La produzione filosofica di Jonathan Powell e' tutta incentrata sul concetto di politica. Il primo importante saggio, Cinque Tesi sulla Politica, viene pubblicato nell'anno zero della storia del M.U.E. da una rivista specializzata; lo stesso anno esce Politica. Volume primo: Teoria Generale nelle cui pagine troviamo le linee essenziali della visione filosofica di Powell: le societa' umane sono costruzioni artificiali, dovute alla originalita' del "fenomeno politico"; l'uomo, come individuo e come specie, e' l'unico animale politico; la politica e' la capacita' soggettiva di trasformare le regole che ordinano l'esistenza individuale e collettiva, umana ma anche, presumibilmente, non umana.
Alla base della elaborazione filosofica powelliana sta una fondamentale idea del mutamento, del cambiamento, della trasformazione di cio' che ci circonda, che si rivelera' decisiva anche nel suo impegno sociale e politico concreto.
Jonathan Powell e' stato, sembra ombra alcuna di dubbio, un protagonista della storia del M.U.E., il Movimento Umanistico Europeo di cui fu due volte presidente. Un protagonista dalle alterne vicende, dapprima impegnato nella grande rivoluzione umanistica compiuta dal movimento nelle societa' europee, schivo e critico verso qualsiasi impegno di tipo "politico diretto", quale era invece nella concezione di Alessandro Musiani. Poi neutrale nella grande disputa fra Musiani e Simon, quella disputa che per breve tempo avrebbe spaccato l'unita' del movimento, interventisti contro tradizionalisti. E sara' decisiva la conversione finale di Powell all'interventismo di Musiani, decisiva per le sorti del movimento, decisiva per il futuro stesso dell'Europa, decisiva per la produzione intellettuale successiva dello stesso Powell.
Infatti, l'anno che precede la pubblicazione del breve ma intensissimo libro Il Trionfo della Filosofia, che riprende con grande abilita' espositiva le tesi piu' affascinanti di Politica, Powell scrive un saggio controverso, che testimonia l'avvenuto passaggio all'ala "interventista" del M.U.E. e la maturata consapevolezza della necessita' dell'impegni istituzionale diretto del Movimento, all'Est come all'Ovest: Considerazioni sull'Utopia e il Totalitarismo e' il saggio che sancira' sul piano teorico la possibilita' di riuscita politica ed istituzionale della rivoluzione umanistica, e che forse piu' di altri contribuira' alla drammatica fine del filosofo.
Se mettiamo a confronto le limitate possibilita' reali di sviluppo e di innovazione di un sistema totalitario con le immensamente piu' grandi capacita' di elaborazione culturale dell'umanesimo, questa la tesi principale del saggio, appare chiaro che da un confronto diretto fra l'Utopia umanistica e lo Stato forte del totalitarismo, l'Utopia esce vincitrice.
Il messaggio di Considerazioni sull'Utopia e il Totalitarismo era rivolto, in primo luogo, all'Europa Orientale, dove gia' da tempo gruppi di umanisti lottavano senza successo contro la repressione: il messaggio fu fin troppo chiaro per i nemici degli umanisti, che subito bollarono come sovversivo, pericolosissimo, "un vero attentato terroristico" il saggio di Powell, tanto grave nelle sue tesi da richiedere una risposta di eliminazione non a parole ma a fatti: quegli stessi fatti che, nel corso del primo congresso dell'Alleanza Umanistica, costeranno la vita a Jonathan Powell nel momento del suo massimo trionfo personale e politico.
Considerazioni sull'Utopia e il Totalitarismo, sebbene fondamentale per comprendere la seconda fase dell'elaborazione teorica del filosofo, quella che lascia i "massimi sistemi" delle teorie generale e antropologica della politica per scendere sulla nuda terra, tra gli umanisti in lotta per le liberta' e per il rinnovamento culturale e sociale, non e' pero' l'unico scritto importante in questa "seconda fase" della produzione letteraria del filosofo: a Considerazioni sull'Utopia e il Totalitarismo seguiranno in breve tempo, infatti, il libro Teorie Prescrittive del Sociale ed il breve saggio Progetto Atlantico.
Il primo, Teorie Prescrittive del Sociale, rielabora la tesi della "transizione" proposta da Alessandro Musiani nel libro cruciale La Settima Via: il cambiamento di un sistema economico, sociale, culturale ed istituzionale passa attraverso la compiuta realizzazione pratica di tre "progetti". Il progetto etico ridefinisce il sistema dei valori che orientano le scelte degli individui e dei gruppi; e' la loro bussola, che indica la strada da seguire. Il progetto sociale e' l'architettura, ridisegna la mappa delle relazioni sociali e delle strutture economiche; ridefinisce le regole del gioco. Infine, il progetto politico traccia le linee d'azione per concretizzare nella realta' i progetti etico e sociale, attraverso la mobilitazione popolare, le vittorie elettorali, gli interventi legislativi, l'abbattimento delle dittature, la lotta ad ogni forma di repressione e di dominio.
Il secondo libro, Progetto Atlantico, e' un breve saggio che riprende e sviluppa un'altra idea originale di Musiani: l'Unione Atlantica fra l'Europa (tutta l'Europa, precisa Powell) e l'America del Nord e' necessaria per sviluppare e garantire la comune propensione alla democrazia, e con essa la pace e la prosperita' in tutto il mondo contro le spinte repressive, intolleranti e destabilizzanti che provengono da alcune aree del globo per effetto delle nuove e sempre piu' potenti manifestazioni del peggiore integralismo religioso. Presupposto fondamentale per la riuscita di un tale progetto di integrazione, l'espansione oltre oceano del Movimento Umanistico, la sua traduzione in partito politico, la sua indispensabile vittoria alle elezioni presidenziali statunitensi.
Il sogno di Powell, che fu anche di Musiani e di altri umanisti da entrambe le sponde dell'oceano, sara' pero' assai duro da realizzarsi. Tra le due ultime analisi del Powell post "Politica", infatti, solo la prima dara' un risultato positivo: sotto la pressione dell'Utopia umanistica, infatti, i regimi repressivi europei cadranno uno dopo l'altro e sara' l'Unione Europea, l'Unione della Grande Europa, Est ed Ovest insieme, a costituire l'apogeo politico dell'esperienza umanistica maturata nelle nazioni dell'emisfero Nord del pianeta. E sara' l'unione della Grande Europa Umanistica a doversi misurare con le enormi sfide planetarie costituite dalla poverta', dall'integralismo religioso e dalla violazione continua dei piu' elementari diritti umani nel resto del mondo.