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SILVIO SIBONA - capitano Comandante di batteria
alpina, durante un accanito e violento combattimento svoltosi in un momento particolarmente difficile di un azione di ripiegamento, benché ferito, continuava a dirigere il tiro dei suoi pezzi su soverchianti
mezzi corazzati avversari ed a prodigarsi per tenere alto lo spirito di resistenza dei suoi artiglieri. Avuti inutilizzati i pezzi dal fuoco di controbatteria e da schiacciamento di mezzi corazzati,
incurante del dolore conseguente alle ferite, riuniva i superstiti della batteria ed alla testa di essi si lanciava arditamente all'attacco di preponderanti forze con moschetti e bombe a mano. Conscio della
criticissima situazione preoccupato soltanto di fronteggiarla e della sorte del proprio reparto, rinnovava audaci contrassalti finché nel tentativo di immobilizzare un carro armato con bombe a mano, cadeva
da prode travolto dal mezzo avversario. Fulgido esempio di sprezzo del pericolo e di dedizione al dovere.Nowo Postojalowka (Fronte russo), 20 gennaio 1943 |
GIULIO SIRAGUSA - tenente Nel corso di estenuante
ripiegamento compiuto sotto costante pressione di preponderanti forze nemiche sostenute da potenti mezzi corazzati, impegnato in violento combattimento, portava i pezzi della sua sezione in linea con reparti
alpini e si batteva con indomita tenacia. Caduti i serventi aumentava l'impari lotta col valoroso esempio azionando personalmente un pezzo. Esaurite le munizioni, inutilizzata la sezione quando orma tutto
crollava intorno a lui, benché ferito, alpino tra gli alpini, alla testa di un pugno di eroici superstiti si lanciava audacemente in cruento assalto riuscendo a contenere l'irruenza nemica. Nell'estremo
impetuoso impeto, colpito mortalmente, cadeva sulla posizione tenacemente contesa perpetuado, col sacrificio, le tradizioni dell'arma gloriosa nel tempo.
Nowo Postojalowka (Fronte russo), 20 gennaio 1943 |
SCIPIO SLATAPER SECONDO - sottotenente Ufficiale
addetto ai collegamenti di un comando di reggimento di artiglieria alpina, dislocato in un osservatorio avanzato sul Don, attaccato improvvisamente da una pattuglia avversaria, balzava alla testa di pochi
artiglieri e, sotto violento fuoco, costringeva il nemico a precipitosa fuga. Benché ferito al capo da una scheggia di bomba si lanciava all'inseguimento, riuscendo a catturare un ufficiale e quattro soldati
e, rientrato nelle nostre linee, rimaneva con i suoi uomini per condividerne la sorte. Successivamente partecipava ad una estenuante ed epica fase di ripiegamento, durante la quale lo si vedeva sempre alla
testa dei superstiti artiglieri che trascinava con l'esempio a lotte corpo a corpo, per rompere l'accerchiamento del soverchiante nemico. Nemmeno la rottura di un braccio, provocata da un colpo di
mitragliatrice, stroncava il suo slancio. In un estremo combattimento, superando con la virtù indomita dello spirito lo strazio del corpo ormai esausto, riusciva ad azionare una mitragliatrice rimasta senza
serventi. Nel disperato tentativo di arrestare ancora una volta il nemico irrompente. scompariva nella mischia. Fulgida figura di soldato, fedele alle tradizioni di italianità della sua famiglia e della
gente triestina.Gulubaia Postojaly Nowo Georgiewki - Nowo Postejalowka (Russia), 16 dicembre 1942 21 gennaio 1943 |
FERRUCCIO TEMPESTI - maresciallo ordinario Maresciallo
di maggiorità, assumeva volontariamente il comando di un plotone di formazione conducendolo valorosamente in aspri, continui, estenuanti combattimenti diurni e notturni. In uno degli ultimi disperati
attacchi per rompere l'accerchiamento nemico, sempre alla testa del suo plotone, veniva gravemente ferito, ma continuava a guidare e ad incitare i suoi alpini su una slitta ambulanza. Conquistata un'altura
con rilevanti perdite, ai feriti offriva il suo posto sulla slitta e per altri tre giorni continuava la marcia ed i combattimenti fino all'uscita dalla sacca, nascondendo al suo comandante la gravita delle
ferite riportate, per non cedere il comando dei resti gloriosi del suo plotone e l'incarico di custodire personalmente lo stendardo reggimentale. Dopo qualche giorno in seguito alle ferite e ai disagi
spirava. Fulgido esempio di eroismo.Fronte russo, 26 gennaio 1943 |
JOAO TUROLLA - sottotenente Ufficiale di una batteria
alpina, in un seguito di numerosi ed aspri combattimenti dava fulgide prove delle più alte virtù militari. Più volte volontario in compiti rischiosi, li portava a compimento con ardimento e perizia.
Accerchiato il suo gruppo da preponderanti forze avversarie, si portava decisamente su una posizione dominante, battuta da fuoco micidiale, per effettuare con una mitragliatrice una più strenua difesa delle
batterie. Gravemente ferito e conscio della fine imminente, continuava a tener vivo nel suoi dipendenti l'ardore combattivo e la fede nella Vittoria, finché si abbatteva da eroe sull'arma con cui aveva fatto
fuoco fino all'ultimo istante.Eleutero (Fronte greco), 9 novembre 1940 |
LIBERO VINCO - capitano Soldato di razza, educato al
culto della Patria, preparò e condusse in guerra una perfetta batteria alpina. Comandante di batteria a protezione del fianco di alcune grandi unità di ripiegamento, con incrollabile tenacia e coraggio
sosteneva per due giorni e due notti i reiterati attacchi del nemico imbaldanzito da precedenti successi. Assalito fin sui pezzi da grossi carri armati, che già avevano travolto artiglieri ed alpini di
sicurezza, li immobilizzava sul terreno e distruggeva personalmente con arma automatica un nucleo di arditi avversari, rimanendo ferito nella lotta corpo a corpo. Rimasto senza munizioni e profittando
dell'arresto momentaneo dei suoi assalitori, stupiti da tanto eroico ardimento, faceva inutilizzare i pezzi ancora efficienti, ordinava il ripiegamento dei superstiti e, per proteggerli, si portava con pochi
mitraglieri in posizione dominante dove in una suprema, epica lotta contro mezzi corazzati soverchianti cadeva, dando in olocausto la vita per la salvezza dei suoi uomini, per l'onore dell'Arma e per la
grandezza della Patria.Nowa Stefanowka (Fronte russo), 20 gennaio 1943 |
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