19 settembre 1968. Un'immensa
folla di fedeli, accorsi da ogni parte del mondo, si prepara a celebrare con il Padre il
cinquantesimo anniversario delle stigmate. Invero tutti i figli spirituali di Padre Pio
credono che il giorno dopo ricorra il cinquantesimo anniversario della stigmatizzazione.
Ma commettono l'errore che molti biografi ripeteranno successivamente.
Dalle parole di Padre Pio abbiamo finalmente la conferma ed il
sigillo sulla reale datazione delle stigmate. E' Cleonice Morcaldi, la figlia spirituale
che è stata più vicina al Padre, e che ha sempre curato personalmente la biancheria
appartenente a lui, a farlo parlare:
- Padre, domani è il cinquantesimo anniversario delle vostre
stigmate.
- Della Messa?
- No, no, il 1960 fu il cinquantesimo della Messa, domani è
della vostra crocifissione.
- Ma tu vuoi dire cinquantottesimo?
- Già è vero, le avete ricevute a Pietrelcina le stigmate
invisibili, il giorno della natività della Madonna, l'8 settembre del 1910.
- E si.
- E allora, Padre, cosa ci darete domani per la vostra festa?
- Botte!
"Io sorrisi, pensando che scherzasse -
aggiunge Cleonice -, e poi vedendolo triste e commosso, restai pensosa: cosa saranno
quelle botte che ci darà? (cfr. Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio, diario
intimo spirituale, Ed. Dehoniane Roma, pag.150).
Arriva, intanto, il 20 settembre. Per tutti è il
giorno che ricorda il cinquantesimo anniversario della sua stigmatizzazione. In realtà,
50 anni aprima, in Padre Pio le stigmate erano riapparse dopo otto anni da quando, a Piana
Romana, le aveva ricevute per la prima volta.
Tantissimi figli spirituali, venuti da parte del
mondo, si stringono affettuosamente attorno al frate stigmatizzato, non percependo per
nulla la realtà di un imminente, doloroso distacco.
L'altare maggiore della Chiesa ed il crocifisso
del coro dell'antica chiesetta vengono infiorati da tantissime rose rosse.
Come di consueto Padre Pio celebra la Santa Messa
alle ore 5 di mattina.
Nelle parole di Cleonice Morcaldi la gioia di
questo momento di festa che preclude all'ultima croce: "domandai al Padre come dovevo
ringraziare il Signore per aver donato alla Chiesa, al mondo, il primo sacerdote
stigmatizzato. Non rispose. Dissi allora: "Padre, ho pensato di recitare cinquantotto
Gloria Patri, o cinquantotto Magnificat davanti a Gesù Sacramentato. Allora mi rispose:
"Recita il Magnificat." (cfr. Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio,
diario intimo spirituale, Ed. Dehoniane Roma, pag.150).
La sera tardi tutti i fedeli convenuti a S.
Giovanni Rotondo organizzano una stupenda fiaccolata, partendo dal piazzale del Santuario
per giungere alla finestra della cameretta nella quale il Padre, sofferente, sta
riposando.
Il 21 settembre Padre Pio non riesce a celebrare,
sfinito com'è dagli attacchi di asma. Nel pomeriggio, abbastanza riposato, assiste dal
matroneo alla funzione vespertina e benedice la folla dei fedeli e figli spirituali che si
preparano al convegno internazioale dei gruppi di preghiera.
S. Giovanni Rotondo è addobbata a festa per i 740
gruppi di preghiera venuti da ogni parte del mondo. La Casa Sollievo della Sofferenza è
uno sventolio di bandiere di ogni nazionalità. Sul piazzale di S. Maria delle Grazie
domina un'altissima croce di legno. Sembra quasi preannunciare l'ultima grande croce di
padre Pio: la sua dipartita da questa vita terrena.
Padre Pio viene incoraggiato a partecipare a
questo grande momento di fede e di festa. Ma, alla richiesta del superiore, emerge ancora
una volta la sua gigantesca umiltà: "Altro che festa! Dovrei fuggire e scomparire
per la confusione che provo" (Cfr. Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina,
Ed. omonime, S.Giovanni Rotondo, pag. 445).
La stessa umiltà, la stessa discrezione, il
medesimo stile manifestato 58 anni prima a Pietrelcina, allorché tornando a Benevento in
seguito all'ordinazione sacerdotale, venne accolto con la banda musicale che lo
festeggiava, mentre lui era col capo chino e confuso nella sua timidezza.
Domenica 22 settembre. Padre Pio vorrebbe
celebrare la Sua semplice messa, come tutte le mattine. Ma, forzato dolcemente dal
superiore, anche per il clima di particolare festa che aleggia in S.Maria delle Grazie,
accetta di celebrare la Messa solenne cantata.
Sono le cinque di mattina. Il Padre entra in una
chiesa gremita in ogni ordine di posti. Tutta la folla gioisce nel vederlo mentre,
assistito da padri Onorato e Valentino di S. Giovanni Rotondo, si appresta a presiedere la
concelebrazione eucaristica.
Assordante la confusione dei fedeli che, a stento,
vengono riportati al silenzio, mentre Lui guarda, con occhi smarriti, questa fiumana di
gente venuta da ogni dove. Sembra quasi l'ultimo Atto, l'apoteosi di un dramma che, letto
con uno spirito di fede genuina, già proietta il Padre di Pietrelcina verso la luce della
Vera Vita.
Nelle parole di Cleonice Morcaldi, presente a
questo momento culminante, l'esperienza viva dell'ultima Messa: "Il Padre era assente
nel vero senso della parola. Ogni tanto di proposito guardava un carabiniere che stava in
piedi, vicino l'altare. Io credevo che gli fosse di distrazione, invece il motivo era ben
diverso. Dov'era l'anima del Padre? Non era con noi. Non sentivamo la sua presenza, né il
suo amore! Dio mio, che succede oggi? Ma è il Padre che celebra? Continuava a guardare il
carabiniere. Ma che vuole da lui? Lo guardava a lungo con uno sguardo interrogativo.
Pregai la Vergine perché lo facessi andar via.
Ero in angustia dolorosa. Avrei voluto andar vicino al Padre e dirgli: [Ma dove sei, Padre
mio? Non ti accorgi che sei sull'altare? Che ti stiamo vicino? Che pensi? Che vuoi?]. Oh,
che vuoto angoscioso! Che amarezza! Che tristezza! La lingua non sa esprimere quel brutto
vuoto che c'era nei nostri cuori in quella Messa" (Cleonice Morcaldi, La mia vita
vicino a Padre Pio, diario intimo spirituale, Ed. Dehoniane Roma, pag. 154).
Non voleva cantare la Messa, Padre Pio. Ma, ancora
una volta ha accettato supinamente la volontà del superiore. Al momento della mensa
Eucaristica egli dona Gesù per la prima volta ad una bambina di dieci anni: Anna Fanoni.
C'è tanto pianto nel volto contratto del Padre e
quando egli commosso di fronte alla folla straripante, la congeda con le parole: "La
messa è finita, andate in pace", si levano applausi, evviva, testimonianze spontanee
di affetto filiale.
Nell'alzarsi dalla poltrona, prima di scendere i
gradini dell'altare, rivolto verso il popolo egli sta per crollare. Ma viene sorretto da
fra Guglielmo Bill e, adagiato su una sedia a rotelle, accompagnato in sagrestia. "Figli
miei, figli miei", queste le ultime parole rivolte ai fedeli raccolti nella
Chiesa di S. Maria delle Grazie.
Fra Guglielmo Bill, il frate Americano che l'aveva
sostenuto mentre stava per cadere, avverte telefonicamente alcune figlie
spirituali, tra cui Cleonice Morcaldi, che Padre Pio si è fatto portare al confessionale.
La Morcaldi, che era andata a casa a sfogare nel silenzio il dolore per le condizioni del
Padre, ritorna subito al convento insieme con le altre fedelissime: "Confessò cinque
uomini. Dopo ci avvicinammo. Lo guardai. Un morto da mettere nella bara. Presi la mano,
gelida, un pezzo di ghiaccio. Invece di baciarla, cercavodi riscaldarla. Scoppiai in
pianto. Non potevo più frenarlo. Il Padre avvicina verso di me quel viso cadaverico,
simile a un giglio che comincia a seccarsi, e con voce fioca mi dice:
- [Ma che hai?
che hai?
]
- [Nulla, Padre
nulla
], risposi, e pianse pure lui.
Questa l'ultima domanda. Questa l'ultima risposta in terra
d'esilio! Queste le ultime sue lagrime!
(Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a
Padre Pio, diario intimo spirituale,Ed. Dehoniane Roma, pag. 154).
Intorno alle 10.30, Padre Pio si affaccia alla
finestra del coro della vecchia chiesetta per salutare e benedire i Gruppi di preghiera
radunati sul piazzale. Padre Onorato avrebbe voluto che riposasse, me egli imperterrito
risponde: "Voglio salutare per l'ultima volta i miei figli".
Cleonice Morcaldi aveva preso la bella abitudine
di inviare ogni giorno dei bigliettini al Padre. E puntalmente il Padre rispondeva
inviandole delle immaginette di santini. Anche in questo ultimo giorno della vita del
Padre Lei vuole scriverlo: "Nel pomeriggio gli scrissi un biglietto., pur prevedendo
che non avrebbe potuto leggerlo. Era al solito posto, sulla verandina, con l'arma in mano.
(L'arma è la corona del Rosario, n.d.r.). Erano le tre del pomeriggio. Lesse il biglietto
e mi scrisse quest'ultima frase sull'ultima immaginetta: [Gesù ti riempia il cuore di
tutto sé stesso] (Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio, diario intimo
spirituale, Ed. Dehoniane Roma, pag. 154).