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In bicicletta d'inverno
L'inverno 2005/2006 si presenta subito come uno degli inverni più freddi degli ultimi anni.
 
Durante le "vacanze natalizie" un'abbondante nevicata ha coperto tutta la martesana: ne approfitto per percorrere l'alzaia innevata (in direzione Groppello). E' bellissimo: sono circondato dal candore della neve appena scesa, accompagnato da un silenzio irreale.
Nell'aria c'e l'odore del fumo che esce dai comignoli delle cascine e
del tabacco del sigaro di un vecchio contadino che sta spalando la neve.
Pedalare sul percorso innevato richiede molta attenzione: la pedalata deve essere agile, regolare e "leggera".
Il ciclista, attraverso lo sterzo, deve "captare" il tipo di fondo che la neve ricopre e eseguire le correzioni di traiettoria nel modo più delicato possibile.
Come sempre il pericolo maggiore è costituito dal ghiaccio: in questo caso occorre (se possibile) evitarlo, altrimenti superarlo senza pedalare, rallentando ulteriormente la velocità e limitando  il più possibile l'uso dei freni.
Il tiepido sole del pomeriggio mi invoglia ad arrivare fino a  Vaprio d'Adda: ho con me la digitale, qualche scatto per fissare l' insolito paesaggio e poi subito il rientro a casa.
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27/01/2006 : UN VIAGGIO "PARTICOLARE"
La vera e propria nevicata dell'anno è però quella del 26/27 gennaio 2006 che, a distanza
di un mese dalla precedente, interessa  l'intero nord Italia.
 
Oltre 30 cm di neve non frenano in me la voglia di mettermi in viaggio con la bicicletta.
 
Lo spessore della neve ha bloccato gran parte delle autovetture nei parcheggi cittadini o nei box privati: le macchine in circolazione sono pochissime e le strade ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio non invogliano certamente ad utilizzare l'auto.
 
Gorgonzola, ore 6.15 del mattino: guardo fuori dalla finestra, la strada statale che passa nelle vicinanze di casa mia (solitamente già interessata dal traffico) è completamente deserta, anzi è sparita. Solo i guard rail e la segnaletica verticale delimitano i bordi di una strada che completamente innevata, si confonde con i prati che la circondano. Nevica ancora, il buio che precede l'alba è illuminato dal chiarore della neve, tutto intorno... il silenzio.
 
Non so cosa fare : sono sicuro che incontrerei molta difficoltà a raggiungere l'ufficio  - lavoro a Vimercate - sia con l'auto che  con i mezzi pubblici (ho il ricordo della famosa nevicata del 1985...!).
 
Decido di usare la bicicletta: sono sicuro di potercela fare!
 
Salopette,giubbino, mantellina per la  pioggia, zaino (con un giubbino di ricambio), scarponcini, guanti, casco, occhiali e ..... bici!
Ore 7,10 :partenza.
 
La strada è veramente una lastra di ghiaccio ricoperta dalla neve
fresca che sta ancora cadendo.
Con molta attenzione pedalo ad una velocità poco inferiore o pari a quella delle poche auto che sono in circolazione fino a trovarmi a dover superare una lunga fila di autovetture ferme a causa di un autoarticolato  bloccato sul cavalcavia di Omate.
 
Leggo sulle labbra o sulle faccie degli automobilisti un'impressione nei miei confronti :
 
QUEST CHI L'E' MATT!

 
Pian piano con prudenza, li supero fino a raggiungere  il mezzo pesante  in difficoltà, ancora bloccato per mancanza di catene. Per sicurezza (nel superarlo) scendo dalla bici, quindi, nuovamente in sella, raggiungo sotto gli occhi increduli dei colleghi, la mia sede di  lavoro.
 
Più difficoltoso invece il viaggio di ritorno, dovuto al pessimo fondo stradale: gli spazzaneve e i gli automezzi muniti di catene hanno frantumato parte dello strato di ghiaccio, provocando profonde buche, asperità e dossi  lungo tutto il percorso (lo spessore della neve caduta supera i 40 cm). Nevica ancora: dopo circa un quarto d'ora la mia mantellina è completamente bianca , alcune parti sono ricoperte da un leggero strato di ghiaccio.
Tante le auto bloccate sul ciglio della strada che tentano invano di rimettersi in careggiata: con molta attenzione cerco di mantenermi in equilibrio, sopprattutto nello spostarmi e nel rimettermi in traiettoria durante il loro sorpasso. Più impegnativo anche l'attraversamento dei centri abitati, per colpa dei pedoni che (causa i marciapiedi inagibili), camminano sulla careggiata costringendomi a continui zig zag col conseguente rischio di cadute.
 
Arrivo a casa: mi stanno aspettando! Mi faccio scattare  una foto a ricordo di un viaggio   "particolare"!