IL VERO DIO E LA VITA ETERNA











1 GIOVANNI 5,20





 

1 Giovanni 5,20

 

oidamen de oti o uioς tou qeou hkei kai dedwken hmin dianoian ina  ginwskwmen ton alhqinon,

Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ha dato a noi  intendimento per conoscere il Vero

 kai esmen en tw alhqinw en tw uiw autou ihsou cristw.

e  siamo nel Vero [1],  nel Figlio suo Gesù Cristo.

outoς estin o alhqinς qeoς kai zwh aiwnioς

Questi è il Vero Dio e la vita eterna

 

 

 

La parte finale del versetto è stata da alcuni applicata al Padre, tenendo conto di Giovanni 17,3 (Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo).  Molti la hanno applicata al Figlio [2] tenendo presente Giovanni 11,25 (Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà), Giovanni 14,6 (Io sono la via, la verità e la vita) e 1 Giovanni 1,1-3 (Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita - poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi - quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo).

 

Entrambe le interpretazioni sembrano pertanto possibili.

 

Coloro che sostengono che solo il Padre è “vero Dio”, mentre il Figlio non è “vero Dio" cadono però in una grave contraddizione. Nonostante l’affermazione categorica: “E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dei sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori, per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui”. (1 Corinzi 8,5-6), il Padre è chiamato Signore, cioè κύριός, sia nel Vecchio sia nel Nuovo Testamento (Salmo 35,23 Heb = Salmo 34,23 LXX;  Matteo 11,25; Apocalisse 4,11; Apocalisse 11,17; Apocalisse 15,3; Apocalisse 16,7; Apocalisse 19,6; Apocalisse 21,22; Apocalisse 22,5; Apocalisse 22,6), mentre il Figlio, oltre ad essere chiamato Signore cioè κύριός (Luca 2,11; Luca 5,8; Luca 6,46; Giovanni 6,68; Giovanni 21,7; Atti 2,36; Atti 9,5; Atti 10,36; Atti 15,11; Romani 10,9; Romani 14,9; 1 Corinzi 8,6; 1 Corinzi 15,31; Filippesi 2,11; Colossesi 3,25; 2 Timoteo 1,2; 1 Pietro 3,15; Giuda 1,4; Apocalisse 17,14; Apocalisse 19,16), è chiaramente detto Dio cioè θεός in vari punti del Nuovo Testamento (Giovanni 1,1; Giovanni 20,28; Romani 9,5; Filippesi 2,6; Colossesi 2,9; Tito 2,13; Ebrei 1,8; 1 Giovanni 5,20) e in molti scritti dei padri apostolici del primo secolo. A tutto ciò va aggiunto il fatto che, se nell’Antico Testamento il titolo di “Vero Dio” è applicato solo a Jahvé (Geremia 10,10), nel Nuovo Testamento il Figlio viene identificato con Jahvé stesso (Ebrei 1,10-12 e Salmo 102,26-28).

 

Il pronome "questi" (in greco οΰτός) sembra comunque riferirsi a Cristo per almeno tre motivi:

 

  1. per logica e per correttezza grammaticale un pronome personale dovrebbe riguardare l'ultima persona nominata e non quella precedente (nel nostro caso il "Figlio suo Gesù Cristo" e non il "Vero");
  2. se ammettiamo che il pronome "questi" si riferisca alla persona precedente (il Vero) si ha una tautologia, cioè una pedante ripetizione dello stesso concetto con parole diverse; la frase suonerebbe allora così: Questi (il Vero) è il Vero Dio e la vita eterna;
  3. il Vero (αληθινος) e la Vita Eterna (αιωνιος ζωή) sono due attributi caratteristici del Figlio e non solo del Padre come confermano i versetti seguenti:

·         Vi annunziamo la vita eterna (αιωνιος ζωή) che era presso il Padre e che ci fu manifestata (1 Giovanni 1,2);

·         E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna (αιωνιος ζωή), e questa vita è nel Figlio suo. (1 Giovanni 5,11);

·         Queste cose dice il Santo, il Vero (αληθινος), colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre (Apocalisse 3,7).

 



[1]E siamo nel Vero” con αληθινω maschile si trova nel Codice Vaticano, mentre “E siamo nel Vero Dio” corrisponde al Codice Alessandrino (e alla Volgata) che invece di αληθινω usa αληθινω θεον. “E siamo in ciò che è vero” corrisponde poi al Codice Sinaitico che usa la forma neutra το αληθινον. Seguono il Codice Vaticano la Diodati, la NVB delle Paoline e la Nuova Riveduta, mentre seguono il Codice Alessandrino la CEI e la Luzzi.

 

[2] Vedansi, ad esempio, Atanasio, Trattati contro gli ariani, III, 9, 1; Pseudo Atanasio, Trattati contro gli ariani, IV, 26; Ilario, La Trinità, VI, 43 e 46; Agostino, Replica al sermone degli ariani, I, 1; Agostino, Contro Massimino, II, 14; Agostino, La Trinità, I, 6, 9; I, 11, 22; I, 12, 26; Vito Vitense, Storia della persecuzione vandalica in Africa, III, 5; Gerolamo, Commento a Isaia, LXVI; Cirillo, Dialoghi sulla Trinità, I, 3; Cirillo, Quod unus sit Christus; Ambrogio, La fede , I, XVII, 117.