ALLEANZAGIOVANI

 

 "La giovinezza è bella perché ha gli occhi limpidi coi quali si affaccia a rimirare il vasto e tumultuoso panorama del mondo; è bella perché ha il cuore intrepido che non teme la morte. Strano, ma vero! Solo la giovinezza sa morire. La vecchiaia si aggrappa alla vita con disperata tenacia. "

Benito Mussolini

"E' sorta in questi anni un' altra Italia, umile e tenace,orgogliosa e onesta,moderata ma ferma nel difendere i principi di libertà e che non ha paura di sperare e credere. Questa Italia siamo noi"

Silvio Berlusconi

 

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La nostra bandiera: Il Tricolore

Dal '68, durante gli anni caldi della contestazione e poi, negli anni del terrorismo e dell'egemonia della sinistra, la bandiera italiana è stata messa al bando, nascosta, oltraggiata. C'era spazio, nei cortei studenteschi o operai, solo per il vessillo rosso del marxismo con tanto di falce e martello. Esibire il tricolore era un rischio. La caduta del muro di Berlino, il crollo del comunismo e il mutamento del clima politico generale hanno consentito la ricomparsa della nostra bandiera.

Ma quando e come è nata la nostra bandiera? Qual'è la storia del nostro simbolo nazionale? 

La bandiera italiana è nata oltre due secoli fa, il 17 gennaio 1797, a Reggio Emilia. Già prima, per la verità, un vessillo tricolore aveva fatto la sua comparsa in Lombardia, al seguito delle truppe napoleoniche che avevano sostituito il verde al blu della bandiera francese. Si era trattato però soltanto di un’ insegna militare, affidata alla legione lombarda e alla legione italiana. In Emilia, in quel giorno di gennaio del 1797, dopo la rivolta contro gli Estensi, il congresso di fondazione della repubblica Cispadana doveva scegliere una bandiera destinata essere il simbolo della libertà e del rinnovamento. Erano presenti un centinaio di deputati. Fra questi, un ex religioso, il letterato-patriota Giuseppe Compagnoni. Fu lui a proporre il nuovo vessillo e l’assemblea, accolta la proposta, decretò di:<<rendere universale lo Stendardo di tre colori Verde, Bianco e Rosso, e di usare questi tre colori anche nella Coccarda cispadana, la quale debba portarsi da tutti >>. Il tricolore cispadano era a bande orizzontali con il rosso in alto, il bianco in mezzo e il verde in basso. Nella parte bianca spiccavano le lettere <<RC>> (Repubblica Cispadana). Inoltre presentava l’emblema della faretra  con le frecce contornato da fronde. Ma sarebbe troppo lungo fare l’elenco delle varianti delle scritte e dei simboli successivi. I colori invece restavano sempre gli stessi. Ai colori vennero dati questi significati: il verde la speranza, il bianco la fede, il rosso l’amore.

La storia del tricolore è stata poi movimentata e avventurosa, alternando a periodi di gloria momenti di clandestinità.

Durante il risorgimento la nostra bandiera fu impugnata da Mazzini, che alla nascita della Giovane Italia vi fece scrivere le parole “Libertà Uguaglianza Umanità” e poi “Unità Indipendenza”. Fu il vessillo di Garibaldi che, di ritorno dal Sud America sulla nave Speranza, non avendo un drappo a portata di mano, fece appendere sull’ albero maestro pezzi di giubbe rosse, mostrine verdi dei legionari e bandelle di lenzuola bianche. Fu issata sulle guglie del Duomo da Luigi Torelli e Scipione Baraggia, durante le Cinque giornate di Milano. Fu l insegna dei patrioti sulle barricate rivoluzionarie. Con lo slogan “Dio e popolo”, fu l’emblema dei triunviri della Repubblica Romana. Con il simbolo del leone di San Marco, quello di Daniele Manin a Venezia. Con lo scudo di Lorena diventò in Toscana il vessillo di Leopoldo II. Adottata dai Savoia già ai tempi di Carlo Alberto con lo stemma sabaudo al centro, dalla proclamazione del Regno d’Italia la bandiera passò poi attraverso le battaglie e la vittoria della Grande Guerra, le avventure coloniali del fascismo e la tragedia del secondo conflitto mondiale. Divenuta nel ’47 il simbolo della giovane Repubblica Italiana, è stata poi issata sulle cime del K2 ed è sventolata negli stadi delle Olimpiadi e delle altre competizioni sportive internazionali!