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Circa la Patagonia... Storia, Storie e Balle Patagoniche Chatwin e Pataturismo...

Si fá presto a dire Patagonia...

Anche gli scarsoni che oggidí sudano per un pugno di Euri nei quizzetti che ci somministrano alla T-vú intorno all' ora di cena risponderanno esattamente (speriamo) alla domanda: " Dove si trova la Patagonia?"
Che la P. sia locata nell' estrema fetta meridionale del Sud America lo sanno anche i sassi, piú discutibile che questa "fetta" sia tutta Patagonia... Come succede ad altre aree geografiche non delimitate da tangibili limiti politici e geologici sul tipo di quelli che insegna(va)no alle elementari, il nostro beneamato territorio si presta a diverse interpretazioni e comincia o finisce prima o poi a secondo di chi ne parla.
Ad essere fiscali la "vera" Patagonia é la meseta semidesertica bagnata dall' Atlantico che dalla penisola di Valdez si estende all' interno fino alla cordigliera andina e a sud raggiunge lo Stretto di Magellano. Oggigiorno, visto che questo nome non é piú sinonimo di una terra lontana e desolata e si "vende" bene... nel concetto di P. rientra pure tutta la regione andina (quella a maggior vocazione turistica), la Terra del Fuoco (che é un arcipelago) e pure la lussureggiante costa cilena. Un poco alla volta qualcuno arriverá a tracciare una linea retta da Buenos Aires a Santiago del Cile e a dire che tutto quello che é sotto é Patagonia.
Pure incerta é l' origine dello stesso nome, ma tra le varie ipotesi quella piú classica dei "piedoni" di Magellano desta maggiori consensi. La teoria dell' autore di queste pagine: pata (in spagnolo papera) + agonia (della papera stessa nonché conseguenza della visione prolungata di questo sito...) non gode molto credito.

Geoecopatagrafia...

Spannometricamente la P. si estende dal 40° al 55° Sud, se consideriamo le medesime latitudini in ottica nostrana (il 45° nord passa come il pendolino da Piacenza) non é poi tanto "perduta" ai confini dell' Antartide come qualcuno sembra credere...
La sua superficie (a seconda dell' idea piuttosto liberale sui suoi confini) é intorno al milioncino di Kmq: tre volte e rotti il Bel Paese. Quindi un territorio vasto, ma non illimitato e dagli sconfinati orizzonti come piace pensare (sempre allo stesso "qualcuno"). I venti che provengono dal Pacifico portano copiose piogge sulla costa cilena (fino a 3000 mm l' anno), piovositá che scema rapidamente spostandosi verso occidente fino ai miseri 100 della meseta che si affaccia sull' Atlantico. In pochi Km il paesaggio di confine tra la cordigliera (o meglio la pre-cordigliera) e la meseta si modifica, passando da panorami alpestri e boschivi ad altri di sapore tex-mex.
In realtá la Patagonia intesa nel senso piú vasto a cui accennavamo sopra offre territori tra di loro diversissimi in uno spazio, se percorso da est ad ovest (e pure viceversa...) di nemmeno 200 Km. Questa prodigiosa regione riesce ad essere allo stesso tempo Norvegia e Irlanda, Montana e Svizzera, Arizona e Messico e (purtroppo) continuando nel "Messico" della meseta di Chubut e Santa Cruz la perniciosa erosione causata dall' allevamento ovino anche Sahara...
Tutto questo la renderebbe giá affascinante di per sé, ma a dare il "la" vi sono pure gemme naturalistiche di assoluto valore mondiale (alcune delle quali dichiarate patrimonio naturalistico dell' umanitá dall' UNESCO...). Chi non ha mai visto tramesse dalla premiata Ditta Angela, Coló, Celli etc. le innumerevoli colonie di pinguini di Magellano, i leoni marini e le orche che li inseguono fino al bagnasciuga? E poi i ghiacciai del Perito Moreno e lo straordinario parco delle Torres del Paine...
Forse meno "spettacolari" i parchi del centro-nord, autentici gioielli per appassionati di escursionismo in tutte le salse (e ovviamente per i pescatori...), ma ugualmente ricchi di attrattive paesaggistiche e naturali come gli alerces o gli arrayanes alberi esclusivi di questa regione. Ma a mio modesto parere tutta la lunga fascia montuosa della Patagonia é un' interminabile secuenza di panorami affascinanti esaltati dal profondissimo azzurro del cielo australe e dalla straordinaria visibilitá che ricorda quella che godiamo anche noi "alto padani" 2 giorni all' anno (quando vá bene...).
Le Ande in questa regione non hanno la conformazione tipica di una vera catena montuosa, perlomeno come quelle a cui siamo abituati in Europa. Le montagne svettano tra altipiani e larghe vallate, sembra quasi che siano state "seminate" con una certa casualitá. Non raggiungono quote elevatissime per esempio i leggendari Fitzroy e il Cerro Torre sogno (e incubo) degli alpinisti superano di poco i 3000 mt. E nemmeno il vulcano Lanin nei pressi di Junin de losa Andes o il Cerro Tronador che sovrasta il lago Nahuel Huapi raggiungono i 4000 mt.
Ai loro piedi una miriade di laghi dalle acque fresche e limpide collegati da altrettanto splendidi fiumi....
Il clima della Patagonia varia sensibilmente in un territorio cosí vario e "allungato" dal nord temperato all' estremitá sub-antartica. L' estate australe presenta nel settentrione giornate di un piacevole caldo secco e notti fresche con alcune zone dotate di un ottimo microclima. Spingendosi a sud bisogna stare piú " copertini "... e il vento proveniente dal Pacifico é spesso presente e soffia con maggiore intensitá.

Animali e Piante

La Patagonia non é certo paragonabile per ricchezza di flora e fauna a certe zone tropicali ed i suoi pur splendidi parchi non possono competere in questo settore con il Serengeti e similari, quelli continuamente proposti dai documentari del National Geographic...Tuttavia anche l' ecoturista piú esigente trova pane per i suoi denti.
La Penisola di Valdez é il "fiore all' occhiello" in questo campo: le colonie di pinguini di Magellano, di elefanti e leoni marini sono un' attrattiva unica non solo per i naturalisti, ma pure (specie gli ultimi) per le orche... e stagionalmente in queste acque si radunano pure le megattere australi.
Gli animali piú conosciuti della Patagonia "terrestre" sono il Guanaco, cammellide selvatico imparentato con il lama, famoso anche per l' uso di sputare a buona distanza e il Ñandú, lo struzzo sudamericano piú piccolo del cugino africano, ma sempre di rispettabili dimensioni e velocitá. Presente in montagna anche il Puma mentre la "tigre", il nahuel degli indios (in reltá una specie di giaguaro) é estinta da tempo.
Autoctone ed in pericolo di estinzione sono l' Huemul e il Pudú due varietá di cervo, il secondo di minuscole proporzioni. Presenti pure specie locali di volpe, puzzola e gatto selvatico, l' armadillo e la lepre patagonica (anch' essa in grave pericolo).
Oltre al Condor e all' Aguila Mora non specifici della sola Patagonia, uccelli esclusivi di questa terra sono il Flamenco (Fenicottero Australe) la Martineta (simile alla nostra pernice) il Tero Tero, il Cigno dal collo nero ed altre varietá locali di acquatici.
La lista comprenderebbe qualche decina ancora di volatili e mammiferi, ma soprassiediamo ricordando solo che in Patagonia contrariamente ad analoghe zone di Wilderness scarseggiano gli animali pericolosi per l'uomo (meno male...) a parte la Yarará una specie di vipera assai simile alle nostre presente solo nel nord patagonico ed a un ragno limitato anch' esso alle zone piú calde non ci sono bestie velenose e i Puma (assai rari) non attaccano l' uomo.

Anche la flora patagonica non ha moltissime specie, ma alcune tra loro sono sicuramente di grande bellezza ed altrettanto rare. L' Alerce (fitzroya cupressoides) é simile alla sequoia raggiunge i 60/70 mt di altezza e con i suoi 3000 anni é tra gli alberi piú longevi del pianeta. L' Arrayan albero arbustivo che nella forma ricorda il nostro ulivo, ma con un fusto di colore rossiccio e che dá singolari sensazioni al tatto (provare per credere). Comune il Coihue l' albero principale della foresta patagonica, mentre l' Araucaria, spesso presente nei nostri parchi é diffusa nel nord. Significativi anche il Maiten similare al salice e il Cipresso Patagonico. Numerosi gli arbusti specie nella zona iniziale della meseta come il Calafate, il Llaulin, l' Algarrobo Patagonico e molti altri ancora di vitale importanza per l' allevamento ovino e per la preservazione di questa zona dalla desertificazione.

In Patagonia, come in altri "santuari" della natura, la fauna e la flora originarie sono in pericolo. La caccia indiscrimata prima e l' introduzione di specie alloctone, anche se spesso apparentemente innocue, ha provocato l' alterazione di diversi habitat naturali: Conigli, lepri europee, cinghiali e persino castori e visoni hanno provocato gravi squilibri alla fauna ed alla flora locale minacciata a sua volta dall' introduzione di svariate specie straniere. I salmonidi importati e che pure costituiscono una grande attrattiva turistica hanno soppiantato i pesci originari, ma il problema maggiore deriva dall' allevamento ovino tra i piú sviluppati al mondo che provoca l' impoverimento e l' erosione della steppa patagonica con il rischio di tramutarla definitivamente in un vero e proprio deserto.



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