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LEONIDA MAGNOLINI - sottotenente Comandante di una
sezione munizioni e viveri di un reparto M.V. durante un ciclo di sanguinosi combattimenti e di estenuanti marce, sosteneva, guidava, animava i suoi uomini sacrificandosi in ogni momento per essere a tutti
esempio di coraggio, costanza, altissimo senso del dovere. In un combattimento notturno di tragica asprezza, circondato il reparto da soverchianti forze nemiche, con eccezionale prontezza e capacità riusciva
ad organizzare la difesa. Sempre primo ove maggiore era il pericolo, riusciva per molte ore a sostenere l'urto nemico galvanizzando i suoi uomini con l'esempio di un raro coraggio e di un sovrumano sprezzo
del pericolo. Delineatosi un pericoloso cedimento nella difesa, raccoglieva i pochi uomini ancora validi ed alla loro testa si slanciava in un disperato contrattacco. Mortalmente ferito rifiutava l'aiuto di
chi voleva allontanarlo dal combattimento e, immobilizzato sulla neve nella gelida notte, continuava fino all'estremo respiro ad incitare i suoi valorosi soldati all'ultima resistenza.
Opyt - Nikitowka (Fronte russo), 19-26 gennaio 1943 |
OLIVO MARONESE - caporal maggiore Capopezzo di
artiglieria alpina di provato valore. Durante un forte attacco di soverchianti forze di fanteria appoggiate da mezzi corazzati, malgrado la violenta reazione avversaria, in piedi dirigeva con sprezzo del
pericolo il fuoco del suo pezzo sulle fanterie arrestandole e immobilizzando un carro armato. Distrutto il suo pezzo da artiglieria, benché ferito accorreva di sua iniziativa ad altro pezzo rimasto privo di
serventi e riprendeva il fuoco sull'avversario nuovamente irrompente. Colpito mortalmente persisteva nell'impari lotta finché, esausto, si accasciava al posto di combattimento. Cosciente della prossima fine,
rifiutava ogni soccorso ed incitava i compagni artiglieri a strenua resistenza.Russia, 20 gennaio 1943 |
UMBERTO MASOTTO - capitano Comandante della 4^
batteria da montagna, si distinse durante tutto il combattimento nel dirigere con intelligenza ed efficacia singolari il fuoco della propria batteria. Sereno ed imperterrito, sacrificò eroicamente la propria
vita e quella dei suoi per rimanere sino all'ultimo in batteria a protezione delle altre truppe.Adua (Eritrea), 1° marzo 1896 |
ANGELO ORZALI - capitano Residente all'estero,
otteneva di essere richiamato in Patria per prendere parte attiva al conflitto. Al fronte occidentale e su quello greco-albanese si prodigava senza economia animato da fede incrollabile e da indomito
coraggio In Russia, in due marce di ripiegamento ostacolate da imponenti schieramenti nemici, è sempre in testa con la più avanzata compagnia alpina. In una azione particolarmente grave per la superiorità
del nemico che produce vuoti paurosi nelle nostre truppe, forma di iniziativa una grossa squadra di fucilieri e muove all'attacco di munitissime postazioni nemiche. Ferito una prima volta in varie parti del
corpo, trascina ancora i suoi uomini all'attacco fino a quando un secondo colpo gli stronca gli arti inferiori. Caduto, addita ai superstiti la posizione nemica che viene raggiunta e trova parole di conforto
per i feriti che ha vicini. Ai sopraggiunti che vogliono soccorrerlo comanda, con la pistola in pugno, che siano messi in salvo prima tutti gli altri feriti; lui raggiungerà per ultimo il posto di
medicazione. Conscio della propria fine, rincuora quelli che gli sono vicini e trasmette per i suoi bimbi lontani l'imperativo che è stato dogma della sua giovane vita: «Dare tutto per la Patria, senza
rimpianti, senza economie».Nikolajewka (Russia), 26 gennaio 1943 |
BRUNO RANIERI - tenente Comandante di un pezzo ardito,
in linea con gli alpini, in posto avanzato e delicatissimo, sprezzante di ogni pericolo, si prodigava generosamente nell'impiego dell'arma e riusciva, sparando ininterrottamente a zero a contenere i ripetuti
e violenti attacchi nemici. Ferito assieme a parecchi serventi durante il settimo attacco avversario, rifiutava le cure e, nell'infuriare della lotta vicinissima, si lanciava arditamente in avanti tra i
primi, e con la mitragliatrice e con le bombe a mano, ricacciava gli attaccanti e salvava il pezzo. Esausto per l'abbondante sangue perduto, decedeva poco dopo. Esempio di coraggio e di elevate virtù
militari.Chiarista e Fratarit (Fronte greco), 23 dicembre 1940 |
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