Pubusinu

Pubusinu Gutturu-Pala

Minatori

Intorno al 1864 a Londra si era costituita la Gonnesa Mining Company Limited, che fu ammessa ad operare nel territorio sardo con un decreto del Re Vittorio Emanuele II e questo le consentì di ottenere la concessione mineraria di Gutturu Pala. il famoso ingegnere belga Jean Eyquem nello studio commissionatogli da Giorgio Henfrey , interessato ad aprirvi una miniera mette in evidenza la posizione eccezionale del sito fluminese e la ricchezza delle sorgenti. Il suo discorso corre poi sull'aspetto economico, che è fondamentale: trasportare una tonnellata di minerale a Portixeddu, mis a bord des navires, cioè caricata a bordo dei battelli per Carloforte, costa 20 franchi, ma se si ripara convenientemente la strada per il mare, la spesa si può ridurre a 15: i trasporti costituiscono sempre l'aspetto basilare per l'economia delle miniere. Ciò che colpisce l'ingegnere, oltre il minerale naturalmente, sono le sorgenti che sorgono proprio ai piedi della miniera: quell'acqua è l'energia che darà la forza motrice di cui si ha bisogno per trattare i minerali. (...)La montagna è solcata da tanti filoni con un andamento regolare e sono vicini l'uno all'altro.

I resti della miniera di Pubusinu

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Numerose sono le tracce delle antiche lavorazioni minerarie che furono esplorate al tempo del Basso Impero; molte di queste sono state rimesse in luce da Giacomo Garrucciu, responsabile locale della miniera, uno dei primi ad effettuare ricerche accurate nel nostro territorio dopo l'estensione alla Sardegna della legge del 1848. (...) Gli antichi lavori citati consistevano in una serie di pozzi, alcuni ancora aperti, altri colmati da frane e, rovistando in quelle discariche, si ritrovavano ancora pezzi di galena che costituivano la prova dell'importanza del giacimento. La configurazione del suolo permetteva di addentrarsi sotto gli antichi lavori per penetrare nelle parti vergini che offrivano immense aree suscettibili di scavo: questo si legge nella relazione di Eyquem. La superficie della miniera, per la quale si chiedeva la dichiarazione di scoperta, si estendeva per circa 400 Ha ed era immersa in una vegetazione tanto fitta da rendere difficile un'accurata ricognizione.

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Fatta questa premessa generale, ecco, secondo il relatore, la predisposizione delle strutture necessarie per la coltivazione: prima di ogni altra cosa bisogna creare le comodità per il personale, costruendo presso la sorgente di Pubusinu una casa capace di alloggiare 30 operai con una camera riservata al caporale; si aggiunga un magazzino con una piccola officina per il fabbro ed un laboratorio per il falegname. La miniera doveva essere autosufficiente, visti i sei Km di distanza dall'abitato di Flumini; ma anche se fosse stato vicino, erano pochi i servizi che il paese poteva offrire. Solo dopo aver creato queste indispensabili strutture si poteva impostare una galleria a traverso banco al livello di Gutturu Pala ed un'altra di prolungamento nell'area esplorata da Giacomo Garrucciu, quella che ebbe il nome di Galleria Garrucciu. Ne era prevista anche una a una decina di metri sopra la sorgente di Pubusinu, ma tutto doveva procedere con gradualità, secondo le esigenze del momento. Insomma in pochi mesi almeno due gallerie dovevano essere produttive. Solo allora si sarebbe dato avvio alla realizzazione di una piccola preparazione meccanica, che fu effettivamente costruita: di quella laveria sono ancora visibili i ruderi appena sotto la sorgente. Allora si aveva bisogno soltanto di un piccolo impianto di lavaggio per l'arricchimento dei minerali fino al 75% di piombo con 30 grammi d'argento; con quella percentuale si assicurava la vendita del minerale a Carloforte in ragione di fr. 75 il quintale, ricavando fr. 15 dedotte le spese. Il discorso di Eyquem filava liscio, perché con quelle tariffe il guadagno della Società Gonnesa Mining era assicurato! E' apprezzabile la prudenza e la cautela del professionista che vuole che tutto si realizzi su dati concreti: "Assegnare un cifra alla produzione di una miniera al suo principio…è una cosa delicata e temeraria, ma giudicando per analogia, in vista del numero e dello sviluppo dei filoni, dell'importanza delle tracce degli antichi lavori e della possibilità di poter seguire i lavori tutto l'anno, si può affermare che la nostra miniera non sarà inferiore a quelle più floride della Provincia." E pensando ai capitali necessari per gestirla correttamente, sarà necessario disporre d'una somma di 150.000 fr. ed assicurarsi una riserva di 125.000 fr. per sviluppare rapidamente i lavori. Più chiaro di così! Oh se lo fossero stati tanti altri imprenditori che si sono affacciati con frequenza nel nostro territorio! Essi forse non avevano letto quella relazione scritta nel lontano 1865!(...)Nel congedarci dal famoso professionista belga, ricordiamo ai lettori, in particolare a coloro che esplorano il territorio alla ricerca dei segni del nostro passato, queste righe della sua relazione: "La produzione di Gutturu Pala non può non avere dei brillanti risultati se la si conduce con prudenza e pazienza : è la fretta di godere che guasta gli affari. A tutto ciò concorre il numero e la potenza dei filoni, la natura dei minerali, l'abbondanza delle acque e dei boschi e la salubrità del clima"!(...)Fatti gli studi preliminari, Luigi Mercalli , rappresentante per la Sardegna della Gonnesa Mining, chiese al re la concessione della miniera denominata Gutturu Pala o Pubusinu. La commissione del Distretto si installò per una settimana in quel territorio per verificare il piano minerario, rilevando i punti basilari, le coerenze e i toponimi necessari a delimitare la nuova concessione, che risultò estendersi per 309 Ha, quasi 100 in meno del previsto. Ci fa piacere leggere in quel verbale di scoperta le firme di Carlo Marx e di Giacomo Garrucciu. Era il 7 giugno del 1872 quando si ufficializzò l'importante documento nella casa di Pubusinu, la stessa che oggi vediamo rinnovata e adattata non per accogliere i minatori e i tecnici, ma per dare ristoro ai turisti! Meno di un anno dopo, il 27 febbraio del 1873, Vittorio Emanuele II firmava la concessione che dava vita alla nuova miniera, non dimenticando il dispositivo fiscale: La Compagnia pagherà alle finanze dello Stato l'annua tassa fissa di lire centocinquanta quattro e centesimi cinquanta!

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Sulla scena del nuovo ed importante cantiere appare il giovane ingegnere tedesco Carlo Marx , abile professionista, pieno di entusiasmo, che sa affrontare i lavori con competenza e decisione, approfondendo le ricerche su quella concessione per rispondere alle esigenze del tempo e rendere più moderni gli impianti della miniera. Era un tecnico che suscitava simpatia e rispetto fra le maestranze e nella comunità fluminese. Nel suo impegno professionale Marx trovò sostegno e collaborazione nel responsabile della società mineraria, l'ingegner Angelo Lambert, tecnico di grande capacità, organizzatore eccezionale e intelligente, che portò la nostra industria estrattiva a competere con quella europea. Noi lo troviamo citato con frequenza negli atti comunali, specialmente quando si parla delle nostre acque. Nel 1893 la miniera passa alla The United Mines Company e nel 1905 alla Pertusola.

Trascriviamo ora qualche documento relativo a quel periodo. Ecco una lettera anonima del 1910 nella quale si chiede l'ispezione dell'Ufficio delle Miniere per constatare la sicurezza nei lavori di Furconera. "A Gutturu Pala, da parecchi anni a questa parte, scrive l'anonimo, lavorano in certi punti pericolosi che nessun ingegnere regio può permettere la continuazione e non li hanno mai fatti vedere a V.S…Quanto prima si porti nascostamente e senza preavviso alla grotta di Gutturu Pala. Vada in fondo alla galleria…giri a sinistra e vada su senza spaventarsi per i grandi vuoti che vi troverà. Giri tutto per bene e dopo vedrà che sono lavori pericolosissimi". Ma quelle indicazioni non bastano per dimostrare la pericolosità e perché ci si renda conto dell'orrore del luogo, simile a una bolgia dantesca, nella lettera si insiste: "Dopo vada a Furconera, scenda giù nel pozzo fino al livello 50 e troverà una grande crevasse lunga m. 30x23 e alta 20. Risalga di nuovo fino al livello 31, si faccia mostrare la traversetta che comunica con la crevasse; guardi bene che vi è una coltivazione proprio sopra la corona della crevasse che è vuota. Questo lavoro non può essere permesso da nessuna persona…Stando a quanto mi hanno detto, non sono mai stati fatti vedere a nessuno…Intanto La saluto Devotissimo C.N."! Usando l'espressione "a quanto mi hanno detto", l'anonimo voleva far credere di non conoscere personalmente quei luoghi! Certamente non deve essere stata una piacevole escursione speleologica quella dell'ispettore, ma lui era abituato a vedere cantieri non in regola con le norme. Nella miniera il lavoro è pericoloso anche all'esterno. (...)

Anche Gutturu Pala, come tutti i cantieri minerari attraversa periodi di crisi e di interruzioni lunghe, con disagi e preoccupazioni per i dipendenti e per i piccoli imprenditori, dei quali spesso non abbiamo notizie, perché non risultano nell'organico della miniera, con la quale hanno però legami stretti. )...) Anche Gutturu Pala, come le altre miniere della Pertusola, nel 1969 passa alla Piombo Zincifera Sarda e ne segue le vicende.

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Tratto da
PICCOLE ANTICHE CARE MINIERE …da Gutturu Pala a S'Acqua Bona
di Alberto e Bruno Murtas


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