Intervista
a FILIPPI FRANCO (20/20)
Appena iniziano le discussioni
in campo tra i giocatori di una stessa
squadra, questa mostra tutta la sua
debolezza di carattere. In campo non si
deve mai parlare, o parlare solo quando
è necessario: il fiato deve essere
conservato per il gioco.
I difensori devono essere
sempre concentrati e ben piazzati;
inoltre, non devono mai lasciare libero
alcun avversario. Nei corner e nelle
punizioni, i difensori devono marcare a
uomo, in modo che gli attaccanti non
possano trovare varchi per il tiro.
Gli attaccanti non devono mai
dribblare inutilmente, solo per il gusto
di scartare l'avversario: in tal modo
rallentano il gioco, che diventa
prevedibile, e innervosiscono gli
avversari, che intervengono in maniera
fallosa. Bisogna invece scambiare sempre
la palla, con gioco veloce e preciso e,
quando si è vicini all'area, tirare
rapidamente in porta. Anche eccedere nei
passaggi, infatti, può diventare
deleterio. Ci si deve ricordare che se
non si tira non si segna.
Ogni reparto (difesa,
centrocampo, attacco) deve conoscere bene
le proprie peculiarità ed essere ben
collegato con gli altri reparti; i
giocatori devono avere prontezza negli
scambi di ruolo, che devono essere
effettuati con rapidità.
Infine, non ci si deve mai
arrabbiare con l'arbitro: quando questi
ha preso una decisione, non torna
certamente indietro per le proteste;
arrabbiarsi, inoltre crea un clima di
agitazione che può influire sul proprio
morale e quello dell'intera squadra.
Oltre ad essere inutile, quindi, questo
atteggiamento può essere dannoso: un
giocatore espulso lascia la propria
squadra in inferiorità numerica, un
giocatore ammonito gioca per tutto il
tempo rimanente con la paura di una
seconda ammonizione e quindi
dell'espulsione. La protesta, inoltre,
soprattutto se reiterata, può creare
nell'arbitro un clima psicologico
negativo nei confronti di chi la compie o
dell'intera sua squadra e spingere gli
spettatori a frasi o, peggio, a gesti
inopportuni.
La partita deve essere vinta
non da chi riesce, con il suo
atteggiamento, ad intimorire di più
l'avversario, ma da chi è più bravo nel
gioco.
(Intervista effettuata
da Donà Carmelo
il 15 novembre e il 16, 22 e 31
dicembre 2005)
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Ringraziamo Bonafè
Vittorio per aver messo a
disposizione le foto n. 2,
3, 8, 9, 10, 14, 15, 46.
Ringraziamo altresì Rampin
Stefano per aver concesso la foto
n. 51. |
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