IL MISTERO DI CRISTO DIO











CRISTO ED I CRISTIANI DELL'ANTICHITA'





 

Le principali risposte che, nei primi quattro secoli dell’era volgare,  i cristiani  tentarono di dare al problema dei rapporti esistenti tra il Padre ed il Figlio furono praticamente cinque:

 

1.    l’adozionismo, che, per salvare l’unità di Dio, affermò che solo il Padre è l’unico vero Dio in senso pieno e rigoroso e che con la sua potenza adottò il Figlio (fu sostenuto da Artemone, da Teodoto e da Paolo di Samosata);

2.    il modalismo patripassiano, per il quale le tre persone sono solo tre modi di apparire del medesimo Dio (fu insegnato da Noeto, Prassea e Sabellio);

3.    il subordinazionismo che ammette la distinzione delle tre persone divine, subordinate una all’altra: in senso posizionale e funzionale tale concetto è teologicamente corretto (nella storia della salvezza il Figlio è infatti subordinato al Padre e lo Spirito Santo è per alcuni versi è subordinato al Figlio) ma, se dal piano funzionale si passa a quello ontologico, si scade immediatamente nell’eresia;

4.    l’arianesimo che sostiene che la natura divina del Logos è sostanzialmente inferiore a quella del Padre, che vi fu un tempo in cui il Logos di Dio non esisteva e che il Verbo venne creato come tutte le altre creature (fu sostenuto da Ario, Aezio e Eunomio);

5.    il trinitarismo che vede il Figlio come “Dio da Dio, Luce da Luce, generato e non creato, della stessa sostanza del Padre” (fu sostenuto e difeso dal Concilio di Nicea e da tutti i Padri della Chiesa del IV e V secolo)

 

Il titolo di Dio, applicato a Cristo, è comunque testimoniato da numerosi ed autorevoli cristiani dell'antichità del primo e del secondo secolo, quando ancora non si parlava di trinità e di dogmi. Facciamo riferimento a Ignazio morto nel 107, a Giustino martire verso il 165, a Melitone di Sardi autore di un’apologia rivolta a Marco Aurelio verso il 170, a Teofilo morto presumibilmente nel 185, a Clemente Alessandrino (153-207), ad Ireneo vescovo di Lione vissuto tra il 140 ed il 200 dopo Cristo e ad Atenagora che nel 177 scrisse agli imperatori Commodo e Marco Aurelio una supplica per i cristiani. Di qualche interesse sono anche le testimonianze di Taziano (II secolo d.C.), Tertulliano (160-220) ed Ippolito (?-236). A tal proposito si veda:

 

  • Ignazio agli Efesini, VII, 2 (Dio nella carne);
  • Ignazio agli Efesini, XVIII,2 (Il nostro Dio Gesù Cristo è stato portato nel seno di Maria);
  • Ignazio agli Efesini, XIX, 3 (Dio apparso in forma umana);
  • Ignazio agli Smirnesi , I, 1 (Gesù Cristo Dio);
  • Ignazio ai Romani, III, 3 (Gesù Cristo nostro Signore Dio);
  • Ignazio ai Romani, VI, 3 (La passione del mio Dio);
  • Ignazio ai Tralliani, VII, 1 (Gesù Cristo Dio);
  • Ignazio a Policarpo, VIII, 3 (Dio nostro Gesù Cristo);
  • A Diogeneto, VII, 4 (Ma nella mitezza e nella bontà come un re manda suo figlio, lo inviò come Dio e come uomo per gli uomini)

 

  • Giustino Martire, Prima Apologia, 63, 14 (Il Figlio, Parola e Primogenito di Dio, è anche Dio);
  • Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 58, 9 (Dio è chiamato, Dio è, Dio sarà);
  • Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 59, 1 (Angelo, Dio, Signore e Uomo)

 

  • Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 61, 1 (Dio ha generato da se stesso una potenza razionale che lo Spirito Santo chiama ora Gloria del Signore, ora Figlio, ora Sapienza, ora Angelo, ora Dio, ora Signore e che definì se stessa come Capo dell’esercito del Signore, quando apparve in forma umana a Giosué);

 

  • Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 115,4 (nostro Sacerdote e Dio e Cristo, figlio del Padre dell’universo);

 

  • Giustino Martire, Dialogo con Trifone, 128, 1-4 (è stato più volte dimostrato……. che il Cristo, che era Signore e Dio Figlio di Dio e che già prima si era manifestato in potenza come uomo e come angelo, è apparso anche nello splendore del fuoco, come, ad esempio, nel roveto e in occasione del giudizio su Sodoma….questa potenza è indivisibile ed inseparabile dal Padre, così come la luce del sole sulla terra è indivisibile ed inseparabile dal sole che è in cielo…si tratta di una potenza generata dal Padre con la sua forza e volontà ma non per amputazione, come se l’essenza del Padre si fosse suddivisa, come succede per tutte le altre cose che, una volta divise e tagliate, non sono più le stesse di prima ….un esempio è quello del fuoco che vediamo appiccare altri fuochi: dal primo se ne possono accendere numerosi altri senza che esso risulti sminuito, ma rimanendo sempre lo stesso);

 

  • Teofilo, Ad Autolico, Libro II, 22 (La Parola generata da Dio è Dio);

 

  • Teofilo ad Autolico, Libro II, 10 (Poiché Dio aveva la propria Parola nel proprio cuore, la generò insieme alla sua Sapienza, emanandola prima di tutte le altre cose. Il Verbo fu per lui ministro di ciò che da lui aveva avuto origine e, per mezzo del Verbo creò tutte le cose. Egli si chiama principio, poiché precede e domina tutto ciò che è stato plasmato per mezzo di lui).

 

  • Ireneo, Esposizione della predicazione apostolica, 47 (Il Padre è Dio ed il Figlio è Dio, perché chi è nato da Dio è Dio);
  • Ireneo, Contro le Eresie, I, 10, 1-3 (Gesù Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re);
  • Ireneo, Contro le Eresie, III, 8, 3 (Colui che ha creato tutte le cose è giustamente chiamato, insieme al suo Verbo, solo Dio e Signore);

 

  • Clemente Alessandrino, Pedagogo, I, 2 (Dio in forma di uomo);
  • Clemente Alessandrino, Pedagogo, II, 3 (Dio attento alle piccole cose e Signore dell’universo);
  • Clemente Alessandrino, Protrettico, I, 6, 5 (La Parola sola è entrambe le cose: Dio e uomo);
  • Clemente Alessandrino, Protrettico, X, 110, 1 (La Parola di Dio, il Dio veramente manifesto);

 

  • Melitone di Sardi, Omelia sulla Pasqua (Il Signore pur essendo Dio, si fece uomo e soffrì per chi soffre, fu prigioniero per il prigioniero, condannato per il colpevole e, sepolto per chi è sepolto, risuscitò dai morti);

 

  • Atenagora, Supplica per i Cristiani, X, 3-5 (il Primogenito del Padre, non fu creato, ma fu dal principio presente nella mente eterna del Padre....Chi non resterebbe perplesso dopo aver sentito che vengon definiti atei coloro che riconoscono Dio Padre e Dio Figlio e lo Spirito Santo e che dimostrano la potenza nell'unità e la distinzione nell'ordine?)

 

  • Taziano, Discorso ai Greci, V (Il Logos non è venuto invano, ma è l’opera primigenia del Padre. Questo sappiamo essere il principio del cosmo che esistette secondo distribuzione e non secondo scissione…..come da una torcia si accendono molti fuochi e la prima torcia non perde luce per aver acceso molte torce, così anche il Logos originato dalla potenza del Padre non rende privo di Logos colui che lo ha originato).

 

  • Tertulliano, Contro Prassea, V, 2-3 (Perché prima di tutte le cose Dio era solo; Egli stesso era per sé il mondo, il luogo, il tutto. Era solo, perché, oltre a lui, null’altro vi era di estrinseco a lui. Ma neppure allora era solo, perché aveva con sé la Ragione che egli aveva in sé, la sua naturalmente. Perché Dio è razionale e la ragione è dapprima in lui; e così da lui derivano tutte le cose; la quale ragione è la sua stessa mente. Essa è ciò chi i Greci chiamano Logos, il quale termine noi usiamo anche per indicare la “parola”: e perciò i nostri sono già abituati a dire, con letterale traduzione, che “la parola esisteva al principio presso Dio”

 

  • Tertulliano, Contro Prassea, XIII, 9-10 (Perciò io non dirò in nessun caso né “dèi” né “signori”, ma seguirò l’apostolo: se il Padre e il Figlio devono essere invocati insieme, io chiamerò il Padre “Dio” e Gesù Cristo “Signore”. Ma Il Cristo da solo lo potrò chiamare Dio, come fa lo stesso apostolo che dice: “Dai quali (padri) viene il Cristo, che è Dio su tutto, benedetto per sempre”. Anche il raggio di sole quando è solo, lo chiamerò “sole”; ma quando dovrò nominare il sole, cui raggio appartiene, non chiamerò più “sole” il raggio. Perché in questo modo farei anche due soli. Tuttavia il sole ed il raggio li conterò come due oggetti e due forme di una sostanza sola e indivisa, allo stesso modo come Dio e la sua Parola, come il Padre e il Figlio).

 

  • Tertulliano, Contro Prassea,  XXVII, 10 (Ma noi lo troviamo esplicitamente presentato Dio e uomo ... sotto ogni aspetto Figlio di Dio e figlio di uomo, senza dubbio e Dio e uomo secondo l’una e l’altra sostanza distinta nelle loro propria realtà, perché la Parola non è altro che Dio, e la carne non è altro che l’uomo).

 

  • Ippolito, Contro Noeto, X (A noi è sufficiente sapere soltanto che niente coesisteva con Dio, tranne se stesso. Ma egli, pur essendo solo, era molteplice: non era infatti privo di parola, di sapienza, di potenza, di volontà. Tutto era in lui ed egli era il tutto....ha generato il Logos, e questo Logos, che aveva dentro di sé invisibile, lo rende visibile al mondo creato)

 

  • Ippolito, Contro Noeto, XIV (In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Se il Logos, che è Dio, è presso Dio, uno potrebbe obbiettare: Che dunque? affermare due dei? Non dirò due dei, ma uno solo: però due persone e, come terza economia, la grazia dello Spirito Santo)