ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI benvenuti in Puglia |
altosalento riviera dei trulli un territorio... da favola
|
STORIA E PREISTORIA Le
notizie storiche certe sulla città di Ceglie risalgono a tredici secoli a.C., la sua
esistenza è avvalorata da quanto Erodoto (storico greco del V sec. a.C.)
ci tramanda circa una spedizione in Sicilia dei Cretesi per vendicare la
morte del mitico re di Creta Minosse. Al ritorno, sbattuti da una violenta
tempesta, approdarono sulle coste salentine dove abitarono i villaggi già
esistenti fra cui l’odierna Ceglie. Cretesi
e popolazioni autoctone diedero vita ad una popolazione italica con sue
caratteristiche peculiari: i Messapi.
I
Messapi, occupavano l’attuale Salento, erano organizzati, come le polis
greche, in una confederazione: “la dodecapoli messapica”, dodici città
stato autonome che riconoscevano come capitale amministrativa della federazione
Oria e, capitale militare della Messapia, per la sua strategica posizione,
Ceglie. Questo è l’elenco delle città stato della dodecapoli messapica: Alytia (Alezio), Aoxentum (Ugento), Brention/Brentesion (Brindisi),
Hyretum/Veretum (Vereto), Hodrum/Idruntum (Otranto), Kaìlia (Ceglie Messapica),
Manduria, Mesania (Mesagne), Neriton (Nardò), Orra (Oria), Sybar (Cavallino),
Thuria Sallentina (Roca). Kailia
aveva giurisdizione sull’Altosalento e sul tratto di costa da Egnatia a
Guaceto importanti porti sull’adriatico.
Della
civiltà messapica rimangono numerosi resti archeologici: sistema difensivo (specchie,
fortini messapici, mura e muraglioni chiamati paretoni), necropoli
oltre a iscrizioni, monete, vasi, trozzelle messapiche e reperti vari conservati in
piccolissima parte nel locale museo archeologico a Ceglie e nei musei di Taranto,
Brindisi, Lecce ed Egnatia ma, in massima parte dispersi in collezioni private e
pubbliche ( citiamo ad esempio un vaso rinvenuto nel 1820 raffigurante la lotta tra
Diomede e i Messapi che si trova presso il museo di Berlino). Ceglie,
era dunque la
roccaforte militare della
Messapia, per la sua posizione
naturale in cima a un colle e per il suo territorio collinare da cui era ben
visibile Taranto, la città rivale che ambiva a conquistare tutta la Messapia
per consentirsi lo sbocco sull’Adriatico. Kailia
(il nome messapico di Ceglie) aveva ben quattro cinte murarie con sulle cinte
esterne (paretoni) elevate fortificazioni in blocchi megalitici (le
specchie alte anche oltre 20 metri e diametro fino a 60 metri), la cinta di mura
più interna aveva un
perimetro di 5 Km e racchiudeva una
popolazione non inferiore ai 40.000 abitanti (come riportato dallo storico
Giuseppe Magno). Chiudo questa
breve narrazione storica con un racconto su un’ importante battaglia che
avvenne nel 473 a.C. quando … All’alba
di una fatale giornata, l’esercito tarantino, rafforzato da soldati reggini,
mosse alla conquista di Kailia. Le vedette messapiche videro così snodarsi per
gli impervi pendii delle ultime propaggini della Murgia, la massa ondeggiante
dei propri nemici, che provenienti dalla sottostante piana tarantina si dirigeva
verso il primo muraglione. Si sa
che le grandi battaglie dell’antichità erano affidate più che alla potenza
delle armi, alla sagacia ed all’abilità tattica dei propri comandanti. I
Messapi aprirono, ad arte, dei varchi nei primi muraglioni attirando
l’esercito invasore in una vera e propria trappola. Fu la fine per i Tarantini:
la zona ammantata com’era di fitti boschi, piena di sbalzi e di dirupi,
intricata di roccia e sassi, ostacolata da una vegetazione di macchie e
cespugli, impedì la manovra e l’impiego della cavalleria. Ed ecco i
frombolieri e gli arcieri sbucare veloci dai punti più impensati e, tra il
grandinare delle ghiande missili ed il sibilare delle frecce, portare
il terrore e lo sgomento tra i cavalieri nemici che ostacolati dalle
difficoltà del terreno, non erano più padroni dei propri cavalli e tentarono
la salvezza nella fuga. E fu così che l’esercito tarantino, famoso per la sua
cavalleria, fu letteralmente polverizzato, da una strage inesorabile, come dice
Erodoto, ‘mai veduta prima di allora’… Finisce
qui la storia, una storia che ben si presta alla sceneggiatura di un film, chissà
magari in futuro, peraltro, sono tanti i registi innamorati della nostra terra. |