Surfando nei vari siti pesco-promozionali della Flyfishing in Patagonia ricorrono spesso e volentieri le (solite) espressioni entusiastiche: "...paradiso del pescatore, ...le trote piú grosse del sistema solare, ...fantastica esperienza di pesca..." etc. etc.
Non diverse in veritá da quelle che ci sciroppano in analoghe pagine del Pinko & Bears Lodge in Alaska o sul Magnakiwi River in NZ e degli altri Fly-Paradise reali o supposti (tutto é relativo...).
Niente di blasfemo, ma come capita per la pubblicitá TV tutto viene ammantato di un vaporoso manto roseo facendo credere che anche il piú sprovveduto tiramosche fará in loco cattate da Guinnes dei Primati...
In effetti chi é bravo e soprattutto fortunato potrá tornare a casa con il ricordo di numerosi trotoni di rara bellezza mentre anche agli sfigati resteranno nel cuore paesaggi strepitosi percorsi da fiumi bellissimi e comunque qualche cattura rimarchevole.
In effetti il semplice fatto di scaraventare una qualsiasi mosca nelle acque di un fiume di laggiú non garantisce di per sé catture a "macchinetta" anche se l' ambiente di pesca (perlomeno nel nord della P. argentina) é piuttosto "amichevole" e le trote
locali non sono cosí "difficili" e timide come in altri siti super-moscherecci.
A mio parere, gran parte dl fascino della pesca in questa terra stá proprio nel fatto di essere in uno scenario di straordinaria suggestione in cui i pesci sono parte (gradita, comunque)
dello "spettacolo"...
La Patagonia (perlomeno quella argentina) a parte i costi di un viaggio di 10.000 e passa Km é abbordabile anche da PaM di non eccelsa abilitá e dal borsellino non illimitato e si presta pure a gratificanti esperienze "fai-da-te" parziali o totali.
La grave crisi economica e le sue inevitabili conseguenze hanno toccato pure la Patagonia, ma in misura minore che altrove. Anzi, lo sganciamento del peso dall' assurda paritá con il dollaro americano e l' inevitabile svalutazione (anche considerando la buona salute dei nostri Euri...)
rendono una Pata-spedizione piú conveniente di quanto non lo fosse in epoca Menem-Cavallo...
La Patagonia é un territorio vasto di recente colonizzazione, scarsamente popolato e ricco di eccellenti corsi d' acqua. I mosqueros argentini influenzati da personaggi del calibro di Lee Wulf e Jorge Donovan sono degli attenti conservazionisti (...loro hanno qualcosa da preservare) e praticano generalmente il C&R. Inoltre il Regolamento di Pesca Patagonico
sarebbe sottoscritto alla grande dai veri pescasportivi nostrani...
Eppure nemmeno laggiú mancano problemi e preoccupazioni per il futuro.
Alcuni corsi d' acqua tra i piú famosi e frequentati non offrono piú le leggendarie catture di un tempo; spieghiamoci bene: se nell' ipotetico Vattilapeskuen 20 anni orsono in una giornata di pesca "media" si cattavano 20 trote da Kilo, oggidí magari se ne prendono 15 da otto etti..
La cosa interessa in particolare alcuni rinomati fiumi del nord (zona S. Martin e Bariloche) anche perché gli unici probabilmente che offrono la possibilitá di attendibili confronti statistici con gli anni passati.
Gli studi fatti hanno dato dei risultati piuttosto prevedibili per chi abbia anche una modesta conoscenza dei luoghi: la qualitá dell' acqua é tutt' ora eccellente e l' inquinamento praticamente "zero". Il "mal di cemento" di cui soffrono i nostri fiumi é laggiú praticamente sconosciuto
e i salmonidi godono di ottima salute (...non sono presenti neppure certi parassiti diffusi nelle acque europee).
Il problema é la pesca di frodo incoraggiata da una vigilanza praticamente inesistente (pare che in TUTTA la Patagonia ci siano una ventina di guardiapesca effettivi!). A parte i ragazzotti che pescano
con la tecnica della latita (un pseudo-spinning in cui una lattina di birra funge da bobina per la lenza mentre un voluminoso cucchiaino viene abilmente lanciato dopo una veloce rotazione) non mancano bracconieri in grande stile con reti e nasse.
Singolarmente sembra che questi godano della compiacenza di proprietari terrieri (quando non sono loro stessi a depredare) che considerano le acque che scorrono nelle loro haciendas cosa loro, mentre in realtá sono pubbliche.
Esiste una certa conflittualitá tra pescasportivi e alcuni hestancieros che
esigono pedaggi per transitare sul loro territorio o semplicemente inibiscono la pesca nelle acque che considerano "loro". La cosa viene discussa ampiamente in loco con i pescatori sportivi che chiedono a gran voce il rispetto della legislazione vigente e accessi di pesca non problematici.
Pur serio il problema del bracconaggio non sembra comunque poter compromettere, per la vastitá stessa del territorio, il futuro dei salmonidi in Patagonia.
I fiumi che scorrono verso il Pacifico hanno negli ultimi anni visto un incremento notevolissimo dei salmoni, la cosa certamente piacevole nell' ottica della pesca stá peró portando anche qualche problema: sul Corcovado
per esempio l' aumento dei salmoni coincide con una significativa riduzione delle trote residenti. Assai preoccupante il progetto di sfruttamento delle foreste cilene da parte di una grossa multinazionale contro il quale si sono mobilitati le comunitá locali e pure gli allevatori di salmoni.
Infine si paventa l' introduzione negli allevamenti di salmoni atlantici geneticamente modificati, sembra che questi tecno-animali crescano con una velocitá tre volte superiore (con un appetito in proporzione...). A prescindere dai legittimi dubbi sul transgenico in generale, l' elevato numero di evasioni potrebbe farli divenire un grave fattore di squilibrio ambientale.