LA TENEREZZA DEL PADRE

 

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   Il 10 agosto, il Padre viene autorizzato nuovamente a celebrare la messa nella chiesa del convento, mentre il 21 dello stesso mese riprende le confessioni.

   "La guarigione del 6 agosto 1959 si manifesta veramente come un fatto straordinario e miracoloso. Tanto è vero che lo stesso Padre confida di sentirsi "sano e forte come non lo era mai stato"(Yves Chiron, Padre Pio, Una strada di misericordia, Ed. Paoline, pag. 288).

   Solo col tempo si capirà che questa gioia temporanea concessa dalla Madre di Dio al suo Servo fedele, rappresenta una specie di monte Tabor di fronte al Calvario che attende il frate negli anni successivi. Ma qui si apre un nuovo capitolo, uno dei più dolorosi della vita di Padre Pio da Pietrelcina.

   Di Cleonice Morcaldi e del suo straordinario rapporto spirituale con Padre Pio molto si è parlato. E Cleonice ha lasciato, nel suo diario, frasi ascoltate dal Padre, piccoli pensieri, riflessioni che costituiscono altrettante perle che inquadrano ancora di più La grande tenerezza, la sensibilità, la delicatezza d'animo di un frate che sembra burbero ma che in realtà è il più tenero dei Padri.

   La morte del dott. Sanguinetti, stretto collaboratore di Padre Pio nel Progetto della Casa Sollievo della Sofferenza, viene così descritta da Cleonice nel suo scritto: "Ricordo il dolore che sentì il Padre alla morte del suo carissimo figlio spirituale, il dottor Sanguinetti, che tanto amò e tanto lavorò per la sua opera, la Casa Sollievo. Io ero in casa sua quando arrivò il Padre accompagnato da un confratello. Vedemmo il Padre avvicinarsi al letto del defunto, inginocchiarsi, abbracciarlo e pregare. Quando si alzò, dopo una decina di minuti, il suo volto era bagnato di lacrime" (Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio, Diario intimo spirituale, Ed. Dehoniane, pag.104-105).

   La Morcaldi ha saputo lasciarci tesori di parole, di frasi, di brevi commenti usciti dalle labbra di Padre Pio e di cui ora ve ne ripetiamo qualcuno. Sono dialoghi, scambi di esperienze spirituali nei quali echeggiano i fioretti del Santo di Assisi:

- Quando offro qualche fioretto a Gesù dico che non mi dia il premio. Basta che l'ami"

   E' inseparabile il merito da una buona azione che si compie per il Signore.

- Mi hai detto che Gesù è contento. Ma di che cosa, se non c'è nulla di buono in me?

- C'è il suo amore e il divino compiacimento. Esulta!

- E' prudente riprendere un uomo che bestemmia?

- E' santissimo e giustissimo.

- Quanti sentimenti impuri mi vengono. Temo di offendere Gesù.

- Finiscila con queste vane apprensioni. Ricordati che non è il sentimento che costituisce la colpa; ma il consenso a siffatti sentimenti. La sola volontà libera è capace di bene e di male. Ma quando la volontà geme sotto la prova del tentatore e non vuole ciò che gli viene presentato, non solo non vi è colpa, ma vi è virtù. Offri questo a Gesù, non può non gradirlo. Ricorda che Dio tutto può rigettare in noi, perché tutto è provenienza dal sangue infetto che circola nel nostro essere, ma non può rigettare, senza rigettare sé stesso, il che è mostruosità, il desiderio sincero di un'anima che vuole amarlo, e vuole il male. Non me lo ripetere più. Finiscila dunque se non vuoi esperimentare la mia durezza, la quale sarebbe troppo pesante. Vivi in pace e non farti imbrogliare.

- Chi mi darà di esserti sempre obbediente?

- Il Signore, che è amante degli obbedienti.

- Dimmi una parola.

- Abbandonati nelle mani di Maria. Lei penserà a custodirti" (Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio, Diario intimo spirituale, Ed. Dehoniane, pag.105-ss.).

   Tra i tesori scaturiti dal cuore di Padre Pio c'è una meditazione sulla Passione del Signore. Viene qui proposta la parte finale che è una preghiera a Gesù: "O Gesù, dammi la tua forza allorché la mia povera natura si rivolta davanti ai mali che la minacciano, finché io possa accettare con amore le pene e le miserie di questa vita d'esilio. Io aderisco con tutte le mie forze ai tuoi meriti, alle tue pene, alle tue ispirazioni, alle tue lacrime, affinché io possa lavorare con te all'opera della salvezza e che io abbia la forza di fuggire il peccato, unica causa della tua agonia, del tuo sudore di sangue, della tua morte. Distruggi in me tutto ciò che ti dispiace ed imprimi nel mio cuore, col fuoco del tuo santo amore, tutte le tue sofferenze. Abbracciami così intimamente, con una stretta dolce e forte, che giammai ti lasci solo nei tuoi crudeli tormenti. Io non domando che un solo riposo: sul tuo Cuore. Non desidero che una sola cosa: partecipare alla tua santa Agonia. Possa l'anima mia inebriarsi del tuo Sangue e nutrirsi del pane del tuo dolore! Amen" (Epistolario).


 

Le tappe della Vita di Padre Pio da Pietrelcina 

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