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LA CHIESA DELLA RIFORMA

         

         In base a ciò che scrive Fra Benedetto da Rossano nel suo libro “Notizie” conservato nell’archivio della Chiesa Madre, la stessa è da fare risalire al 1300. Allo stato attuale è difficile  stabilire l’anno della sua costruzione in quanto   si  susseguirono  nei secoli grandi trasformazioni. La prima trasformazione accertata risale al 1783, come testimoniato da una scritta su tavola di marmo murata alla parete interna della facciata. La causa dell’incendio, che la distrusse quasi totalmente , ci è sconosciuta. Certo è che nel 1583, quando fu approvata da Papa Sisto V la  costruzione del Convento attiguo alla Chiesa, questa di già esisteva. Saranno proprio i monaci , dopo l’incendio , ad apportarvi sostanziali cambiamenti ed a farne  una classica Chiesa monastica. Vi aggiunsero il coro  con cupola  in blocchi di pietra di tufo, la sacrestia, la navatella laterale sinistra ed infine un bellissimo affresco raffigurante il seppellimento di Cristo con vicino le tre Marie piangenti. La navata centrale ha uno sviluppo  longitudinale di m. 19,00 ed uno sviluppo trasversale di m.  8,5°. La navatella laterale presenta tre archi a tutto sesto, ogni arco fa d’ingresso ad una cappelletta di m. 4,00 x 4,00; la sagrestia misura m. 4,00 x 6,00, il coro m. 6,00 x 4,00. La copertura è a capriate. La facciata esterna non presenta niente di decorativo se non il riquadro posto al di sopra dell’ingresso con affrescata la figura della Madonna. Un altro intervento avvenne nel 1857, come documentato da una deliberazione del 1.6.1857 la quale recita:  “In base alla supplica presentata al Sotto Intendente dal guardiano del convento Fra Bonaventura di Bocchigliero, con la quale fa rilevare che i 100 ducati a lui assegnati per fare restaurare la Chiesa del convento non sono bastati in quanto sono bastati solo per comprare le travi, tegole e mattoni e che detti materiali rischiano di essere inutilizzabili se il Comune non supplisce con altri 100 ducati”. Il Decurionato delibererà la somma di 100 ducati .Altri interventi vi furono agli inizi del 1900, come risulta da una serie di lettere del 1899 al 1900, tra il rettore il Comune ed il Sotto  Intendente. In una di dette lettere si apprende che il sacerdote, rettore della Chiesa si rifiuta di accudire alla manutenzione della Chiesa perché due cappelle ivi esistenti richiedono rilevanti ed urgenti interventi; che le cappelle risultano essere temporaneamente chiuse per tutelare l’incolumità pubblica. Risulta dalle lettere che le cappelle appartengono a privati cittadini: un tal Comite da Caloveto e Benincasa da Bocchigliero. Il Comune scrive a questi due signori, i quali vantano diritti di proprietà chiedendo loro di far pervenire documenti che attestino  il loro diritto di proprietà. Il Comite risponderà di  aver già prima  mandato uno   scritto  al Sotto Intendente, mentre il Benincasa fa sapere, solo a voce, che  una delle cappelle appartiene alla sua famiglia da secolare possesso perché pervenutale, per eredità, da una tal Ferro moglie di un suo antenato. In seguito ai lavori effettuati nel 1900 vennero distrutti gli altari in legno fatti costruire dai fedeli, per devozione, verso la fine del 1700. Le cappelle della navata laterale, abbattuto il muro esterno, furono ricostruite a forma semicircolare. Furono distrutte  due statue di cartapesta: una di San Francesco d’Assisi, un’altra di Sant’Antonio da Padova. Verso il 1936 la Chiesa venne fatta affrescare ed abbellire con stucchi. Al soffitto della navata principale in tavole, dipinsero sopra pseudo-lacunari . Sulle pareti dipinsero motivi floreali stile liberty. Negli anni ‘50 furono atterrate le fosse carnarie delle quali la Chiesa era provvista. In questo stesso periodo fu demolita la cupola del coro, ed il coro stesso fu ristretto per mezzo di una parete così da diventare un semplice corridoio di m. 1,00 di larghezza; fu distrutto l’affresco dipinto sopra una delle pareti del coro. Con decreto del 19.12.1954 la Chiesa veniva elevata a Santuario Mariano da parte dell’Arcivescovo di Rossano Giovanni Rizzo. Da un intervento avvenuto nel dicembre del 1989 vicino una delle cappelle della Chiesa sono venute fuori delle fondazioni in pietra e calce di varie dimensioni, che stando ad una delibera del 18.4.1830 trattasi delle fondamenta del Campo Santo.La delibera contiene detto passo: “ Il Decurionato delibera che il Campo Santo di questo Comune venghi costruito per tumulazione nell’angolo dell’orto dei Padri Riformati, che riguarda al punto tra tramontana e greco, propriamente dietro la Sagrestia e che uno dei bassi adiacenti al Monastero che sia di meno uso dei religiosi, venghi adottato a Cappella” . La delibera del 9.8.1893 elenca gli oggetti sacri della Chiesa:

Un calice tutto d’argento

Tre patene d’argento

Una pisside d’argento

Una corona d’argento per Maria SS. Con palla di ottone e anima di ferro

Una corona d’argento per il S. Bambino con palla di ottone e anima di ferro

Due calici di ottone con corrispondenti coppe d’argento

Reliquia

 

         La Deposizione è la più importante tela di proprietà della Chiesa, donazione della famiglia Benincasa.

 

LA  DEPOSIZIONE

(Scuola Luca Giordano)

 

 
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