Pala di Mesdì 2758 m     

Home Catinaccio Marmolada Sassolungo e Sella Latemar Pelmo e Civetta Croda da Lago e Nuvolau Tofane Antelao Sorapiss e Marmarole Dolomiti di Sesto

Cartina stradale

Cartina escursionistica

Punto di partenza Rifugio Gardeccia (1949 m), raggiungibile da Pera di Fassa con servizio taxi di pulmini e h 0,15 di marcia, o in alternativa dal Rifugio Ciampedie (1998 m) in h 0,45.
Descrizione Dal retro del Rifugio Gardeccia, una traccia conduce in breve all'ampio letto del Rio di Soial, in questo tratto quasi sempre in secca; sulla sponda opposta, nei pressi di un grande masso, inizia un sentierino che prende ad inerpicarsi sui ripidi pendii alla base dei Dirupi di Larsec. Raggiunta una zona ricca di affioramenti rocciosi (bella veduta, sull'altro versante della Valle del Vajolet, sull'imponente complesso Catinaccio (2981 m) - Torri del Vajolet), si incontra una vasta frana, che il sentiero supera con un traverso orizzontale in cui serve un po' d'attenzione. Al di là della frana, un'ulteriore serie di tornanti su di un ripido pendio prativo porta a rasentare un torrione roccioso e a montare su di una spalla erbosa, dove si incontra la traccia proveniente dal Rifugio Vajolet (h 1). Traversando in piano verso destra, il sentiero raggiunge la base di un grande canalone, racchiuso tra ardite quinte rocciose, dominato in alto dalla bella e liscia parete della Palaccia (2602 m). Si risale faticosamente, a causa della ripidezza e delle ghiaie mobili, il largo canalone per circa un centinaio di metri, finchè questo si divide in diversi rami: trascurati i due più evidenti, che si indirizzano verso sinistra, si raggiunge sulla destra un angusto canalino incassato tra altissime pareti (l'imbocco non è evidentissimo), il cui fondo può presentarsi, a seconda del periodo e della stagione, detritico o ghiacciato. Si risale il canalino, anche con l'ausilio delle corde metalliche (noi le abbiamo trovate in buono stato, al contrario di quanto riportato da Visentini nel suo libro), finchè se ne raggiunge il culmine, dove un passaggio un po' delicato (corda e pioli, ma è richiesta una certa forza) consente di toccare l'orlo di una vasta conca detritica sospesa (detta "Anfiteatro", h 1,40) che scende ripida dalla cresta della Pala di Mesdì e che in basso si interrompe bruscamente con verticali risalti sul sentierino percorso precedentemente. Di qui una traccia segnalata con ometti risale il pendio sul suo orlo sinistro, e in breve, anche se con una certa fatica, si giunge in cresta, da cui si gode di una splendida vista sull'intero Gruppo del Catinaccio (in basso appare la minuscola sagoma del Rifugio Gardeccia). Dalla prima forcelletta di cresta, appaiono sul versante opposto i grandi ghiaioni che scendono verso la Conca del Lago Secco (possibile variante al ritorno, attraverso il Passo delle Scalette; le difficoltà dovrebbero essere ancora minori rispetto al presente itinerario, vedi anche l'itinerario Traversata del Larsec). Seguendo il sentierino, che qui dovrebbe essere più marcato, verso destra, attraverso spuntoni rocciosi ed aeree forcelle, si raggiunge la vetta (2758 m), su cui campeggia una croce in legno (h 2,30): panorama splendido! Ritorno per lo stesso itinerario (h 1,40 fino a gardeccia) o per la variante precedentemente accennata in h 2,15 circa. 
Tempo totale h 4,15 - 5 a seconda dell'itinerario prescelto
Difficoltà EA
Dislivello 800 m circa
Ultimo sopralluogo agosto '95 (fino alla prima selletta di cresta)
Commenti Periodo consigliato: fine luglio - fine settembre

Itinerario molto bello, ma da non sottovalutare: la presenza di neve ghiacciata all'interno del canalino (passaggio chiave) può aumentare molto le difficoltà (necessari piccozza e ramponi). Attenzione anche all'orientamento, anche se in genere la traccia è ovunque piuttosto evidente. Informarsi al Rifugio Gardeccia sullo stato delle corde fisse.