Punta della Vallaccia 2630 m     

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Cartina stradale

Cartina escursionistica

Punto di partenza Parcheggio della Valle dei Monzoni, raggiungibile da Pozza di Fassa attraverso Meida e la bassa Val di San Nicolò; all'altezza della Malga al Crocifisso (1522 m), si abbandona la strada principale e si prende la diramazione di destra che si inoltra nella Valle dei Monzoni, fino al piccolo parcheggio presso il quale partono i taxi-pulmini diretti alla Malga Monzoni.
Descrizione Superata la sbarra, ci si incammina sulla strada, a tratti asfaltata, che percorre la pittoresca Val dei Monzoni; dopo qualche tornante, si prosegue con pendenza più moderata costeggiando una bella forra del torrente, mentre sullo sfondo appare la scura cresta vulcanica dei Monzoni. Lasciato sulla sinistra il sentiero 640 (h 0,25), che attraversa un ponticello e porterebbe al Lagusèl, si continua sulla strada principale, fino a raggiungere una zona prativa dove, in alto sulla destra, sorge la Baita Monzoni (1792 m), che si raggiunge con breve salita (h 0,40).Vista ampliata sulla Cresta dei Rizzoni (2646 m), che sbarra la valle. Si prende a questo punto una stradetta che stacca proprio sul lato destro della costruzione (indicazione "Sentiero Naturalistico") e che si inoltra pianeggiante nella fitta abetaia. Dopo un po', si prende sulla sinistra il sentiero 635, che taglia in quota tutto il pendio discendente dall'ardito Sasso delle Undici (2550 m) finchè, giunti ormai in vista dell'angusto solco della Vallaccia, scende con qualche tornante e traversa sotto il vertiginoso spigolo della Torre della Vallaccia (2514 m) fino a congiungersi con il sentiero 615 che percorre sul fondo tutta la Vallaccia (h 1,40). Tra quinte di roccia incombenti, si continua a risalire la valle fino ad una placca rocciosa inclinata, che si supera da sinistra a destra grazie alla corda metallica (facile); appare alla vista, su un poggio erboso, la rossa sagoma del Bivacco Zeni, che si raggiunge con un'ultima breve salita (2100 m, h 2). Bella veduta sulla testata della Vallaccia, con la Punta della Vallaccia (2630 m), la Mezza Luna (2623 m) e il Sass de Stengia (2546 m); sul versante della valle opposto al bivacco, è il poderoso paretone del Sasso delle Undici (2550 m). A questo punto, risalendo brevemente i prati alle spalle del bivacco, si raggiunge la base delle rocce e, quindi, l'attacco della Via Ferrata Gadotti (2150 m circa): si supera subito un gradino roccioso da destra a sinistra (corda fissa), e si procede poi con una traversata orizzontale dove l'unico appoggio per i piedi sono i pioli metallici infissi nella parete (punto più esposto della ferrata, anche se non tecnicamente difficile). Si raggiunge così un ripiano erboso, da dove si risale un corto caminetto che immette su di un nuovo pendio erboso (bella vista sul Bivacco Zeni e il Sasso delle Undici), questa volta molto ampio, che la traccia risale interamente con una serie di ripidi tornanti (tratto piuttosto faticoso); risalito infine un breve canalino detritico, si raggiunge una stretta forcelletta aperta tra il fianco della montagna ed un roccione staccato, da cui ci si affaccia su di un esteso circo detritico. Si traversa detto circo mantenendosi rasenti alle rocce della parte superiore (corda) per risalire poi su di uno sperone roccioso da cui appare la prima vetta da raggiungere: il Sasso delle Dodici (2446 m). Traversando in piano ripidi prati, si raggiunge la sella erbosa che congiunge questa cima al Sass Aut (2555 m); una breve deviazione verso destra permette di toccare la vetta del Sasso delle Dodici (croce di ferro, h 3,30). Eccezionale panorama su tutta la Val di Fassa, su Catinaccio, Sassolungo, Sella, Marmolada, Latemar e sugli abitati di Vigo e Pozza di Fassa, che si sovrastano direttamente. Tornati alla sella erbosa, alcuni cartelli indicano due possibilità: o discendere dalla parte opposta per un sentiero (un po' esposto nei primi metri, poi elementare) che, attraverso splendidi boschi, porta fino a San Giovanni di Fassa (Vigo, h 2 dalla cima); oppure proseguire per il sentiero attrezzato, opportunità sicuramente più consigliabile, condizioni fisiche e meteorologiche permettendo. Seguendo la traccia segnalata, si raggiunge la base delle rocce del Sass Aut, ben evidente già dalla sella erbosa, e per un sistema di cenge e canalini, sempre aiutati dalle corde metalliche (facile), si tocca in breve un ampio ed insospettato altopiano prativo, che non è altro che il plateau sommitale del Sass Aut. Con breve salita sulla destra, si giunge alla vetta vera e propria del Sass (2555 m, h 0,45 dalla sella erbosa). Curiosa veduta dall'alto sul Sasso delle Dodici e, in secondo piano, del Gruppo del Catinaccio; belle vedute anche sul Gruppo della Marmolada. Tornati sul sentiero, lo si segue fino al margine Sud-Occidentale del ripiano prativo, dov'è l'unico punto debole per ridiscendere a valle: un erto ed incassato canalone che taglia tutto il fianco della montagna fino alle ghiaie basali, che si discende con attenzione. Circa a metà altezza, un immenso masso incastrato ostruisce il canalone; il tracciato passa sotto detto masso ("Bus del Diaol"), dopo di che, con passaggio originale ed ardito, ci si cala da un salto di tre o quattro metri (pioli di ferro, passaggio più impressionante che difficile perchè percorso in discesa) di nuovo sul fondo del canale. Giunti alla fine del solco, il sentiero si innalza sulle roccette di sinistra, e si distende su di un altopiano detritico rasentando le pareti del Sass de Stengia e della Mezza Luna; un'ultima salitella permette di raggiungere la bella Forcella Baranchie (2528 m, h 1 dal Sass Aut), aperta tra la Mezza Luna ed il Sass de la Giona. Sull'altro versante si annida la solitaria Busa di Baranchie, bella conca detritica ai piedi della Punta della Vallaccia. Il sentiero, inoltratosi nella conca, risale un ripidissimo canalino detritico che sbuca su una forcelletta di cresta a breve distanza dalla vetta della Punta della Vallaccia, che si raggiunge velocemente (2630 m, h 0,45 dalla Forcella Baranchie). Meraviglioso panorama a 360 gradi! Tornati alla forcelletta, si discende per tracce sulla linea di cresta (ci si mantiene sulla sinistra, versante Val dei Monzoni), fino all'ampia sella erbosa della Costella (2529 m), valico che mette in comunicazione l'alta Val dei Monzoni con la bassa Valle di San Pellegrino. La Costella è raggiungibile anche direttamente dalla Busa di Baranchie traversando brevemente per ghiaie e tralasciando l'ascesa alla Punta della Vallaccia. Dalla Costella, bella veduta sui sottostanti ripiani prativi di Gardeccia (Monzoni) e sul Sasso delle Undici, di cui è riconoscibile sia il precipite versante Ovest, sia i dolci pendii erbosi di quello Est. Si discendono ora per sentiero gli splendidi prati di Gardeccia, con bella vista sulla Val delle Selle, fino alla costruzione del Rifugio Vallaccia (2275 m, h 0,45 dalla Punta della Vallaccia). Continuando a scendere, con bella veduta dell'impervia parete della Cima Malinverno  (2626 m, Monzoni) e della triangolare parete Est della Punta della Vallaccia, si entra nel bosco e si giunge sul fondovalle dei Monzoni all'altezza della Malga Monzoni (1862 m, h 0,25 dal rifugio). Seguendo ora la carrareccia della Val dei Monzoni, si arriva in breve alla Malga Monzoni e, per il percorso già seguito in salita, al parcheggio (h 0,30 dalla Malga Monzoni). 
Tempo totale h 5,30 con discesa a San Giovanni, h 7,30 circa l'itinerario completo
Difficoltà EE allenati
Dislivello circa 1200 m
Ultimo sopralluogo agosto '95
Commenti Periodo consigliato: metà giugno - fine settembre

Itinerario molto faticoso ma tra i più spettacolari; una volta giunti in quota, si scopre un paesaggio straordinariamente complesso, difficilmente immaginabile osservando il massiccio dal basso. Difficoltà contenute ed ampiezza dei panorami ne fanno una gemma da non perdere. Questo accesso dalla Val dei Monzoni è senz'altro preferibile rispetto a quello classico dalla Pensione Soldanella (Val San Nicolò), in quanto si guadagnano circa 200 m di dislivello e si ha il vantaggio di partire ed arrivare allo stesso punto.