20
marzo 2004 |
Maglierosse
- Magliecolorate |
2 |
formazioni
R:
giuseppe, paolo,
colombo, sheva,
berto, zugni, fabrizio, danilo, maurizio e barbanera's brothers,
mr.angelo, gianfranco
A:
barbanera,
maurizio, teso, tesino, quellonuovo, tomma, carola, alan, maglianera,
dido, gianma, verdepisello |
Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile.
Forse.
Se c’è una cosa che evito di fare è sfogliare
quei maledetti settimanali locali, dove le cacche di cane contendono
settimanalmente la prima pagina alla chiesa e i suoi derivati,
e questa lotta ci offre quei bei titoli che solo la stampa di
provincia riesce a regalare:
“Beatificazione a Roma per don Luigi Taldeitali…
700 monzesi affollano San Pietro per la cerimonia”, non
più di 70… secondo la questura.
“Prima la rapina, poi tenta di violentarla… il bruto,
arrestato dai carabinieri”, il mascalzone messo in fuga
dai proprietari del bar che gli hanno urlato (non sto scherzando,
c’è scritto davvero) “chi c’è
lì dietro? Cosa succede?”.
Certo la cronaca nera non è proprio il loro punto di
forza, si vede che sono poco allenati. In provincia non succede
mai niente di nuovo. Né omicidi, né traffico di
organi. Niente treni che saltano in aria. Niente di niente.
Nessuna storia. Solo preti, suore e chierichetti. Ma dove diavolo
la trovano la forza per riempire 47, dico 47 pagine di cronachette
da parrocchia?
“Grazie suor Pia, torna fra noi… festa per i cinquanta
anni di professione”… e per i trenta dall’ultima
volta che si è tagliata i baffi.
Dov’è il sangue, dov’è la strada?
Se… un uomo di merda con due figlia a carico, di cui,
a quanto pare è lecito dubitare la paternità,
viaggia con la propria auto contromano nei pressi della biblioteca
civica mettendo a rischio la vita sua e di coloro che viaggiano
nel senso corretto sulla medesima strada e nonostante il torto
non ha l’onestà intellettuale di chiedere scusa
a colui che trovandosi nella ragione è costretto pure
a sentirsi minacciato di essere sparato e a sua volta è
obbligato a menar le mani, perdendo il suo già precario
senso della ragione… allora è finita!
Gente pronta a dare la vita pur di difendere l’integrità
del proprio mezzo di trasporto. Ecco il vero spirito di provincia.
Succede tutti i giorni sotto i loro occhi e non se ne accorgono.
Ed è proprio quando sono sul punto di dar fuoco al giornale
che, sfogliando, mi cade l’occhio su un titolo pudico
ma deciso nel porre i termini della questione.
“Il campo del degrado: Deiezioni e giovani immorali”.
Penso - cazzo, finalmente qualcuno si è accorto di noi!
-.
Deiezioni canine e giovani immorali. Cos’hanno in comune?
Entrambi al primo posto nelle classifiche delle lamentele dei
cittadini a modo.
Comincio a leggere.
“Siamo un gruppo di abitanti del quartiere Ceredo che
desidera segnalare lo stato di degrado in cui versa lo spazio
verde della nostra zona. A parte la sporcizia e le cacche di
cane, la zona è infestata da fastidiosi calciatori del
sabato pomeriggio… la razza peggiore che si possa incontrare.
Ruttano, sporcano e bestemmiano il nome di nostro Signore, inquinando
le orecchie dei nostri poveri bambini.
Ma che mondo è questo! Che giovani immorali! Gente senza
senso del limite!
Giocano dodici contro dodici e non provano nemmeno una briciola
di vergogna. Gente che prende la palla nella sua area, fa tutto
il campo e poi la deposita fuori, senza nemmeno riuscire a tirare.
Non si è mai visto sollevare tanta polvere nemmeno all’ippodromo
di San Siro.
Gente che si crede il re del possesso palla, che una volta che
ne prendono una non la passano nemmeno sotto minaccia di morte.
E poi i maghi dello stop a seguire, che se uno gli passa la
palla quelli te la respingono di tibia. Gente che dice teniamola
bassa e facciamo passaggi corti da vent’anni e nessuno
li ascolta. Gente che sviene come neanche Inzaghi ai tempi d’oro
e chiede fallo appena vede l’ombra dei difensori. E poi
ci sono quelli simpatici. Quelli che gli squilla il cellulare.
Quelli che non si facevano vedere da anni, e per questo avevamo
cantato lodi al Signore e poi rieccoli qua, con la loro magliettina
verde pisello e quella testolina di cazzo, tutta smania di protagonismo,
lacrime facili e proteste per ogni contatto fisico.
Ma che mondo è questo! Cosa abbiamo fatto di male per
meritare tutto ciò. Vogliamo solo tornare in possesso
del nostro verde. Vogliamo solo usufruire di un nostro diritto,
un diritto sacrosanto, che non può essere calpestato
così impunemente. E se non volete farlo per noi, fatelo
almeno per i nostri bambini.”
Moralisti affacciati alle finestre inveiscono contro giovani
che negano la legittimità di un qualsiasi canone etico.
Vorrebbero chiamarli stronzi, pezzi di merda, cacche, feci,
liquami e avrebbero tutte le ragioni per farlo, ma poi li chiamano
deiezioni, per non sporcarsi troppo la bocca.
Rileggono sul giornale la loro lettera di protesta e se ne compiacciono.
Ritagliano l’articolo e lo incorniciano, per farlo vedere
a parenti e amici. Poi passano i giorni e non succede niente.
Le loro proteste rimangono inascoltate.
Così imbracciano il loro fucile e si appostano alla finestra
della cucina, quella che dà sul campo del Ceredo, e aspettano.
Prima o poi cominceranno ad arrivare. Succede tutti i sabati.
Basta tenere l’occhio sul mirino. Aspettare che siano
tutti lì, come ogni settimana. Sempre di più.
Sempre di più. Poi basta prendere la mira. Puntare. Fuoco.
Giustizia.
E così anche quegli stronzi dei giornali avranno finalmente
qualcosa di interessante da scrivere.
joenat & paolo
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