Intervista
a FILIPPI FRANCO (19/20)
Ricordo che in una
partita contro il Petrarca perdevamo 1 -
0. Ci è stata data una punizione dal
limite: io mi sono messo in barriera,
insieme ai difensori, e al tiro forte e
teso di Garbin Achille, mi sono spostato.
La palla è passata nel varco che ho
lasciato, infilandosi nella parte opposta
rispetto a quella in cui si trovava il
portiere.
Nel secondo schema su
punizione, si effettuava un pallonetto
appena oltre la barriera; l'attaccante si
girava prima di tutti, prendeva la palla
e insaccava.
I cross non devono mai essere
effettuati all'interno dell'area piccola:
in tal modo sono sempre preda del
portiere. Devono invece arrivare poco
fuori di quest'area, meglio se al centro,
così l'attaccante ha un maggior spazio
utile per tirare o colpire di testa.
Ricordo che nella mia breve
esperienza di allenatore sistemavo tutti
i giocatori in porta e facevo tirare da
lontano sotto la traversa: tutti dovevano
saltare per difendere, cercando di
colpire la palla di testa.
In tutta la mia carriera ho
passato poche volte la metà campo. Ho
giocato solamente due volta da
centravanti, per sostituire il titolare.
Sarebbe stata la mia passione...
Quando sono entrato al
Battaglia hanno visto che correvo molto,
sapevo difendere e attaccare e,
all'occorrenza, tirare in porta. Il
secondo anno, quando la squadra è stata
completamente rinnovata e sono andati via
tutti i vecchi, mi hanno assegnato il
ruolo di centromediano che, insieme alla
fascia di capitano, ho mantenuto sino
alla fine della carriera.
Ricordo che in una partita
stavamo vincendo per 5 - 0: tutti
segnavano, e allora volevo anch'io
realizzare un gol. Ho chiesto a Marcante
di arretrare, e sono salito. Il
centravanti Pirovano, anziché darmi la
palla, l'ha volontariamente mandata alta:
non voleva umiliare gli avversari. Io mi
sono arrabbiato: dato il mio ruolo,
difficilmente avrei potuto realizzare un
gol al di fuori di queste occasioni.
Desidero concludere con alcuni
suggerimenti per i giovani ricavati dalla
mia esperienza di giocatore.
Ci si deve allenare in maniera
seria ed assidua, avendo il massimo
rispetto per il proprio corpo. E' il
corpo, infatti, che permette al
calciatore di esprimersi. Si deve altresì
ascoltare e fare tutto ciò che viene
suggerito dall'allenatore, per mettere in
pratica quanto appreso al momento
opportuno.
In partita, bisogna essere
energici e determinati nel gioco, calmi e
fiduciosi con i propri compagni di
squadra.
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