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Bisceglie!

 

Bisceglie (Vəscègghiə nel dialetto locale) è un comune italiano di 54 124 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia. Sorge sulla costa del basso Adriatico a 16 m s.l.m e dista circa 34,5 km da Bari. È un importante centro agricolo, con industrie manifatturiere. Sono fiorenti le attività commerciali e turistiche. Il clima è mite di tipo mediterraneo.

Il territorio di Bisceglie fu abitato sin da epoche remote, tesi affermata dalla presenza di numerosi dolmen, il più notevole dei quali è quello della "Chianca". La città, fondata dai Normanni nell'XI secolo, fu assoggettata nel 1042 al dominio di Roberto il Guiscardo, che la donò a Pietro, Conte di Trani. Ebbe floridezza nel periodo Angioino, in feudo ai del Balzo, attraverso una cospicua flotta mercantile con cui commerciava oltre che con i centri costieri del basso Adriatico, anche con i principali porti della Dalmazia e con Trieste. Spentasi questa famiglia, passò a Lucrezia Borgia e dopo la morte di suo marito, Alfonso d'Aragona, al loro figlio Rodrigo.

Nel 1512 tornò alla corona spagnola che la ampliò attraverso un nuovo sistema di fortificazioni. Proprio in questo periodo la comunità ebraica, che si era stabilita sin dal 1463 nel quartiere denominato " La Giudecca " ( ad ovest della Città Vecchia ), dovette abbandonare il Regno. Importante figura di questi anni fu il Vescovo Pompeo Sarnelli da Polignano a Mare, il quale riuscì ad attenuare i contrasti tra la Chiesa e l' Università circa i poteri sulla città; inoltre scrisse la prima storia cittadina intitolata " Memorie dei vescovi di Bisceglia ". Notevoli sono le testimonianze dell'illustre passato: la chiesa di Santa Margherita del XII secolo in stile romanico pugliese, il castello normanno con la torre maestra, l'abazia di S. Adoeno del XI secolo, e la cattedrale in stile romanico pugliese, iniziata alla fine del sec. XI e consacrata nel 1295, recentemente restaurata. Quando nel 1799 le truppe napoleoniche invasero il Regno di Napoli, Bisceglie, a differenza di Andria e Trani, che rimasero fedeli a Borboni subendo così il saccheggio delle truppe francesi, aprì le porte ai francesi inneggiando alla libertà. Dopo l' occupazione di Bisceglie da parte dei francesi, in città si sparse la voce di un imminente sbarco di navi russe e turche per contrastare l' avanzata dei soldati Napoleonici; tuttavia la minaccia risultò infondata anche se in città si ammassarono truppe francesi e italiane. Però, dopo alcuni giorni, 1.400 russi sbarcarono nel porto di Bisceglie e la occuparono riconsegnandola ai Borboni. Secondo una leggenda popolare, durante lo sbarco dei russi, i tre Santi protettori di bisceglie scatenarono una violenta tempesta che ritardò di alcuni giorni lo sbarco e che fece colare a picco una nave russa.

Durante il Risorgimento Bisceglie fu un vivace centro di cospirazione, contando tra i nobili e il popolo circa 500 affiliati alla Carboneria. Durante i Moti napoletani del 1820-21 ebbe luogo nel Palazzo Tupputi una importante "Dieta delle Puglie", in cui fu proclamata la Costituzione e ne vennero fissati gli Statuti in dieci articoli ( 5 luglio 1820 ); nobile figura di questi anni fu Ottavio Tupputi, il maggiore patriota biscegliese e nobile figura di cospiratore per ben due volte condannato a morte; partecipò anche come generale alla disastrosa campagna napoleonica di Russia. La sua città natale nel 1911 eresse in suo onore un busto in Piazza Margherita. Nel 1860 Bisceglie insieme ad altri centri vicini istituirono una "Giunta di Insurrezione" al fine di sostenere i Garibaldini e il 21 ottobre 1860 si tenne un referendum nel locale monastero di Santa Croce: la maggioranza dei votanti votò per l' annessione. Il primo deputato al Parlamento Italiano del collegio di Molfetta fu Ottavio Tupputi. Nel 1864 l' apertura del tronco ferroviario Foggia-Barletta-Bari diede grande impulso all' economia locale e il 9 novembre del 1872 fu inaugurato il Teatro Garibaldi dopo dieci anni di lavori; ben presto il teatro divenne il centro della vita mondana biscegliese. La tradizione liberale risorgimentale si tradusse a Bisceglie in una vivace vita politica, dalla quale emerse il sindacato del conte Giulio Frisari, capo della sinistra democratica parlamentare pugliese e della "Società Operaia di Mutuo Soccorso"; non mancarono in questo periodo vivaci scontri verbali e violenti scontri fisici.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale numerosi giovani biscegliesi partirono per il fronte e a fine guerra furono 430 i caduti (con numerosi feriti e mutilati). Il 2 agosto 1916 Bisceglie conobbe da vicino la guerra, infatti alcune cannonate navali austriache causarono diversi danni materiali ma per fortuna nessuna vittima; tuttavia ancora oggi è possibile riconoscere sulla facciata di Palazzo Albrizio (accanto a Palazzo Ammazzalorsa, di fronte il porto) un segno di una cannonata austriaca risalente proprio a quell' evento. Il 5 ottobre 1924 fu inaugurato in piazza Vittorio Emanuele un obelisco per commemorare il ricordo di questi giovani biscegliesi.

Nel 1920 fu aperta una sezione del Fascio nel Palazzo Logoluso e anche Bisceglie, come tutta l' Italia, aderì con entusiasmo alla politica fascista. Nell' inverno 1940-1941, durante il conflitto Italo-Greco, Benito Mussolini fissò la sua residenza a Bisceglie nella Villa Angelica mentre il Quartier Generale alloggiò nella Villa Ciardi. Nel 1943 i tedeschi precipitosamente si ritirarono da tutto il Sud Italia e poco dopo Bisceglie fu occupata dagli Anglo-Americani; il travagliato passaggio dal Fascismo alla Repubblica trovò in Vincenzo Calace uno dei maggiori sostenitori della Democrazia. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale furono circa 300 i caduti biscegliesi, molti invalidi e anche alcuni dispersi. Nel 1946 le prime elezioni comunali segnarono il successo di Umberto Paternostro della DC, il quale rimase sindaco di Bisceglie per ben dieci anni; tra gli anni '50 e '60 Bisceglie conobbe una fervida attività edilizia e culturale.

 Toponimo  [modifica]

Le ipotesi riguardo l'etimologia del nome Bisceglie sono principalmente due: una attribuibile a Pompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie, che avanzò l'ipotesi del nome "vigiliae", ossia "sentinella", attribuitole dai Romani per il suo ruolo di vedetta sull'Adriatico (tuttavia la presenza militare in zona, in epoca romana, non è mai stata accertata); l'altra riguarderebbe una trasposizione erronea della voce dialettale "vescègghie", ossia viscile, varietà di quercia diffusa nella zona.

 Simboli  [modifica]

Lo stemma comunale rappresenta una quercia dorata disposta su uno scudo rosso sovrastato da una corona e racchiuso da un incrocio di rami di alloro (sinistra) e di quercia (destra) annodati da un tricolore alla base. La quercia, che rimanda anche ad una possibile origine etimologica del nome Bisceglie, fu donata alla città come simbolo di fedeltà da Carlo II d'Angiò

 Monumenti e luoghi d'interesse  [modifica]

 Architetture religiose  [modifica]

 Concattedrale  [modifica]

Edificata fra il 1073 e il 1295, è una costruzione romanico-pugliese anche se la facciata è stata rimaneggiata con l'apertura di tre finestre in stile barocco. Pregevole il baldacchino posto sopra l'ingresso principale. All'interno, ristrutturato nel Settecento, spiccano stalli intagliati del coro.[1]; all' interno si venerano le sacre reliquie dei tre santi protettori della città di Bisceglie: S. Mauro Vescovo, S. Sergio e S. Pantaleone. Le reliquie furono rinvenute a Bisceglie nel 1.167; secondo la tradizione Sergio e Pantaleone erano due cavalieri che, giunti in Puglia per arrestare il Vescovo Mauro, furono invece da questi convertiti al cristianesimo e successivamente martirizzati dal Proconsole romano di Venosa. Ai tre Santi la città di Bisceglie si affidò in occasione della peste del 1.736, del colera del 1.836 e in altri momenti di pericolo.

 Chiesa di Santa Margherita  [modifica]

Fu costruita in stile romanico nel 1197 con evidente cupola centrale e contenente ai lati le Tombe dei Falconi (gli unici del genere nell'Italia meridionale) con tendenze gotiche: il primo sepolcro, incompleto, con figura giacente di guerriero, è dedicato a Basilio e Mauro Falcone; il secondo, dedicato a Riccardo Falcone, opera di Pietro Facitulo barese, ha un ricco e bellissimo baldacchino ornato di rilievi e trafori; il terzo sepolcro, destinato ai fanciulli dei Falconi, opera di Anseramo da trani, ha un bizzarro baldacchino ad arco trilobo su due colonnine.

 Chiesa di Sant'Adoeno  [modifica]

Edificata nel 1074, è la chiesa più antica di Bisceglie. Fu notevolmente rifatta nel corso dei secoli, di cui sono rimasti inalterati solo la facciata ed il rosone; all'interno sono numerose le raffigurazioni di animali e del santo. L' unico elemento romanico rimasto è un prezioso fonte battesimale databile all' XI secolo con sei figure scolpite ad altorilievo. Attualmente il fonte battesimale è in corso di restauro.

 Chiesa di San Domenico  [modifica]

Fu edificata nel XII secolo e concessa ai frati Domenicani. Attaccata alla chiesa sorge un convento, ovvero l' oderno Palazzo Municipale. Vi si conserva un antico dipinto di Santa Maria di Giano e un olio su tela raffigurante Sant' Antonio Abate del XVIII secolo.

 Chiesa di San Luigi  [modifica]

Fu edificata nei primi del cinquecento sui ruderi della tempietto di San Ludovico, luogo di sepoltura di Luigi I d'Angiò, caduto in seguito a combattimenti svoltisi nel contado di Bisceglie per la riconquista del territorio. La chiesa fu riconsacrata dal vescovo Pompeo Sarnelli nel 1693, ma l' aspetto attuale risale a lavori effettuati tra il 1774 e 1784; la facciata è chiaramente barocca e all' interno presenti numerose pitture murarie, tarsie lignee degli organi ed intagli di argento. Molto bella la grande cupola, ricca di stucco e grisaglie.

 Architetture civili  [modifica]

 Palazzo Tupputi  [modifica]

Risale al XVI secolo ed è caratterizzato dalla facciata a bugne.

 Siti archeologici  [modifica]

Nel territorio di Bisceglie si conservano alcuni dolmen:

Dolmen la " Chianca ": databile al Bronzo medio ( XVI - XIV sec. a.C. ) è il dolmen più importante in Europa per dimensioni e bellezza, in ottimo stato di conservazione. Tutto il materiale litico impiegato è in calcare proveniente dal territorio circostante. Il corridoio - lungo 7,50 m - è formato da lastroni piatti, infissi verticalmente nel terreno, di altezza notevolmente inferiore rispetto a quelli della cella. Pertanto, la lunghezza totale è poco meno di 10 m ed ha l' ingresso rivolto ad est.

il Dolmen Frisari: si è salvato ben poco. Questo dolmen si affaccia ai primi declivi della sponda sinistra della caratteristica incisione carsica di Lama dell'Aglio, in prossimità del crocevia di confine con i territori di Molfetta e Ruvo di Puglia, non molto distante dal Casale detto Torre Navarrino, passato alla storia per un cruento episodio ivi consumatosi nel 1600.

il Dolmen di Albarosa, sulla strada Bisceglie -Corato.

il Dolmen di Giano, così detto perché si trovava nelle immediate vicinanze del "tempio di Giano", antica costruzione che taluni fanno risalire ai tempi pre-cristiani, seriamente minacciata dalla costruzione di nuove strade complanari durante la costruzione della nuova Strada Statale 16 Adriatica. Di questo Dolmen non resta più niente, se non minutissimi frammenti di roccia.

In territorio di Corato, poi, non lontano dal confine con Bisceglie, si può ancora visitare il cosiddetto "Dolmen dei Paladini".

 Siti di interesse naturalistico  [modifica]

 Zona Pantano-Ripalta  [modifica]

La località, che occupa un'area pari a 685 ettari lungo la costa fra Bisceglie e Molfetta[2], è definita di interesse naturalistico nel Decreto Ministeriale n. 30 del 1º agosto 1985, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 06/02/1986.

Rappresenta, a seguito della sua sostanziale integrità paesaggistica, un elemento morfologico e strutturale di grande importanza per la definizione olistica del paesaggio costiero e carsico pugliese. Il paesaggio vegetale, guardato nel suo insieme, è caratterizzato da campi agricoli: dominano l’olivo, il mandorlo, i vigneti con impianto a tendone e gli orti disalberati, segno evidente che la mano dei coltivatori ha contribuito non poco a trasformare il luogo, un tempo completamente ricoperto da vegetazione tipica delle zone umide e della macchia mediterranea.

Lo scenario è inesorabilmente destinato a cambiare in quanto i campi coltivati sono progressivamente abbandonati e sostituiti da ampie distese di erbacce o da villini abbelliti da piante ornamentali di pregio, ma estranee all'ambiente tipico del litorale pugliese.

 Grotte di Santa Croce  [modifica]

La grotta è lunga 100 metri, al suo interno è stretta verso l' alto e si allarga progressivamente sino a formare ambienti molto ampi verso il basso. Nella grotta sono state rinvenute concrezioni e stalattiti e reperti risalenti all'industria litica musteriana: 2.200 punte, raschiatoi e schegge. AllEpigravettiano finale ( 11.000 anni fa) è riferibile l' industria litica del Paleolitico superiore: bulini e grattatoi; di grandissima importanza il ritrovamento di un femore di Homo Sapiens Neanderthalensis nel 1955. Le grotte di S. Croce furono individuate nel 1937 da Francesco Saverio Majellaro, al quale è dedicato il Museo Civico Archeologico di Bisceglie. Le grotte possono essere visitate contattando il Gruppo Scout Bisceglie.

 Società  [modifica]

 Porto mercantile Evoluzione demografica  [modifica]

Abitanti censiti

 Tradizioni  [modifica]

Il Giovedì Santo è usanza che i biscegliesi facciano un pellegrinaggio tra le chiese del centro storico per visitare i cosiddetti sepolcri, ovvero altarini che simboleggiano l'ultima cena con gli apostoli. Secondo la tradizione il numero dei sepolcri visitati deve essere necessariamente di numero dispari.

Il venerdì mattina che precede la Pasqua, nei pressi del monumento noto come "Calvario" adiacente alla chiesa di S. Lorenzo, è tradizione che due statue religiose (la Madonna Addolorata e la statua di Gesù con la croce) si incontrino per darsi l'ultimo saluto prima che Gesù vada ad essere crocifisso. Questa tradizione è seguitissima dai Biscegliesi. La sera stessa c'è la processione dei Misteri, cioè statue lignee del settecento raffiguranti momenti della passione che partendo da chiese diverse confluiscono tutte in un' unica processione, la quale si svolge nel centro cittadino.

Da non dimenticare la processione in onore dei tre santi patroni di Bisceglie nei primi di Agosto, vero e proprio evento in occasione del quale tutta la cittadinanza si sente estremamente coinvolta.

 Cultura  [modifica]

 Enogastronomia  [modifica]

La cucina biscegliese è in perfetto equilibrio tra terra e mare: orecchiette con le cime di rapa, minestra di fave e cicorie, zuppe di pesce con canocchie, pasta in genere condita con sughi a base di verdure oppure con frutti di mare, ragù di maiale o di carne di cavallo. Per iniziare un pasto in modo tipico non possono mancare sulla tavola taralli e olive, friselle condite con olio, pomodori freschi e origano; per quanto riguarda le prelibatezze marinare alici marinate, ricci, piccoli polipi e seppioline crude condite con limone e olio e cozze crude oppure cotte. Tipico del periodo natalizio sono il "calzone", una focaccia ripiena di sponsali, pomodoro, olive nere e anche baccalà fritto, e l'agnello con patate e carciofi; tipici del periodo pasquale sono invece i cardi con brodo di manzo. Nella cucina biscegliese non possono mancare le mozzarelle, le burrate e il caciocavallo; tipici dolci biscegliesi sono le "cartellate" (preparate nel periodo natalizio) e la "colva" preparata il giorno dei Morti (di origine araba, è grano bollito condito con abbondante vin cotto, mandorle tritate, pezzi di noce, pezzetti di cioccolato, chicci di melograno).

Ma il più famoso dolce tipico di Bisceglie è il "sospiro". Pare che la ricetta si tramandi dal lontano XV secolo; le Clarisse producevano e sfornavano i cosiddetti "sospiretti delle monache" , realizzati con pan di spagna farcito con crema e il tutto ricoperto da una glassa di colore rosa. Una leggenda racconta che questi dolci furono preparati dalle Clarisse per le nozze tra Lucrezia Borgia e il conte di Conversano, ma la sposa non arrivò mai; nel frattempo gli ospiti sospiravano appunto per l' attesa e quindi questi dolci furono mangiati. Un' altra leggenda racconta che un giovane innamorato inventò i sospiri riproducendo i seni della sua amata. Una testimonianza certa arriva dall' eremita Aleandro Baldi il quale li descrive dicendo: "A Visceglia si confeciuma una zacchero assai gustoso e buono"; anche il biscegliese Marcello Veneziani ne parla: "provare i sospiri porta a fare un solo commento: un sospiro di piacere."