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Le Chiese - Prologo (Autore Domenico Fontana)


PROLOGO

 

          Sin dal paleolitico le nostre terre erano abitate, ciò è desumibile dalla presenza di grotte scavate nella roccia in località “ Mazza del Diavolo”. Nel 750 a.c. si ebbe la colonizzazione della nostra Regione,ad opera dei Greci .I Bruzi,invece, fecero la loro prima apparizione intorno al 350 a.c. I Romani penetrarono e si insediarono sulla montagna di Basilicò edificandovi un villaggio, dimostrabile dalla recente scoperta di una necropoli. La necropoli venne alla luce nel 1980, in seguito alla costruzione di una strada interpoderale in questa località .L’opera devastatrice della ruspe fece riaffiorare in superficie materiale fittile di epoca romana, resti di sepolture sconvolte e danneggiate del tutto. Le tombe sembrano costituite da buche scavate nel terreno senza delimitazioni. Si notano deposizioni di ceneri con macchia  carboniosa che lascia supporre di trovarci di fronte ad una necropoli ad incinerazione. Adiacente alla necropoli affiorano i resti di una fornace della stessa epoca. Il tutto va inserito in un periodo che và  dalla metà del I secolo a.c. a tutto il II secolo d.c. E’ da ritenersi certamente di questo periodo la strada che ancora oggi , a tratti, è visibile in alcuni punti dal nome antico “Strascicu” che significa trainare, larga mediamente tre metri. I Romani certamente fecero largo uso di questa strada; essi se ne servirono per trasportare,trainandolo, il legname che loro serviva per la costruzione di navi ed altro. Nel 553 la nostra Regione passò sotto il dominio dell’Impero Bizantino, fino al 1050.  La Calabria Bizantina mostra un panorama sociale vario: al vertice della società si ponevano i grandi funzionari civili ed Ecclesiastici, molti di provenienza Greca. Ai Bizantini succedettero i Normanni. Con Ruggiero, nel 1140 tutto il territorio del Regno venne considerato Regio Demanio, del quale patrimonio il Re disponeva a suo piacimento nel concedere feudi e privilegi sia  ai baroni del Regno, sia agli Enti Ecclesiastici. Per avere notizie certe sulle terre di Bocchigliero dobbiamo risalire al 1337. In un diploma di concessione del fondo San Giovanni in Foresta Placentia a  Marino Grione di Venezia, compare la dicitura “CASALEM BUCCHIGLIERII”. Al tempo di Re Ladislao il borgo di Bocchigliero fu feudo di Muzio Matera, che lo ottenne per concessione dello stesso Re Ladislao. Nel 1417 Polissena Ruffo ebbe dalla Regina Giovanna la concessione dell’ufficio di capitano delle terre sue di Montalto, Cariati, Tarsia,Bocchigliero, Campana, Verzino, Cerenzia, Caccuri ecc..Nel 1420 le successe la sorella Covella Ruffo, la quale comprò dal Re Alfonso la città di Rossano; in questo non erano compresi i casali di Bocchigliero, Caloveto e Crosia; tanto vero che questi casali furono, nel 1500, messi in vendita con il contado di Caiazzo da Ferdinando il Cattolico in favore di Ferrante D’Aragona duca di Montalto, senza nessuna separazione di territorio e senza diritto di fida e diffida e bagliva perché pertinenti al Principe di Rossano. In seguito passa al figlio  Marino Marzano. Questi per aver preso parte alla prima congiura dei Baroni contro Ferrante I perdette tutte le terre.Il Maone elenca i rapidi trapassi della Contea; l’anno 1479 passa a Geronimo Riario, nipote di  Papa Sisto IV, poi nel 1482 passa a Geronimo Sanseverino. Con il verificarsi delle invasioni Turche il Re di Napoli ebbe bisogno di denaro e di uomini e invitò, sollecitandoli, i suoi  commissari a formare alcune compagnie. Questi le formarono e le capeggiarono e tanti ebbero, successivamente dal Re, donazioni di terre e titoli. Molte famiglie di Rossano in questo periodo ebbero in donazioni terre  titoli e cariche pubbliche. Il 5.6.1477 Carlo Francesco De Mauro ricevette una donazione di terre in quel di Bocchigliero.Nel 1482 fu data a Barnaba Abenante l’investitura della Baronia di Bocchigliero per rinuncia fattane da Gerolamo Sanseverino. Nel 1486 la Contea passa a Francesco Coppola che ne avrebbe preso possesso tramite il tesoriere di Calabria, Venceslao Campitelli. Il Coppola ne venne successivamente privato per aver preso parte alla seconda congiura dei Baroni, per cui nel 1497 la Contea fu concessa, dal Re Federico, a Goffredo Borgia d’Aragona e nel 1505 venne ad impinguare il già forte Stato del Principe Gianbattista Spinelli. Questo Stato fu molto tempo dopo frazionato e le terre di Bocchigliero, nel 1678 passarono nelle mani del Barone Labonia del Comune di Rossano che le pagò 18.000 ducati.Nel 1694 passano nelle mani di Bartalo Sambiasi  che le comperò da Alessandro Labonia  con regio assenso del 9.12.1694 per 50.439 ducati. Morto lui, non avendo eredi, il patrimonio passò al fratello Felice Nicola col titolo di Barone di Bocchigliero. A lui succedette il figlio Giuseppe Domenico e, per mancanza di eredi, succedette poi il nipote Ferdinando, nato a Calopezzati. Fu l’ultimo del ramo e perse i suoi diritti feudali nel 1806 in seguito alle leggi eversive della feudalità che sancirono la cessazione di ogni diritto.


                            SI RINGRAZIA L'ARTISTA  DOMENICO FONTANA.

 

 

 

 
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