Carichi di rottura
- Imbrago
L'imbrago messo su un manichino di legno deve sostenere una trazione
verso il basso di
15 KN per tre minuti senza deformazioni, e a seguito di un
trazionamento perpendicolare per tre minuti la fibbia della cintura non deve
scorrere per piu` di 25 mm.
Carichi di rottura
- Delta
Per quanto riguarda le prove sui
carichi di rottura,
il delta (a "D") in lega
si è aperto, trazionato sulla ghiera, anche con carichi
molto bassi: 400Kg.
La seguente tabella riporta i valori medi (approssimati)
delle prove di resistenza della Commissione Tecniche e Materiali del CNSAS.
Da queste prove risulta che, anche se quelle triangolari risultano piu`
resistenti, entrabe le maglie, di forma semicircolare e
triangolare, sono adeguate per chiudere l'imbrago, purche` di acciaio e
da 10 mm di diametro.
Diametro | Semicirc. 10 mm acciaio | Semicirc. 10 mm lega | Triang. 10 mm acciaio | Triang. 10 mm lega |
---|---|---|---|---|
Trazione longitudinale | maggiore di 5000 Kgp | 2600 Kgp | maggiore di 5000 Kgp | 2600 Kgp |
Trazione trasversale | 1300 Kgp | 1100 Kgp | 3100 Kgp | 1600 Kgp |
La seguente tabella (presa dal catalogo Petzl)
riporta la forza massima d'arresto (in kilogrammi) e
la distanza di scivolamento (in centimetri)
per caduta di una massa di 80 kilogrammi su una lunghezza di un metro di
corda.
Sono considerati i casi di fattore di caduta F=1 e F=2.
La forza di carico statico è la forza statica cui
inizia lo scivolamento dell'atrezzo.
E` misurata in kilogrammi.
Carichi di
rottura
- Discensore
Diametro corda |
Dinamica F=1 | Statica F=1 | Dinamica F=2 | Statica F=2 | Forza di carico statico (Kgp) |
|||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
forza (Kgp) | scivol. (cm) | forza (Kgp) | scivol. (cm) | forza (Kgp) | scivol. (cm) | forza (Kgp) | scivol. (cm) | Dinamica | Statica | |
8 | 100 | caduta | 100 | caduta | 100 | caduta | 100 | caduta | 100 | 100 |
9 | 160 | 60 | 130 | 150 | 160 | 150 | 130 | caduta | 120 | 200 |
10 | 200 | 45 | 290 | 10 | 200 | 80 | 290 | 55 | 230 | 400 |
11 | 210 | 10 | 300 | 0 | 210 | 30 | 300 | 40 | 350 | 480 |
Questa tabella (sempre copiata dal catalogo Petzl) riporta
la forza massima d'arresto
(in kilogrammi) e la distanza di scivolamento (in centimetri)
per caduta di una massa di 80 kilogrammi su una lunghezza
di un metro di corda per i bloccanti.
La caduta su una corda da 8 mm puó
corportare la rottura della corda.
Carichi di rottura
- Bloccanti
La forza di carico statica è la forza statica cui inizia lo scivolamento
dell'atrezzo; è espresso in kilogrammi.
Il danno e` limitato alla calza della corda.
Diametro corda |
Dinamica | Statica | Forza di carico statico (Kgp) |
|||
---|---|---|---|---|---|---|
Forza (Kgp) | Scivol. (cm) | Forza (Kgp) | Scivol. (cm) | Dinamica | Statica | |
8 | 110 | 300 | 120 | 200 | 400 | 450 |
9 | 140 | 90 | 130 | 200 | 430 | 500 |
10 | 150 | 80 | 225 | 90 | 510 | 550 |
11 | 150 | 70 | 240 | 50 | 570 | 600 |
Infatti, tenendo in conto che la lunghezza del pedale e` costante, si
hanno le relazioni, rispettivamente,
Il carrucolino puo` essere fatto con una o con due puleggie.
Nel primo caso (figura a sinistra) la carrucola e` fissata alla maniglia
e il pedale passa sulla carrucola ed e` collegato al delta.
Nel secondo caso (figura a destra) sul delta c'e` una seconda carrucola
ed il pedale risale alla maniglia cui viene fissato.
Nel primo caso la forza sul pedale e` 1/2 del peso, nel secondo 1/3.
Naturalmente l'efficacia della pedalata e` parimenti ridotta di 1/2 e
1/3 rispettivamente.
Un vantaggio del carrucolino e` che la "pedalata" (v. Sez. 3.2) non deve necessariamente essere diretta verso il basso poiche` la forza e` trasmessa al delta dalla puleggia attacata alla maniglia, percio` lo speleologo e` sollevato verso l'alto, senza la necessita` di "tenersi" con le mani alla maniglia. Uno svantaggio (oltre alla ridotta velocita`) e` una maggior difficolta` sugli scivoli a causa del piede che spingendo arreta e non puo` essere appoggiato alla parete. Infine da ricordare l'usura del cavo del pedale dovuta allo scorrimento, che richiede quindi frequenti controlli e ricambiarlo per tempo.
Il discensore, accoppiato con la corda, forma un sistema
convertitore di energia potenziale in calore.
Lo speleologo che scende da sopra alla base di un pozzo perde energia
potenziale, EP = M g H. Questa energia deve essere
convertita in altre forme. L'energia cinetica dello speleologo quando
arriva alla base del pozzo, Ek = (1/2) M v2,
deve essere piccola (altrimenti si fa male): la velocita` v deve
essere dell'ordine di una frazione di metro al secondo.
Supponendo uno speleologo di 80 Kg (M g = 785 N),
su un pozzo di 20 m, l'energia
potenziale risulta circa 15700 J. Se la velocita` e` di 0.5 m/sec,
(che e` un valore medio, ne` lento ne` veloce:
40 sec per scendere il pozzo da 20)
l'energia cinetica finale e` 10 J,
una frazione trascurabile della energia potenziale. Essenzialmente
questo e` il motivo per cui non si salta giu` dai pozzi !
Se lo speleologo scende con velocita` costante, v,
l'energia potenziale prodotta nell'unita` di tempo e`
Questa energia deve essere dunque dissipata durante la discesa. Una parte se ne va in calore a riscaldare il discensore, ed e` in parte dispersa da questo nell'aria. Il calore e` prodotto dall'attrito della corda sulle puleggie del discensore. Una altra parte viene dissipata per attriti interni alla corda, causati dal reciproco scorrimento delle fibre une sulle altre. Anche questa energia se ne va in calore, che scalda la corda. Il riscaldamento e` comunque contenuto: come vedremo piu` sotto, se anche tutta l'energia potenziale servisse a riscaldare la corda si avrebbe un aumento di temperatura di 22oC (per uno speleo di 80 Kg).
Se lo speleologo non scende a velocita` costante
l'energia non e` dissipata uniformemente, a causa delle frenate
e delle accelerazioni.
Inoltre le oscillazioni indotte nella corda a monte dissipano
ulteriormente energia all'interno della corda.
[FIXME: manca una analisi piu` dettagliata]
La forza di attrito sulla puleggia e` Fa,pul = fD R (Pi/2 A) P(a) dove P(a) e` la pressione della corda sulla puleggia, R e` il raggio della puleggia (circa 18 mm), e fD e` il coefficiente di attrito. Il coefficiente di attrito tra corda e il metallo vale 0.3 - 0.5 per una corda secca, e 0.3 - 0.4 se la corda e` bagnata: la corda infatti scorre meglio quando e` bagnata [FIXME: questi valori sono per una corda generica, sembra che vadano bene anche il nylon: prendiamo fD=0.3 - 0.4 ]. Dato che la corda entra nella gola della puleggia bisogna moltiplicarlo per un fattore correttivo: se la gola fosse ad angolo questo sarebbe 1/sen(a) dove a e` la semiapertura dell'angolo. Per la gola circolare (la corda sibusce un leggero appiattimento quando passa nella gola della puleggia e diviene a sezione leggermente ellittica) si puo` prendere 2/Pi [FIXME: questo e` da verificare]. Tenuto conto che la superficie di appoggio trasversale e` Pi/2 A, possiamo prendere il diametro A della corda come sezione trasversale di contatto, e ignorare queste correzioni. L'energia dissipata per attrito sulla puleggia e` dunque
La pressione della corda sulla puleggia e` proporzionale alla tensione T della corda. Questa tensione decresce proprio a causa dell'attrito,
Il coefficiente f tiene conto di tutte le perdite per attrito. Quindi la tensione ha un andamento esponenziale in funzione dell'angolo a di avvolgimento intorno alla puleggia,
Ne risulta che la tensione e` ridotta di un fattore e-f a all'uscita dalla puleggia, avendo indicato con a l'angolo di avvolgimento sulla puleggia (misurato in radianti: 200 gradi corrispondono ad a=3.5). La seguente tabella riporta valori sperimentali di come viene distribuita la forza di frenaggio per uno speleologo di 80 Kg (785 N). Il coefficiente di attrito effettivo f risulta variabile fra circa 0.33 (corda asciutta), e 0.54 (corda argillosa).
prima puleggia | seconda puleggia | rinvio e mano | |
corda asciutta | 461 N | 285 N | 39 N |
corda argillosa | 690 N | 94 N | 1 N |
Analizziamo in dettaglio cosa avviene all'interno della corda quando passa nel discensore. Quando le corda viene avvolta attorno alla puleggia le fibre esterne tendono a scorrere indietro rispetto a quelle interne (v. figura a sinistra). Le fibre scorrono in dietro da una parte sulla puleggia inferiore e dall'altra su quella superiore. Questo scorrimento delle fibre genera attriti interni alla corda. [FIXME: Dal punto di vista delle forze e` la pressione fra puleggia e corda che genera questo scorrimento].
L'andamento della pressione fra le fibre all'interno della corda puo` essere ricavato dalla relazione fra le forze che agiscono su un pezzetto di fibra a distanza r dal centro della puleggia, spessore dr e lunghezza r da (v. figura a destra). La tensione nella corda sia distribuita in modo uniforme fra le fibre [FIXME: quanto e` lo scostamento dalla uniformita`]. Per approssimazione trascuriamo la dimensione trasversale, per cui consideriamo solo la dipendenza della distribuzione di pressione all'interno della corda dall'angolo a e dalla distanza radiale r relativa al centro della puleggia. La densita` di tensione e` quindi T(a)/A . Qui A rappresenta la dimensione della corda, cioe` il diametro. La forza sulla faccia laterale di altezza dr e` F(r,a) = T(a) dr/A. Dal diagramma delle forze risulta (r da) (dP/dr) dr = T(a)/A dr da . Percio`
dove, nel nostro caso la pressione esterna Pest e` nulla, perche` non c'e` nulla che comprime la corda (almeno nel discensore simple).
Per l'energia dissipata per attrito sulla puleggia si considera la pressione sulla puleggia, P(R,a) = log(1+x) T(a)/A avendo indicato x=A/R, pari a circa 0.52. Sostituendo questa nella formula dell'attrito sulla puleggia otteniamo
Per calcolare l'energia dissipata per attrito interno alla corda bisogna integrare sull'angolo di avvolgimento la pressione moltiplicata per lo spostamento relativo delle fibre a dr,
dove fN e` il coefficiente di attrito del nylon su se stesso, e vale 0.65 [FIXME: questo e` da verificare. una modifica cambia anche la figura sotto] Il termine funzione di x risulta 0.19.
In conclusione abbiamo che la dissipazione di energia e` la somma dei due contributi sulla puleggia e all'interno della corda. Considerando l'insieme delle due puleggie (e il rinvio) la tensione finale e` una frazione trascurabile di quella iniziale (eccetto che per pozzi molto lunghi in cui il peso della corda sotto, circa 80 gr/m, comincia ad avere un ruolo importante).
La forza sulla puleggia e` una frazione
0.81 fD/f
della differenza fra le tensioni a monte e quella a valle.
L'attrito sulle puleggie dissipa una frazione variabile fra
72 % (corda asciutta),
50 % (corda bagnata), e
40 % (corda argillosa)
dell'eneria potenziale.
Per l'attrito interno, si ha una frazione 0.19 fD/f2 della differenza fra la tensione a monte (785 N) ed, essenzialmente, quella dopo la prima puleggia moltiplicata per a f. Per f=0.56 questa differenza e` 565 N; per f=0.33 risulta 500 N. Quindi la dissipazione per attriti interni varia dal oltre 100 % (corda asciutta), al 50 % (corde bagnate), al 36 % (corda argillosa) della tensione.
In conclusione per le corde asciutte la somma dei due attriti, sulle puleggie ed interno, risulta superiore, per cui occorre spingere la corda nel discensore per scendere. Per le corde bagnate la somma eguaglia la forza peso, e basta una leggera regolazione. Per le corde argillose il frenaggio non e` sufficiente ed orrorre ricorrere ad un freno supplementare.
Vediamo ora quanto si scalda il discensore. La produzione di energia per attrito va ad aumentare la temperatura del discensore che ha una massa di circa m = 220 gr, e una capacita` termica pari a circa C 200 J/oC. Essendo piu` caldo dell'ambiente, il discensore disperde calore nall'aria. Quindi l'equazione che regola la temperatura del discensore e`
dove To e` la temperatura ambiente, e R = 0.37 sec oC/J il coefficiente di conduzione fra il discensore e l'aria (tenuto gia` conto della superficie del discensore). Risulta
Da questa si vede che la temperatura a cui arriva il discensore cresce linearmente con la velocita`, nel nostro esempio sarebbe 24oC [FIXME: 0.81 * 0.20 * 785 * 0.5] piu` alta di To. Inoltre il tempo per raggiungere questa temperatura e` di poco piu` di un minuto: la costante di tempo C R vale 74 sec. Su un pozzo da 20 m l'aumento teorico di temperatura e` di circa (0.42 della temp finale) 10oC.
Una analisi analoga a quella del discensore puo` essere fatta per il nodo mezzo barcaiolo. La corda avvolge il moschettone per 270o, poi gira attorno a se stessa per 180o, infine gira ancora intorno al moschettone per 270o.
In questo caso i coefficienti diventano 0.55 per il moschettone e 0.45 per la corda, percio` la dissipazione all'iinterno della corda diventa preponderante. Il mezzo barcaiolo risulta molto efficace con ogni tipo di corda: la somma delle frazioni degli attriti e` in genere superiore a uno, per cui si riesce sempre a regolare la discesa.
La corda non si scalda tanto. Se tutta l'energia (785 J/m) finisse a scaldare la corda (pesante 70 gr/m), avremmo 11 J/gr, che danno un innalzamento di temperatura di 22.5oC.
[FIXME: Infine quando lo speleologo scende sui bloccanti ... ]