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San Ferdinando di Puglia!

 

Fu fondato nel 1847 come colonia agricola, derivata dall'antico borgo di San Cassano, al fine di tentare di risollevare alcuni problemi di carattere economico e sociale che affliggevano la parte meridionale del Tavoliere delle Puglie. L'idea di fondare una colonia agricola nella zona fu concepita dal giovane monarca Ferdinando II di Borbone in occasione del suo viaggio ufficiale attraverso il regno, svoltosi nel 1831. Il progetto socio-economico della colonia che fu presentato nel 1839 dall'intendente di Capitanata, Gaetano Lotti, prevedeva:

L'insediamento di 50 famiglie provenienti dalle saline di Barletta (l'attuale Margherita di Savoia);

un fondo di 10 versure concesso in enfiteusi ad ogni famiglia;

una casa colonica con 2 cavalli, una caretta, attrezzi, sementi, piante, ecc.. a ciascuna famiglia emigrante.

Inoltre per uso comune della colonia sarebbero stati assegnati 100 versure da destinare al pascolo di buoi mentre altre 60 versure sarebbero state riservate per la piantagione di vigne e alberi da frutto; la colonia sarebbe stata dotata in aggiunta di una chiesa, un centimolo (mulino) con forno e 2 pozzi, alcune case in muratura e un centinaio di pagliai (che diedero in seguito la loro immagine per la realizzazione dello stemma cittadino) e che furono causa di due gravosi incendi che dilaniarono la nascente comunità. Nel 1848 prese la denominazione di San Ferdinando, in onore del re santo Ferdinando III di Castiglia e León, patrono del monarca delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone. Successivamente al toponimo fu aggiunta la denominazione di Puglia in modo da distinguere la cittadina dall'omonimo comune della Calabria.

 Monumenti e luoghi di interesse  [modifica]

Simbolo illustre della civiltà sanferdinandese è la maestosa Torre dell'Orologio, dalla forma ottagonale, che fronteggia la "chiesa madre" e risale agli inizi del XX secolo. Questa è famosa, soprattutto, per una sirena, installata alla sua sommità. Questa suona ogni giorno, alle otto del mattino e a mezzogiorno. L'orologio è azionato da un pozzo collocato sotto la torre. La chiesa originaria fu progettata dall' arch. Diego Genovese, all'uopo incaricato dal Direttore Generale di Ponti e Strade ing. Carlo Afan de Rivera, che prevedeva una spesa di 8.000 ducati. Dalla pianta del progetto di rifondazione elaborata nel 1847, possiamo conoscere la struttura interna, che era composta da una sola aula absidata della superficie netta di circa mq 290, abside esclusa. Sul retro dell'abside erano ricavate al piano terra la sacrestia e al piano superiore la canonica.

Il Museo Civico, presso l'ex municipio, ospita una mostra permanente di usanze e cultura sanferdinandese.

Nell'ampia piazza al centro di San Ferdinando di Puglia si trova la chiesa madre, risalente agli anni '50 e recentemente restaurata.

Altro monumento di spicco della cultura sanferdinandese è l'antica posta di San Cassano, che è il palazzo più antico di San Ferdinando assieme alla chiesetta dei Santi Medici. Altrettanto degna di nota è la chiesa parrocchiale Maria SS del Rosario, risalente ai primi decenni del XX secolo, voluta e realizzata dal parroco della Chiesa Matrice mons. Raffaele Lopez con l'obolo versato settimanalmente da tutti i sanferdinandesi, guadagnandosi così la definizione di "Chiesa del Soldo". Ben più moderna è la chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù, terminata negli anni 90'.

Nelle vicinanze del paese scorre il fiume Ofanto, il più grande fiume del Sud Italia, che offre un paesaggio di flora e fauna selvaggia. 

 Eventi  [modifica]

Ogni anno, a cavallo tra ottobre e novembre, si svolge la Fiera Nazionale del carciofo dove vengono presentate sia le nuove tecnologie di coltivazione, sia i prodotti tipici del luogo, in particolare pesche e carciofi, rinomati in tutta Italia per la loro qualità, tanto da conferire alla città l'appellativo di città delle pesche e dei carciofi.altresi si assegna iul carciofo d'oro al miglior espositore.

La festa patronale si svolge nei primi giorni di settembre.

 Il corteo storico  [modifica]

È una manifestazione voluta e realizzata dal Comitato Feste Patronali, dall'Associazione Nazionale Carabinieri Benemerite e Volonatari San Ferdinando di Puglia e dalla S.M.S. Giovanni XXIII allo scopo di valorizzare l'identità culturale della giovane comunità e, nel contempo, di tramandare alle generazioni future quei valori di operosità, dignità e rispetto civile che i padri del giovane comune hanno voluto tramandare alla colletività paesana. La rassegna si svolge a cavallo tra le ultime settimane di maggio e la prima di Giugno. I costumi indossati dai ragazzi della Scuola Media furono realizzati in copia a quelli esposti nella Reggia di Caserta, che furono visionati dagli organizzatori il 21 febbraio del 2001. Tali costumi vennero indossati il 30 maggio 2001 in occasione della prima edizione del corteo da oltre 100 alunni della scuola. Visti i plausi e gli apprezzamenti ricevuti la rassegna continua ogni anno nei periodi precedentemente indicati. Il corteo storico inoltre ha rappresentato il paese e l'amministrazione comunale anche nei comuni di Margherita di Savoia il 10 luglio 2002, Piossasco il 22 giugno 2002, Grumo Appula il 4 agosto 2002 e Diso il 7 agosto 2005

 Economia  [modifica]

La città di San Ferdinando,sin dalle sue origini, pone le sue radici nel settore primario e nella coltura di prodotti tipici del luogo quali in primo luogo pesche e carciofi,viti e olivi che da anni oramai hanno portato alla ribalta, in campo sia nazionale che internazionale, i prodotti che questa terra, con amore e dedizione dei suoi contadini, produce. Originariamente la terra era incolta e coperta da migliaia di peri selvatici (i peràzze), lentisco, timo e sarapullo. In seguito i terreni dissodati vennero coltivati con 7564 alberi di cui 629 olivi, 1677 peri, 20 fichi, 4046 mandorli, 35 peschi(varietà percochi), 1058 cespugli di mandorli e 99 viti estese in tutto in un'area di 34 versure. Al centro di queste piantagioni esisteva una torre per il guardiano, una stalla, un gallinaio, un giardinaio con viti a pergolato e una fabbrica per l'industria pastorizia. Era presente inoltre la coltura di Grani teneri come Orzi, Avene, Frumenti e Fave. Tra il 1854 e il 1855 le colture fruttarono alla nascente comunità 1600 barili di vino, 815 tomoli di olive, 33,50 cantaie di peri, 500 tomoli di mandorle, 10 cantaie di fico e infine 12 cantaie di albicocche. Da sottolineare che allora non esistevamo sistemi irrigui,ma solo nella zona coltivata a ortaggi l'irrigazione veniva effettuata per mezzo di molini da pozzo. Verrà introdotta poi la coltura del carciofo, in particolare del "violetto" di San Ferdinando, apprezzato in tutto lo stivale. Le numerose aziende in campo agricolo, nate nel giovane comune, hanno provveduto a esportare i prodotti tipici del paesino a livello nazionale ed internazionale.