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Relazione di tirocinio
Fallini
Riccardo
Eseguito presso Dipartimento
di Farmacologia
Dal 31 Agosto al 30 Settembre 1998, ho svolto
unattività di tirocinio al Dipartimento di Farmacologia
dellUniversità Statale di Milano, nel laboratorio del Dott.
Torsello.
Il laboratorio seguiva diverse linee di ricerca riguardanti neoplasie,
ormoni, etc. Io mi sono occupato dellormone della crescita
(GH). La ricerca era orientata a trovare una metodica relativa
allanalisi quantitativa dellormone nei tessuti ipofisari
e ipotalamici, in condizioni fisiologiche.
Questormone è presente in quantità talmente basse (picogrammi:
pg =10-9g) da non essere rilevabile con i normali metodi
danalisi (HPLC, etc.). Pertanto la ricerca aveva come obiettivo
lisolamento e la quantificazione dellmRNA del GH.
Per fare ciò abbiamo una tecnica detta RT-PCR (RT: retrotrascrizione;
PCR: reazione di polimerizzazione a catena).
Essa prevede:
- Estrazione RNA totale dal tessuto
- Aggiunta, a diverse concentrazioni, a diversi
campioni, di DNA sintetizzato in questo modo:
- Aggiunta di 300 paia di basi (pb, cioè
il numero di nucleotidi appaiati nel doppio filamento di DNA)
nella parte centrale della sequenza del GH, le paia di estremità
terminali sono, infatti, quelle decisive per il proseguimento
della tecnica.
Questa sequenza nucleotidica ha la funzione
di competere con lRNA corrispondente (è detto infatti RNA
competitivo).
3. RT, cioè sintesi del DNA codificante (cDNA)
dallmRNA.
Il meccanismo richiede laggiunta
di:
I fase: appaiamento degli oligoDT agli mRNA,
loligoDT, dato il numero elevato di timine, è complementare
solo con gli mRNA, poiché la presenza di una coda di adenine,
complementari alle timine, è una caratteristica di tutti gli
mRNA.
II fase: loligoDT fornisce lOH iniziale per la trascrittasi
inversa che può quindi trasformare lmRNA (lunico
che ha loligoDT appaiato) in DNA (cDNA). AllRNA
competitivo non succede niente perché non ha una zona di appaiamento
e perché è già DNA (III fase).
4. PCR, cioè amplificazione del DNA (sia lRNA
competitivo sia il cDNA). Essa prevede laggiunta di:
- 2 primers (complementari alla parte iniziale
del gene, uno in direzione 5-3, laltro 3-5;
essi forniscono lOH iniziale per la DNA polimerasi)
- enzima DNA polimerasi (TAQ, estratta da un termofilo per non
degradarsi alle alte temperature della tecnica)
e procede come segue:
I fase: riscaldamento a 95°C : si ha così
la denaturazione dei frammenti di DNA, cioè lapertura
del doppio filamento
II fase: annealing, cioè appaiamento dei primers alla zona di
complementarità , essi si appaiano sia al cDNA sia allRNA
competitivo
III fase: lenzima si attacca ai primers incominciando
a replicare la sequenza di DNA a valle dei primers. Si ripete
il ciclo per 25 volte.
Nei campioni in cui si hanno alte concentrazioni
di RNA competitivo, si ha una maggiore amplificazione di questo,
rispetto a quella che avviene nei campioni con basse concentrazioni
di RNA competitivo
5. Valutazione della riuscita dellesperimento:
ai campioni ottenuti aggiungo:
- Etidio di Bromuro (EtBr), è una sostanza
fosforescente agli UV e intercalandosi (cioè si posiziona tra
le basi) mi fornisce una luminosità proporzionale alla quantità
di DNA presente nel campione.
Faccio unelettroforesi su agarosio dei diversi campioni (preparati
nel punto 2). Se si verifica una inversa proporzionalità tra le quantità
di DNA (il cDNA originato dallmRNA e lRNA competitivo),
posso affermare che quando il rapporto tra la luminosità (proporzionale
alla concentrazione) dellmRNA e quello dellRNA competitivo
è uguale a 0.5, la concentrazione dellmRNA è uguale a quella
dellRNA competitivo. Conoscendo la concentrazione di questultimo,
posso allora determinare la concentrazione dellmRNA.
Questa tecnica in realtà non è stata realizzata,
perché sono insorte delle difficoltà nella costruzione dellRNA
competitivo, per il seguente motivo.
Non erano presenti siti di restrizione (e di ligasi) comuni e
unici tra la sequenza nucleotidica del GH e quella del segmento
di DNA da aggiungere (300pb del gene della prolattina) per la
sintesi dellRNA competitivo (forse si sarebbe potuto scegliere
un altro pezzo anche di un altro gene, per trovare le condizioni
richieste).
Comunque in seguito ad una serie di tentativi (non riusciti) con
enzimi di restrizione aventi più siti di taglio, ho avuto la possibilità
di applicare processi tipici dellingegneria genetica quali:
- La trasformazione di cellule batteriche,
le quali assumono, grazie a questo processo, capacità normalmente
non possedute come, ad esempio, la sintesi di una certa proteina.
- Lamplificazione di un plasmide: ottenere,
cioè, innumerevoli copie di quel pezzo di DNA circolare.
- Ingegnerizzare un plasmide, cioè togliere
e aggiungere sequenze (che possono essere geni) ad un plasmide.
- Lelettroforesi su agarosio di DNA,
tecnica che permette di distinguere sequenze di DNA o RNA, aventi
lunghezze diverse, potendola anche valutare .
Nello stesso istituto ho imparato tecniche
come luso di:
- HPLC, che permette lanalisi quantitativa
di diverse proteine presenti in un liquido corporeo o meno,
come plasma o un estratto tessutale
- Termociclatori, per far compiere al campione
un numero di cicli costituiti da temperature e tempi diversi.
Sono utilizzati per la RT e per la PCR
- Transluminatori agli UV, per rendere visibili
i campioni nellelettroforesi di DNA o RNA
- Tecniche di separazione proteica: Western
blot e ligand
Ho acquistato anche una certa manualità con
microscopi elettronici a scansione e a trasmissione, microtomi
e ultramicrotomi (per la preparazione di campioni visibili al
microscopio elettronico), e spettrofotometri UV-visibili, utilizzato
per determinare la concentrazione degli acidi nucleici
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