Terras Nieddas
Terras Nieddas Minatori La miniera di Terras Nieddas diventa di proprietà della Compagnia Generale delle Miniere nel 1887, era un giacimento di galena pura, non contaminata da altri solfuri metallici. La posizione della miniera di Terras Nieddas era favorevole in quanto la sorgente di su Mannau poteva alimentare una laveria. Nei pressi della sorgente verrà costruita infatti, una piccola laveria che rimarrà in funzione fino alla realizzazione di quella di Su Zurfuru. La miniera passa nel 1890 al Gruppo Henfrey e nel 1907 alla Pertusola. Terras Nieddas oggi da PICCOLE ANTICHE CARE MINIERE da Gutturu Pala a S'Acqua Bona di Alberto e Bruno Murtas Nei boschi demaniali e comunali dei dintorni di Su Mannau ci sono molte persone alla ricerca di giacimenti minerari. Nel 1861 vi troviamo Antonio Matzè e Francesco Seruis Congiu che chiedono al Governatore di Cagliari di essere autorizzati a ricercare galena in quell'area. Il loro impegno dura poco, perché cedono la mano ad Antonio Sbressa, il quale chiede e ottiene molte proroghe per indagare sul territorio che ha queste coerenze: Sa Serra di Fromighedda, Su Scioppadroxu, Sa Serra de Sa Strovina, Monti Becciu. Nello stesso fascicolo compare Enrico Serpieri, presidente della Società Sarda delle miniere di Fluminimaggiore, della quale fa parte anche Antonio Sbressa. Nello stesso carteggio c'è la domanda di un certo Nicodemo Pellas per il permesso denominato S'Imbuccada de Su Mannau.(...) Poco tempo dopo è la Compagnia Generale delle Miniere ad entrare in possesso di quella miniera, la cui direzione tecnica è affidata all'ingegnere tedesco Enrico Ring, che ha in carico anche la miniera di Perd'e Fogu, e all'ingegner Maffi, che nei documenti è citato raramente, ma sappiamo che nella stalla di Cumpingeddus c'era un cavallo a lui riservato. L'azienda, che è interessata anche allo sfruttamento boschivo, inizialmente impegna i minatori nello scavo di trincee, necessarie per saggiare i filoni di Cuccuru sa mena e di Is Truiscus. Ai lavori all'aperto si aggiungono tre pozzetti e una galleria di ribasso, impostata più a valle per tagliare i filoni in profondità. Il giacimento del primo pozzetto è ricco di quarzo, ma molto povero di galena, perciò si sospende quel tracciato e si incrementano le indagini sugli altri, in particolare su quello che ha evidenziato due vene di galena di facile coltivazione. I pochi campioni esaminati hanno dato ricchezza assai rilevante e ciò dimostra che occorre una maggiore conoscenza di tutto il giacimento, infatti la galena appariva pura, non contaminata da altri solfuri metallici.
Gli esperti giudicavano la posizione della miniera di Terras Nieddas
assai favorevole specialmente per una grande sorgente d'acqua che è
nei nostri terreni, sufficiente ai bisogni di una laveria anche la più
vasta. Pensate quale ricchezza costituiva per la società l'acqua
di su Mannau! Questi giudizi li dava Eugenio Marchese nel 1875 e lui
era credibile, essendo il presidente della società, nonché
ingegnere minerario di provata esperienza! Nella miniera isolata vivono molti continentali: minatori, boscaioli e carbonai, tutti in condizioni logistiche molto precarie. Non ci sono solide strutture murarie per accoglierli, ma sono accampati nelle baracche e dormono in giacigli di frasche. I lavori sono in parte eseguiti direttamente dalla Compagnia Generale, altre volte sono affidati ad appaltatori, in maggioranza continentali. Negli elenchi degli impresari crivellanti leggiamo i nomi di Vacca Salvatore, Lecca Tommaso, Lecca Pasquale, Figus Giovanni, Ibba Luigi: con loro è stato firmato un contratto che stabilisce il compenso di 1 lira e 50 centesimi per ogni quintale di minerale trattato; così veniamo a sapere quanto si incassò dalla lavorazione di 192.413 Kg. di galena di prima e 191.800 di seconda, estratti nella campagna 1881-1882 da Cuccuru sa mena e dal Nuovo Ribasso. |
Problemi economici Nel leggere la corrispondenza aziendale spesso ci
immedesimiamo nel povero Antioco Sanna che è alle prese con i
vari problemi del cantiere e ne ha fino al collo: una volta manca il
foraggio, una volta non ci sono i sacchetti per il trasporto dei minerali
o il carbone per la forgia, altre volte non c'è l'esplosivo.
"Frediano e Marteno (sono minatori continentali) dicono di non
poter più andare avanti in Arrus Crabinus, giacchè non
risulterà loro una giornata di 1 lira e 75 centesimi seguitando
a quel prezzo da Lei stabilito , cosi si lamentava col signor Boffa
ed aggiungeva, a Marteno fu fatta la proposta di accettare l'impresa
del pozzo inclinato, ma questa mattina, dopo visitato il lavoro, disse
di non poterlo accettare. Penseremo di darlo a qualche altro"!
Ora sono le paghe ad impensierirlo: "
le lire 2000 che dice
di aver consegnato a Rovetta non bastano per pagare tutti
perché
Rovetta conta di ritirarne circa 1000 per i suoi bisogni speciali e
altre 1000 ci vogliono per quelli del piazzale (cernitrici e ragazzi).
E le guardie? E quelli delle gallerie? Per poco ci vorrebbero ancora
1000 lire"! Tratto da
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