1.
La storia è, anche, una successione di date. Essa racconta gli eventi che caratterizzano il divenire della nostra specie con una "cronologia": 476, cade l'impero romano d'occidente; 1492, Cristoforo Colombo scopre l'America; 1517, Martin Lutero affigge le sue 95 Tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg; 1833, nell'impero britannico viene abolita la schiavitù; 1945, ad Alamogordo viene sperimentata la bomba atomica; 1969, il primo uomo mette piede sulla Luna; 1989, crolla il muro di Berlino.
Ciascuna di queste date segna l'inizio di una storia: col 476 comincia l'età medievale, il 1517 segna l'inizio della Riforma protestante, il 1945 è l'anno primo dell'era atomica.
Ciascuna di queste date è l'inizio di qualcosa, una nuova età, una nuova era, un nuovo cammino, una nuova storia, un nuovo cominciamento. Ciascuna di esse dà inizio ad un nuovo "anno primo".
Nessuna di queste date, però, avrebbe mai potuto essere significativa se non fosse stata preceduta da un periodo durante il quale ne fossero determinate le condizioni, quello che potremmo definire un "intervallo zero". La storia, in effetti, potrebbe essere riscritta come una sequenza di intervalli zero: cosa ha reso possibile ciò che è accaduto nel 476, 1492, 1517, 1833, 1945, 1969, 1989?
Il "dopo" lo conosciamo, lo leggiamo sui libri di storia. Ma "prima"? Come senza concepimento non vi può essere nascita, e dunque vita e morte alcuna, così senza intervallo zero non vi può essere data alcuna, nè storia alcuna.
Nessuna storia, neppure quella che sto per raccontare -la storia del M.U.E.- sarebbe possibile senza l'intervallo zero. Per renderla possibile, e comprensibile, dobbiamo perciò ricostruire brevemente quanto accadde prima, affinchè la conoscenza del "prima" possa esserci d'aiuto per meglio capire cosa è successo "dopo".
2.
Dunque, la storia di un movimento importante non comincia mai con l'anno della sua fondazione. Anche la storia del Movimento Umanistico Europeo, M.U.E. o "i-hium" (European Humanistic Movement) non sfugge a questa regola generale; e l'anno zero della storia del M.U.E. (l'anno che precede la sua fondazione) e' di fondamentale importanza per capire quello che accadra' poi.
Nel gennaio dell'anno zero della storia di M.U.E. il filosofo Jonathan Powell pubblica Cinque Tesi sulla Politica, un saggio che contiene in embrione la sua concezione evoluta del fenomeno politico, poi sviluppata nei tre volumi di Politica e nel libro Il Trionfo della Filosofia.
Poche settimane dopo, Alessandro Musiani coordina all'Universita' di Firenze il primo incontro del "gruppo di studio sul suicidio", cui faranno seguito il convegno e la pubblicazione del volume collettivo Il Suicidio e l'Occidente, un'attenta analisi sociologica e filosofica sulle ragioni di un fenomeno in preoccupante espansione in tutta Europa. A seguito del grande successo internazionale riscosso da quella ricerca, Musiani tenta con altri intellettuali di affrontare in modo piu' diretto ed immediato il problema e le sue radici: e' cosi' che, a maggio, si riunisce a Milano il primo "Coordinamento per la Vita", nucleo embrionale del futuro Movimento Umanistico, costituito ufficialmente a Firenze quattro mesi piu' tardi, ed all'inizio soltanto in ambienti universitari.
Scopo del Movimento e' individuare nuove forme di partecipazione tra gli individui tali da superare l'isolamento reciproco e da contribuire allo sviluppo delle potenzialita' creative di ciascuno. L'idea riscuote un enorme successo, e nel giro di pochi mesi numerosi gruppi di "umanisti" si costituiscono un po' ovunque, prima in alcune citta' italiane, poi in Francia (Lione, Parigi), quindi ad Amsterdam, a Bruxelles, a Birmingham e via via in tutte le citta' europee.
Un contributo importante nel porre il tema esistenziale alle radici del movimento verra' portato da Jose' Servante, col libro L'Arte di Vivere.
3.
In Italia, durante il suo primo anno di vita, il movimento incrementa le adesioni ad un ritmo esponenziale. A Bologna, in dicembre, nasce la prima emittente radiofonica "voce" del movimento: si chiama Antenna Est.
Gruppi di produzione artistica si costituiscono un po' ovunque; fra essi, due anni piu' tardi, emergera' il complesso musicale dei Vita, destinati in breve tempo a divenire un fenomeno artistico internazionale.
Nel secondo anno di vita del M.U.E., viene pubblicato il primo rapporto contenente dati statistici certi relativi ai movimenti umanistici italiano e francese, con numeri sensazionali: riduzione dei casi di suicidio del 90% in Italia e del 50% in Francia, diminuzione del 60% dei casi di tossicodipendenza in Italia e del 30% in Francia, costituzione di migliaia di gruppi di lavoro con centinaia di migliaia di adesioni. Numerose nuove opere artistiche vengono prodotte in diversi campi della creativita' umana, nel campo della pittura, in quello della scultura, in quello della musica ed in quelli della fotografia e della cinematografia. Un rinato interesse per l'arte, per la storia, con incrementi anche del 500% nelle visite a musei, biblioteche e gallerie d'arte, con la costituzione di alcune migliaia di nuove associazioni culturali autonome, di fronte ad una domanda di conoscenza e di partecipazione collettiva in crescita esponenziale.
In aprile viene costituito ufficialmente il movimento umanistico inglese: lo presiede Jonathan Powell, che si rivelera' da subito uno dei protagonisti del futuro del movimento. Un mese piu' tardi Jose' Servante fonda i movimenti umanistici di Spagna e Portogallo. Il termine esatto per indicare ciascun movimento e' "circoscrizione regionale", un'assemblea permanente di delegati provenienti da coordinamenti dei vari gruppi presenti sul territorio. Circoscrizioni regionali nascono anche in Olanda, Belgio, Germania.
I tempi sono ormai maturi: a Roma, in settembre, centomila delegati ascoltano Jonathan Powell leggere il Manifesto del Movimento Umanistico Europeo. Nasce ufficialmente i-hium.
Al meeting di Roma partecipano dieci circoscrizioni regionali: Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Germania, Danimarca, Olanda, Belgio, Austria e Portogallo. Siamo solo agli inizi.