla" di Ashley. Questo nodo sembra complicato, ma e` di esecuzione
facilissima: si avvolge la corda attorno ad una mano tre volte, con il capo
a monte verso le dita. Si prende la spira centrale e la si porta a
scavalcare la spira a monte (quella dalla parte delle dita).
Poi si prende la spira che adesso sta` al centro e la si porta a scavalcare
la spira a valle (quella sul polso). Per una terza volta si prende
la spira che sta` in mezzo e la si fa scavalcare quella dalla parte delle
dita. E` finito! Si estrae la spira che ora sta` nel mezzo e questa
e` la gassa.
Nodi per Emergenze
4.A.19 Il nodo Margherita [1154-1088]
Il nodo margherita (con una miriade di varianti)
serve per accorciare un tratto di corda
senza doverla slegare ai capi.
Consiste nel ripiegare il tratto di corda da accorciare ad S e
nel fare due gangi sui due capi in modo che questi serrino
la parte ripiegata e si blocchino su essa.
Questi ganci possono essere effettuati semplici (gancio di sinistra
nella figura)
oppure col principio del barcaiolo (gancio di destra nella figura).
4.A.21 Il nodo a Palla [FIXME ...]
Il nodo a palla e` un groviglio sulla corda che forma una specie di palla.
Serve in alpinismo sui ghiacciai, per frenare l'eventuale caduta nei crepacci:
quando l'alpinista cade la corda scorre e incide la neva e il ghiaccio;
il rigonfiamento formato dal nodo a palla si blocca nella scanalatura prodotta
fermando la caduta (o almeno frenandola).
In speleologia puo` servire per impedire alla corda di passare attraverso
un moschettone (o un anello), per disarmi di risalite, anche se per questi
riteniamo migliori i nodi sganciabili dal basso, poiche` la palla puo`
incastrarsi durante il recupero della corda.
Qui proponiamo due modi per farlo (v. figura).