Amnesty International Italia
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Unione del Myanmar
Capo di Stato: senior generale Than Shwe
Capo di governo: generale Soe Win
Pena di morte: abolizionista de facto
Statuto di Roma della Corte penale internazionale: non ratificato
La situazione dei diritti umani si è deteriorata nel corso dell’anno, con l’intensificarsi della repressione messa in atto in tutto il Paese dalle autorità nei confronti sia dell’opposizione armata sia degli oppositori politici pacifici. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha inserito il Myanmar nella propria agenda. Violazioni diffuse e sistematiche delle norme internazionali sui diritti umani e del diritto internazionale umanitario, equiparabili a possibili a crimini contro l’umanità, sono state perpetrate nel corso di operazioni militari nello Stato del Kayin e nella divisione di Bago. Mentre le autorità continuavano a lavorare a una bozza per una nuova Costituzione, attivisti venivano sottoposti a pressioni al fine di far loro abbandonare il proprio ruolo all’interno dei partiti politici. Decine di arresti di persone impegnate in attività politiche pacifiche sono continuati durante tutto l’anno così come quelli di persone impegnate in altre attività non violente nel contesto del loro esercizio delle libertà di espressione e di associazione. A fine anno, la maggior parte delle figure di primo piano dell’opposizione erano state imprigionate o detenute in via amministrativa, mentre più di altri 1.185 prigionieri politici continuavano a essere detenuti in condizioni carcerarie sempre peggiori. Sono state almeno due le persone condannate a morte.
Contesto
Il Convenzione nazionale con il compito di stilare principi per una nuova Costituzione ha terminato una sessione di lavoro nel mese di gennaio ed è stata riconvocata a ottobre, questa volta senza la partecipazione della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il principale partito d’opposizione. La legislazione che criminalizza i pareri contrari alla Costituzione è rimasta in vigore, e ai delegati stata limitata la possibilità di partecipare ad aperti dibattiti. Le autorità hanno annunciato che gran parte delle decisioni sui principi da introdurre nella nuova Costituzione erano già state approvate, comprese quelle riguardanti il ruolo del forze armate e i diritti e doveri dei cittadini.
Sviluppi internazionali
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha inserito formalmente il Myanmar nella sua agenda nel mese di settembre. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione e il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha esteso il mandato del Relatore speciale, al quale continua a essere negato l’accesso nel Paese. Il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari Politici si è recato in Myanmar nei mesi di maggio e novembre.
Membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) hanno espresso la loro insoddisfazione per il lento sviluppo delle riforme in Myanmar e hanno rinnovato gli appelli per il rilascio dei prigionieri politici. L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha espresso grave preoccupazione per la mancanza di progressi da parte delle autorità in merito alla questione del lavoro forzato. La Commissione Europea ha dato inizio a un nuovo programma di aiuti umanitari per affrontare i problemi dell’HIV/AIDS, tubercolosi e malaria.
Crimini contro l’umanità
Le operazioni militari contro l’Unione Nazionale Karen (KNU) nello Stato del Kayin orientale (Karen) e nei distretti vicini sono aumentate. Più di 16.000 persone sono state sfollate a causa del conflitto. Abitanti dei villaggi hanno denunciato estesi e sistematici atti di violazione del diritto internazionale umanitario e delle norme internazionali sui diritti umani equiparabili a crimini contro l’umanità. Distruzioni di case e raccolti, sparizioni forzate, lavoro forzato, tortura ed esecuzioni extragiudiziali di civili del Karen sono aumentate costantemente. Molti abitanti dei villaggi hanno affrontato difficoltà e carestie alimentari dopo che le autorità avevano loro proibito di allontanarsi dai villaggi per procurarsi cibo o lavorare nelle fattorie. È aumentato anche l’uso di mine sia da parte di gruppi armati dell’Unione Nazionale Karen sia da parte dei tatmadaw (l’esercito del Myanmar). Altre violazioni hanno riguardato atti di punizioni collettive, come ad esempio chiusure prolungate o altre restrizioni alla libertà di movimento, l’incendio di interi villaggi e l’uccisione, denunciata nel mese di febbraio nel nord dello Stato di Kayin, del capo-villaggio e di altri civili. In altre zone hanno avuto luogo scontri tra l’esercito dello Stato del Sud-Shan e l’esercito regolare, con perdite di vite umane tra i civili.
Lavoro forzato
La diffusa pratica del lavoro forzato è stata denunciata durante l’intero corso dell’anno negli Stati del Kayin, Mon, Rakhin e Kachin, e nella Divisione del Bago. Secondo quanto riportato, ai prigionieri sarebbe stato richiesto sempre più frequentemente di fare da portantini per l’esercito, e gli stessi sarebbero stati sottoposti a torture e ad altre forme di maltrattamenti. Inoltre, secondo quanto riferito, alcuni prigionieri che avevano tentato la fuga sono stati poi ritrovati uccisi. L’ILO ha espresso preoccupazione per il fatto che le continue minacce delle autorità di sporgere azioni legali contro gli autori di “false” denunce per lavoro forzato potessero rappresentare un ostacolo significativo alla cooperazione nella risoluzione del problema. In risposta alle specifiche richieste dell’ILO, a fine anno le autorità hanno rilasciato due persone imprigionate in relazione al fatto di aver presentato denunce per lavoro forzato, e hanno ritirato le accuse contro altre. Nel mese di luglio è stata promessa una moratoria di sei mesi sul perseguimento delle persone che denunciano episodi di lavoro forzato.
Prigionieri politici
Sono stati condotti processi politici in conformità a leggi che criminalizzano il pacifico esercizio dei diritti umani e secondo procedure non conformi agli standard internazionali sull’equo processo. Gli arresti sono stati eseguiti senza mandato e agli accusati è stato negato il diritto ad avere un legale o un avvocato di propria scelta. I detenuti sono stati trattenuti in incommunicado per lunghi periodi.
*Htay Kywe, Ko Ko Gyi, Paw U Tun, Min Zeya e Pyone Cho, ex leader studenteschi e prigionieri di coscienza, sono stati detenuti nel mese di settembre e mantenuti in incommunicado fino alla fine dell’anno. Le autorità hanno dichiarato che tale trattamento era essenziale al fine di “prevenire l’insurrezione”.
*U Aung Thein, di 77 anni, membro del comitato centrale della NLD, è stato arrestato insieme ad altre tre persone nel mese di aprile; tutti e quattro sono stati poi condannati nel mese di luglio a 20 anni di prigione. U Aung Thein avrebbe “confessato” di essere in possesso di un telefono satellitare da lui utilizzato per parlare con altri leader della NLD fuori dal Paese.
*Win Ko, membro della NLD della Divisione di Bago, sarebbe stato condannato, secondo quanto riportato, a tre anni di carcere nel mese di ottobre per aver raccolto firme a favore della liberazione di leader politici incarcerati. È stato incriminato con l’accusa di vendita illegale di biglietti della lotteria.
*I rifugiati Chit Thein Tun e Maung Maung Oo sono stati condotti dall’India al Myanmar da un gruppo armato sconosciuto. Sono stati poi consegnati alle autorità del Myanmar e torturati durante la detenzione in incommunicado. Sono stati condannati a morte in un processo mantenuto segreto sulla base dell’accusa di aver fatto esplodere una bomba al confine Myanmar-India.
I prigionieri di coscienza e leader della NLD, Daw Aung San Suu Kyi, U Tin Oo, Daw May Win Myint, e il dott. Than Nyein, tutti trattenuti senza accusa né processo, hanno visto la loro detenzione prolungata ed estesa per il termine massimo di un anno. Gli ultimi due sono in detenzione dall’ottobre 1997, e sono stati mantenuti in carcere oltre lo scadere del loro termine di condanna a 7 anni di carcere. Daw Aung San Suu Kyi è stata mantenuta in crescente isolamento e le è stato permesso di ricevere solo saltuarie visite da parte del suo medico curante.
Rilasci
Nel corso dell’anno sono stati registrati alcuni rilasci.
*Due difensori dei diritti umani, gli avvocati U Aye Myint e Su Su Nwe, incarcerati nell’ottobre 2005 rispettivamente a 7 anni e 18 mesi, per aver denunciato episodi di lavoro forzato e confisca di terre da parte delle autorità locali, sono stati rilasciati nei mesi di giugno e luglio.
*U Shwe Ohn, esponente politico di primo piano shan e scrittore ottantenne, è stato rilasciato dagli arresti domiciliari al termine della sua ordinanza di detenzione a febbraio.
*Almeno due membri del KNU, detenuti dagli inizi degli anni Ottanta, in condizioni di salute precarie, sono stati rilasciati nei mesi di settembre e ottobre.
Condizioni carcerarie
Le già precarie condizioni carcerarie hanno subito un ulteriore deterioramento nel corso dell’anno. Le autorità hanno imposto nuove restrizioni alla quantità di cibo che i prigionieri possono ricevere dalle proprie famiglie, e hanno ridotto il bilancio destinato all’alimentazione a disposizione delle autorità carcerarie. Sono state denunciate anche gravi carenze sanitarie nelle prigioni. Le visite del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) sono state sospese nel mese di gennaio dopo che quest’ultimo aveva rifiutato di accettare la condizione di essere accompagnato durante le visite da membri di agenzie affiliate al governo. In parte a causa delle precarie e misere condizioni di detenzione, molti prigionieri di coscienza versavano in cattive condizioni di salute, compreso il dottor Than Nyein, medico e parlamentare della NLD, che soffre di epatopatia e altri problemi di salute.
Tortura e altri maltrattamenti
Sono stati denunciati frequenti episodi di tortura e altre forme di maltrattamento durante gli interrogatori e la detenzione preventiva. Si ritiene che la tortura in prigione sia aumentata. I tentativi da parte dei familiari dei detenuti che cercavano di ottenere compensazioni si sono scontrati resistenze, vessazioni e pressioni da parte delle autorità al fine di far ritirare le denunce.
*Ko Thet Naing Oo, ex prigioniero politico, è stato brutalmente picchiato da agenti di polizia e del corpo dei vigili del fuoco nello Yangon, nel mese di marzo, ed è deceduto il giorno stesso.
Decessi in carcere
Almeno sei prigionieri politici sono morti in prigione. Si ritiene che tortura, alimentazione e cure mediche inadeguate abbiano contribuito alle loro morti. Molti erano trattenuti in prigione lontano dalle proprie famiglie e privati del cibo e delle cure necessarie.
*Thet Win Aung, 35 anni, attivista studentesco e prigioniero di coscienza, è morto nella prigione di Mandalay nel mese di ottobre. Era stato torturato al momento dell’arresto nel 1998, e stava scontando una pena a 59 anni di carcere. Aveva sofferto di numerosi problemi di salute in prigione, incluse malaria e malattie mentali, ed era stato mantenuto in isolamento per prolungati periodi di tempo.
Libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione
La legislazione che limita il pacifico esercizio dei diritti alle libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione è risultata costantemente e rigorosamente applicata. L’accesso a Internet ha continuato a essere ristretto. Il governo ha bloccato numerosi siti web e ha imposto blocchi periodici ai liberi servizi di e-mail.
A partire dal mese di aprile, membri e sostenitori sia della NLD che della Lega per la Democrazia delle Nazionalità shan sono stati oggetto di minacce e attacchi. Numerose riunioni sono state interrotte e la stampa governativa ha regolarmente denunciato e minacciato la NLDa, accusandola di complotti per incitare il Paese alla rivolta. A fine anno, la stampa ufficiale ha riferito che centinaia di membri della NLD avevano dato le proprie dimissioni.
Dichiarazioni di AI
Myanmar: Human rights violations continue in the name of national security (AI Index: ASA 16/002/2006)
Myanmar: The UN Security Council must act (AI Index: ASA 16/007/2006)
Myanmar: Ko Thet Win Aung, prisoner of conscience, dies in prison (AI Index: ASA 16/015/2006)
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ultimo aggiornamento 06 Dic. 2010