Stagione 2003 - 2004
(
dal Precampionato alla 10° giornata)

dal precampionato alla 10°

10° GIORNATA

27 dicembre 2003
ROSSI - AZZURRI
8 - 6

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, colombo, sheva, tomma
A: barbanera, maurizio, teso, secco, barbanera's brother, dido, quellonuovo

 

L'ultima dell'anno

Come la Premier League anche il campionato di Quelli che il Ceredo non si ferma per le feste natalizie.
Una pioggerellina intermittente in stile inglese picchia sulle testoline di questi giocatori della domenica. L’Europa sembra più vicina del solito. I campanilismi e le contese tra quartieri sono un ricordo del passato. Qui al Ceredo si pensa in grande. Qualcuno spera in un ritorno del Re Angelo, qualche altro le spara meno grosse e qualcun’ altro ancora pensa bene di non dire niente, casomai un tizio dei servizi segreti dovesse passare da queste parti.
Il numero è immancabilmente dispari, come vuole la tradizione.
I rossi scelgono di giocare a ranghi ridotti. Quello che poi scopriranno è che dalla loro parte non c’è un' unica defezione, si perché nelle loro fila sono schierati due fantasmi. Quello di Giuseppe che vaga lentamente per la difesa e quello di Tomma che fa la stessa cosa sulla fascia.
L’acchiappafantasmi non si sa bene dove è finito, quindi devono rassegnarsi.
Uno di quei due fantasmi passeggerà allegramente per due ore sul campo. L’altro, resosi conto della situazione, ripiegherà mestamente verso un ruolo più adatto alla sua “quantità di moto”.
Il risultato è alternamente favorevole alle due squadre, finché i rossi non passano in vantaggio decisi a portare a casa la vittoria. Poi l’ebrezza per la vicinanza dell’obbiettivo rimbecillisce la squadra. Gli azzurri cominciano un assedio e la rimonta non sembra più così impossibile.
Ci vuole un superportiere e una difesa guidata col pugno di ferro da Colombo per salvare la porta dei rossi.
E alla fine, con l’aiuto del buio, anche questa è andata…

paolo & joenat


9° GIORNATA

20 dicembre 2003
AZZURRI - ROSSI
5 - 6

formazioni
R: giuseppe, paolo, mr.angelo, colombo, gianma, sheva, tesino
A: barbanera, maurizio, teso, tomma, barbanera's brother, gambadilegno, secco

 

Pacco Natalizio: 3 recensioni al prezzo di 1

Il punto di Tosatti
Ombre e nebbie nel campionato del Ceredo, soprattutto nebbie. Le ombre riguardano l’organizzazione, anche stavolta non impeccabile. Il ritardo se non è cronico, lo sta per diventare. Se va avanti così per un paio di mesi ci dovremo aspettare finali di partita nel buio quasi totale. Mi chiedo come mai il campionato non si fermi di questi tempi. Adeguiamoci con i tornei scandinavi. Una bella sosta invernale. Chi vuole può andare anche in letargo.
Tornando al calcio giocato, parola inappropriata per quelli che il Ceredo, c’è da registrare una novità importante di questa giornata. Anzi due. Il ritorno di Gambadilegno nella difesa degli azzurri. E quello di Sheva nelle file dei rossi. Sfortunato il primo, fortunato il secondo.
Per Sheva non vale la regola di non esultare dopo un goal alla sua ex-squadra. Finalmente una scelta controcorrente. Eravamo stufi di questi giocatori che dopo un goal se ne ritornavano mesti a centrocampo. La cosa straordinaria è però un’altra. La vittoria dei rossi dopo le polemiche trascinate per tutta la settimana.
I termini della polemica erano del genere “ Quelli sono dei lavativi, e adesso coi problemi societari, vedrete che non ci penseranno due volte a tirare indietro la gamba alla prima occasione.”
Che fossero dei lavativi lo sapevamo, che tirassero indietro la gamba pure, ma quello che è certo è che non ci aspettavamo riuscissero a vincere con quella temeraria difesa a due vista per tutto l’arco della partita. Non so se considerarlo un colpo di fortuna o una scelta tattica azzeccata. Propenderei per il colpo di fortuna. L’impresa assume i connotati trionfali considerando che il resto della squadra era composta da trattenitori di palla, quelli che un tempo si chiamavano “veneziani”. Ma i meriti della squadra dei rossi finiscono con i demeriti degli avversari azzuri, e in questo caso i demeriti cominciano prima del previsto.
A mio parere gli azzuri l’hanno buttata troppo sul vittimismo.
Per cominciare, se avessero badato meno ai palloni fuori o dentro la linee e al gioco sporco di mr. Angelo, ce l’avrebbero pure fatta a vincere. L’inesperienza paga. Ma la nebbia paga sicuramente di più. E per finire, va bene la regola del “ finiamo quando è concluso il secondo giro di cambi” (anche se stavolta basta una semplice moltiplicazione (sette x otto = cinquantasei) per capire che la durata della partita era comunque eccessiva. Era chiaro che gli azzurri, pur di non perdere, l’avrebbero trascinata per chissà quanto. E i tempi televisivi si sa, sono quelli che sono. E qui ho finito...


Poco lontano la circolazione di macchine è frenetica. Non voglio nemmeno pensare a quello che sta accadendo dentro negozi, negozietti e centri commerciali. La diagnosi è irrevocabile. Rincoglionimento di massa.

Ombra e nebbia
Ehi, mi sentite? C’è qualcuno? Qui mi sa che se ne sono andati via tutti. Ehi? Va bene. Conto fino al tre. Uno. Dfuori. Allora c’è qualcuno. Si può sapere dove siete?
Comincia a fare freddo. Niente rumori. Mi riposo. Venti metri dietro la linea di metà campo. Mi hanno dato il cambio poco prima, quelli della mia squadra. I rossi. Ho la pancia piena di fagioli, sono sazio e soddisfatto. Me lo ricordo il capitano. Era sbucato proprio da lì. Attendo che qualcuno si faccia vivo. Sono intontito dal freddo e dalla stanchezza. Se i conti tornano dovrebbe essere ancora sabato. Faccio un po’ di esercizio per tenermi pronto nel caso qualcuno si faccia vivo. Ma che cazzo credo, quelli non torneranno di certo. Hanno fatto le valigie e si sono dileguati nella nebbia. La partita è andata a farsi fottere.
Ehi, dove cazzo siete? Che razza di stronzi. Ehi, me ne sto andando!
Dovrei smontare le porte, ma lascio perdere. Una fine del cazzo se restassi congelato e disteso con la faccia a terra. Al primo che passa da queste parti, probabilmente uno spazzino, non dovrei fare una buona impressione quando voltandomi vedrà l’espressione poco serena del mio viso.
Penserà soltanto “eccolo qui un ‘altro cadavere con la faccia incazzata”. Conto fino a tre. Uno, due, t
passala!
Vi ho sentito. Allora ci siete. Non ve ne siete andati?
Mi sentite? Basta! Me ne vado!
E’ tuo quello. Qualcuno ce l’ha con me ? Ho detto, qualcuno ce l’ha con me? Certo che ce l’ho con te. Dovevi tenerlo tu quello. Ma se nemmeno l’ho visto. E poi dove cazzo eravate finiti. E perché non vieni fuori invece di nasconderti nella nebbia? Adesso siamo sotto di uno. Io pensavo che ve ne eravate andati. A te la nebbia ti fotte il cervello. Se credevi che la partita fosse finita spiegami perché te ne stavi qui a urlare.
Sei sicuro di star bene?


paolo

Evviva il presepe
… e anche quest’anno la tradizione del presepe di fine anno è stata rispettata.
Non c’è freddo che tenga. Nebbia, neve, ghiaccio, non hanno mai spaventato nessuno qui al Ceredo.
Ma forse è meglio raccontare come andarono i fatti in quei tempi in cui tutto ebbe inizio…

In quel tempo il sabato era un giorno come gli altri. Passava stancamente, a farsi bello tra i negozi, specchiandosi nelle vetrine delle vie del centro… quand’ecco che Dio apparve in sogno a Giuseppe e disse:
<< Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria come tua sposa, perché quel che è generato in lei è frutto dello Spirito Santo! >>… e Giuseppe, che era giusto, fece presente a Dio che doveva averlo scambiato per qualcun altro, ma Dio non volle sentire ragioni.
<< Vai, e cresci il figlio di Dio che salverà il tuo popolo dai peccati del mondo… altrimenti sarai condannato per sempre a vagare per campetti di periferia e santificherai il sabato rincorrendo uno stupido pallone… nei secoli dei secoli…per il resto della tua vita…e così sia! >> e detto questo svanì.
Giuseppe, che era uomo di senno, sapeva di non aver sparso il suo seme senza opportune precauzioni e non si curò delle parole del Signore, certo che si fosse sbagliato…
Ma la punizione di Dio fu implacabile.
Presto si accorse di essere in cinta di qualcosa di mostruoso… Fu così che di lì a poco egli partorì l’idea di un campionato di periferia.
In quella regione c’erano alcuni pastori che facevano la guardia al proprio gregge, quando un Angelo in carne ed ossa si presentò davanti a loro e, avvolto dalla gloria del Signore, disse:
<< Non temete, ecco, vi annunzio con grande gioia che oggi qui è nato il campionato del Ceredo. Troverete un pallone e delle porte già montate. Se volete unirvi a noi potremo giocare insieme con grande soddisfazione >>.
Appena l’Angelo si allontanò i pastori si consultarono e decisero di andare a vedere di cosa si trattava. Ciò che si presentò ai loro occhi fu una cosa del tutto stupefacente.
C’era qualcuno che stava piantando due pali per terra ad una distanza di 50 metri da altri due pali. E in mezzo al campo c’era l’Angelo che stava straziando in modo preoccupante una sfera di cuoio.
I pastori si guardarono negli occhi e decisero di intervenire per porre fine a quel supplizio. Raggiunsero l’Angelo e gli chiesero cosa stesse facendo. Lui gli spiegò brevemente le regole del gioco e quelli impararono così in fretta che dopo un po’ non gli passavano più neanche la palla. L’Angelo quasi si pentì di averli invitati. Intanto Giuseppe, da bravo falegname quale era, aveva finito di piantare i pali per terra.
Le urla di rabbia dell’Angelo, sempre più in difficoltà con i pastori che aveva adescato, attrassero alcuni Magi provenienti dall’est. Essi portarono in dono dribbling, possesso di palla e fucilata nei coglioni. Era nato Quelli che il sabato al Ceredo…

E da allora, ogni anno, si allestisce una rappresentazione in memoria di quei giorni. Sempre più in grande e sempre con nuovi personaggi sorprendenti.
Anche quest’anno c’era Giuseppe che piantava le porte, con la sua piccola impresa di costruzioni e i suoi pochi dipendenti. C’erano i pastori. C’erano i “veneziani” che portano i palloni, ma poi non li fanno toccare agli altri. C’erano i Magi con i loro doni. C’era il mercante di magliette che cercava di fare il furbo alzando il prezzo della sua merce, con manovre speculative del tutto ingiustificate.
E poi, per quest’anno, finalmente insieme nella stessa squadra, il cornuto e il somaro (il bue e l’asino) a scaldare l’umorismo degli avversari con i loro errori grossolani sottoporta.
Che bello spettacolo… c’erano proprio tutti. E tutto ha funzionato alla perfezione.
Peccato che nessuno abbia pensato di portare le illuminazioni, visto che il presepe vivente era così bello che è andato avanti finché non è scesa la notte…

joenat

 


Quelli che il calcio: GREATEST HITS

13 dicembre 2003
AZZURRI - ROSSI
12 - 9

formazioni
R: giuseppe, paolo, mr.angelo, rinaldo, gianma, ferrari, andrea, tomma, tommasino
A: barbanera, maurizio, secco, teso, sheva, dido, barbanera's brother, zugni

 

17 Cazzoni boccheggianti..

Scopri di punto in bianco che tutta l’organizzazione si regge su una sola pedina. Alla pedina capita che gli tocca lavorare anche di sabato e tutto va a puttane.
Chi è la vice pedina? Pensavo fossi tu. Scherzi, io lavoro. E allora, che c’entra?
Siamo alla fine del gioco. E’ la fine di un impero. E’ caduta Roma, possono cadere anche Quelli che il Ceredo. Il calcio meglio goderselo alla tele.
Facciamo cerchio nel campo. Niente pallone, niente porte, niente giocatori. Solo un gruppo di corvi incuriositi dalla nostra formazione geometrica. L’ambiente si fa desolante. E’ come essere in un documentario. La vita del gruppo di quelli che il sabato è in serio pericolo. Non si tratta di animali sociali, al posto loro le formiche si sarebbero già messe a lavoro. Sono votati all’autodistruzione. Una piccola setta suicida che ha scelto come teatro della loro dipartita un anonimo campo della periferia della Brianza.
Ragioniamo un attimo. Dopo l’età del bronzo è arrivata quella del ferro e poi qella dell’oro. Ora siamo nella merda. A parte l’odore resta la soluzione più ecologica.
Ripassiamo la struttura dell’organizzazione.
Un tizio identificato col nome di Berto è il responsabile delle porte e possessore del pallone migliore. Incontrarlo la mattina al mercato non fa notizia. O almeno sarebbe una notizia se il tizio non avesse anche lui, come tutti, una vita privata. Concludendo, il tizio esiste anche il resto dei giorni della settimana. Il suo incarico più importante non è certo quello di portare le porte e il pallone. Morto un papa se ne fa un altro.
Chiarito questo fatto non ci smuoviamo dal nostro cerchio. Tutti cadono dalle nuvole. Pallone? Porte? Partita del sabato? L’atmosfera natalizia ottenebra le menti. Sarebbe un sabato come tutti gli altri se non fosse che oggi è santa Lucia (martire uscita illesa dal rogo e uccisa poi con la spada), il giorno più corto dell’anno e quindi bisogna muoversi. La luce d’inverno si paga e oggi costa più del solito. Si fa tardi, niente roghi in giro, dobbiamo solo stare attenti alle spade.
Fortuna o sfortuna vuole che arrivino le porte, arriva il pallone e arrivano i giocatori. Alla fine si raggiunge il numero.
E’ un numero importante.
Diciassette. Giocatelo sulla ruota del Ceredo.
Siamo salvi anche stavolta. Con quel numero i giochi sono fatti. Non è la fine di una dinastia. Avanti allora.
Scriviamo un’altra pagina amara del gioco del calcio. Male che vada ci si può rifare sabato prossimo.
Siam pronti alla morte il calcio chiamò…

paolo


8° GIORNATA

6 dicembre 2003
ROSSI - AZZURRI
6 - 9

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, mr.angelo, rinaldo, zugni, gianma, tommasino
A: barbanera, maurizio, teso, tomma, sheva, gianfranco, barbanera's brother

 

Hasta la victoria…quasi siempre

Certe volte sai già come andrà a finire. Si comincia con le migliori intenzioni. Ognuno al suo posto, tutti uniti per la causa. Come al solito c’è chi si occupa dell’organizzazione, chi ha preparato gli slogan, chi è pronto a darci dentro fino all’ultimo e chi non è tanto convinto che questo sforzo servirà a qualcosa.
Appuntamento al solito posto. C’è un sacco di gente, ci sono anche quelli che era un po’ che non si facevano vedere e che non potevano mancare ad un appuntamento così importante.
“La parte sana del paese è qui oggi a manifestare” dice qualcuno di loro.
Giovani e anziani insieme, un segno da non prendere sotto gamba. “Non si facciano illusioni, se pensano di toglierci la pensione dovranno passare sui nostri corpi” urlano i più scalmanati.
“Come mai è sceso in campo?” chiediamo ad uno di loro.
“Se siete di Italia1 non parlo” ci risponde, “potete intervistare quei cani che passeggiano là in fondo, so che è la vostra specialità”.
Ne fermiamo un altro “Ehi, lei con la barba !”
“Non me ne va dritta una. Questa finanziaria gioca sporco con noi gregari. Penso che me ne andrò, magari in Qatar, dicono che lì si prende bene… e poi le tasse non sanno nemmeno cosa sono!”.
Poi si avvicina un tizio biondo e muscoloso con fare minaccioso “E questo è fallo!, oh ma come stai messo!” grida, sotto l’effetto evidente di allucinogeni.
Ci allontaniamo un po’per non venire attaccati da un gruppo di invasati che hanno cominciato una fitta sassaiola… anzi no, si tratta di pallonate scagliate con estrema violenza contro le forze dell’ordine… o contro la difesa avversaria… non si capisce bene.
La situazione si calma un po’ e ne approfittiamo per fare una domanda ad un tizio che se ne sta in disparte. “Cosa ne pensa lei della flessibilità?”
“Ma quale flessibilità. Non chiedete a un attaccante di fare il difensore. Può fare solo danni”.
“E lei perché è qui oggi?”.
“Ero stanco di restare a guardare… vederli giocare così mi ha reso così triste che mi sono detto che era necessario che anch’io partecipassi. Ma poi loro non mi danno mai un pallone”.
Poi è il momento del comizio. Sul palco si alternano i leader delle due formazioni.
“Non ci fermeremo davanti a questo governo. Non si può toccare il diritto alla pensione conquistato sul campo, partita dopo partita, col sudore della nostra fronte. Chi ha giocato per anni in ruoli usuranti ha diritto al meritato riposo…”
“C’è gente qui che corre il doppio degli altri, e lo fa gratis. È ora di mettere le cose a posto.”
“La proposta delle due ore a partita mi sembra esagerata. Fanno otto ore al mese. Novantasei ore all’anno. Sono numeri cha fanno venire il capogiro”.
“E poi la questione del bel gioco… Il bel gioco è come la democrazia, non si esporta e nemmeno lo si insegna”…
Tutti sembrano essere profondamente d’accordo, agitano le loro bandiere e giocano sereni per quasi 2 ore, in perfetta parità d’intenti.
Poi qualcosa comincia ad andar storto. L’accordo tra le formazioni salta. La maggioranza rossa è per la linea dura e tenta di prendere il vantaggio, mentre gli azzurri sono per una battaglia sui tempi lunghi: “Chi va piano va sano e …e alla fine vince”.
La piazza non è più così unita. Qualcuno comincia ad improvvisare girotondi attorno ad un pallone per la “libertà di dribbling e per il tiro di punta”, qualcun altro si abbandona a falli vandalici, qualche altro ancora all’insulto gratuito.
Niente da fare. Un’altra occasione persa. La manifestazione poteva essere un successo. Era un pezzo che non si vedevano così tante persone in piazza: 7 azzurri e 8 rossi, secondo gli organizzatori… non più di 5 rossi secondo la questura… e questa volta mi sa che hanno ragione loro.

joenat & paolo



7° GIORNATA

29 novembre 2003
AZZURRI - ROSSI
5 - 7

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, mr.angelo, ferrari, colombo, gianma, tommasino
A: barbanera, maurizio, secco, teso, tomma, sheva, dido, andrea

 

Pomeriggi magici... inseguendo un gol…

Seregno, metropoli grande e affascinante, che tutti gli svizzeri ci invidiano.
Altro che Svizzera, qui ovunque ti giri rischi di calpestare spazzatura che ha sapori antichi, talmente sono intrisi di storia. Da qui sono passati romani, celti, arabi, barbari, cattolici, padani, e nessuno di loro ha raccolto le proprie schifezze mentre passava. E’ proprio vero che “la storia” la fanno le persone maleducate e non rispettose dell’ambiente. Senza di loro non sarebbe possibile trovare ogni sorta di porcheria scavando per terra solo pochi centimetri.
E anche la storia di Quelli che il calcio è un via vai di gente (e di porcherie). Ne è passata di gente su questo campo. Gente che ha corso e rincorso un pallone e ora chissà che cazzo di fine ha fatto.
Ma in questi tempi di revisionismo storico, non siamo qui a rimpiangere i vecchi tempi: quando i treni arrivavano in orario, quando c’era “ordine”, quando sapevi chi stava con te e chi contro di te, quando le partite duravano 90 minuti…
Molto meglio oggi. Oggi che c’è la democrazia e che ognuno può fare quel cazzo che gli pare.
Molto meglio oggi che c’è il turn-over, così una settimana sto a casa io e un’altra pure.
Molto meglio oggi che non c’è più il posto fisso, ma solo calciatori a tempo determinato.
Molto meglio oggi che la gente nuova che viene a giocare ce la mandano direttamente le società interinali.
Molto meglio oggi che ci sono la “flessibilità” e la “mobilità”, così anche uno che non fa mai un passo come Angelo è costretto a muoversi.
Molto meglio oggi che non ci sono più destra e sinistra così che Tomma può passare da una fascia all’altra senza avere crisi di coscienza (come Giuliano Ferrara, praticamente).
Molto meglio oggi che c’è qualcuno che finalmente pensa ad una riforma delle pensioni, in modo da mandare a casa una volta per tutte quelli con più di trent’anni che non ce la fanno più a dare “contributi”.
Molto meglio oggi che c’è la censura, così certe prestazioni scarse non le vedrà mai più nessuno.
Molto meglio oggi che c’è qualcuno che vuole mettere ordine in questa televisione, e “Altro che Emilio Fede sul satellite, mandiamoci quei faziosi della confraternita del chianti che non perdono occasione per parlar male dei loro avversari e fare killeraggio calcistico” (tratto dall’ intervento alla camera di un deputato “azzurro”).
Molto meglio oggi che il “conflitto di interessi” non da fastidio più a nessuno.
Così approfitto che oggi abbiamo vinto e posso prendere per il culo la squadra avversaria.
Tanto il sito è mio e ci faccio quel cazzo che mi pare
...

joenat & paolo



6° GIORNATA

15 novembre 2003
ROSSI - AZZURRI
5 - 6

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, mr.angelo, rinaldo, laga, ferrari, tomma
A: barbanera, maurizio, secco, teso, tesino, sheva, celeP, dido, gianma

 

Fisiologia del sarcomero...

I rossoblu continuano a perdere. Siamo qui fuori dagli spogliatoi per indagare sulle colpe di questa terza sconfitta consecutiva. C’è chi parla di scarso attaccamento alla maglia, c’è chi da la colpa alle serate in discoteca. Vediamo di capirci qualcosa. Come sapete, i ragazzi, a partire dalla nuova stagione sono monitorati durante l’allenamento settimanale dai pc del Ceredo Lab. Una struttura, talmente avveniristica da essere completamente invisibile a occhio nudo. Tutti i dati sono registrati: composizione chimica del sudore, livello di salivazione, millilitri di acido lattico, percentuale di nandrolone, alcool ematico, pulsazioni, numero di scarpe, calli sui piedi e così via. Le malelingue minimizzano definendo questo piccolo laboratorio scientifico come un’ accozzaglia di macchinari da cui nemmeno i rottamai ricaverebbero un gran che.
Scusate un attimo.
E’ appena uscito dallo spogliatoio il dottore Hattori-Anzo, responsabile sanitario e, quando capita, anche primo cuoco del Ceredo Lab.
- Dottore, cosa ci può dire a proposito della terza sconfitta consecutiva dei rossoblu?
- Andate a domandarlo all’allenatore, io mi occupo di altro.
- Lo sa bene che non esiste un allenatore!
- Se per questo non esiste nemmeno una squadra.
- Tre partite, tre sconfitte.
- Non tutte le trilogie vengono col buco.
- Come procede il suo lavoro al Ceredo Lab?
- Nel migliore dei modi. Si fa del gran correre, solo che di risultati non se ne vedono. Basterebbe girare un po’ la manopola del tapin-roulant e aggiungere qualche chilo ai bilancieri per lasciare a bocca aperta i detrattori, solo che i nostri atleti non se la sentono. Nell’attività fisica un minimo grado di sofferenza è necessario per ottenere dei risultati. E’ questo che devono capire.
- Dice bene.
- Ma quelli non ci sentono e allora è inevitabile che vada come sta andando.
- Cosa pensate di fare?
- Alzeremo la soglia di sofferenza.
- Una soluzione un tantino masochista o sbaglio?
- Si sbaglia. Il loro limite di sofferenza è talmente basso che le macchine nemmeno lo registrano. Proveremo con del solletico.
- Non ha pensato a qualcos’altro?
- Ci sarebbe la ginnastica passiva, quella che si fa con gli elettrostimolatori.
- Già!
- Niente di più sbagliato. La stimolazione elettrica, se non viene associata a contrazioni istoniche, non ha alcun effetto sulla forza e sulla potenza muscolare perché provoca una contrazione escludendo il controllo volontario e agendo direttamente sulla fibra muscolare. Mi capisce vero, quando parlo di contrazioni istoniche?
- Forse è proprio questo il problema, lei parla troppo difficile.
- Sono o non sono quasi tutti laureati?
- Già, è vero.
- Mio caro, quelli non sanno nemmeno cosa sia la contrazione muscolare. Sono degli invertebrati.
- Non crede di esagerare ?
- Se parlo così è perché li conosco.
- Logoramento fisico?
- Lei scherza, vero? Non hanno mai disputato una partita di coppa, non li avete mai visti in nazionale e lei mi parla di logoramento fisico. Giocano quattro partite al mese e se piove saltano pure quelle. All’oratorio sarebbero molto più impegnati.
- E allora come intende risolvere i problemi?
- Per formare uno sportivo completo bisogna conciliare testa e gambe. Il materiale umano è quello che è. Credo che darò le dimissioni. E’ la soluzione migliore.
- E cosa ne sarà del Ceredo lab?
- Verrà smantellato e al suo posto ci faranno un parcheggio. Ha idea di quante macchine e di quanti pochi parcheggi ci sono al Ceredo?

Come avete sentito la situazione è peggiore di quanto si pensava. I rossoblu navigheranno ancora per molto in cattive acque prima di riprendersi, se mai si riprenderanno.
Qui è tutto, a voi studio. In caso di ulteriori notizie chiederemo la linea.

***

Nuovo regolamento: dopo tre vittorie consecutive si ha diritto ad una pagella gratis... non è gran che come premio, ma...

Maurizio 7 difende e offende. Contrasta e rilancia. Non contrae debiti con l’ossigeno. C’è chi l’ha visto per terra e un secondo dopo rialzarsi come non si vedeva da "Terminator 2". Mezzo uomo-mezzo robot. O magari solo robot ? Elastico.
Sheva 5,5 vorrebbe esplodere ma niente da fare. Quando ha l’occasione di buttarla dentro preferisce prenderla per vie traverse cercando di scartare mezza difesa avversaria, che in pratica difendendo in due vorrebbe dire un solo giocatore, dimenticandosi alla fine di tirare. Quando tira fa meta. Gli alberi non sono contenti. Deforestazione.
Barbanera 6,5 non maltratta il pallone, il che gli assicura il sei pieno. Poi ci mette del suo e allora si fa presto a dire sei e mezzo. Vorrebbe un gol che non c’è. Distribuisce palloni e cross uno dietro l’altro. Illuminato.
Secco 6 si candida alla difesa della sua squadra. Tutti lo votano e lui ci resta. Se gli capita si spinge pure sotto. Jolly.
Dido 7 Le sue caviglie senza Nanami in campo possono stare tranquille. Fa il muro e lo fa bene. Qualche volta imposta pure, tanto lasciare Angelo da solo è un rischio che si può tranquillamente correre. Più alto del solito. Convalescente.
Tesino 6 vuole fare tutto da solo. Per quaranta minuti tenta solo il tiro. Quando non arrivano più palloni se li va a prendere. Subisce un fallo da rigore ma lui eccede nella teatralità e nessuno gli crede. Esiliato.
Teso 7 non perde palloni, se non per innescare i compagni. Vince i contrasti e se la prende col fratello che ogni tanto non restituisce il passaggio. Bel tiro. Falcao.
Gianma 6 sarebbe rossoblu ma si accontenta anche del club Italia. Si piace più del solito. Il tocco di palla non gli manca. Atterra Giuseppe in area. Niente rigore. Va bene lo stesso. Lezioso.
CeleP 6.5 ce lo ricordavamo così e non si smentisce. Gran corsa e gran tiro. Ci ricordavamo anche che alle quattro e mezza... saluta tutti e se ne va. Orologio.

paolo


5° GIORNATA

09 novembre 2003
AZZURRI - ROSSI
12 - 8

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, gianmario, andrea,
A: barbanera, maurizio, secco, tomma, teso, sheva

 

Fratelli d'Italia...

I fratelli d’Italia Maurizio, Barbanera, Secco, Sheva e gli ultimi arrivati, si sono stretti a corte, ma dichiarando di esser pronti alla morte qualora l’Italia chiamò, hanno dichiarato il falso.
Alla loro morte hanno preferito una via più salutare: far perire l’altra metà di quelli che il Ceredo, i rossoblu.
Una squadra offensiva ma difensiva, giovane ma vecchia, leggera ma pesante, rossoblu in teoria e nerazzurra nella pratica. C’era in ballo l’onore e i rossoblu hanno pensato bene di non giocarselo perché l’onore a volte ha un sapore amaro e destrorso, poco indicato per dei mancini come loro. Il vero male dei rossoblu? Tutti si sentono trequartisti. Giocano in difesa e fanno i trequartisti, giocano in attacco e fanno i trequartisti, stanno in porta e fanno i trequartisti. Problema tattico-geografico o solo sopravvalutazione dei propri piedi?
Vorrebbero giocare a palla bassa, ma alla prima occasione la mandano per aria. Vorrebbero fare un gioco di squadra ma piuttosto che darla al compagno di squadra se la portano fuori in fallo laterale. Intanto quelli dell’inno nazionale mettono in cassaforte il risultato anche se a esser proprio sinceri nemmeno loro sono immuni da problemi tattico-socio-eco-politico-agonistici. E poi ci sono pure quelli che non sanno nemmeno da che parte stare. Girano e rigirano le maglie. Un tempo li chiamavano mercenari, oggi si fa a meno di chiamarli e se va bene non si fanno neppure vedere.

paolo

***

 

Silvio.. detto LSD, e in arte "Barbanera"... ha qualcosa da dire:

PREMESSA
L'oracolo apparso in sogno ai rossi l'aveva detto, ma loro non gli hanno creduto. Era stato particolarmente preciso in questa occasione e aveva preannunciato la sciagura:
"... colui che si spaccia per Sheva nel terzo giorno di assenza di Mr Angelo e con la luna diventata rossa (con gli omaggi di Bertelli), segnerà quattro gol e il destino del mondo non sarà più lo stesso....".
L'incubo era iniziato, ma nessuno ci aveva creduto conoscendo le doti tecnico-tattiche del pseudo attaccante.
Risultato: AZZURRI - ROSSI = 12 - 8



MAURIZIO 7 Dopo aver avuto una crisi d'identità (credeva di essere un esterno di fascia) torna a giocare in centro alla difesa che finalmente è coperta da un elemento. Il suo motto è repetita non iuvant e quando l'attaccante lo salta rimane fermo senza inseguirlo, aspettando che un autobus lo riportasse in difesa. IN SCIOPERO
PAOLO 6,5 L'abito non fa in monaco e delle scarpe da calcio non fanno un calciatore. Segna su rimpallo come neanche Inzagni si abbassa a fare. Si mette a centrocampo e sulla fascia con gli stessi risultati: BLOCCATO.
SHEVA 6 Gli astrologi più noti, tipo Sorrentino, avevano previsto gli influssi benefici dell' eclisse di luna, ma quattro gol sono al di là di ogni più rosea previsione. Ciò che stupisce è averlo visto varcare la linea di centrocampo una o due volte. PREDESTINATO
LSD 7 Quando è in campo fa quel che può pattinando qua e là. Non capisce le discussioni degli altri sui tacchetti e continua a giocare con attrito 0 creato in laboratorio. In porta è utile quanto il miglior Sereni e la Lazio ha proposto lo scambio.
TESO 7,5 L'uomo in più della squadra anche se parte come difensore e dopo dieci minuti è in centro area pronto a segnare.
PUNCH 6,5 Forse non una delle migliori prestazioni, ma sicuramente ha apprezzato il ritorno del buon vecchio pallone. Fa quello che deve fare e quello che fa di solito: a metà tempo cambia fascia.

Le pagelle della squadra avversaria non sono state fatte per le seguenti ragioni:

1. hanno preso quattro gol da Sheva
2. non erano in campo
3. la lezione di penale è finita
4. varie ed eventuali

e-mail del 15 novembre 2003



4° GIORNATA

01 novembre 2003
ROSSI - AZZURRI
5 - 7

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, gianmario, ferrari, andrea
A: barbanera, maurizio, secco, tomma, teso, sheva

 

Avviso:

Sono ormai alcune settimane che riceviamo tutti i giorni e-mail di protesta anonime. Niente di personale. La firma è sempre la stessa. Il tizio in questione non trova pace per via di una maledizione che a detta sua affligge il campionato del ceredo. La nostra colpa sostiene il mitomane è di voler volontariamente chiudere un occhio su siffatta maledizione. Vi starete chiedendo di cosa si tratta. Niente di esoterico o che.
La maledizione, per farla breve è la palla.
Sì, proprio la palla.
Secondo il tizio basterebbe sostituire la palla con un’altra per far cadere la maledizione e ribaltare i risultati in campo.
A questo punto vi starete chiedendo di chi si tratta.
Noi il nome non lo faremo, ma voi di sicuro l’avrete già intuito.

paolo


3° GIORNATA

25 ottobre 2003
AZZURRI - ROSSI
5 - 7

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, mr.angelo, rinaldo, laga, zugni, gianmario
A: barbanera, maurizio, secco, roger, tomma, teso, sheva, giovane

 

Ogni spacciatore è bello a mamma sua...

Dopo anni di assoluto disinteresse da parte dell’opinione pubblica locale che ha sempre scelto di girare la faccia dall’altra parte, il campionato del Ceredo si è finalmente meritato un pubblico, fedele, non pagante e di assoluto rispetto. Il rispetto questo pubblico lo pretende a caro prezzo. La legge del taglione resta uno dei suoi capisaldi, ecco perchè al primo sgarro non si fa certo pregare per scendere in campo e darcele di santa ragione o, nel migliore dei casi, tira dritto verso le nostre auto parcheggiate con intenti chiaramente bellicosi.
Un posto in prima fila al campionato del Ceredo te lo assicura l’
organizzazione. Di quale organizzazione stiamo parlando? La stessa organizzazione che il venerdì ha in programma combattimenti tra pitbull e il martedì le corse clandestine di auto non catalizzate... e qui mi fermo... si vive una sola volta, sapete.
Il decreto salvacalcio, ma che? Qui urge un decreto salvapelle. Dov’è finito il nostro Presidente? Ah, è vero non c’è mai stato. Dove sono finite le forze dell’ordine? Quelle ci sono, ma hanno di meglio da fare che tenere a bada una curva da stadio che allo stadio preferisce il meno tutelato campo del Ceredo. Un posto come comparsa in una fiction poliziesca è più allettante soprattutto se c’è pure la possibilità di vedere da vicino le tette della Arcuri. E come dimenticare poi i ladri di caramelle, quelli basta che ti giri un attimo e te la fanno. Va bene, e allora le ronde padane? Era o no un manipolo di fanatici temerari con l’aspirazione poco ecologica di mandare a casa loro quelli che una casa non ce l’avevano? Anche di loro non c’è traccia. E i vigili di quartiere? Stanno ancora discutendo animatamente per decidere a quale collega spetta quella via a fondo cieco che porta al campo del Ceredo. Dove sono finiti tutti? la risposta è chiara, considerando che oggi è sabato. Allora? Siamo o non siamo tutti dei consumatori.
Suvvia, non stiamo a preoccuparci tanto. Siamo uomini o caporali? Qualcuno è anche obbiettore di coscienza, qualcuno è lavoratore e qualcun altro ancora saranno pure cazzi suoi...
Ma si... teniamocela questa piccola curva Sud. Impariamo il calabrese con il corso aggiornato di Litanie calabresi. Il primo numero è gratuito, il secondo è a vostro rischio e pericolo. Ma quale pericolo, sono solo dei mattacchioni un po’ fumati o bevuti o tutte e due le cose assieme... che amano il buon calcio, la buona cucina e la roba tagliata come Dio comanda. Prendetela così. E’ gente che non si fissa solo sulle proprie idee, un secondo prima applaude Sheva per i suoi gol e un secondo dopo lo manda allegramente a fare in culo. Così è la vita, così sono i nostri tifosi! E’ gente che dalla teoria alla pratica ci mette un attimo senza tante masturbazioni mentali... semmai fisiche. Gente sanguigna che più che essere donatore di sangue preferisce essere sperperatore di sangue altrui, una scelta poco generosa ma senza dubbio coraggiosa.
Concludendo, quello che ci vorrebbe è una bella integrazione. Quelli che il sabato si fondono con la società della Mala. Si comincia con un bel colpo in banca con tanto di servizio di rinfresco per i malcapitati ostaggi e musica diffusa da CD pirati. E se c’è tempo prima che scatti l’allarme si può anche fare un po’ di calcetto... che non guasta mai.
Ma si, teniamocela questa curva che somiglia più a una tribuna. La tribuna VIP perché loro come i VIP non si ammazzano di lavoro, ma i beni extralusso di fonte sospetta non se li fanno certo mancare. Basta con questa coltura del sospetto. Chi ha mai detto che hanno una fedina penale lunga come il Vecchio Testamento dovrebbe guardarsi bene nelle proprie tasche prima di sputare sentenze. Sono o non sono nostri tifosi, se per termine tifosi si intende qualsiasi essere vivente appartenente o meno al genere umano che si batte per una stessa causa, e allora uniamoci al loro coro un tantino guerrafondaio ma senza dubbio salutare: Devi morire, devi morire. (
in calabrese
)

paolo


Bi-Angolare

19 ottobre 2003
Nazionale Geriatrica - Quelli del Sabato
4 - 1
1 - 5

formazione
QdS: berto, giuseppe, paolo, mr.angelo, barbanera, maurizio, roger, tomma, teso, veneziano"tesino", sheva

 

Le domeniche intelligenti

C’è aria di sfida a Ceredotown, un aria che ha il retrogusto amaro di anidride solforosa e di altre svariate sostanze cancerogene pronte a entrare in azione alla prima boccata. Servitevi da soli la prima consumazione è gratuita. Apnea automobilistica. Lo sballo dura un attimo e la nube tossica apre il sipario. Eccolo il campo di battaglia. Vietato a i non addetti ai lavori. E’ un lavoro sporco quello del calciatore, ma qualcuno lo deve pur fare.
Chi può se l’è già data a gambe, sono rimasti solo avvoltoi e storpi. Gli spacciatori ci sono sempre, intorpiditi sulle loro panchine, a cantare a squarciagola le canzoni del loro personalissimo juke-box. Ogni tanto qualche vecchio pazzo se ne va a spasso col suo cane, non se lo immagina cosa sta per succedere. Il cane invece sì e fa quello che deve fare in tutta fretta.
Oltre i binari della ferrovia si sentono gli spari di cacciatori rincoglioniti che vanno a caccia di uccelli migratori in coda sulla Milano-Meda.
Chiudete le porte, sbarrate le finestre, mandate a letto i bambini perché i giochi stanno per cominciare. Non è in arrivo un uragano, non vedrete volare mucche sopra le vostre teste, non assistere a scene la cui visione è consigliata a un pubblico adulto. Basta con le cazzate. E’ solo una stramaledetta partita come quelle del genere nazionale cantanti contro casellanti. Stavolta in campo ci sono la nazionale Geriatrica contro quella degli Sbarbatelli, e non è per beneficenza.
Per farla breve, alcuni vecchietti ospiti della casa di riposo “Bisnonni Griffati”, noti anche come “Quelli che la domenica”, riscoprono la fonte della giovinezza sfidando a singolar tenzone “Quelli del sabato”. I vecchi saggi hanno fiato da vendere, eppure nessuno glielo compra. Non ci risparmiano nemmeno le loro teorie, filosofeggiando a tutto campo tra un calcio d’angolo e una rimessa laterale.
“Quello che conta non è il risultato, siamo qui per divertirci”, “La palla è troppo leggera, non riesco nemmeno ad alzarla!”, “ E’ tutta colpa del campo… finisce sempre troppo in fretta”, “ Ho il sole negli occhi e non ti ho visto”,
Va bene far finta che il risultato non conta, ma allora perché gli arzilli vecchietti dalle maglie zebrate hanno pensato bene di arruolare un paio quelli di Africa United che un po’ di tempo fa ce le diedero di santa ragione?
Intanto il profeta Jeremi si riscalda ai bordi del campo. Lo sa bene che non sarà della partita, l’età non glielo consente. Ma non si sottrae dal dispensare consigli al portiere nemico caduto tra le braccia di Morfeo dopo venti minuti di totale inoperosità. “Uagliò, facite o’ contropiede. Voi site chiù veloce. Ma nun facite scemità, voi tenete difensori che sono delle chiaviche belle e buone. Dà press’ a me. Facite o contropiede, p’ carità!”

paolo

***

Giuseppe 5 comincia in porta e non è un bel vedere, star fermo tutto quel tempo gli addormenta i sensi tanto che lo si è sentito persino russare… quando gli arriva la prima palla lui la lascia passare… “veniva da destra”… si giustifica, ma qui non si tratta di prendere la patente. Quando esce non ne becca una e alla fine lo fanno segnare per pietà… più di là che di qua!

Berto 6,5 di solito gli sale il fumo agli occhi appena sente parlare di partita a 11, e anche stavolta parte prevenuto presentando un permesso del medico per tornarsene a casa… “mal di gola” dice. E invece è un mastino, sempre pronto a mordere le caviglie degli attaccanti avversari… pit-bull.

Maurizio 6 il primo tempo non fa per lui, passeggia per la difesa sonnecchiando per recuperare le ore di sonno perduto, ma degli avversari nemmeno l’ombra. Poi si sposta all’attacco e comincia a correre come al solito dando parecchio fastidio ad avversari che non riescono a tenerlo, e a compagni che non riescono a vederlo… Flash!

Paolo 6 la metamorfosi per trasformarsi in Zambrotta non è ancora completata, la fascia sinistra è sua, gli avversari lo temono come la peste, ma i compagni non gli danno una palla in tutta la partita. In attacco gira a vuoto (non per colpa sua) e in difesa non spinge (anche perché sulla sua fascia nessuno lo copre)… incompreso.

Silvio 6,5 una macchinetta recupera-palloni, a centrocampo è l’unico che ci capisce qualcosa, macina chilometri come se nulla fosse, per lui pomeriggio o mattino non fa differenza. Nel secondo tempo si sacrifica in difesa per coprire i buchi causati dall’ammutinamento degli altri difensori… si doveva fare metà partita ciascuno in difesa, ma vaglielo a spiegare a certi elementi!... sacrificato.

Tomma 5 fermo. Nient’altro da dire. Va bene scegliere di giocare su una fascia, ma qualcuno prima o poi dovrebbe spiegargli che le ali devono correre!!! Per non parlare dell’aiuto costante alla squadra… dalla sua fascia (il filmato lo dimostra) vengono tutte le azioni dei gol avversari e agli anziani non pare vero che ci sia uno più lento di loro … per il presepe è ancora presto: statua!

Roger 6 torna apposta dalla Thailandia per questa partita… ha perso la pancetta e non tiene la palla mezz’ora come un tempo, mangiare solo riso e pesce deve avergli fatto bene. Passeggia per il centrocampo dove fa partire sia le azioni della sua squadra che quelle degli avversari… a dieta.

Angelo 5 nessun impegno in difesa e nessuno sforzo in attacco… non è certo un fulmine e quando gli arriva qualche palla ci mette dai 30 ai 45 minuti a capire cosa vuole fare… e non è nemmeno uno dalla tecnica sopraffina, visto che tocca più palle di stinco che di piede… ma quando si ri-guarda in TV si piace e allora… chi si accontenta gode!

Veneziano ("Tesino") 4 cominciamo dai fondamentali: il gioco del calcio è un gioco di squadra, ma forse non lo sa… è giovane il ragazzo, ha ancora tanto tempo e tanti giocatori da scartare davanti a sè… ciò che è sicuro è che noi non saremo certo qui ad aspettarlo. Passare la palla ai compagni non è mica una vergogna, ma lui pensa di sì e va dritto, solo, testardo, ostinato, cocciuto, inflessibile, irriducibile…per la sua strada… solitario.

Teso 6 è il fratello maggiore del veneziano e un po’ si vede, i due si cercano, non si trovano, ma continuano a cercarsi per tutto il secondo tempo sulla loro fascia. La palla non va nemmeno più dall’altra parte, tanto che Tomma e Giuseppe fanno in tempo a prendersi una settimana di ferie senza che nessuno si accorga della loro assenza… poi un bel gol e qualche assist… assistente al veneziano.

Matteo 4,5 cosa vuoi dire ad uno che si crede un attaccante e non riesce a fare nemmeno un gol in 2 ore e mezza di gioco ad un gruppo di anziani in maglia bianconera? Basta dire che ha segnato anche Angelo (e di testa poi!)… e lui non la prende bene. Deve dimostrare a tutti i costi chi è il più forte e allora ogni palla che tocca è un tiro da dimenticare, poi un altro, poi un altro, poi un altro, poi un altro, poi un altro… mezzasega!

joenat



2° GIORNATA
11 ottobre 2003
ROSSI - AZZURRI
7 - 4

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, mr.angelo, laga, + 2 giovani
A: barbanera, maurizio, nanami, secco, tomma, teso, sheva, zugni

 

La seconda è meglio della prima

L’unica novità di quest’anno pare essere la rimessa laterale con le mani. Le abitudini invece continuano ad essere quelle di sempre, così chi c’era sabato scorso non c’è questa volta, lasciando nell’incertezza un campionato che già ha stentato a partire per l’adesione alla protesta delle squadre di serie B.
E tra discussioni su chi doveva arrivare prima e chi doveva arrivare dopo, tra traffico illegale di maglie da calcio di dubbia provenienza, tra discorsi sul favoreggiamento e incitamento alla prostituzione in Thailandia, tra violazioni del diritto di copyright sulle battute, e un dibattito ancora aperto tra chi crede che la prostituta thailandese debba fare solo quello per cui è pagata e chi ritiene che oltre a far bene il suo mestiere è necessario che ti rimetta in ordine anche la casa… insomma tra tutte queste cose, le ore scorrono e prima che se ne rendano conto, gli “azzurri” si trovano sotto 7 a 4 al fischio finale, che li coglie largamente sorpresi e impreparati.
Si attendono polemiche, ma nel frattempo gli “anziani” in Rosso possono godersi una vittoria, ottenuta magari anche con manovre diversive e con l’inganno, giocando con palla lunga e contropiede, chiudendosi in difesa del risultato fino all’ultimo in stile Inter, ma una vittoria netta e meritata.

Notizie di servizio:
Visto che Gianfra' ci "invita" ad un torneo (?!?) a 3 squadre domenica prossima (19 0ttobre); sabato prossimo, con grande rammarico, dobbiamo sospendere il nostro amato campionato... L'unico modo per poterci battere era fissare l'ora dell'incontro alle 9,30 del mattino, e così ha fatto... Ci dispiace per i"prescelti", ma ecco l'elenco dei convocati per la levataccia di domenica...

portiere Criscuolo
difensori Maurizio, Chappy, Mr.Angelo, Nanami, Giuseppe
centrocampisti Barbanera, Tomma, Paolo, Berto, Paolo(Totti), Laga
attaccanti Matteo

Si gioca in dieci... i ruoli sono trattabili... maglie azurre(blu) o rosse... la convocazione è per le 9,30 al solito campo... possibilmente svegli!

joenat



1° GIORNATA

4 ottobre 2003
AZZURRI - ROSSI
13 - 8 (...approssimazione per difetto)

formazioni
R: berto, giuseppe, paolo, rinaldo, amicodirinaldo, mr.angelo, gianma
A: barbanera, nanami, secco, chappy, tomma, sheva, zugni

 

L'isola dei comatosi...

Come prima cosa un grido liberatorio: Ricominciaaaaaamooo!!!!!!
No, non è Pappalardo a gridarlo dall’Isola dei Famosi, sono Quelli che il sabato lo passano al Ceredo… altro che isola esotica, è qui che si può assistere alla vera selezione naturale!
Non ci credete? Ecco le prove. Quando sono cominciate le selezioni estive, più di venti persone si sono presentate entusiaste. C’era addirittura chi proveniva dall’estero per partecipare all’ormai famosissimo campionato di Quelli che il Ceredo… un misto di avventura e fiction: avventura perché il terreno di gioco, arido e selvaggio è avido di caviglie e ginocchia di cui si nutre; fiction perché non saranno mica veri calciatori quelli che ci giocano!
Oggi che si comincia arriviamo a stento a 10 persone, e se non fosse per 2 giovani ignari catturati al volo mentre passavano per caso (e che appena hanno potuto sono subito fuggiti a gambe levate), e 3 della vecchia guardia che per la vecchiaia avevano smarrito la strada, difficilmente si sarebbe giocato. Alla fine tutto è andato per il meglio.
Si è quindi riunito un comitato di saggi per varare una nuova costituzione di stampo europeo che tenesse conto dei diritti di tutti i partecipanti al torneo, ma non si è raggiunto l’accordo su alcuni diritti fondamentali (libertà di giocare in attacco, esenzione dalla difesa, obbligo a montare le porte…), mentre è ancora aperto il dibattito sulle “origini cristiane” del campionato.
Alla fine, l’unico articolo passato è il 1°. “Quelli che il calcio è un campionato fondato sull’orrore”… l’orrore di chi per sbaglio si ferma a guardare… l’orrore di chi continua a giocare per più di tre ore… l’orrore di chi continua con ostinazione a presentarsi al campo da 15 fottutissimi anni e ancora non riesce a farsi ascoltare dai compagni di squadra!
Come è finita? Le due fazioni si sono divise per età e quantità di grasso: da una parte quelli che tendono ai 30 (anni) e a superare abbondantemente i 70 (Kg), tranne piccole eccezioni; dall’altra le nuove leve, quelli che fino all’anno scorso venivano spacciati per Black Block a causa del colore delle loro maglie, ma che quest’anno, grazie ad un rinnovamento della loro immagine, hanno cambiato stile, presentandosi in una sgargiante tenuta azzurrina, e nome, passando da Black Block a Forza Italia.
La nascita di questa nuova forza politico/calcistica non poteva che avere un effetto devastante sui Rossi e la prima battaglia non poteva che chiudersi con una sonora e meritata “legnata” alla vecchia classe dirigente… la vecchia “prima repubblica” di quelli che il calcio è ormai ad un passo dalla pensione!

joenat


PRECAMPIONATO

20 settembre 2003
ROSSI - BIANCHI
3 - 5

formazioni
R: zugni, biro, palma, barbanera's brother, laga, berto, giuseppe, paolo, mr.angelo
B: gianfranco, gianma, barbanera, maurizio, nanami, secco, tomma, tommasino, sheva

 

Calciatore mediocre o intellettuale incompreso ?

Dietro uno straordinario successo evolutivo ci sono un buon cervello, piedi raffinati e capacità di adattamento. Dietro il drammatico declino un nemico mortale, la vecchiaia.

Mostri “stupidi”, guidati dall’istinto? Non esattamente.
Uno studio pubblicato sulla rivista britannica Bbc Wildlife, rilancia un’ipotesi affascinante: Quelli che il Ceredo potrebbero essere forme di vita dotate di intelligenza.
Ma come si può misurare scientificamente l’intelligenza di un calciatore?
“Normalmente”- spiegano al National History Museum di Los Angeles - “si considerano due parametri: grandezza del cervello in rapporto alla massa corporea, e velocità di apprendimento. Giocatori diversi in ruoli diversi ruoli sviluppano preferenzialmente diverse aree del cervello. Studi recenti ad esempio hanno dimostrato che gli attaccanti della squadra dei Rossi sono in grado di apprendere velocemente, come i ratti”.
Le grandi dimensioni del cervello non stupiscono, il calciatore del Ceredo è un giocatore all’apice evolutivo della specie, in grado di attuare strategie raffinate ed efficienti, dribbling, visione di gioco, fallo tattico, possesso di palla…
“Il primo esemplare di protocalciatore del Ceredo apparve circa tremila anni fa. Oggi, la biologia di molti di loro, è sostanzialmente rimasta identica a quella di loro progenitori. Ma è possibile che un individuo che “vede solo la porta avversaria” possa sopravvivere così a lungo senza sostanziali variazioni?”- si chiede l’anziano spettatore fondatore e direttore dell’associazione Un calciatore per amico, nata per colmare la distanza tra mondo del calcio amatoriale e grande pubblico.
Ci spiegano che - “Il cervello dei calciatori del Ceredo ha un’organizzazione piuttosto rara nel mondo animale: c’è chi l’ha definito un puzzle di architettura cellulare”.
Vi si riconoscono tutte le regioni classiche, dall’ipotalamo al mesencefalo, ma la regione più evidente è quella chiamata del “piede a banana”. Fino ad oggi si riteneva che almeno i 2/3 del cervello fossero compresi in questa regione, ottimo esempio di adattamento ad un terreno di gioco aspro e insidioso, ma ora si sa che non è così.
“In realtà, nei calciatori del Ceredo, vi è anche un cervelletto molto sviluppato, almeno quanto quello di uccelli e dei mammiferi inferiori. In tutti gli animali, il cervelletto funziona come “computer di controllo”, integra gli input dai diversi sistemi sensoriali e li trasforma in programmi per la modulazione del movimento.
Ma il cervello di quelli che il Ceredo è davvero speciale - “composto da un grosso corpo cerebellare, in alcuni giocatori assai circonvoluto, e da sporgenze laterali associate alla regione che controlla il senso del gioco”.
I calciatori del Ceredo sarebbero quindi capaci di apprendere, soprattutto attraverso l’esperienza, di ricordare, di avere comportamenti sociali e di cooperazione e persino di provare piacere nel fare il difensore anche se ciò non risulta dagli esperimenti di laboratorio.
Un anziano con cane a seguito, passando nei pressi del campo del Ceredo ha dimostrato che i calciatori del Ceredo sono in grado di apprendere con un tasso di velocità anche 10 volte superiore rispetto a cani o gatti.
“Sono in grado scegliere a chi passare la palla guardando in faccia chi suggerisce il passaggio e scattare poi verso un punto preciso per ricevere il passaggio di ritorno o almeno i pestoni degli avversari. Anche se studi comportamentali hanno evidenziato che la tendenza a provare l’azione solitaria è quella che ha avuto il maggiore successo evolutivo.”
Lo studio ha anche evidenziato la capacità di memorizzare nel lungo periodo - “dopo una settimana di pausa i calciatori del Ceredo sono perfettamente in grado di ripetere la performance”.
Si è visto che privando della vista, dell’udito e del senso di orientamento geomagnetico gli esemplari più giovani, è possibile che anche gli “anziani” del gruppo riescono a toccare qualche pallone sul rettangolo di gioco, senza mostrarsi esageratamente sudati.
Il solito anziano sulla panchina fa notare inoltre che - “i giovani tendono a correre in aree più vaste rispetto ai calciatori più anziani. Ciò potrebbe essere dovuto all’accumulo in questi ultimi di sostanze di riserva nei tessuti adiposi durante il lungo letargo estivo.”
Il cambio del clima di questi ultimi anni e le stagioni calde recenti, hanno fatto incrementare il fenomeno ancora inspiegabile dello “spiaggiamento” dell’attaccante della squadra dei Rossi. Nonostante i continui richiami del suo gruppo, questo esemplare di calciatore tende sempre ad arenarsi nell’area avversaria dove, dopo aver perso l’orientamento, perde la capacità di muoversi e correre.
Il più anziano dei calciatori del Ceredo non si mostra sorpreso dei risultati delle ricerche e narra leggende metropolitane sul calcio d’un tempo, quando i calciatori sollevavano la terra con i loro scatti, il gioco era spettacolare ed efficace… e lui c’era!

Ma ora che abbiamo prove certe della loro intelligenza, resta da sapere se questa basterà a salvarli da un nemico che si affaccia inesorabile… Il vecchietto che li studia e giudica, dalla sua comoda panchina.

Recensione tratta dalla rivista mensile Quark del 02/07/2003, articolo sugli squali che ben si adatta a quelli che il Ceredo.

paolo & joenat


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