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 DECADENTISMO

 

Il Decadentismo, il movimento letterario e artistico che si colloca nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, riflette, nelle sue molteplici e contrastanti manifestazioni, l'inquietudine di un mondo percorso da tensioni profonde, ma ricco di fermenti culturali: un mondo che, respinto l'ottimismo razionalistico del Positivismo, è alla ricerca di nuove risposte ai suoi problemi e di nuove forme capaci di esprimerle.

Il quadro storico: l'età delle tensioni

La prima cosa da fare per comprendere in Decadentismo è mettere a fuoco il contesto storico europeo in cui il movimento nacque e si diffuse, alla fine del XIX secolo: un contesto storico caratterizzato da una forte conflittualità sociale all'interno dei vari Stati e da un crescente antagonismo nell'ambito dei rapporti internazionali.

La crisi dei valori della società tardo - ottocentesca

Inquadrata storicamente l'epoca, è necessario chiarire gli elementi costitutivi del movimento decadente sul piano filosofico e ideologico.

  • L'esaurimento dei grandi valori ottocenteschi di uguaglianza, fratellanza e libertà, che avevano accompagnato l'ascesa sociale e politica della borghesia. In questo periodo si assiste infatti a una vera e propria involuzione ideologica della borghesia, che sostituisce, agli ideali del progresso e dello sviluppo nel rispetto della libertà individuale e del principio dell'uguaglianza di tutti, i miti della forza, della superiorità razziale dei bianchi e dell'espansione coloniale civilizzatrice;
  • Il rifiuto de Positivismo e delle sue schematiche e troppo ottimistiche certezze, in nome di una nuova razionalità o, più spesso, di un completo irrazionalismo;
  • Il senso di estraneità e smarrimento degli intellettuali, che si manifesta prima con una generalizzata tendenza al soggettivismo esasperato e alla fuga dalla storia, poi anche con l’esaltazione della violenza e con il superomismo;
  • La divulgazione di una interpretazione stravolta in chiave politica e antidemocratica delle teorie filosofiche di Friedrich Nietzsche (1844-1900), le quali - soprattutto negli aspetti riguardanti i concetti di superuomo, violenza, potenza e nichilismo - vennero fatte proprie in modo aberrante (anomalo) da molti intellettuali e anche dai teorici della politica, che ne fecero le basi dell’ideologia nazista;
  • La nascita, a opera di Sigmund Freud (1856-1939), della psicoanalisi, come conseguenza della scoperta dell’esistenza, nell’uomo, di strati profondi della coscienza (subconscio/inconscio), che sfuggono al controllo della ragione e della volontà. Nata come strumento atto a recuperare alla razionalità e alla consapevolezza gli aspetti sconosciuti, rimossi o negati dalla personalità, la psicoanalisi, in questa fase storico - culturale, accredita ulteriormente il diffuso irrazionalismo e aumenta a dismisura il senso di sfiducia e di paura dell’uomo. La scoperta dell’inconscio, infatti, rafforza l’idea che dietro ciò che l’uomo sente e prova si celi una dimensione più profonda, occulta e densissima di significati indecifrabili. E la consapevolezza o il sospetto “che dietro ogni fatto manifesto ce ne sia uno latente, dietro ogni coscienza si celi un inconscio, dietro ogni apparente unità un dissidio” (A. Hauser), privano l’individuo di ogni forma di certezza e gli sconvolgono l’esistenza. La scoperta dell’inconscio avrebbe poi avuto enormi conseguenze anche sulla letteratura e sull’arte: si pensi alle grandi opere narrative novecentesche influenzate dalla psicoanalisi e, soprattutto, alle possibilità che l’idea dell’esistenza di ragioni inesplorate della mente e della possibilità di scandargliarle mediante la poesia apriva a tutta la letteratura.

Gli aspetti fondamentali

del Decadentismo sul piano culturale

  • Il distacco tra intellettuali e società, che si manifesta anche come atteggiamento di cupa stanchezza e come ostentata e compiaciuta coscienza di vivere il tramonto di una cultura e l’agonia di una civiltà. Emblematico, in questo senso, è un verso di Paul Verlaine, uno dei maggiori poeti decadenti francesi:

“io sono l’Impero alla fine della decadenza”

  • La fuga dell’intellettuale dalla realtà, di cui ha perduto la certezza razionale, cioè la certezza di conoscerla veramente. Di fronte a un mondo che gli appare sempre più lontano ed estraneo, l’intellettuale si chiude in una sfera gelosamente ed esasperatamente individuale, in cui la realtà viene percepita come un mistero che si può avvicinare e decifrare avvalendosi non degli usurati strumenti della ragione bensì di quelli dell’intuizione, dell’”illuminazione” occasionale, del recupero memoriale, dei processi analogici o anche della dilatazione al massimo grado delle sensazioni;
  • L’angoscia, il senso di estraneità e di sradicamento, il sentimento di un mistero terribile che vive fuori e dentro l’uomo, temi frequenti della letteratura decadente e, in particolare, nell’opera di due geniali percussori del Decadentismo, il francese Charles Baudelaire e lo scrittore americano Edgar Allan Poe. Scrive, riguardo a questi temi, il critico Francesco Flora:
  • Alla base del Decadentismo possiamo individuare, oscurato e quasi inconscio, un concetto laico della caduta e del peccato dell’uomo, come un fatto irrimediabile o redimibile soltanto nella parola. Di qui il motivo della solitudine e dell’angoscia dell’uomo come materia frequente dell’arte.

  • L’esaltazione dell’arte - specialmente la poesia e la musica - come strumento privilegiato della conoscenza;
  • L’affermarsi di un tipo di uomo esemplare, l’eroe decadente, proteso incessantemente verso la ricerca di sensazioni uniche e assolute, dotato di eccezionali qualità intellettuali e di una cultura raffinatissima, caratterizzato da un totale disprezzo per tutti i suoi simili e per tutto ciò che è comune o banale e dedito a coltivare una vita inimitabile, intrisa di arte e sensualità. Alla base di questo atteggiamento esistenziale c’è un altro elemento fondamentale della cultura decadente, cioè l’estetismo, una tendenza artistica che si basa sulla concezione dell’arte come valore assoluto, addirittura superiore alla vita reale: secondo gli esteti, non è più l’arte a doversi ispirare alla realtà, ma, al contrario, è la vita a dover prendere a modello l’opera artistica. I letterati che si ispirano all’estetismo mettono in pratica l’idea della superiorità dell’arte sulla vita nella propria esistenza e nella produzione artistica, popolando le proprie opere di personaggi raffinatissimi e sensuali, individualisti, spregiudicati e costantemente impegnati nella esasperata ricerca della sensazione preziosa e rara, quali sono appunto gli eroi decadenti.

Gli aspetti fondamentali del Decadentismo

sul piano letterario e linguistico

  • Il rifiuto dei generi letterari tradizionali, delle tecniche espressive e delle forme metriche del passato anche recente, tutti sentiti come inadatti a esprimere una sensibilità ormai diversa da quella del passato;
  • La dimostrazione e, a volte, anche la distruzione delle forme e dei modi del romanzo realistico e naturalistico: la dilatazione dei piani narrativi dal punto di vista temporale; lo svuotamento di significato o addirittura l’abolizione della trama e la progressiva affermazione di una narrazione incentrata sull’analisi interiore del personaggio;
  • La ricerca di tecniche espressive nuove, che non siano più né logiche né oggettive, né descrittive né narrative, ma intuitive, allusive, suggestive e rievocative;
  • La ricerca, in poesia, di modi espressivi che, svincolati dagli schemi linguistici e metrici usuali, procedano per analogie e assonanze (assonanza: sorta di rima in cui si ripetono le vocali finali a cominciare dalla vocale accentata, mentre differiscono le consonanti [es. amòre/sòle, còrto/mòlto] ), superando ogni distinzione tra prosa e poesia in virtù di una ricercata musicalità del testo;
  • L’esaltazione del simbolo, come chiave di interpretazione della realtà e come mezzo privilegiato per indagare il mistero dell’uomo e dell’universo. Questo tipo di indagine troverà la sua massima espressione in Francia, nell’opera di Charles Baudelaire prima e poi dei “poeti maledetti”, cioè Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé, che daranno vita alla grande stagione poetica del Simbolismo. Scrive, infatti, A. Hauser, a proposito della poetica simbolista:
  • Per i simbolisti la poesia non è che l’espressione dei rapporti e delle corrispondenze che la lingua abbandonata a se stessa crea fra il concerto e l’astratto, la materia e l’idea, come anche tra i diversi ordini di sensazioni.

Gli autori e le opere del Decadentismo

in Europa e in Italia

Nato nei circoli poetici e artistici francesi, il Decadentismo, grazie anche al successo delle opere degli autori simbolisti cui si è fatto cenno (Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Mallarmé), si diffuse ben presto in Europa, improntando di sé tutti gli aspetti della cultura. Il movimento ,in particolare, si affermò:

  • In Inghilterra, dove i maggiori esponenti furono il già ricordato O. Wilde, Ch. Swinburne, li poeta e pittore D.G. Rossetti e, sul piano teorico, i critici W. Pater e J. Ruskin;
  • In Germania, con R.M. Rilke e H. von Hofmannsthal;
  • Nel Belgio di lingua francese, con M. Maeterlinck;
  • In Russia, con l’opera di V.S. Solov’ev.
  • Naturalmente il Decadentismo arrivò anche in Italia, ormai da secoli importatrice e non più esportatrice di cultura. In Italia, però, il movimento ebbe uno sviluppo del tutto particolare, a causa di diversi motivi:

  • Il provincialismo della cultura italiana dell’epoca;
  • La presenza di una tenace tradizione classica, attiva soprattutto nella poesia;
  • Il perdurante successo dei temi e dei modi del Verismo nella narrativa;
  • La marcata caratterizzazione realistica e civile del Romanticismo italiano, che pose in ombra quella continuità tra misticismo romantico e sensibilità decadente essenziale nella genesi del movimento in Europa.
  • L’arte nell’età del Decadentismo

Anche l’artista, come il poeta e il narratore, stenta in questo periodo a riconoscersi nella realtà che lo circonda, segnata da una industrializzazione sempre più intensa e da dinamiche sociali dure e conflittuali. Così, in un mondo sempre più estraneo e incomprensibile, l’artista perde il rapporto con l’oggetto da raffigurare e smarrisce le tradizionali coordinate della rappresentazione. Da questa situazione di disagio e apparente immobilità, gli artisti sapranno uscire superando i confini stessi del “vero” e del “reale”.

La musica nell’età del Decadentismo

Già nel Romanticismo la musica era un modello e un punto di riferimento essenziale per tutti gli artisti, dai poeti ai pittori. La cultura nell’età del Decadentismo, insofferente di ogni limite all’espressione artistica e tesa a cogliere l’unità essenziale che è al fondo delle cose, porta al culmine questo orientamento: per ogni artista, per usare un verso del poeta simbolista Paul Verlaine, la musica sarà “prima di ogni altra cosa”. Questa tendenza troverà una conferma formidabile nell’opera di un grande musicista tedesco Richard Wagner.

La musica di Wagner accompagna il neorismo e unisce musica, recitazione e poesie le opere sono ( Tristano e Isotto ) ma a scoprire le traduzioni della storia Tedesca.

Strauss nasce da una famiglia di musicisti, la sua musica è molto allegra e sensuale che cerca di forti ballare.

Fine 1800 Germania diventa un grande stato in cui c’è la borghesia che è la più potente dell’Europa con gli inglesi, ma crollo con la 1°GUERRA MONDIALE poi rinasce, ricrolla nella 2° GUERRA MONDILE poi rinasce.

Lo srittori che presenta il declino della borghesia è TOMS MANN che scrive “ La montagna incantata “ o “ La morte a Venezia.

La pittura nell’età del decadentismo

L’altra corrente che previlegia l’aspetto sentimentale ed emotivo è la pittura che ha come caposcuola L’ondinese VINCENT VAN GOGH (1835-90 ).

Nella sua pittura l’uso dei colori molto forti voleva dire raggiungere l’essenza spirituale delle cose.

L’inquietudine sono una caratteristica anche di PAUL GAUGUIN amico del pittore olandese.

Il movimento decadente nel campo

 dell’architettura ( LIBERTY )

Nasce anche un nuovo movimento nel campo dell’architettura, il “ LIBERTY “il quale si propone di rinnovare il gusto dell’edilizia, nell’arredamento, nelle decorazioni e nell’abbigliamento.

Nasce cosi il “ DISIGN “, cioè l’arte applicata ai prodotti dell’industria, un fenomeno legato allo sviluppo economico-sociale dell’epoca.

Gli artisti che si ispirarono al liberty cercano così, attraverso linee curve, e le decorazioni di soddisfare questi nuovi bisogni.

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