Punto
di partenza |
Rifugio
Gardeccia (1949 m), raggiungibile da Pera di Fassa con
servizio taxi di pulmini e h 0,15 di
marcia, o in alternativa dal Rifugio
Ciampedie (1998 m) in h 0,45. |
Descrizione |
Dal retro del Rifugio
Gardeccia, una traccia conduce in breve all'ampio letto del Rio di
Soial, in questo tratto quasi sempre in secca; sulla sponda opposta,
nei pressi di un grande masso, inizia un sentierino che prende ad
inerpicarsi sui ripidi pendii alla base dei Dirupi di Larsec.
Raggiunta una zona ricca di affioramenti rocciosi (bella veduta,
sull'altro versante della Valle del Vajolet, sull'imponente
complesso Catinaccio (2981 m) - Torri del Vajolet), si
incontra una vasta frana, che il sentiero supera con un traverso
orizzontale in cui serve un po' d'attenzione. Al di là della frana,
un'ulteriore serie di tornanti su di un ripido pendio prativo porta a
rasentare un torrione roccioso e a montare su di una spalla
erbosa, dove
si incontra la traccia proveniente dal Rifugio
Vajolet (h 1). Traversando
in piano verso destra, il sentiero raggiunge la base di un grande
canalone, racchiuso tra ardite quinte rocciose, dominato in alto dalla
bella e liscia parete della Palaccia (2602 m). Si risale
faticosamente, a causa della ripidezza e delle ghiaie mobili, il largo
canalone per circa un centinaio di metri, finchè questo si divide in
diversi rami: trascurati i due più evidenti, che si indirizzano verso
sinistra, si raggiunge sulla destra un angusto canalino incassato tra
altissime pareti (l'imbocco non è evidentissimo), il cui fondo può
presentarsi, a seconda del periodo e della stagione, detritico o
ghiacciato. Si risale il canalino, anche con l'ausilio delle corde
metalliche (noi le abbiamo trovate in buono stato, al contrario di quanto
riportato da Visentini nel suo libro), finchè se ne raggiunge il
culmine, dove un passaggio un po' delicato (corda e pioli, ma è richiesta
una certa forza) consente di toccare l'orlo di una vasta conca detritica
sospesa (detta "Anfiteatro", h
1,40) che scende ripida dalla cresta della Pala di Mesdì
e che in basso si interrompe bruscamente con verticali risalti sul
sentierino percorso precedentemente. Di qui una traccia segnalata con
ometti risale il pendio sul suo orlo sinistro, e in breve, anche se con
una certa fatica, si giunge in cresta, da cui si gode di una splendida
vista sull'intero Gruppo del Catinaccio (in basso appare la
minuscola sagoma del Rifugio Gardeccia). Dalla prima forcelletta di
cresta, appaiono sul versante opposto i grandi ghiaioni che scendono verso
la Conca del Lago Secco (possibile variante al ritorno, attraverso
il Passo delle Scalette; le difficoltà dovrebbero essere ancora
minori rispetto al presente itinerario, vedi anche l'itinerario Traversata
del Larsec). Seguendo il sentierino, che qui dovrebbe essere più
marcato, verso destra, attraverso spuntoni rocciosi ed aeree forcelle, si
raggiunge la vetta (2758 m), su cui campeggia una croce in legno (h
2,30): panorama splendido! Ritorno per lo stesso itinerario (h
1,40 fino a gardeccia) o per la variante precedentemente
accennata in h 2,15 circa. |
Tempo totale |
h
4,15 - 5 a seconda dell'itinerario prescelto |
Difficoltà |
EA |
Dislivello |
800
m circa |
Ultimo sopralluogo |
agosto
'95 (fino alla prima selletta di cresta) |
Commenti |
Periodo
consigliato: fine luglio - fine settembre
Itinerario molto bello, ma da non
sottovalutare: la presenza di neve ghiacciata all'interno del canalino
(passaggio chiave) può aumentare molto le difficoltà (necessari piccozza
e ramponi). Attenzione anche all'orientamento, anche se in genere la
traccia è ovunque piuttosto evidente. Informarsi al Rifugio Gardeccia
sullo stato delle corde fisse. |
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