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Chi sono?

Chi sono? E chi siete Voi? Difficile rispondere senza ripetere cose già dette milioni di volte da milioni di persone in milioni di posti. Tonnellate di saggi prima di me e di Voi ci hanno già provato, sarebbe presuntuoso credere di poter dare una risposta migliore della loro. Comunque, l'incauto navigatore che con discutibile curiosità sia capitato tra queste pagine e abbia addirittura deciso di perderci il Suo altrimenti prezioso tempo merita, anche solo per questo, un tentativo di risposta!

Sono un esteta libertino e libertario, con una visione marxista della storia che insegue un ideale romantico, annebbiato da una nostalgia decadente...

Ebbene chi sono? Sono l'incontro tra Cielo e Terra, il punto di contatto tangenziale tra il mondo Superiore e quello Inferiore, l'ennesima reincarnazione di un'anima in cerca della Serenità e della Liberazione dal ciclo del Samsara nella realizzazione ultima della propria Natura Divina? O più semplicemente un perdigiorno con un sacco di tempo libero a disposizione che si trastulla con futili passatempi interrettiani?! Boh, forse entrambe le cose, o forse nessuna delle due. In fondo le parole hanno poca importanza, sono solo convenzioni sociali con le quali cerchiamo inutilmente di fermare l'incessante flusso della realtà che ci circonda. Sarebbe a dire? Sarebbe a dire che qualsiasi cosa uno dica, essa cambierà, anzi, è già cambiata nel momento stesso in cui si pensava di averla acchiappata. Gli scienziati lo chiamano Principio di Indeterminatezza, Eraclito, più di due millenni prima diceva Panta Rei (tutto scorre), il Buddha era arrivato alle stesse conclusioni. Probabile allora che ci sia del vero!

Ma perché scrivo queste cose? Per un'esibizione vanitosa (tra l'altro riuscita male) delle mie scarse conoscenze? Ma allora si potrebbe anche chiedere perché scrivere di sé nell'Interrete, o perché scrivere in generale, a che serve? Forse a sentirsi meno soli, forse uno spera di accalappiare con questi giochetti qualche anima persa che gli possa fare compagnia (bionda, treccine, occhi verdi, alta non più di 1,75, grazie!). Insomma, se è vero che non ci sono risposte sbagliate ma solo domande sbagliate è, allora, inutile insistere. Ne avevo voglia punto e basta, tanto vi basti! In fondo, una delle caratteristiche che mi rendono tale quale sono è sicuramente il grande bisogno di comunicare, di scambiare sapere, di confrontarmi con le idee altrui e, al tempo stesso, arricchirmi e crescere grazie a questo scambio. Se a questo uniamo una congenita passione per gli strumenti informatici...il sito è presto fatto! Sì, è vero, c'è tanta vanità in questo. E anche tanta presunzione: la presunzione che a qualcuno davvero possa interessare tutto questo fiume di parole, Céline ebbe a scrivere che Il vero scienziato impiega venti lunghi anni in media per raggiungere la grande scoperta, quella che consiste nel convincersi che il delirio degli uni lascia perfettamente indifferenti gli altri e che ognuno è scocciato dalle manie del vicino. Abbastanza triste e sconfortante, vero? Ma Céline, per quanto criticato e odiato a parer mio ha detto delle grandi verità.

Veniamo comunque ai fatti, se siete arrivati a leggere fin qui ve li meritate davvero! Di sicuro c'è che non mi chiamo Fastelli, è un simpatico soprannome che alcuni amici di università mi diedero diverso tempo fa. E siccome mi pare che questo nomignolo mi descriva abbastanza bene (o forse mi sono solo autoconvinto di ciò), me lo sono tenuto, l'ho coccolato, l'ho fatto crescere, insomma mi ci sono nascosto dietro e dentro! 
Insomma, credo di essermi perso in mezzo a un sacco di chiacchiere! Torniamo al punto: chi sono? Forse qualche fatto concreto può aiutare dopo tante parole strane! Nasco a Firenze 28 anni fa, tre giorni prima che finisse l'Anno del Dragone, in una piazza vicino la Fortezza da Basso (la costruzione fortificata con i quali i Medici difendevano i propri enormi interessi nella città e che gli attuali amministratori stanno deturpando per difendere, a loro volta, i loro enormi interessi a favore dei loro ignobili privilegi). Mi iscrivo a una scuola superiore presuntamente scientifica ma che, alla luce dei fatti, si è rivelata superficiale e generalistica (come gran parte della scuola italiana), ma che, se non altro, mi ha dato quell'infarinatura complessiva che mi ha aiutato poi ad approfondire certi interessi piuttosto che altri. Finita la scuola superiore mi avventuro nel magico mondo dell'università. L'indecisione è totale, lo smarrimento pure. Alla fine, la mattina stessa dell'ultimo giorno buono per iscrivermi, decido di fare Scienze Politiche, come dire un pò di tutto e nulla in particolare. Così rimango posteggiato nel parcheggio universitario per sette (7) lunghi anni che si concludono il 30 giugno 2003 con la dissertazione di una tesi sui beni pubblici globali e sui brevetti dei farmaci contro l'aids. Ma cosa sono i beni pubblici globali, vi chiederete Voi? Ebbene non lo sa nessuno, l'importante è che qualche accademiucolo del cazzo abbia di che parlare a vuoto per poter autogiustificarsi il lauto stipendio che riceve ogni mese sulle spalle dei sacrifici di chissà quante famiglie. Forse penserete che il discorso sui brevetti fosse stato un lavoro interessante? Magari, ma così non è andata. Quello che desideravo scrivere, ovvero la Verità, era che il sistema di protezione intellettuale non è altro che la summa di un sistema fittizio tramite il quale il capitalismo (ovvero il privilegio dei pochi) crea la finzione della scarsità nel campo delle idee. Questa è la Verità, pura e semplice, e non sono io presuntuoso che penso di saperne più degli altri, questa è una Verità lapalissiana, palese a chiunque si affacci alla questione senza pregiudizi e con spirito critico. Chi nega questo o ha un interesse diretto, o è un povero imbecille incapace di discernere tra ciò che è vero per tutti e ciò che è vero solo per pochi. Il mio relatore, ovviamente, apparteneva alla prima categoria di persone e mangiando dalla stessa fogna accademica riempita dalla merda dei soliti maiali (sì, sempre loro, quei pochi) non poteva certo ammettere che dicessi una cosa del genere. E, quindi, sono stato costretto a ripiegare su una visione più moderata della cosa, ovvero invece di dire la Verità ci giravo intorno così erano tutti contenti e io mi potevo laureare. Uno dei tanti ricatti di cui parlavo prima (bravo GAC! Continua così).

Fortunatamente, circa un anno dopo la questa dissertazione, ebbi l'occasione di partecipare a un concorso promosso dall'Associazione Punto Rosso sul tema della necessità di ridefinire il principio brevettuale. Questa volta mi fu permesso di scrivere ciò che volevo e con questo elaborato vinsi il concorso per la sezione Italia. Ciò, oltre a fruttarmi un bel premio, mi ha concesso il privilegio di vedere pubblicato il mio umile lavoro in un libro insieme ad autori dai nomi altisonanti come Vandana Shiva, Vittorio Agnoletto, Riccardo Petrella e altri.

In ogni caso, pochi giorni prima della dissertazione ho avuto un piccolo incidente, praticamente un tassista mi ha tagliato la strada (bella razza davvero i tassisti, credo proprio si tratti di una delle forme umane più abiette che esistano, almeno un soldato uccide per uno stipendio, quelli mettono a rischio la tua vita solo per due lire, che schifo!). Io, dalla mia avevo le mie colpe: ero briaco fradicio e sono caduto dalla bicicletta. Se non altro ho avuto modo di riflettere e su dove può arrivare la malvagità umana (mica s'è fermato!), nonché sulla pericolosità dell'alcol! Ma poche settimane prima commettevo un errore ben più grosso! Entravo come obiettore di coscienza presso l'Arci di Firenze, questa (dis)esperienza merita un approfondimento a parte che potete trovare in questa pagina.

E così arriviamo ad oggi, più o meno. Dopo aver espletato i doveri che la società/famiglia mi richiedeva mi sentivo pronto, finalmente, a prendere in considerazione, per la prima volta, quello che IO desideravo davvero e non quello che gli altri desideravano da me. Ma, purtroppo, proprio mentre cominciavo a sentire sulla mia pelle che le vecchie e artificiose aspettative si stavano scrostando dal mio corpo come fossi un serpente che cambia pelle...è avvenuto un fatto grosso, del quale non posso/devo/voglio parlare adesso che, potenzialmente, mi costringerà nuovamente all'infelicità. E' ancora presto per dirlo, magari (ma ne dubito) la cosa avrà in futuro un esito positivo, per il momento sta avvenendo tutto contro la mia volontà e questo mi disturba molto, ma tant'è.

Via, concludiamo, che sicuramente non ne potete più di me! Non vi ho parlato dei miei interessi, delle mie passioni, insomma, delle mie caratteristiche. Per farla breve, riguardando a tutta la mia vita, credo che le mie grandi passioni fondamentalmente si riducano a due cose che adoro fare: leggere e perdermi nella Natura. Da qui la mia passione per il trekking e l'escursionismo, e da qui la discreta quantità di romanzi che mi sono già sciroppato. A volte, quando penso alla morte, alla fine della mia vita, ho come l'impressione che uno dei rimpianti maggiori che avrò sarà quello di non esser riuscito a leggere determinati libri e di non esser riuscito a passeggiare in determinati boschi. Ma, in fondo, di buoni libri a giro ce n'è pure troppi, tanto vale mettersi l'anima in pace. Però, se anche Voi avete la passione per i libri, potete andare alla pagina che ho preparato: se Vi va, possiamo aiutarci a vicenda scambiandoci opinioni e recensioni sui libri che leggiamo. Stessa cosa mi piacerebbe fare con le segnalazioni di sentieri particolarmente belli. 

E con l'Arte, ovviamente!

 

Attenzione: tutto il materiale simil-divertente di questo sito è di proprietà della Fastelli&Tonti 2005, società a responsabilità limitatisssima ed è copy-left, e icché vo' di' direte Voi caproni ignorantoni. Vuol dire che ne potete usufruire liberamente godendone a piene (2) mani purché citiate sempre la fonte (cioè Me) e che non ne facciate uso commerciale, cioè che non ci facciate vaìni perché se no vengo lì e Vi riempo di nocchini il capino, chiaro o brodi?!